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Lucio Dalla, il compleanno e la profezia sulla guerra

Un omaggio a Lucio Dalla (Bologna, 4 marzo 1943 - 1 marzo 2012)
Lucio Dalla
Lucio Dalla

Lucio Dalla, il compleanno e la profezia sulla guerra

Oggi Lucio Dalla compirebbe 79 anni, e invece se n’è andato a 68, tre giorni prima del compleanno più celebre della storia della musica, quella data di nascita fissata nella mente e nelle orecchie di noi tutti, quel 4/3/1943 che ha segnato la popolarità di un cantautore che ha fatto la storia della musica leggera italiana (che non è mai stata così poco leggera sotto le parole e le musiche di Lucio Dalla).

Sorprende la genialità e l’attualità di Lucio Dalla, che con i suoi testi ha saputo leggere la società attuale, anticipando, a volte anche di decenni, temi sensibili e profondi.

Per festeggiare come si deve il compleanno di Lucio Dalla (perché per noi, che oltre tutto siamo di Bologna e abbiamo conosciuto e amato Lucio per le strade, per le piazza, e tra la gente della nostra città, Lucio Dalla non se ne è mai veramente andato) abbiamo scelto una sua canzone del 1986, tratta dal suo album “Bugie”, che si chiama “Se io fossi un angelo”. canzone di Lucio Dalla della quale pubblichiamo il testo integrale.

Una canzone profetica, dove si parla di guerra, di dialogo tra russi e americani, di pace, di reazioni istintive.

Perché grande come Lucio Dalla, nella canzone, nessuno mai.

Auguri Lucio, ci vediamo nei sogni.


Se io fossi un angelo

di Lucio Dalla


Se io fossi
Un angelo
Chissà cosa farei
Alto biondo
Invisibile
Che bello che sarei
E che coraggio avrei
Sfruttandomi

Al massimo
È chiaro
Che volerei
Zingaro, libero
Tutto il mondo
Girerei
Andrei in Afghanistan

E più giù in
Sud Africa
A parlare con
L'America
E se non
Mi abbattono
Anche coi russi
Parlerei

Angelo
Se io fossi un
Angelo
Con lo sguardo
Biblico
Li fisserei
Vi do' due ore
Due ore al massimo
Poi sulla testa
Vi piscerei

Sui vostri traffici
Sui vostri dollari
Sulle vostre belle
Fabbriche
Di missili
Se io fossi un

Angelo
Non starei mai
Nelle processioni
Nelle scatole
Dei presepi
Starei seduto
Fumando una Marlboro
Al dolce fresco
Delle siepi
Sarei un buon angelo
Parlerei con Dio

Gli ubbidirei
Amandolo a modo mio
A modo mio
Gli parlerei
A modo mio
E gli direi
I potenti
Che mascalzoni

E tu cosa fai
Li perdoni
Ma allora
Sbagli anche tu
Ma poi non
Parlerei più
Un angelo
Non sarei più un

Angelo
Se con un calcio
Ti buttano giù
Al massimo
Sarei un diavolo
E francamente
Questo non mi và
Ma poi l'inferno
Cos'è?

A parte il
Caldo che fà
Non è poi
Diverso da qui
Perché io sento che
Son sicuro che

Io so che
Gli angeli
Sono milioni di
Milioni
E non li vedi
Nei cieli
Ma tra gli uomini

Sono i più poveri
E i più soli
Quelli presi
Tra le reti
E se tra gli uomini
Nascesse ancora Dio
Gli ubbidirei
Amandolo a modo mio
A modo mio
A modo mio
A modo mio