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Vangelis, se ne va il poeta della musica

Evangelos Odysseas Papathanassiou, 29 marzo 1943 –17 maggio 2022
Vangelis
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Vangelis, se ne va il poeta della musica

Già il nome, Vangelis, ricorda qualcosa di etereo, di sublime e rarefatto, come la musica che scriveva. Perché  Vangelis era un musicista capace di scrivere e di suonare musica elettronica di una poesia che contrastava con il mezzo, per sua natura arido come un sintetizzatore o un Moog, ma che lui era capace di far suonare come arpe celestiali.

Se n’è andato in un ospedale francese in cui era da tempo in cura il 17 maggio, Vangelis, il cui nome per esteso era Evangelos Odysseas Papathanassiou, ma a renderlo noto soltanto ieri è stato  il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis che ha così comunicato su Twitter:

"Vangelis Papathanassiou non è più con noi" e ha aggiunto, amaramente: "Il mondo della musica ha perso l'artista internazionale Vangelis".

Di certo è stato uno dei più grandi musicisti elettronici della storia della musica intera, nonché compositore di colonne sonore di fama mondiale, premio Oscar nel 1982 con la soundtrack del film “Momenti di gloria, il cui disco raggiunge la vetta delle classifiche di vendita degli Stati Uniti, consacrandolo come artista mondiale e donandogli fama imperitura.

Memorabile la sua colonna sonora del film “Blade runner”, in particolare il celebre “Love theme”, nel quale Vangelis fa dipingere a uno straziante sassofono, suonato da Dick Morrissey, un tema al contempo disperato e speranzoso, in cui l’amore fa capolino tra le pieghe di un mondo finito e devastato.

Vangelis era nato in Grecia, ad Agria, il 29 marzo 1943.

Iniziò la carriera insieme a Demis Roussos, Loukas Sideras e Anargyros nel 1968, a Parigi, con il gruppo rock prog degli Aphrodite's Child, ottenendo un grande successo. Giunto all’apice del successo decide però di lasciare il gruppo e di iniziare la propria carriera da solista nel 1973 con la composizione delle colonne sonore di due film del produttore francese Frédéric Rossif, dando vita a una carriera unica, fatta di 50 dischi pubblicati in oltre 50 anni di carriera.

Il suo primo album da solista è Earth (1973), mentre il suo ultimo lavoro è Juno to Jupiter (2021),

Ci mancherà, Vangelis, mancherà la sua idea di libertà scolpita nella musica che componeva, temi che ci facevano volare leggeri nonostante la pesantezza delle nostre vite, melodie incisive e fluttuanti, dense e rarefatte, che riusciva a ricamare attraverso i suoi amati sintetizzatori che dominava con poetica perizia.

Vangelis è stato capace di creare uno stile immediatamente riconoscibile, partendo dal prog rock, passando per la new age, intrufolandosi nella musica elettronica, nella quale ha abitato a lungo e dalla quale, però, negli ultimi anni aveva preso le distanza, per sfociare alfine nella musica prettamente orchestrale.

Disse Vangelis: "Non mi considero un musicista, piuttosto un radar pronto a captare le sinfonie che arrivano dal cielo. È stato cosi da quando avevo quattro anni e spero che continui per sempre. Nel momento in cui compongo, qualunque ingrediente può andare bene, il problema sta nelle proporzioni che devono essere armoniche. È come il lavoro degli architetti, non si inventa mai nulla”,

Immenso Vangelis, che la tua musica ti accompagni con la stessa leggerezza e lievità nel tuo ultimo viaggio.