Microplastica e arretramento dei ghiacciai

Danni attuali e futuri - A persone e ambiente – Austria
plastica e microplastica
plastica e microplastica

Microplastica e arretramento dei ghiacciai – Danni attuali e futuri - A persone e ambiente – Austria

I

Da quando, sin dagli anni Sessanta, è iniziata la produzione – su scala industriale - degli oggetti di plastica, la plastica, fino a poco tempo fa, si è diffusa in modo incontrollato, nell’acqua, nel suolo e persino nell’aria.

Le particelle - piccolissime – di plastica, vengono indicate quale pericolo invisibile, che minaccia anche la salute umana e degli animali.

Ormai, particelle di plastica, si riscontrano persino negli oceani, oltre che nei generi alimentari.

Per microplastica s’intendono particelle piccolissime, ottenute da polimeri sintetici.

La microplastica viene aggiunta a prodotti industriali (come, per esempio, a cosmetici e sostanze usate per lavori di pulizia).

“Finisce” nel suolo, anche a seguito della decomposizione di oggetti di plastica di varie dimensioni, specie nelle discariche abusive.

La microplastica è di difficile e lenta decomposizione (per esempio, per effetto di raggi ultravioletti o di batteri); può costituire pericolo anche per la flora, oltre che per la fauna.

Una quantità notevole di microplastica, “finisce” nell’ambiente, a seguito del lavaggio di prodotti sintetici di abbigliamento.

Non estranei alla contaminazione da microplastica, sono 1) l’errato management delle discariche pubbliche e 2) il mancato intervento da parte di chi di dovere, in caso “wilder Mülldeponien” (discariche abusive).

II

Sono soprattutto le acque, a subire i danni più gravi, causati da microplastica.

Ormai sono contaminati – come detto - anche gli oceani; la microplastica e la plastica in genere, vanno a formare “garbage patches”, specie nei punti, in cui le correnti marine si incontrano.

Ma la contaminazione non riguarda soltanto i mari; anche nel ghiaccio artico (e non soltanto in quello, come vedremo), sono stati individuati fino a 12.000 particelle di microplastica per metro cubo.

Un problema è costituito pure, dalle lenti a contatto; per esempio, negli USA, il 15% circa di queste lenti, finisce nelle toilettes e quindi, nelle acque di scarico.

Costituiscono un rischio per gli organismi viventi, gli oggetti, nella cui produzione è stato impiegato polietilene o polipropilene.

III

È da notare, che la nocività della microplastica, dipende anche dalle dimensioni delle particelle della stessa. In quale modo, microplastica “finisce” nell’organismo umano?

Principalmente, attraverso sostanze alimentari, ma anche attraverso l’aria, che respiriamo e, soprattutto, l’acqua che beviamo, specie se da bottiglie di plastica (assai diffuse).

Particelle particolarmente piccole, “entrano” nelle varie specie di pesci attraverso le branchie (e poi nel sangue di questi animali).

Inoltre, è da notare, che microparticelle di ridottissime dimensioni, si mantengono in superficie (o a profondità ridotta) dell’acqua (specie di quella salata); non di rado, vengono confuse con il plancton e ingerite dai pesci di varie specie o “filtrate” da molluschi.

IV

Quali sono le conseguenze dell’ingestione di microplastica per le persone?

Possono causare infiammazioni e allergie.

Come sopra già accennato, microplastica si trova ormai anche nei generi alimentari e, secondo alcuni scienziati, ingeriamo, settimanalmente, circa 5 g di microplastica, il peso di una carta di credito…..

Nell’uomo, la microplastica, si “sedimenta”, di preferenza, nell’apparato digerente.

Persino nel miele e nel sale marino, sono state riscontrate tracce di microplastica.

Per fortuna, parte della microplastica, viene eliminata spontaneamente dall’organismo umano (circa il 70-80%).

È stato detto, che microorganismi possono “fissarsi” anche nei tessuti (“Im Gewebe”).

Annualmente, vengono prodotti 370.000 t di microplastica.

Si parla di “sekundärer Mikroplastik”, se questa sostanza penetra nel suolo a seguito di mancata “sachgerechter Entsorgung” (come avviene nelle discariche abusive).

Alcuni produttori di cosmetici, indicano, sul confezionamento dei loro prodotti, che sono “mikroplastikfrei”, ma è stato accertato, più volte, che, nonostante ciò, sono stati impiegati polimeri solubili, anchè essi nocivi, non soltanto alla salute delle persone, ma anche all’ambiente.

V

A proposito della contaminazione con microplastica, in Austria sono state condotte analisi, per accertarne l’entità in zone di alta montagna (altitudine superiore a 1.800 m.s.l.m.), in particolare, nei laghi (e sui ghiacciai). Ivi sono stati riscontrati, 13 specie diverse di microplastica.

I ghiacciai, a causa del cambiamento del clima (aumento della temperatura media), si “ritirano” sempre di più, per cui una notevole quantità di acqua defluisce e con il deflusso, anche la microplastica, contenuta nell’acqua, precipita verso valle.

Il 2025, secondo le Nazioni Unite, è l’anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai, che sono di importanza capitale per il “Wasserhaushalt”.

La contaminazione da microplastica, insieme all’arretramento dei ghiacciai, presenta non pochi problemi per il rifornimento idrico con acqua potabile, priva di sostanze nocive.

Più le particelle di plastica sono minuscole, più possono essere trasportate anche in luoghi lontani, analogamente a quanto avviene per i pollini. È risultato, che questo “trasporto” può avvenire anche per 1000 km e oltre.

VI

In Austria, sono state eseguite analisi nei laghi siti in prossimità dei ghiacciai.

Sono state riscontrate particelle di plastica e di fibre artificiali, nella misura da 5,6/litro a 1,4/litro di acqua proveniente dai ghiacciai. Si è trattato, soprattutto, di residui di poliestere e di polietilene; complessivamente, sono state rilevate 38 specie diverse di particelle di plastica e di fibre.

In Austria, vi sono ghiacciai, che arretrano – in media - di 94 m l’anno. L’arretramento più elevato – negli anni 2022-2023 – è stato di 204 m (Ghiacciaio Pasterze).

Un team di scienziati, con il supporto della TU di Graz (Istituto di Geodesia), ha accertato, che i ghiacciai delle Alpi e dei Pirenei, sono quelli, che si sciolgono più velocemente, rispetto ai ghiacciai siti nel resto del mondo (dove ci sono circa 275.000 ghiacciai) . Vi è stata un’accelerazione dello scioglimento, a decorrere dall’inizio di questo secolo. Nel periodo 2012-2023, lo scioglimento dei ghiacciai, è stato del 36% superiore rispetto al 2000-2011.

Complessivamente, sono stati “persi” 273 miar. t di ghiaccio.

Gli scienziati si sono serviti di dati ottenuti con l’impiego di strumentazioni Laser, Radar e Gravimetria.

Hanno anche raccolto, gli scienziati austriaci, dati (450) messi a disposizione da 35 teams di altri Stati; altresí, 233 dati riguardanti l’arretramento di ghiacciai nonchè osservazioni fatte a mezzo di satelliti dell’ESA.

VII

Il “Gletscherschwund”, a decorrere dal 2000, ha causato un aumento del livello del mare, pari a 18 mm; inoltre, è stato registrato un aumento della temperatura degli oceani.

Non dappertutto, il “Gletscherschwund”, è stato di dimensioni uguali. Nell’Antartide, è stato pari all’1.5%, mentre nelle Alpi e nei Pirenei, ha rasentato il 39 % (dove l’altitudine è minore, rispetto alle regioni suddette).

Ciò è emerso dai dati forniti dal Glacier Mass Balance Intercomparison Exercise, supportato dall’ESA e dal WGMS dell’Università di Zurigo, in collaborazione con l’Università di Edinburg (GB).

L’aumento globale della temperatura, incide in misura superiore sui ghiacciai delle Alpi e dei Pirenei, ghiacciai, che, peraltro, sono di dimensioni inferiori, rispetto a quelli della regione dell’Antartide.

Lo scioglimento del ghiaccio comporta, a lungo andare, una diminuzione della portata dei torrenti e dei fiumi e influisce sulle riserve di acqua potabile. Avrà conseguenze gravi, pure per l’agricoltura.

Le fibre più riscontrate nei laghi sotto i ghiacciai, sono, in prevalenza artificiali, ma anche di cellulosa.

VIII

In Austria c’è un ghiacciaio (Kitzsteinhorn). che, dagli anni Sessanta al 2024, ha “perso” un terzo della sua estensione ed è prevedibile, che, nel 2056, sarà scomparso completamente. Nelle acque dei laghi sotto le montagne, sono stati riscontrati poliacrilamidi impiegati… udite, udite… nell’industria cartiera e nella depurazione delle acque.

Il lago del Kitzsteinhorn, è raggiungibile con una funivia durante tutto l’anno. Nella stagione 2022/2023, sono state 1.260.000 persone a utilizzare questa funivia.

È da notare, che i campioni di acqua, prelevati nei laghi suddetti, sono stati analizzati da laboratori dell’Università di Exeter (GB), con impiego di filtri da 5 micrometri. Successivamente, il contenuto dei filtri, è stato esaminato a mezzo spettrometro a raggi infrarossi.

Come si vede, i pericoli, per i ghiacciai e i laghi di alta montagna, in Austria, sono notevoli e di varia natura (clima, inquinamento), con conseguenze immaginabili per l’ambiente in genere e per la fauna acquatica in particolare; inoltre, per la biodiversità e l’approvvigionamento di acqua potabile pura.

 Si deve, purtroppo, costatare, che le autorita, che dovrebbero “agirè”, sembrano piuttosto “dure d’orecchio” (come succede, pure, in altre regioni limitrofe delle Alpi), quando si tratta di ovviare, tempestivamente, ai pericoli più ovvi e gravi. Ma, la natura, pare, non abbia, difensori e se li ha, non sembrano molto efficienti. Questo, almeno, vale per il passato. Vedremo; non bisogna mai abbandonare la speranza…Nei “Persiani” di Eschilo, il CORO, nella parte introduttiva, prima dell’entrata in scena della REGINA, si chiede: “È vincente, chi tira con l’arco o ha prevalso la forza della punta, che sta in cima all’asta?”