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Il contante non è il demonio

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Le mafie usano le criptovalute

Forse non è mai troppo insistere per chiarire che il riciclaggio e l’evasione fiscale sono reati, mentre il trasferimento attuato tra due o più soggetti di banconote per somme totali superiori al limite fissato non costituisce automaticamente reato, bensì solo nel caso in cui si dimostri la provenienza delittuosa del denaro.

Per intenderci, se consegno una valigetta con €100.000 ad un altro soggetto non commetto reato, ma una violazione di natura amministrativa prevista dal decreto legislativo 231 del 2007, la nostra legge antiriciclaggio.

Se il denaro viene trasferito invece perché il mio complice lo utilizzi per nascondere la vera provenienza dei €100.000, che per esempio ho rubato oppure non ho dichiarato al fisco, si concretizzerà un reato a prescindere dalla somma trasferita.

Ovviamente la criminalità organizzata è molto attenta e si guarda bene dal trasferire denaro proveniente dai delitti che commette con queste modalità banali e facilmente intercettabili. Come le indagini e i dati ufficiali confermano sempre di più, le mafie “possiedono” intermediari finanziari, broker e professionisti in tutto il mondo, capaci di costruire operazioni e schemi di evasione fiscale e riciclaggio molto sofisticati, basandoli soprattutto sull’utilizzo di sistemi tradizionali di pagamento, bonifici e carte di credito i preferiti, ma oggi delle temibili criptovalute.

Per questo la Banca Centrale Europea, già da due anni, non stampa più banconote da €500, le più a rischio di falsificazione e riciclaggio. Ed è difficile, credetemi, trovare ancora abili falsari in tutto il mondo.

 

Il nuovo euro cartaceo

Secondo invece una recente statistica pubblicata da uno dei provider più affidabili di servizi di protezione virtuale nel mondo, denominato Nord VPN, oltre 4 milioni di carte di pagamento (credito e debito) clonate sono state rinvenute nel dark web ad oggi.

Le carte italiane hackerate sarebbero 82.000.

Per Natale si stanno regalando green pass falsi.

Basta avere un portafoglio virtuale in criptomonete e il gioco è fatto.

Mentre continuiamo a pensare a controllare, attraverso interrogatori bancari di malcapitati correntisti che decidono di prelevare qualche somma dal proprio conto, si incrementano di trilioni di euro le transazioni in bitcoin e altre criptovalute.

La maggior parte di esse non è tracciabile, anzi rintracciabile, a meno che non si giunga finalmente alla loro regolamentazione.

Senza dire che, per i paradossi italiani di cui siamo capaci solo noi, esistono sul nostro territorio 72 pos dove sì prelevano contanti a fronte di cambio di criptovalute, e viceversa. I detrattori delle banconote che ne pensano?

Il progetto del nuovo euro cartaceo e di quello digitale, secondo il membro italiano della Bce Fabio Panetta, mira a “dare agli europei forme di denaro sicure e solide”.