I nuovi enti di “area vasta” in Sicilia
I nuovi enti di “area vasta” in Sicilia
Con la comunicazione del 3 marzo 2010, denominata “Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, la Commissione europea ha indicato obiettivi e criteri generali per la programmazione socio-economica per l’arco temporale 2014‐2020, da sovvenzionare attraverso i fondi strutturali di intervento europei. Si tratta, in particolare, del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), del Fondo sociale europeo (FSE), del Fondo di coesione, del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).
La Strategia Nazionale per le “Aree Interne” (SNAI)
Per l’utilizzo dei fondi a finalità strutturale assegnati all’Italia per il ciclo di programmazione 2014-2020, l’ordinamento italiano, attraverso l’art. 1, commi 13-17, della legge n. 147/2013, ha introdotto una mirata disciplina per la strategia nazionale e lo sviluppo delle proprie aree interne (SNAI), prevedendo che l’attuazione degli interventi pilota per il riequilibrio dell’offerta dei servizi di base delle aree interne del Paese sia perseguita attraverso la cooperazione tra tutti i livelli istituzionali interessati (Stato, Regioni e Comuni, questi ultimi in forma associata).
La SNAI, affidata al coordinamento del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, con il supporto dell’Agenzia per la coesione territoriale attraverso la sottoscrizione di mirati accordi di programma quadro, costituisce una politica nazionale innovativa di sviluppo e coesione territoriale che mira a contrastare la marginalizzazione ed i fenomeni di declino demografico propri delle aree interne italiane, essenzialmente alpine ed appenniniche, attraverso l’individuazione, sulla base di indicatori della situazione demografica, sociale ed economica, di una serie di aree c.d. pilota in cui sperimentare interventi sovvenzionati con i citati fondi pubblici europei.
Il procedimento per il finanziamento delle strategie d’area si è quindi articolato nella selezione delle aree, nell’approvazione della strategia d’area da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per le politiche di coesione, e nella successiva sottoscrizione dell’accordo di programma quadro, attraverso cui le Amministrazioni statali, le Regioni e i Comuni hanno assunto gli impegni per l’attuazione degli obiettivi definiti nella SNAI.
Ad oggi, la SNAI 2021-2027 riguarda 124 aree di progetto che coinvolgono 1.904 Comuni, in cui vivono 4.570.731 abitanti. Tali Comuni hanno dovuto assicurare il livello minimo necessario richiesto dalla linee-guida per soddisfare il pre-requisito associativo, a mezzo di “Unione di Comuni”, “Comunità montane” o “Convenzione”.
Il caso siciliano
A fronte di una disomogenea sperimentazione dei modelli associativi discrezionalmente utilizzati dai Comuni nel resto d’Italia, in Sicilia si registra invece una scelta unanime verso il modello dell’Unione di Comuni previsto dall’art. 32 del Testo Unico degli Enti Locali, con una differenza fondamentale. Se per le Unioni di Comuni di “1° generazione” l’esercizio associato di funzioni e servizi era finalizzato a superare le difficoltà legate alla frammentazione dei piccoli Comuni e per conseguire condivisibili obiettivi di razionalizzazione della spesa e di una maggiore efficienza dei servizi, per questa nuova tipologia di Unioni di Comuni – di 2° generazione – l’esercizio associato
delle funzioni amministrative è proiettato alla promozione di politiche di sviluppo territoriale, ovvero di “area vasta”. Una funzione che l’ordinamento (sia statale che regionale) affida tradizionalmente alla sola cura dell’ente territoriale di governo intermedio (Provincia).
Le 6 “Aree Interne”, le cui proposte progettuali sono state più recentemente approvate e veicolate (anch’esse) attraverso l’Unione di Comuni e che fanno capo ai Comuni promotori di Corleone, Troina, Bronte, Mussomeli, Santa Teresa di Riva e Palagonia, si sono aggiunte alle 5 “Aree Interne” già costituite nel periodo 2014- 2020 (Calatino, Madonie, Nebrodi, Sicani e Simeto-Etna). Per tutte, sono previsti finanziamenti per un importo complessivo di circa 450 milioni di euro, per la realizzazione di interventi volti a “promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale, la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza nelle aree non urbane”.
Le 11 Aree Interne
- Area Interna “Madonie” (26 comuni, circa 63.000 abitanti)
- Area Interna “Nebrodi” (29 comuni, circa 79.000 abitanti)
- Area Interna “Val Simeto” (4 comuni, circa 69.000 abitanti)
- Area Interna “Calatino” (9 comini, circa 76.000 abitanti)
- Area Interna “Terre Sicane” (12 comuni, circa 46.000 abitanti)
- Area Interna “Corleone” (16 comuni, circa 48.000 abitanti)
- Area Interna “Troina” (14 comuni, circa 83.000 abitanti)
- Area Interna “Bronte” (11 comuni, circa 46.000 abitanti)
- Area Interna “Mussomeli” (11 comuni, circa 42.000 abitanti)
- Area Interna “Santa Teresa di Riva” (15 comuni, circa 30.000 abitanti)
- Area Interna “Palagonia” (6 comuni, circa 56.000 abitanti)
Che trattasi della nascita spontanea, e dal basso, di 11 nuovi enti di “area vasta”, verosimilmente giustificato dal vuoto ordinamentale generatosi a seguito dell’inceppata riforma delle province siciliane, è dimostrato dalla prospettiva funzionale e statutaria tutt’altro che limitata nel tempo e dall’elevato numero di Comuni che hanno aderito alle 11 Unioni di Comuni. Il caso più eclatante è quello dell’Unione di Comuni “Area interna di Troina” che, aggregando ben 14 Comuni della provincia di Enna su 20, per un totale di 83 mila su 156 mila abitanti, si prepara a gestire 50 milioni di euro messi a disposizione dal piano di sviluppo e coesione territoriale della SNAI.