Il volto silente della violenza

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Il volto silente della violenza

 

Rimini, agli albori del 2025, il gelo: “Il fatto non sussiste”. Si tratta di una formula assolutoria, sancita dall’art. 530 CPP, di proscioglimento che in termini penalistici rispecchia una particolare decisione del giudice di assolvere in pieno l’imputato. È una formula che nega il presupposto storico del corpo accusatorio.

Si tratta ancora una volta di mancata esaltazione di un reato subdolo qual è la violenza psicologica tra le mura domestiche.

 La violenza psicologica si manifesta attraverso una serie di comportamenti dannosi che non lasciano segni fisici evidenti ma che alterano profondamente l'autostima e il benessere psicologico della vittima. Tra le pratiche più comuni vi sono:

                •Insulti e denigrazione: L'offesa verbale mirata a distruggere l'autostima dell'altro.

                •Controllo e isolamento: La vittima viene progressivamente isolata dalle sue relazioni sociali e familiari.

                •Minacce: Minacciare di danneggiare la vittima o le persone a lei care per mantenere il controllo.

                •Manipolazione emotiva: Far sentire la vittima colpevole per eventi che non sono sotto il suo controllo.

                •Gaslighting: Tecnica psicologica che porta la vittima a dubitare della propria realtà e delle proprie percezioni, destabilizzando la sua visione del mondo.

Questi comportamenti mirano a destabilizzare la vittima, a farla sentire incapace, indegna o impotente.

In molti casi, l’autore di tale particolare forma di violenza utilizza la familiarità e la vicinanza emotiva per creare confusione e instillare un senso di dipendenza.

Tale violenza silente è caratterizzata da una caratteristica devastante, quella della ciclicità, ovvero l’alternarsi di fasi violente a fasi di tranquillità, affettuosità, specchio di possibile pentimento. La responsabilità degli atteggiamenti di violenza psicologica è ascritta alla vittima, che resta intrappolata in questo purgatorio.

Nel contesto familiare, la violenza psicologica è una sorta di dominio di un partner sull’altro, dal punto di vista emotivo, ma anche economico e sessuale. Questa particolare condizione influenza ed incrina ogni aspetto della vita della vittima, causandone un trauma complesso che avrà conseguenze nella sua vita affettiva, lavorativa e sociale. Contrariamente all’abusante che tendenzialmente a livello sociale gode di stima e di apprezzamento, risultando una persona apparentemente affabile, cordiale e dedito alla vita familiare e lavorativa.

Nonostante la regione Emilia Romagna abbia promosso una campagna per il riconoscimento della violenza psicologica familiare o di coppia nel corso dell’anno 2024, tappezzando le strade e le piazze regionali con manifesti che ritraevano frasi altamente denigratorie, tra cui “Sei tu il problema di questa famiglia”, nel caso di specie “Finiscila, animale smettila” l’epilogo è sempre lo stesso, il mancato riconoscimento o la minimizzazione in sede giudiziaria di tale violenza quale abuso.