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Il frattempo

Frattempo
Frattempo

Il frattempo

Tra un progetto e l’altro, tra un obiettivo e l’altro, tra una tristezza e il suo superamento c’è un “frattempo”.

Il frattempo è bistrattato, nessuno lo prende sul serio, pur essendoci davvero; a volte è così banale che non merita, a volte così doloroso che si desidera deglutirlo al più presto come una medicina cattiva, non si gusta perché è solo la via, una strada, un tempo “intanto” tra un fatto degno di nota e l’altro. Non coincide con quanto avevamo stabilito, concordato, ipotizzato, creduto fortemente. Non vale la pena dunque dare spazio a questo intermezzo. Eppure, gran parte della vita si brucia in quel mentre e non aspetta di arrivare solo quando e dove abbiamo pensato, anzi, spesso, deviazioni e ingorghi ci allontanano dal nostro obiettivo e ci presentano varianti impreviste.

Che fare nell’attesa di dimagrire, di chiudere la trattativa con quel cliente, di innamorarsi davvero, di non soffrire più? Starci. Vivere quei momenti densi come il miele e succhiarne il sapore, anche quando lui non c’è più per te, anche quando ti senti brutto, quando non hai abbastanza soldi. Perché è quello il tempo che ti è dato e ha tutta la dignità del tempo migliore. Il punto è che ci sembra un estraneo, ha fattezze diverse da quelle immaginate. Dobbiamo presentarci a lui, familiarizzare e guardarlo negli occhi senza paura. Pare una nuova conoscenza, in realtà è un parente lontano che abita nella nostra anima dalla notte dei tempi e ci porta alla scoperta di rivoli interiori che si uniscono infine e si aprono in un lago fiorito. Il frattempo è un’antica novità che può inebriarci con la sua intensità e farci intuire la divina bellezza che si schiude in un figlio che ti guarda per imparare, in un collega che ha fame di felicità come te, in un cielo grigio, in un profumo caldo.  

Non serve nemmeno molto per comprendere, quel che serve già c’è. Lui, il frattempo, è il tempo presente, scomodo come non mai, perché non ti fa stare tranquillo, ti chiede di non censurare nulla, soprattutto quando impattiamo con il dolore, perché è proprio quando impattiamo con il dolore che ogni atomo è acceso, ogni sensazione è sincera, pulita. Questa vulnerabilità, se  accolta, può rendere vive risorse interiori che non immaginavamo di avere e farci sentire intimamente grati, chiede tuttavia discernimento per distinguere la morte dalla vita e per leggere in che direzione portino i desideri in quell’hic et nunc. Abitare quel frattempo, istante per istante, qualunque colore abbia, ci permette di venire alla luce come persone in grado di compiere azioni umane, libere e piene d’amore.

“Devo liberarmi del tempo e vivere il presente giacché non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.” Alda Merini