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Internet e tutela dei minori: l’esperienza USA del Children’s Internet Protection Act

La legislazione statunitense include ormai dal 2000 una norma a tutela della sicurezza dei minori sulla rete internet. Tale legge, nota come CIPA (Children’s  Internet Protection Act, legge per la protezione dei minori su internet) è un provvedimento federale promulgato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2000, integrato nel 2001 da norme integrative dettate dalla FCC (Federal Communications Commission, Commissione Federale delle Comunicazioni), che ne hanno consentito l’applicazione. Anzitutto la norma, con un approccio di estremo pragmatismo, non detta regole censorie dei contenuti veicolabili in rete. A ciò osterebbe, oltre al carattere globale della rete, la giurisprudenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha esteso la protezione garantita dal primo emendamento sulla libertà d’espressione anche a forme estreme di essa.

Per dare un concreto esempio di tale ampia tutela, basti pensare che numerosi siti neo nazisti hanno i loro server  negli USA, ove il primo emendamento tutela anche la libertà d’espressione di tali gruppi estremisti (Marco Pasqua, Vergogna su youtube, online le canzoni antisemite, in  La Repubblica, 20.11.2008, pag. 21). La CIPA non detta regole per la fruizione di internet in ogni contesto. Il provvedimento, invece, è destinato ad incidere su due dei più importanti ambiti, al di fuori di quello familiare, nel quale si svolge la vita dei minori americani: la scuola e le biblioteche. La CIPA, infatti, stabilisce taluni requisiti per ogni scuola o biblioteca che riceva sostegno finanziario federale per accedere ad internet attraverso il programma “E-rate”, che è un programma federale che consente di ottenere tecnologie di comunicazione a prezzi accessibili per scuole e biblioteche che abbiano i requisiti per accedervi. In cosa si sostanziano queste regole? Anzitutto le scuole e le biblioteche non ricevono le agevolazioni del programma “E-rate” se non certificano il possesso di una politica di sicurezza per internet e misure tecniche dettate dalla norma. La politica di sicurezza della rete deve includere misure di protezione tecnologica per impedire o filtrare l’accesso, attraverso i computer in uso a minori, ad immagini in rete oscene, pedo pornografiche o comunque dannose per i minori.

Le scuole e le biblioteche debbono, altresì, attestare la presenza di programmi destinati ai minori di educazione alla navigazione, di istruzione sui pericoli della rete. Tali programmi debbono inoltre puntare a formare i minori all’interazione con altre persone nei social network e nelle chat. Ai beneficiari del programma “E-rate” sottoposti alla CIPA si chiede di adottare e far rispettare una politica di monitoraggio delle attività dei minori quando questi sono connessi alla rete. Scuole e biblioteche in tal senso debbono curare di porre in pratica una politica educativa che interdica l’accesso a materiali inappropriati sulla rete, un uso sicuro della posta elettronica, chat e forme di comunicazione diretta, interdire accessi non autorizzati e vietare il compimento di attività illegali in rete dai minorenni, assicurando altresì il corretto trattamento dei dati personali dei minorenni.

Solo successivamente all’attestazione di tali requisiti sarà possibile per gli enti che ne abbiano fatto richiesta di beneficiare del programma “E-rate”.

Alle misure restrittive contemplate da tale norma può derogarsi per consentire ad adulti autorizzati l’esercizio di verifiche investigative sull’appropriatezza delle navigazioni o per altre finalità contemplate dalle leggi federali.

Le norme richiamate si muovono sul duplice binario della prevenzione e della formazione di una coscienza nel minorenne delle opportunità e dei pericoli presenti nella rete. La semplice limitazione dell’accesso a contenuti potenzialmente pericolosi o osceni nei contesti scolastici e didattici, sarebbe di per sé inefficace senza  la costruzione di una consapevolezza nell’uso di strumenti che coinvolgono sempre più i minorenni, come i social network e le chat. Tale forma di educazione costituisce un argine ai potenziali rischi sempre in agguato connessi alle navigazioni “domestiche”, spesso incontrollate.

Il percorso tracciato dalla CIPA di certo offrirà spunti di riflessione anche al legislatore nazionale ed a quello comunitario, in attesa di prescrizioni che per ora sono demandate alle famiglie ed a codici di autoregolamentazione.

Collegamenti ipertestuali.

Per sapere tutto, o quasi, sulla CIPA: http://energycommerce.house.gov/reparchives/107/action/107-33.pdf

Per una sintetica presentazione: http://www.fcc.gov/cgb/consumerfacts/cipa.html

La legislazione statunitense include ormai dal 2000 una norma a tutela della sicurezza dei minori sulla rete internet. Tale legge, nota come CIPA (Children’s  Internet Protection Act, legge per la protezione dei minori su internet) è un provvedimento federale promulgato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2000, integrato nel 2001 da norme integrative dettate dalla FCC (Federal Communications Commission, Commissione Federale delle Comunicazioni), che ne hanno consentito l’applicazione. Anzitutto la norma, con un approccio di estremo pragmatismo, non detta regole censorie dei contenuti veicolabili in rete. A ciò osterebbe, oltre al carattere globale della rete, la giurisprudenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha esteso la protezione garantita dal primo emendamento sulla libertà d’espressione anche a forme estreme di essa.

Per dare un concreto esempio di tale ampia tutela, basti pensare che numerosi siti neo nazisti hanno i loro server  negli USA, ove il primo emendamento tutela anche la libertà d’espressione di tali gruppi estremisti (Marco Pasqua, Vergogna su youtube, online le canzoni antisemite, in  La Repubblica, 20.11.2008, pag. 21). La CIPA non detta regole per la fruizione di internet in ogni contesto. Il provvedimento, invece, è destinato ad incidere su due dei più importanti ambiti, al di fuori di quello familiare, nel quale si svolge la vita dei minori americani: la scuola e le biblioteche. La CIPA, infatti, stabilisce taluni requisiti per ogni scuola o biblioteca che riceva sostegno finanziario federale per accedere ad internet attraverso il programma “E-rate”, che è un programma federale che consente di ottenere tecnologie di comunicazione a prezzi accessibili per scuole e biblioteche che abbiano i requisiti per accedervi. In cosa si sostanziano queste regole? Anzitutto le scuole e le biblioteche non ricevono le agevolazioni del programma “E-rate” se non certificano il possesso di una politica di sicurezza per internet e misure tecniche dettate dalla norma. La politica di sicurezza della rete deve includere misure di protezione tecnologica per impedire o filtrare l’accesso, attraverso i computer in uso a minori, ad immagini in rete oscene, pedo pornografiche o comunque dannose per i minori.

Le scuole e le biblioteche debbono, altresì, attestare la presenza di programmi destinati ai minori di educazione alla navigazione, di istruzione sui pericoli della rete. Tali programmi debbono inoltre puntare a formare i minori all’interazione con altre persone nei social network e nelle chat. Ai beneficiari del programma “E-rate” sottoposti alla CIPA si chiede di adottare e far rispettare una politica di monitoraggio delle attività dei minori quando questi sono connessi alla rete. Scuole e biblioteche in tal senso debbono curare di porre in pratica una politica educativa che interdica l’accesso a materiali inappropriati sulla rete, un uso sicuro della posta elettronica, chat e forme di comunicazione diretta, interdire accessi non autorizzati e vietare il compimento di attività illegali in rete dai minorenni, assicurando altresì il corretto trattamento dei dati personali dei minorenni.

Solo successivamente all’attestazione di tali requisiti sarà possibile per gli enti che ne abbiano fatto richiesta di beneficiare del programma “E-rate”.

Alle misure restrittive contemplate da tale norma può derogarsi per consentire ad adulti autorizzati l’esercizio di verifiche investigative sull’appropriatezza delle navigazioni o per altre finalità contemplate dalle leggi federali.

Le norme richiamate si muovono sul duplice binario della prevenzione e della formazione di una coscienza nel minorenne delle opportunità e dei pericoli presenti nella rete. La semplice limitazione dell’accesso a contenuti potenzialmente pericolosi o osceni nei contesti scolastici e didattici, sarebbe di per sé inefficace senza  la costruzione di una consapevolezza nell’uso di strumenti che coinvolgono sempre più i minorenni, come i social network e le chat. Tale forma di educazione costituisce un argine ai potenziali rischi sempre in agguato connessi alle navigazioni “domestiche”, spesso incontrollate.

Il percorso tracciato dalla CIPA di certo offrirà spunti di riflessione anche al legislatore nazionale ed a quello comunitario, in attesa di prescrizioni che per ora sono demandate alle famiglie ed a codici di autoregolamentazione.

Collegamenti ipertestuali.

Per sapere tutto, o quasi, sulla CIPA: http://energycommerce.house.gov/reparchives/107/action/107-33.pdf

Per una sintetica presentazione: http://www.fcc.gov/cgb/consumerfacts/cipa.html