Obbligo vaccinale: non è solidarietà, è un regime
Quanti s’arrogano il diritto di gestire la nostra esistenza, e pretendono pure di disporre del corpo altrui, hanno preso le loro decisioni, optando tra l’obbligo vaccinale sopra i 50 anni per tutti. Nella sostanza, con questa misura l’Italia espellerà dal mondo produttivo e dalla società molte centinaia di migliaia di persone, introducendo ghetti ancora più duri e brutali di quelli già in vigore.
La deriva autoritaria
Nonostante la retorica dei media di regime continui a battere sulla grancassa della solidarietà di maniera e di quello che viene presentato come un “dovere civico”, a questo punto ci troviamo entro un sistema politico sempre più autoritario, il quale pretende di legittimarsi su base tecnocratica e ora si appresta a espellere dal lavoro numerosi nostri concittadini, “rei” di non avere consegnato il braccio allo Stato. Di conseguenza molti abbasseranno la testa e si vaccineranno contro la loro volontà.
Usare in questo contesto il termine “autoritario” non è una forzatura, se soltanto si considera che la cultura accademica mainstream ha ormai ampiamente legittimato un ritorno di logiche fasciste perfino per contrastare il cambiamento climatico (si veda ad esempio: R. Mittiga, Political Legitimacy, Authoritarianism, and Climate Change, «American Political Science Review», 2021, pp. 1-14).
Nella cultura politica egemone la logica autoritaria non è ad appannaggio di piccoli gruppi radicali, come si vorrebbe far credere, ma invece è interpretata dalle élite e da una parte significativa della massa, ormai ampiamente narcotizzata.
Caos tamponi: servono o no?
La situazione è la seguente. Anche se i vaccini hanno mostrato di funzionare in maniera assai imperfetta e anche se – ad esempio – colui che ha accettato la vaccinazione non è affatto potenzialmente meno infettante di chi ha fatto un tampone nelle ultime 48 ore, il green pass “base” utilizzato in questi mesi non basterà più. La cosa è paradossale, dato che in una serie di circostanze – per visitare qualcuno in ospedale, ad esempio – anche ai vaccinati viene spesso chiesto di fare un tampone (riconoscendo che il vaccino non garantisce molto), ma quel medesimo test non sarà più sufficiente per lavorare. E tutto questo mentre a diffondersi è una versione ben poco pericolosa del Covid-19, l’Omicron, e molti infettati sono appunto tra i plurivaccinati.
Non c’è alcun serio ragionamento scientifico che possa giustificare una simile barbarie giuridica, che sta mettendo in una situazione disperata un numero altissimo di persone. Il calcolo è tutto politico e questo è stato ben chiaro fin dall’inizio: altrimenti non si capirebbe perché in Svizzera un guarito ottenga un pass che dura 12 mesi ed è pure rinnovabile di tre mesi in tre mesi in presenza di alti valori anticorpali, mentre da noi la durata dell’esenzione è soltanto di 6 mesi.
La creazione di nuovi ghetto
In Italia, così, abbiamo costruito una serie di ghetti e abbiamo creato un gran numero di emarginati. Alle molte migliaia di lavoratori già ora “sospesi” a tempo indeterminato – tanto più che il ceto politico non ha alcuna intenzione di porre fine alla pandemia – se ne aggiungeranno tantissimi altri. S’è edificato un mondo di paria e senza diritti, con il pieno consenso dei sindacati di regime.
Questi nostri concittadini che hanno scelto legittimamente di non vaccinarsi proveranno a resistere usando i risparmi (se ne hanno) oppure cercheranno la solidarietà di altri; immagineranno forme alternative e illegali di lavoro; molti di loro, certamente, rinunceranno ai loro principi e alle loro idee e quindi alla fine si faranno vaccinare, perché esiste sempre un punto di resistenza oltre il quale non si può più procedere.
Aveva compreso già tutto Alexander Solzenycin, quando nel guLag aveva scritto che “a vantaggio di chi governa, e a scapito di chi viene governato, l’uomo è fatto in maniera tale che – fin che resta in vita – c’è sempre qualcosa di più che gli si può fare”. I nostri padroni sanno sempre che a un certo punto troveranno qualcosa che ci farà crollare: che la nostra resistenza verrà meno. Tra i renitenti, naturalmente, più di uno sta cercando di capire in che modo sia possibile andarsene con la propria famiglia e rifarsi una vita altrove: nel Regno Unito, in Svezia, in Florida ecc.
Oltre a ciò abbiamo altre piccole tragedie.
Abbiamo infatti persone, spesso anziane, che si trovano confinate in piccole isole e senza alcuna possibilità di andare a farsi curare, dato che non possono utilizzare i traghetti. Chi vive a Sant’Erasmo (nella laguna veneta) oppure a Filicudi (a nord della Sicilia), se non accetterà di farsi vaccinare non potrà recarsi in ospedale e accedere ai servizi sanitari. Perfino tutti i non vaccinati della Sardegna che avessero bisogno di qualche visita sul continente dovranno rinunciarvi. Una follia.
È insomma un mondo infernale, profondamente violento e ingiusto, quello che l’attuale governo ha allestito per una fetta significativa della popolazione, ma non si può dire che Mario Draghi sia stato disonesto, dato che già a fine novembre aveva dichiarato: “Spero che coloro che da oggi saranno oggetto di restrizioni possano tornare a essere parte della società con tutti noi”. La logica del ghetto non è mai stata celata, ma anzi è stata posta al centro delle scelte politiche.
Essere fuori dalla società, in effetti, significa trovarsi in un ghetto legale: in un mondo separato nel quale numerosi diritti sono negati. Draghi è un tecnocrate cinico e del tutto irrispettoso dei diritti fondamentali, ma ha il pregio di esprimere con chiarezza e trasparenza quello che pensa dei propri sudditi. Il costruttore dei nuovi ghetti, quanto meno, non si nasconde dietro a un dito.