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I buoni pasto nel mondo del lavoro

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I buoni pasto nel mondo del lavoro


Nell’attuale contesto economico, a maggior ragione con un tasso di inflazione galoppante e la crescita dei prezzi registrata soprattutto negli ultimi due anni, i buoni pasto rappresentano una componente significativa della retribuzione dei lavoratori.

Questi strumenti, introdotti in Italia negli anni '60, sono diventati un elemento fondamentale delle politiche retributive di molte aziende e negli ultimi periodi sono diventati sempre più importanti nei bilanci familiari di milioni di lavoratori.

Del resto la diffusione dei buoni pasto nel mondo del lavoro italiano è stata anche favorita da una disciplina fiscale di netto favore che riserva indubbi vantaggi sia ai datori di lavoro che ai dipendenti, pur nei limiti previsti dalla normativa fiscale.

Buoni pasto, i vantaggi fiscali per datori di lavoro e dipendenti

Come anticipavamo, i vantaggi fiscali sono del tutto evidenti sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. Nel primo caso, infatti, rappresentato un costo interamente deducibile per l’azienda e nel caso dei dipendenti, invece, non concorrono al calcolo del reddito da lavoro dipendente né della base imponibile contributiva.

Il tutto però deve tenere conto dei limiti fissati, annualmente, dal Ministero del Lavoro, limiti che dipendono dall’andamento dei prezzi al consumo e dal tasso di inflazione. I vantaggi fiscali sono infatti limitati ad un importo massimo dei buoni pasto pari a 4,00 € nei casi dei buoni pasto cartacei e di 8,00 € nel caso di buoni pasto elettronici.

Buoni pasto, una delle soluzioni preferite dai lavoratori

La grande diffusione dei buoni pasto non è però legata soltanto ai vantaggi fiscali che ne derivano, ma anche al fatto che rappresentano una soluzione flessibile per dipendenti, professionisti e Partite IVA. Possono infatti essere utilizzati in una vasta gamma di esercizi commerciali, tra cui supermercati, ristoranti e bar e consentono, soprattutto grazie alla loro diffusione, di garantire ai dipendenti la libertà di scegliere dove e come utilizzare i buoni pasto, soprattutto in formato elettronico.

L’evoluzione dei buoni pasto nel prossimo futuro

Il rapporto tra i lavoratori italiani e i buoni pasto è sempre stato idilliaco anche se negli ultimi anni la loro diffusione ha subito un’evoluzione significativa, soprattutto a causa del difficile contesto economico e del netto incremento dei prezzi che si è registrato negli ultimi due anni.

A contribuire alla diffusione di quello che è un vero e proprio strumento di pagamento, è stata sicuramente anche l’adozione dei buoni pasto elettronici, più semplici da utilizzare ma, soprattutto, con un valore massimo fiscalmente agevolato molto più alto di quelli cartacei (il cui valore massimo è stato addirittura ridotto da 5,29 € a 4,00 €).

Come se non bastasse, i buoni pasto elettronici possono essere utilizzati esattamente come una qualsiasi carta di pagamento o, addirittura, tramite un’app installata sullo smartphone.

Nonostante siano in molti a chiedere che l’importo dei buoni pasto venga riconosciuto direttamente in busta paga e, quindi, in contanti, l’impressione è che difficilmente questo strumento di welfare aziendale possa lasciare le scene, anzi. L’idea è che i buoni pasto continueranno a rappresentare un importante benefit aziendale, soprattutto tenendo conto dell’evoluzione di smart working e telelavoro.

La verità è che i buoni pasto rappresentano una componente fondamentale della retribuzione dei lavoratori in Italia. Non solo offrono vantaggi fiscali significativi, ma forniscono anche una soluzione versatile e pratica per i lavoratori