x

x

Irlanda, Isola di Smeraldo e delle opportunità per l’imprenditore

Irlanda
Irlanda

L’Irlanda, poco meno di 5 milioni di abitanti, distante circa 5 ore di volo da New York, 2 ore e 30 minuti da Milano e appena 45 minuti da Londra, è stata identificata da Forbes nel 2015 come uno dei migliori paesi al mondo per fare impresa ed è riuscita ad attrarre alcune delle multinazionali più importanti al mondo nei settori della tecnologia, farmaceutico, delle bioscienze, manifatturiero e dei servizi finanziari.

L’Irlanda è di fatto un gateway per gli Stati Uniti, ovvero la base ideale per le aziende americane interessate al mercato europeo, e viceversa.

Tutto ciò non è avvenuto solo per motivi geografici, ma grazie ad alcuni punti di forza determinanti, come ad esempio:

  • l’essere il paese anglofono più esteso e, con l’uscita del Regno Unito dall’Europa, anche l’unico dell’UE;
  • un sistema giuridico di common law molto simile a quello del Regno Unito e degli Stati Uniti;
  • una corporate tax (imposta sulle società) al 12.5% sui redditi commerciali;
  • un credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo del 25%;
  • la presenza di agevolazioni fiscali per gli investimenti in proprietà intellettuale;
  • una compliance consolidata rispetto a normativa europea e regolamenti emanata dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD);
  • la presenza di convenzioni contro la doppia imposizione con oltre 70 paesi nel mondo, inclusi Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Giappone.

Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, l’Irlanda è tra i paesi più ricchi al mondo, in quinta posizione, con un PIL pro capite di 79.925 dollari nel 2018. Inoltre, secondo quanto riportato dall’Index of Economic Freedom, l’Irlanda si colloca al sesto posto nel mondo per libertà economica, con un punteggio di 80.5 e tra i paesi con un più alto tasso di libertà di stampa con un punteggio di 96 su 100.

Il giorno prima che la Gran Bretagna sancisse la definitiva uscita dalla Unione Europea, mi trovavo a Dublino e, nel gran parlare di Brexit, nessun irlandese, dal manager d’azienda al tassista, si augurava che vincesse il ‘leave’, con la conseguente uscita del Regno Unito dall’UE.

Nonostante ciò, l’Irlanda ha voluto vedere nella Brexit un’opportunità, e ha incrementato l’offerta di servizi sul territorio per accogliere la migrazione di aziende e professionisti dal Regno Unito, e non solo.

Dublino è diventata un cantiere a cielo aperto, sono apparsi nuovi building in alluminio e vetro, prevalentemente uffici destinati a ospitare le nuove aziende e realtà professionali che di fatto sono arrivate numerose e continueranno ad arrivare.

Questa migrazione non ha interessato solo le imprese, ma anche i professionisti. La Law Society, l’ordine degli avvocati inglesi con sede a Londra, ha registrato oltre 2000 richieste di iscrizione all’albo irlandese da parte degli avvocati inglesi che evidentemente, nonostante Brexit, vogliono “restare” in Europa.

Lo stato irlandese incoraggia questo afflusso di professionisti e imprese in vari modi. Prima di tutto con l’efficienza dei servizi, grazie anche alla pressoché totale assenza di burocrazia. In secondo luogo, con finanziamenti e contributi a fondo perduto alle aziende straniere che si stabiliscono in territorio irlandese. Il regime di tassazione agevolata è un ulteriore incentivo in questo senso.

Inoltre il mercato del lavoro è estremamente interessante perché si tratta di un paese giovane con una percentuale altissima di laureati. Le università sono gestite come aziende e funzionano da veri e propri “incubatori” per lo sviluppo della imprenditorialità e di soluzioni innovative per le imprese.

Al pari dell’Inghilterra, costituire una LTD in Irlanda - la tipologia più diffusa di società di capitali - è un iter molto rapido (5 giorni), il costo della pratica è di circa 100 euro e non ci sono adempimenti formali particolari. Non è necessario che l’amministratore sia residente in Irlanda. Approfondiremo l’argomento in uno dei prossimi articoli.

Sarà anche interessante raccontare alcune case history di imprenditori italiani che hanno trovato qui, nell’Isola di Smeraldo, l’hub ideale per fare impresa.