Sospettato e indagato – Diritti – CPP dell’Austria

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Sospettato e indagato – Diritti – CPP dell’Austria

Abtract: Equa amministrazione della giustizia, vuol dire, salvaguardare, sin dall’inizio del procedimento penale, uno standard minimo di garanzie della persona in rapporto all’esercizio della giurisdizione penale. Ciò, in conformità all’art. 6 CEDU e agli artt. 47 e 48 della Carta di diritti fondamentali dell’EU. Quand’è, che l’”accusato” (come si esprime il comma 3, lett. a, dell’art. 6 CEDU), deve essere informato della natura e dei motivi dell’”accusa” a suo carico e quali sono i poteri spettanti agli inquirenti? Vediamo, cosa prevede, in proposito, la StPO (CPP) austriaca, che distingue tra “Verdächtigen” (sospettato) e “Beschuldigten” (indagato), qualifiche, dalle quali discendono i relativi diritti nonchè determinati obblighi per le “Strafverfolgungsbehörden” (PG e PM).


Introduzione e distinzione tra sospettato e indagato

Va premesso, che il sistema processual penale in vigore, in Austria, nel passato, non poteva essere qualificato, nè interamente accusatorio (“Parteienprozess”), nè interamente inquisitorio; si trattava di un “Mixtum” tra questi due sistemi. Dopo l’introduzione del comma 2 dell’art. 90 B-VG (2003), non possono essere più dubbi, almeno dal punto di vista formale, che anche in Austria vige l’”Anklageprozess”. Le funzioni di PM e di giudice devono essere necessariamente separate. La Corte costituzionale ha sentenziato, che l’art. 90, Abs. 2, B-VG, prevede un diritto – soggettivo, costituzionalmente garantito – che nessuno può essere obbligato ad accusare sè stesso (“Verbot der Selbstbezichtigung”). Il “Beschuldigte” non è soltanto “Beweisobjekt” (oggetto di prova), ma, al tempo stesso, “Prozesssubjekt” (soggetto del processo, nel senso di essere parte del procedimento (vedasi Corte cost. 5235, 10.291)). Da ciò derivano precisi diritti in favore del “Beschuldigten”.

Quand’è che inizia, secondo la “StPO” (CPP), un procedimento penale?

La risposta a questa domanda è data dal § 1, Abs., 2, StPO: “Il procedimento penale inizia, non appena la “Kriminalpolizei” (PG) o il PM “ermitteln zur Aufklärung eines Anfangsverdachtes” (svolgono indagini per “chiarire” un sospetto iniziale, che possa essere stato commesso reato).

Il § 48, Abs. 1, StPO definisce “Verdächtigen” (sospettato) la persona, contro la quale sono svolte indagini sulla base di un “Anfangsverdacht” (sospetto iniziale), mentre “Beschuldigter”, è ogni sospettato, qualora questa persona – sulla base “bestimmter Tatsachen” (fatti determinati) – sia concretamente sospettata, di aver commesso un fatto costituente reato e se, ai fini dell’accertamento di questo “konkreten Verdacht”, vengono raccolte prove (“Beweise aufgenommen") oppure disposte o eseguite indagini. “Angeklagter” (imputato) invece è il “Beschuldigte”, nei cui confronti è stata “Anklage eingebracht” (depositata imputazione).

 Il comma 2 del § 48 StPO prevede, che nei casi, in cui la StPO rinvia al “Beschuldigten” (che, nell’ulteriore prosieguo di quest’articolo, viene indicato anche con l’abbreviazione “Be.”) e, salva espressa, contraria disposizione, le norme del CPP trovano applicazione anche per il sospettato (e per l’imputato).

Di “Ermittlungen” non può parlarsi, se la PG accede a informazioni, che sono a chiunque accessibili oppure a fonti di informazione interne della PA; altresí, se la “Kriminalpolizei” esegue “Erkundigungen” (a proposito delle “Erkundigungen”, rinvio a un mio articolo, pubblicato da FILODIRITTO mesi orsono).

Da quanto esposto risulta, che di “Beschuldigten” può parlarsi, se una persona, sulla base di fatti concreti, è sospettata di aver commesso reato e se per accertare il sospetto concreto, è necessario assumere prove o disporre indagini.

La distinzione tra “Verdächtigen und Beschuldigten”, ha lo scopo di evitare al mero sospettato, lo “stigma”, dal quale è ”behaftetl” il “Beschuldigte”. Questa distinzione è, indubbiamente, di utilità, perchè -  delle volte  –  c’è chi agisce in modo, che viene in mente: “Transcurramus solertissimas nugas”.
 

Diritti

Quali sono i diritti, che la StPO riconosce al “Be.”?

Essi sono indicati (a titolo esemplificativo) nel § 49 StPO e riguardano, sostanzialmente,                      diritti di informazione, di difesa, istanze proponibili, impugnazioni.

Il Be. può far valere i propri diritti, in linea di massima, nei confronti della PG, del PM e del giudice.

I principali diritti di informazione (che si traducono in obblighi per le “Strafverfolgungsbehörden”), sono: a) quello di essere informato sul sospetto esistente nei confronti della persona e sui diritti spettanti alla stessa  b) di aver accesso agli atti del procedimento c) potersi avvalere dell’ausilio di un interprete.

Diritti alla difesa: a) avvalersi dell’assitenza di un difensore e consultarsi con il medesimo, b) diritto “al silenzio”, c) diritto di essere presente alle udienze; d) “Beweisanträge zu stellen” (diritto di proporre richieste di carattere istruttorio) e chiedere l’archiviazione, sono “Antragsrechte”. Delle volte, tutti i diritti di difesa e tutte le cautele adottate, non sono atte a evitare “sciagure” (non escluse quelle giudizarie). A Eschilo, per esempio, un vate aveva detto, di evitare case vecchie, compresa la sua, perchè vi  è rischio di crollo. Eschilo, però, ha trovato la morte, in tutt’altro modo. Durante una passeggiata, veniva colpito da una tartaruga, che un’aquila aveva sollevato, ma, essendo troppo pesante, l’aveva lasciato poi cadere, colpendo Eschilo mortalmente al capo.

Contro provvedimenti delle autorità giudiziarie, al Be. spettano: 1) l’”Einspruch wegen Rechtsverletzung” (opposizione contro violazioni di legge), 2) “Beschwerde” (reclamo) contro misure di carattere coattivo, 3) impugnazioni.

 Il Be. è obbligato a comparire all’udienza dibattimentale, anche se, in applicazione del principio “Nemo se detegere tenetur”, può assumere un comportamento meramente passivo (o comunque non collaborativo).

Uno dei principali diritto del Be. è quello, di ottenere informazioni sugli elementi di sospetto/di prova a suo carico. Ciò, in applicazione dell’art. 6, comma 3, CEDU. La relativa conoscenza è indispensabile ai fini di un’efficiente difesa e per la formulazione delle prove a discolpa.

Il diritto di ottenere le predette informazioni, spetta “sobald als möglich” (appena possibile - § 50, Abs. 1, StPO), ma soffre un rilevante limite nel senso, che può essere posposto, qualora sia da temere, sulla base “besonderer Umstände” (circostanze particolari), che lo scopo delle indagini possa essere pregiudicato. L’esempio, che spesso viene fatto, è quello delle “Überwachungsmaßnahmen”, che  devono essere condotte, senza che il sottoposto ne possa avere conoscenza.

La “Rechtsbelehrung” (§ 50, Abs. 2, StPO) deve avvenire in una lingua parlata o comunque compresa dal Be. E in modo facilmente comprensibile.

La “Belehrung” va fatta anche per iscritto e la stessa deve risultare da un verbale (cosí pure, un’eventuale rinuncia alla “Belehrung”).

L’obbligo della “Rechtsbelehrung” sarebbe statuito invano, se non fosse (anche) previsto, che il Be., che non comprende la lingua del procedimento, ha diritto di essere assistito da un’interprete. Il § 50, Abs. 3, StPO, prevede anche un’”ergänzende Belehrung”, della quale va pure fatto menzione nel suddetto verbale. La lingua non deve costituire ostacolo, affinchè al Be. venga assicurato il diritto garantito dall’art. 6, comma 3, CEDU.

L’interprete svolge la propria attività, traducendo verbalmente quanto avviene in sua presenza davanti all’autorità giudiziaria. Soltanto su richiesta del Be., se si tratta di “sensibile Aktenstücke” (documenti importanti) e se ciò è necessario, per salvaguardare il principio del “fairen Verfahren” (cosiddetto giusto processo), deve avvenire la traduzione per iscritto. Se però il Be. è assistito da un difensore, la traduzione per iscritto può essere sostituita da un riassunto orale. Una rinuncia alla traduzione per iscritto, è però ammissibile soltanto previo avviso al Be. sulle conseguenze di questo “Verzicht” (§ 56, Abs. 6, StPO), di cui va dato atto a verbale. Se il Be. è in istato di arresto e non assistito da un difensore, una rinuncia del Be., a proporre impugnazione contro una sentenza, è priva di effetti.

 Altro diritto fondamentale del Be., è il diritto “auf Akteneinsicht” (poter consultare gli atti); questo diritto ha costituito oggetto di un nostro precedente articolo, pubblicato da FILODIRITTO, per cui si rinvia allo stesso.

L’art. 6, comma 3, CEDU, assicura al Be. il diritto “auf materielle Verteidigung” nel senso che ha diritto di proporre prove a sua discolpa e di avvalersi, a tal fine, dell’ausilio di un  difensore.

Non può però essere sottaciuto, che, in occasione dell’interrogatorio, il difensore è, perlopiù, relegato a un ruolo quasi passivo. È ben vero, che il Be., prima dell’inizio dell’interrogatorio, ha facoltà di consultarsi con il difensore, ma durante lo stesso, il “Verteidiger”, non può intervenire; soltanto una volta che l’interrogatorio abbia avuto termine, il difensore ha facoltà di rivolgere domande (“integrative”) al Be., il quale non può consultarsi con il proprio difensore in relazione a risposte a singole domande.


Interrogatorio e “notwendige Verteidigung”

È ammissibile, che l’interrogatorio del Be. si svolga senza la presenza di un difensore?

La risposta è affermativa, ma si può prescindere dalla presenza di un difensore, unicamente, qualora sussistano “besondere Umstände” (circostanze particolari) e se una “sofortige Vernehmung” oppure il compimento di altri atti, costituirebbe un rilevante pericolo per le assumende prove (“Beweismittel”).

Ai fini dell’esercizio del “formellen Verteidigungsrecht”, il Be. ha facoltà di nominare un difensore, di prendere contatto con lo stesso e di consultarsi con esso. Non è necessaria una delega scritta, nè una “Spezialvollmacht”, per il compimento di singoli atti (§ 58., Abs. 2, StPO). Se il procedimento non viene “unangemessen verzögert” (ritardato in modo considerevole), il difensore può essere sostituito in ogni momento. È ammissibile, conferire incarico difensivo a più “Verteidiger”.

Il § 61 StPO prevede tassativamente i casi “notwendiger Verteidigung” (assistenza obbligatoria da parte di un difensore). Se il Be. non dispone dei mezzi economici necessari per pagare il difensore (nei casi di “notwendiger Verteidigung”), il giudice, su richiesta del Be., gli nomina un “Verfahrenshilfeverteidiger” (difensore d’ufficio), se ciò (Abs. 2 del citato paragrafo) è nell’interesse della giustizia e necessario ai fini di un’efficiente difesa. Sembra essere, l’ultima parte dell’Abs. 2, una norma discutibile, perchè lascia alla discrezionalità eccessivo spazio e pare, che non sia conforme al principio di uguaglianza dinanzi alla legge. In proposito, tornano alla mente le parole di Orazio: “Omnes eodem cogimur”.

Il Be., che è stato arrestato, spesso, a causa dell’improvvisa esecuzione di questa misura, non è in grado di contattare tempestivamente un difensore. Per questo motivo, è stato istituito il cosiddetto anwaltschaftliche Notdienst (servizio legale d’emergenza). Sin dal 2016, è stato previsto (§ 59, Abs. 4, StPO), che il Be., a seguito di sua richiesta, possa contattare un difensore, prima della decisione sulla “Verhängung der Untersuchungshaft” (convalida dell’arresto). A tal fine, è stata istituita un’apposita “Hotline”, attraverso la quale viene assicurata, 24 ore su 24, la disponibilità di un difensore. Il contatto telefonico con questo “Verteidiger”, è gratuito e non può essere limitato temporalmente. Segue poi una consultazione e l’assistenza al primo interrogatorio (entrambe a pagamento). Soltanto nel caso, in cui il Be. è legittimato a fruire della “Verfahrenshilfe” (patrocinio a spese dello Stato), le  suddette prestazioni non devono essere pagate dal Be.

La rappresentanza del Be., che ha chiesto di poter fruire dell’”anwaltschaftlichen Notdienst”, termina, o con la liberazione dell’arrestato, o con l’”Einlieferung in die Justizanstalt” (carcere), in quanto, a decorrere da questo momento, “scatta” la “notwendige Verteidigung” (difesa cosiddetta necessaria).


Formalità e termini

Indissolubilmente collegato ai diritti di difesa, è il diritto di proporre istanze (“Anträge stellen”). Per quanto concerne le formalità necessarie a tal fine, il § 84, Abs. 2, StPO, prevede, oltre al deposito di istanze scritte, anche la facoltà di uso del telefax e della posta elettronica.

Qualora per le istanze siano previsti termini, il § 84, Abs. 1, StPO, dispone, che essi – in linea di massima – non sono prorogabili, ma il termine si considera osservato, se l’istanza è stata consegnata all’ufficio postale, prima della scadenza della “Frist”.

 Il dies a quo, non viene computato nel termine. Se il termine scade di sabato, di domenica o in un giorno festivo, viene prorogato al giorno feriale seguente.

Ogni fatto rilevante ai fini del procedimento penale, deve essere provato e tutte le parti hanno diritto, di chiedere l’assunzione di prove. Per quanto concerne i relativi requisiti di forma, la StPO tace in proposito, anche se richiede un “Mindestinhalt” (un contenuto minimo) per essere “beachtlich” (preso in considerazione).Il § 55 StPO infatti prescrive, che la richiesta contenga l’oggetto della prova, il mezzo di prova che si propone, le informazioni necessarie per l’espletamento della stessa (per esempio, nome e indirizzo del teste), un minimo di motivazione, per evitare che l’istanza venga rigettata in quanto irrilevante.

Prevede il § 55, Abs. 2, StPO, che un’istanza proposta dal Be. a fini probatori, può essere rigettata soltanto qualora: 1) la prova richiesta sia inammissibile (per esempio, se non s’intendono provare fatti), 2) l’espletamento della prova si appalesa inconferente 3) si tratta di un fatto notorio, 4) la prova è irrilevante o il fatto è già provato.

Nel corso  delle indagini preliminari, è la PG, alla quale spetta “die beantragten Beweise aufzunehmen” (assumere le prove richieste) nei limiti di ammissibilità delle richieste avanzate dal Be. Altrimenti, le richieste – previa redazione, da parte della PG, di un “Anlassbericht” – devono essere presentate al PM, il quale può rigettarle soltanto se sussistono fondati motivi per un’”Abweisung”.

L’espletamento di una prova può essere rinviato durante le indagini (e la stessa assunta in dibattimento), se non si prospetta, prima facie, che la richiesta probatoria è atta a legittimare l’archiviazione del procedimento oppure se vi è pericolo di “Beweisverlust” (che la prova non potrà più essere assunta).