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Impatto degli interessi negativi sul client account negli studi legali irlandesi

Red is the color
Ph. Luca Martini / Red is the color

1. Il client account negli studi legali irlandesi

In Irlanda (e nel Regno Unito) gli studi legali gestiscono il denaro del cliente per mezzo di un conto corrente dedicato – client account – nel quale vengono convogliati i denari del cliente. Lo studio legale quindi mantiene conti correnti separati – il proprio conto, che si chiama office account, dove vengono registrate le operazioni quotidiane e uno o molteplici current account per i clienti dello studio.

Facciamo un esempio. Se lo studio legale assiste un cliente nell’acquisto di un immobile, il prezzo dovuto dal cliente dello studio/acquirente al venditore sarà trasferito nel client account dello studio legale invece che al venditore direttamente, come è d’uso fare in Italia.

Il meccanismo del client account è soggetto a una regolamentazione particolarmente rigorosa. Infatti, se nel conto cliente c’è della liquidità, solo a valle dell’invio della fattura delle prestazioni professionali al cliente (e/o di eventuali spese anticipate dallo studio) sarà possibile per lo studio legale trasferire gli importi in questione dal client account all’office account.

Questa contabilità interna allo studio è gestita in conformità al regolamento dell’ordine professionale degli avvocati (Law Society of Ireland) che effettua periodici controlli sulla regolarità di quest’ultima. Il client account è tenuto sotto massima osservazione in quanto, come è facile intuire, il riciclaggio di denaro potrebbe trovare in questo strumento il veicolo ideale per le proprie finalità illecite.

 

2. L’impatto degli interessi negativi su clienti e studi legali

L’impatto degli interessi negativi sui clienti è molto chiaro e facile da tradurre in numeri. Attualmente le maggiori banche irlandesi, AIB e Bank of Ireland, applicano interessi negativi su conti il cui saldo supera la soglia dei 3 milioni (nel caso di AIB) oppure di 2,5 milioni di euro (nel caso di BoI), con tassi dello 0.5% e 0.65% rispettivamente. Il tasso di interesse negativo è applicato all’intero importo, non limitatamente alla parte che eccede la soglia stabilita. Ciò significa che se il conto di un cliente ha un saldo di € 3.5 milioni, l’interesse negativo annuo sarà di € 17.500 con un conto AIB, di € 22.750 con Bank of Ireland.

L’interesse negativo scatta in date prestabilite (review dates), se si supera la soglia, e a prescindere da eventuali oscillazioni del conto (anche al di sotto della soglia in questione) nei periodi precedenti.

Gli studi legali, dal canto loro, sperimentano un sensibile aumento del lavoro amministrativo, quale ad esempio l’assicurare la compliance con normativa antiriciclaggio e GDPR, l’invio di informative al cliente sull’applicabilità degli interessi negativi al conto cliente e sulla gestione da parte dello studio di queste eventualità.

Nelle lettere di incarico ai clienti, dovranno esserci specifiche clausole sugli interessi negativi, per assicurare che il cliente abbia piena consapevolezza sul tema, che prevedono quanto segue: “If we hold money for you and our bank imposes a charge (including interest) on that money, we may ask you to pay that charge to us or deduct it from the money we hold for you.” (esempio di clausola fornito dalla Law Society of Ireland).

Inoltre, gli studi più piccoli potrebbero anche incorrere in problemi di liquidità rispetto ai conti dedicati di clienti privati, che, magari a causa di slittamenti temporali nel completamento di un’operazione, “incappano” in una review date e si trovano penalizzati da un costo straordinario e non previsto di interesse negativo.

 

3. Il punto di vista delle banche, della Law Society e dei professionisti in Irlanda

Sul tema degli interessi negativi, le banche irlandesi hanno assunto una posizione che molti hanno percepito come irritante, a dir poco. Dal canto loro, si tratta semplicemente di chiedere al cliente il pagamento di un servizio bancario, come ad esempio il pagamento degli interessi nel contratto di mutuo. In questo caso, tuttavia, l’interesse negativo colpisce il fatto stesso di depositare denaro su un conto bancario, il che tocca la ragione di esistere delle banche stesse, oltre che, di conseguenza, la loro capacità di offrire servizi.

Senza contare che il denaro sul quale viene applicato l’interesse negativo potrebbe essere denaro prestato da una banca (ancorché non la medesima presso la quale è stato aperto il conto), con la conseguenza che gli istituti di credito potrebbero avere un doppio guadagno sul medesimo importo di denaro, una prima volta per mezzo dell’interesse previsto dal mutuo, e una seconda volta attraverso l’applicazione dell’interesse negativo. Un collega solicitor irlandese giustamente osservava che è un po' come se il banditore d’asta volesse riscuotere la provvigione per il medesimo cespite sia dall’acquirente che dal venditore.

La Law Society (ordine degli avvocati, rectius, dei solicitor) è stata chiamata a esprimersi sulla facoltà per lo studio legale di richiedere al cliente il pagamento degli interessi negativi sugli importi depositati nel proprio client account.

Su questo punto è stato immediatamente chiarito che gli interessi negativi sono recuperabili da parte dello studio legale in quanto (i) considerati outlays – esborsi, spese – e quindi addebitabili in fattura, oppure (ii) possono essere compensati con il saldo del client account nel momento in cui, emessa la fattura, i relativi importi sono trasferiti nell’office account.

I professionisti degli studi legali si sono espressi in modo molto critico sull’applicazione degli interessi negativi, anche sostenendo il fatto che il client account non è un deposit account bensì un conto corrente, nel quale i denari transitano e sono solo “di passaggio”. Se quindi l’obiettivo dell’interesse negativo è di muovere il denaro e far sì che venga rimesso in circolazione piuttosto che restar fermo in un conto bancario, il client account con la sua natura di transitional account integra perfettamente queste finalità, e non dovrebbe pertanto rientrare tra i conti bancari ai quali l’interesse negativo viene applicato.