Perdita di un animale causa terzi: possibile il risarcimento?

Ecco cosa dice la Corte Suprema in Austria
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Abstract

Può la morte di un animale (per esempio di un cane), imputabile a un terzo, dare origine a risarcimento di danni immateriali?

Indice

I. Premessa

II. Corte Suprema

III. L’“außergewöhnliche Gefühlsbeziehung”

IV. La rilevanza del dolo e della colpa grave

 

Premessa

Attore e convenuto erano sulla stessa autovettura, quando il convenuto, per colpa, causò un incidente. All’interno della vettura vi era il cane dell’attore, che subito dopo l’incidente, si era allontanato velocemente e venne, qualche tempo dopo, trovato morto ai bordi della strada. L’attore conveniva in giudizio il convenuto, chiedendone la condanna a 8.000 Euro a titolo di risarcimento dei danni per la perdita del cane.

Deduceva l’attore, che la morte dell’animale domestico, era stata causata da colpa grave attribuibile al convenuto e che esso attore, aveva “coccolato” il cane come un figlio, portato lo stesso in “Hundesalons”, acquistato per il medesimo mangime “vegan”. La perdita del cane aveva provocato, in esso attore, un notevole senso di “maestitia”. Sussisteva, pertanto, il diritto al risarcimento dei danni immateriali (“Trauerschmerzengeld”) subiti.

Il convenuto, costituendosi in giudizio, aveva chiesto il rigetto della domanda attorea, contestando di aver agito con colpa grave. La richiesta di “Trauerschmerzengeld” non avrebbe fondamento giuridico alcuno. Un cane non poteva essere equiparato a un “nahen Angehörigen” (parente prossimo).

Il giudice di primo grado aveva rigettato la domanda dell’attore, osservando che la Corte Suprema aveva già deciso, che la “Tötung” di un animale non può dar diritto (vedasi 1 Ob 125/16 p) al risarcimento di uno “Schockschaden” (danno da “shock”) e, men che meno, a “Trauerschmerzengeld” a seguito della morte di un cane.

Proposto appello dal soccombente, il giudice di gravame, confermava l’impugnata sentenza, ma “lies die ordentliche Revision zu” (dichiarava ammissibile la “Revision” ordinaria).

Condivideva, il giudice d’appello, le statuizioni del giudice di prime cure. Tuttavia, riteneva fondata l’impugnazione per “Revision” in quanto, la Corte Suprema, finora, mai aveva deciso un caso, in cui il petitum era costituito da una richiesta di risarcimento danni per la perdita di un animale, al quale il proprietario dello stesso era, asseritamente, legato da “enger Gefühlsbeziehung” (vincolo affettivo stretto).

 

Corte Suprema

La Corte Suprema riteneva, anch’essa, ammissibile la “Revision”, ma non fondata la stessa.

È ben vero, ha osservato l’OGH, che il “Trauerschmerzengeld” deve essere corrisposto da chi ha agito “mit grober Fahrlässigkeit” (con colpa grave), ma soltanto quando la perdita riguarda uno stretto familiare (“einen nahen Angehörigen”), come, per esempio, il coniuge, il convivente more uxorio, un figlio vivente nello stesso appartamento. Ha dato atto, l’OHG, che, effettivamente, esso non aveva ancora deciso un caso di “Trauerschmerzengeld” richiesto a seguito di perdita di un animale domestico. Ma in due casi di “Schockschadensunfällen" (danno da shock provocato da incidente), non era stata ravvisata “Haftung” (responsabilità), se la perdita aveva riguardato un animale.

In dottrina è stata registrata, negli ultimi tempi, una certa “apertura”, mentre la giurisprudenza, è pur sempre rimasta orientata verso l’“Ablehnung von Schmerzensgeldansprüchen aus der Sorge um bloße Vermögenswerte” (2 Ob 100/05 b). La perdita di un animale, non può causare al proprietario un danno tale, da costituire un “Gesundheitsschaden” (danno alla salute).

 

L’“außergewöhnliche Gefühlsbeziehung”

 La Corte Suprema, nella propria sentenza 2 Ob 142/20 a, ha statuito, che la “Revision” non poteva essere accolta. Ai sensi del § 1331 ABGB (Codice civile), il danno a una cosa, legittima la richiesta di risarcimento, soltanto qualora sussista un’“außergewöhnliche Gefühlsbeziehung” tra proprietario e la cosa; soltanto in tale caso, chi ha causato il danno, è tenuto a risarcire l’“ideellen Schaden” (danno immateriale). In questo senso, si veda anche 1 Ob 160/98 f.

È ben vero, che animali non sono cose (vedasi § 258 a ABGB). Tuttavia, le disposizioni dettate per le cose, continuano a essere applicabili in mancanza di una disciplina particolare derogatoria; quest’ultima, è contenuta nel § 1332 a, ABGB, che riguarda però soltanto gli esborsi effettivamente sostenuti ai fini della guarigione (o tentata guarigione) di un animale, che ha subito lesioni. Per il resto, valgono, in caso di lesioni cagionate a un animale o in caso di morte dello stesso, le norme dell’ABGB, dettate per danni a cose (vedasi 1 Ob 160/98 f). **

 

La rilevanza del dolo e della colpa

Pertanto, “ideelle Schäden aufgrund des Verlustes eines Tiers” (danni immateriali a seguito della perdita di un animale), sono risarcibili soltanto in caso di dolo. È però da osservare, che secondo la normativa austriaca, in materia di risarcimento di “Vermögensschäden” (danni di carattere patrimoniale), “grobes Verschulden” (colpa grave), è equiparato al dolo.

Non è lecita, ha osservato la Corte Suprema, un’estensione per analogia; vale a dire, estendere il “Trauerschaden” (danno da “lutto”) alla perdita di un animale. “Trauer entzieht sich einer objektiven Beurteilung” (il lutto non è suscettibile di (una) valutazione oggettiva). In caso di perdita di un animale, non può, di certo, essere ritenuta l’esistenza di un lutto equiparabile a quello della perdita di una persona di famiglia, di un congiunto.

Ha concluso, la Corte Suprema, che “Trauerschmerzensgeld”, è ravvisabile in caso di perdita di un animale, soltanto sulla base di quanto previsto dal § 1331 ABGB, come, per esempio, in caso di maltrattamento di un animale (§ 222 StGB (Codice Penale)). La perdita di un animale, anche se la stessa è dovuta a colpa del terzo, allo stato della legislazione, non legittima di agire in giudizio, per ottenere “Trauerschmerzengeld”.

** Nella citata sentenza, l’OGH ha osservato, con riferimento al § 285 a, ABGB, introdotto per effetto della legge “über die Rechsstellung von Tieren”, che, anche dopo l’entrata in vigore della predetta legge, devono continuare a trovare applicazione “sachenrechtliche und nicht personenrechtliche Vorschriften auf Tiere” (non possono trovare applicazione norme dettate per le persone); di conseguenza, vale la disciplina dettata per le “Sachbeschädigungen” (danni a cose). Soltanto nei casi, in cui si chiede il “ristoro” delle stesse, sostenute per la “Heilung” (guarigione) di un animale, che è stato danneggiato, può trovare applicazione lo “ius speciale” di cui al § 1332 a, ABGB, norma, che sottolinea la “schadenersatzrechtliche Sonderstellung der Tiere”.

Ha osservato la Corte Suprema, inoltre, che il § 1331 ABGB, che è norma di carattere generale, può trovare applicazione soltanto, se il fatto è previsto come reato (per cui è lecito dire, che, anch’essa, è circoscritta alle ipotesi ivi indicate).