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Pace fiscale e stralcio cartelle: Corte dei conti boccia il Governo

Tre condoni in vent’anni. Qualcosa non torna
Morti bianche
Morti bianche

Pace fiscale e stralcio per le cartelle fino a 5.000 euro stroncata dalle dure critiche avanzate dalla Corte dei Conti. Il rischio è una pesante evasione fiscale e un abuso da parte di chi non ne ha diritto perché non legato al coronavirus. A rischio posizioni superiori ai 5.000 euro previsti. Cosa succede ora?

Pace fiscale e stralcio cartelle: le critiche della Corte dei Conti

La Corte dei Conti, in audizione al Senato, ha espresso dure critiche verso il provvedimento adottato dal Governo e relativo allo stralcio delle cartelle di valore fino a 5.000 euro. La Corte evidenzia che la cancellazione automatica riguarderà debiti di importo complessivo anche superiore e anche per contribuenti non colpiti dalla crisi dovuta al Covid. Il rischio è di generare un grave aumento dell’evasione fiscale.

Pace fiscale e stralcio cartelle: qual è il vero limite?

La Corte dei Conti, all’interno della memoria depositata in Senato sottolinea gli aspetti più critici della pace fiscale e dello stralcio delle cartelle relative al periodo 2000 – 2010 e prevista per i contribuenti con reddito non superiore a 30.000 euro dichiarati nell'anno 2019.

La normativa, infatti, parla di singole partite (carichi fiscali) non superiori a 5.000 euro e non di posizioni complessive riferibili ad un singolo contribuente.

Il risultato potrebbe portare a stralci di cartelle di importo complessivo ben superiore ai 5.000 euro previsi per singoli ruoli, con posizioni complessive di contribuenti specifici di grande importo.

Pace fiscale e stralcio cartelle: cosa accadrà ora?

Lo stralcio delle cartelle sopra evidenziato rischia di cancellare debiti di importo anche molto rilevante, portando i contribuenti a evitare di adempiere i propri obblighi fiscali.

Questo, che si configura come il terzo condono negli ultimi vent’anni, potrà causare un grave aumento dell’evasione fiscale, e, sottolinea la Corte dei Conti, impone la necessità della revisione di tutto il sistema impositivo italiano.

Pace fiscale e stralcio cartelle: la necessità di cambiare le cose

Alla luce di quanto evidenziato dalla Corte, si evince una estrema fragilità dello Stato, incapace di regolamentare come si deve il sistema fiscale italiano, con un Governo che ricorre per l’ennesima volta a un condono (quante volte abbiamo sentito dire dai politici di turno: questo è l’ultimo, non ce ne saranno altri in futuro…).

Esce fuori, dunque, la necessità urgente di rivedere tutto il sistema fiscale e tributario italiano, anche alla luce di quanto capitato con lo stralcio delle cartelle e della pace fiscale.

Senza una modifica del sistema e una conseguente certezza, il rischio è quello di ingenerare ulteriore sfiducia e confusione da parte del contribuente, che può arrivare a far proprio il teorema: se non pago le tasse non succede nulla, perché tanto, prima o poi, arriverà un condono a salvarmi.