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Favoreggiamento personale

299 StGB (C.P.)
favoreggiamento personale
favoreggiamento personale

Abstract

La giustizia deve essere tutelata non soltanto da atti che la vanificano, ma pure da azioni (e omissioni) intese a ritardarne il corso. Impedire o ritardare l’intervento degli organi statali, è un ostacolo, affinché venga ripristinato, sia pure soltanto indirettamente, lo status esistente prima dell’avvenuta violazione della legge (della commissione della cosiddetta Vortat). Si parla, in proposito, di “Pönalisierung der “Nachtat”. Oltre a tutelare il “funzionamento” della giustizia, con la punibilità della “Begünstigung” di cui al § 299 StGB, si perseguono anche scopi di carattere general-preventivo.

 

Indice:

1. Il § 299 StGB quale reato contro l’amministrazione della giustizia

2. Elementi oggettivi del reato de quo e la cosiddetta Vortat

3. Gli estremi dell’Entziehen der Strafverfolgung”

4. Elemento soggettivo del reato di “Begünstigung” ed esclusioni della punibilità

5. Alcune sentenze della Corte Suprema in materia di “Begünstigung”

 

1. Il § 299 StGB quale reato contro l’amministrazione della giustizia

Il codice penale austriaco, al Capo 21. mo della Parte II^, prevede i reati contro la “Rechtspflege” (contro l’amministrazione della giustizia), detti anche “Rechtspflegedelikte”. Nell’ambito di questi reati, vanno distinti i cosiddetti Aussagedelikte (si vedano i §§ 288, 289, 292 e 292 a StGB), che mirano alla tutela della veridicità delle dichiarazioni rese dinanzi alla PG, al PM, al giudice, a una commissione parlamentare d’inchiesta o in sede di un procedimento disciplinare. La tutela è operante anche per dichiarazioni rese in buona fede dal dichiarante, ma a seguito di artifizi e raggiri, posti in essere da persona diversa dal dichiarante. Si parla, in proposito, di “Schutz persönlicher Beweismittel”, che vanno distinti dai “sachlichen Beweismittel” (suscettibili di falsificazione o di distruzione - §§ 293 e 294 StGB).

Infine, nel suddetto Capo, è prevista la punibilità di chi pone in essere azioni dirette a impedire, che si proceda nei confronti di una persona (il termine procedere, è da intendersi comprensivo delle indagini preliminari) oppure che nei confronti della stessa venga eseguita la pena.

Il presente articolo avrà per oggetto il § 299 StGB, intitolato “Begünstigung” (favoreggiamento). Va però precisato subito, che questo paragrafo prevede soltanto il favoreggiamento personale e non quello reale; inoltre, che alla pena sono equiparate le misure di sicurezza (“vorbeugende Maßnahmen”).

Ai sensi del § 299, comma 1, StGB, è punibile con pena detentiva fino a due anni, chiunque, dolosamente, agisce in modo da impedire, che si proceda nei confronti di altra persona, che ha commesso reato (la cosiddetta Vortat) o che venga eseguita la pena nei confronti della medesima.

 

2. Elementi oggettivi del reato de quo e la cosiddetta Vortat

Favorito deve essere “ein anderer” (un altro), per cui non è punibile la cosiddetta Selbstbegünstigung.

In che cosa consistono le “Begünstigungshandlungen”?

Per quanto concerne la “Verfolgungsbegünstigung”, la stessa è integrata, se il soggetto attivo del reato previsto e punito dal § 299, comma 1, StGB ha agito, nei confronti della persona che ha commesso reato, in modo tale, che non possa procedersi nei confronti della medesima (“der Verfolgung entzieht”).

Il reato commesso dal favorito può essere doloso o colposo, può trattarsi anche soltanto di reato tentato.

In ogni caso, è però necessario, che il favorito abbia già commesso reato (vedasi OGH – Corte Suprema – 130s 38/03); non basta, quindi, un mero sospetto.

Il reato antecedente il favoreggiamento, deve essere, oltre che punibile, anche procedibile.

Così, per esempio, è stato ritenuto “straflos”, la persona che fornisce notizie non veritiere circa il luogo, in cui si trova un truffatore (luogo, di cui è a conoscenza), il quale ha “tätige Reue geübt” (pentimento operoso), che costituisce uno “Strafaufhebungsgrund” (esclusione della pena).

Se però le notizie non vere sono state date nel corso di un interrogatorio (“förmliche Vernehmung”), sussistono gli estremi di reato di cui ai §§ 288 o 289 StGB.

Il disposto di cui al § 299 StGB è di particolare importanza e rilevanza, se il sistema (al quale, secondo non pochi, bisogna adeguarsi) è basato su clientelismi, favoritismi, servilismi e, soprattutto, opportunismi.

“Vollstreckungsbegünstigung” commette, chi agisce in modo che altra persona riesca a eludere l’esecuzione della pena o di una misura di sicurezza. Il favorito, in questo caso, deve quindi già essere stato condannato con sentenza passata in giudicato (o gli deve essere già stata inflitta misura di sicurezza definitiva); inoltre, la sentenza di condanna rispettivamente la misura di sicurezza, devono essere eseguibili.

 

3. Gli estremi dell’“Entziehen der Strafverfolgung”

Per “entziehen” (che può essere tradotto letteralmente come sottrarre), è da intendere qualsiasi azione atta a evitare, che si proceda nei confronti del favorito o che non possa essere eseguita la pena o la misura di sicurezza. Va però osservato, che il reato de quo sussiste pure, se la “Strafverfolgung” o la “Strafvollstreckung” venga anche soltanto resa più difficile o temporaneamente impossibile. Se l’evento, che il soggetto attivo del reato di cui al § 299 StGB si è proposto di realizzare, non si verifica, è configurabile il tentativo.

Cosa succede, se una persona rifiuta di fornire alla polizia informazioni sul luogo, nel quale si trova una persona che ha commesso reato?

In questo caso, non è integrata la fattispecie di cui al § 299 StGB. Non vi è, infatti, un obbligo di partecipare all’accertamento di reati. Il predetto rifiuto può però avere conseguenze nel senso di un obbligo di comparire dinanzi alla polizia o di un accompagnamento coattivo per rendere la deposizione.

La “Begünstigung” può essere integrata, in alcuni casi, anche da un’omissione (per esempio, si rende colpevole di questo reato, chi, pur avendo l’obbligo specifico “zur Anzeigeerstattung”, non adempie quest’obbligo). Ai fini della sussistenza della “Begünstigung”, basta che nei confronti del favorito possano essere svolte indagini oppure si possa procedere per un reato.

 

4. Elemento soggettivo del reato di “Begünstigung” ed esclusioni della punibilità

L’elemento soggettivo del reato di “Begünstigung” è integrato in caso di dolo, che può essere anche generico (“bedingter Vorsatz”).

Prevede il comma 2 del § 299 StGB, che non è punibile, colui che induce (“verleitet”) altra persona di favorirlo.

La punibilità è esclusa, altresì, se il soggetto attivo del reato, “favoreggia” un proprio congiunto oppure se ha concorso nel reato. Per “Angehörigen” s’intendono le persone indicate nel § 72 StGB.

 

5. Alcune sentenze della Corte Suprema in materia di “Begünstigung”

Vediamo ora alcune sentenza dell’OGH (Corte Suprema) in materia di “Begünstigung”.

140s 98/95 L’imputata era stata condannata in sede di appello a pena pecuniaria in quanto ritenuta colpevole di tentata “Begünstigung”.

Aveva dichiarato ad agenti della “Gendarmerie”, che avevano eseguito i rilevi dell’incidente, di non ricordare più, a causa di un trauma cranico subito, chi fosse alla guida della vettura Suzuki Vitara, sulla quale essa imputata era trasportata, quando quest’autovettura era uscita di strada. Nell’evenienza, essa imputata, aveva riportato gravi lesioni personali.

Le dichiarazioni dell’imputata venivano ritenute non veritiere e fatte con l’intenzione, “den Fahrer des Fahrzeuges der Strafverfolgung zu entziehen” (far in modo, che non si potesse procedere nei confronti del conducente dell’autovettura).

L’imputata aveva confermato le sue dichiarazioni, rese sul luogo dell’incidente, successivamente negli uffici della “Gendarmerie” e le aveva firmate. Appena apposta la firma, su insistenza degli agenti, aveva dichiarato, che a pilotare la Suzuki era stato un suo conoscente, un certo Karl F., di cui forniva le generalità. A motivo delle sue (false) dichiarazioni appena rese, adduceva che il conducente dell’auto, l’aveva minacciata di morte.

Gli agenti avevano poi riportato le dichiarazioni, rese in un secondo tempo dall’imputata, nella notizia di reato inviata all’AG. Seguiva la condanna dell’imputata – per il reato di cui la § 299 StGB – a pena pecuniaria.

Contro questa sentenza aveva proposto ricorso la Procura generale presso la Corte Suprema “zur Wahrung des Gesetzes” (ritendendo che vi sia stata violazione di legge).

Ha osservato la Corte Suprema (OGH), nella propria sentenza, che è ben vero, che il reato di cui la § 299 StGB, può essere commesso in vari modi. Decisiva è, però, l’intenzione den Vortäter vor Strafverfolgung oder Strafvollstreckung zu bewahren oppure la Verfolgung o la Vollstreckung zu erschweren (rendere più gravose queste attività).

Ha poi messo in rilevo, l’OGH, che l’imputata, appena apposta la firma in calce alle proprie dichiarazioni, aveva rivelato, nei confronti degli agenti, come effettivamente erano avvenuti i fatti e aveva indicato come conducente della vettura un certo Karl F., contro il quale si è poi proceduto.

Non poteva, in questo caso, secondo la Corte Suprema, essere ravvisabile l’intenzione dell’imputata, Karl F. “der Strafverfolgung zu entziehen” in quanto, subito dopo le (menzognere) dichiarazioni rese agli agenti e mentre ancora si trovava ancore nell’ufficio della “Gendarmerie”, aveva rivelato il “wahren Sachverhalt”.

Ha osservato l’OGH, che le dichiarazioni fatte dall’imputata, nel suo complesso, non potevano integrare gli estremi della “Begünstigung” ai sensi del § 299 StGB.

La “Beschwerde” (ricorso) della Procura generale presso l’OGH, veniva pertanto accolta dalla Corte Suprema e l’imputata assolta dal reato, per il quale vi era stata condanna.

110s 132/80 Meno fortunato con la proposizione della “Nichtigkeitsbeschwerde”, è stato un altro imputato, condannato – per i reati pervisti e puniti dai § § 164, comma 1, n. 1 e 299, comma 1, StGB (ricettazione e favoreggiamento personale) – a pena detentiva. Aveva trasportato, sulla propria autovettura, alcune statue rubate da due altre persone, dall’abitazione di uno dei ladri, all’appartamento di persona estranea al furto.

Contro questa sentenza l’imputato aveva proposto “Nichtigkeitsbeschwerde” e appello.

Nella propria sentenza, la Corte Suprema, con riferimento alla “Nichtigkeitsbeschwerde”, aveva osservato, che dalle deposizioni testimoniali assunte, era emerso, che l’imputato sapesse, che le statue da lui trasportate, fossero state oggetto di furto e che fosse pure a conoscenza del fatto, che i due ladri (delle statue) fossero ricercati dalla polizia. Ciò nonostante, l’imputato aveva ospitato i due nella propria abitazione, con l’intenzione “sie der strafgerichtlichen Verfolgung zumindest vorübergehend zu entziehen”, vale dire, far in modo, che non potessero essere subito arrestati dalla Polizei o che gli stessi potessero essere interrogati dalla Polizei, che stazionava, non lontano dall’appartamento.

Dalle prove espletate era risultato, che i due avevano informato esso imputato, già al momento, in cui questi aveva iniziato a dare “ospitalità” ai due, del furto perpetrato. Ma anche se non fosse stato cosí, ha osservato l’OGH, il reato di cui al § 299, comma 1, StGB, sarebbe stato ugualmente integrato, se l’imputato avesse saputo del furto (e delle ricerche della polizia) soltanto nel corso del periodo di tempo, in cui i due soggiornavano nel suo appartamento.

Per quanto concerne l’elemento soggettivo del reato previsto e punito dal § 299 StGB, esso è integrato tutte le volte, in cui il soggetto attivo può prospettarsi la possibilità (“Möglichkeit”), che la cosiddetta Vortat (nel caso de quo, il perpetrato furto delle statue) fosse stata commessa, per cui “drohte Verfolgung”. In altre parole, basta il dolo generico (“bedingter Vorsatz”).

La “Nichtigkeitsbeschwerde” veniva, pertanto, rigettata; non cosí, invece, la Berufung, (l’appello), accolta in punto “Strafausspruch”. Al posto della pena detentiva di mesi 4, veniva inflitta quella pecuniaria nella misura di 190 “Tagessätze” (con ciascun “Tagessatz” commisurato in 120 ÖS).

10 0s 41/79 In un altro caso è stata accolta la “Nichtigkeitsbeschwerde” proposta dal PM presso il giudice a quo.

L’imputato aveva lavorato, in qualità di benzinaio, presso un distributore di carburanti ed era stato assolto dalla “Straftat der versuchten Begünstigung”. Il gestore di questa stazione di servizio, presso la quale l’imputato aveva lavorato, era poi stato dichiarato fallito e condannato per “versuchter Schädigung fremder Gläubiger” (tentativo di danneggiare i creditori) in quanto, in sede di inventario, non era stato (più) rinvenuto un compressore per il lavaggio di autovetture.

Sentito dalla “Gendarmerie”, l’imputato aveva dichiarato, in qualità di “Auskunftsperson” (persona informata sui fatti), di non saper nulla del compressore. Altra persona, che pure aveva lavorato nello stesso periodo alle dipendenze del gestore del distributore di benzina, aveva invece confermato, di aver visto il predetto “Hochdruckreiniger”. A seguito ricerche, effettuate su iniziativa del curatore fallimentare, il compressore era stato rivenuto presso un terzo. Ne seguiva la condanna (diventata irrevocabile) del gestore per il reato di “Schädigung fremder Gläubiger” e l’incriminazione dell’imputato per “versuchter Begünstigung”.

Il giudice di primo grado (“Landesgericht”) aveva poi assolto l’imputato dal reato di tentata “Begünstigung”.

Contro questa sentenza veniva proposta “Nichtigkeitsbeschwerde” dal PM ai sensi del § 281 StPO (CPP). Si doleva, il PM, perché il giudice di primo grado aveva applicato erroneamente il § 299, comma 1, StGB. Ha dedotto la “Staatsanwaltschaft”, che l’”Entziehen” di cui al citato paragrafo, può essere commesso con qualsiasi azione e quindi anche rendendo scientemente una dichiarazione falsa nei confronti di organi di polizia (il cui “compito” istituzionale è di perseguire i reati), se ciò è avvenuto in sede “formeller Einvernahme”.

Dalle prove espletate in 1° grado, era emerso, che la dichiarazione resa dall’imputato e riguardante il compressore, era stata sicuramente, e volutamente, falsa o comunque vi era stata reticenza da parte del dichiarante, intento a “preservare” il suo ex datore di lavoro da condanna. Sussistevano, pertanto, gli elementi oggettivi e soggettivi atti a integrare il reato di “Begünstigung” (§ 299, comma 1, StGB).

La “Nichtigkeitsbeschwerde” veniva quindi accolta e l’imputato condannato per il reato di cui al § 299, comma 1, StGB.

In sede di determinazione della pena, l’OGH ha osservato, che non erano ravvisabili circostanze aggravanti, mentre, a favore del condannando, doveva essere ritenuto, che il reato era rimasto allo stadio del tentativo; inoltre, si doveva tenere conto dell’età del condannando, che, al momento della commissione del fatto, non aveva ancora compiuto 21 anni.