​​​​​​​Rinaturalizzazione di torrenti e fiumi – Austria

Islanda, cascata di Bruarfoss
Ph. Luca Martini / Islanda, cascata di Bruarfoss

Rinaturalizzazione di torrenti e fiumi – Austria

I

Oltre l`80% degli habitat naturali in Europa (ivi compresi torrenti e i fiumi), è in un cattivo stato di conservazione e in Austria, soltanto il 14% delle acque fluenti, possono definirsi in buon stato sotto il profilo ecologico/limnologico.

Nei decenni passati, molti “Fließgewässer”, sono stati trasformati in canali stretti e a scorrimento veloce, modificandone, in modo radicale, struttura e percorso.

I fiumi sono stati definiti “die Lebensadern” (le arterie vitali) di noi tutti. In Austria, il 60% circa delle specie ittiche autoctone (su 73 complessive), è minacciato di estinzione, essendone stato distrutto, in gran parte, l´habitat naturale.

Da rilevazioni eseguite recentemente, appena il 12% delle acque superficiali, ormai, può essere considerato, “frei fließendes Gewässer” (acque, che scorrono liberamente).

II

L´esigenza di un´inversione di rotta, è stata avvertita, non soltanto in Austria, tant´è vero, che il Parlamento europeo, con 335 voti favorevoli e 300 contrari (astenuti: 13), si è pronunziato per il ripristino delle aree terrestri (e marine), di recuperare gli habitat naturali. Torna la mente al “Prometeo” di Eschilo, dove leggiamo: “Cadrete nella rete della sventura per la vostra stupidita´, una rete, da cui non riuscirete a uscire”.

Le varie relazioni dell´IPCC sono state, in proposito, eloquenti. Cosí pure quelle “Dasguta” e “Aici” in materia di biodiversita´.

Ecosistemi “sani”, costituiscono il presupposto, tra l´altro, per un´acqua pulita e contribuiscono ad attenuare le conseguenze del cambiamento climatico, ormai di lapalissiana evidenza. Il ripristino degli ecosistemi “lesi”, s´imponeva, pertanto, come obiettivo, che riveste sicuramente priorità.

Dalla relazione IPCC del 2022, è emerso, che anche all´Europa sarebbe rimasto un tempo relativamente breve, per assicurarsi un futuro “vivibile” e per contrastare, con misure efficienti, gli effetti apparentemente irreversibili del cambiamento del clima.

III

Nel 2023, la concentrazione di CO 2 nell´atmosfera, ha raggiunto un nuovo livello record (420 parti per milione); è stato pari al +151% rispetto ai livelli preindustriali.

Questo, secondo l´Organizzazione meteorologica mondiale (WMO). Le politiche ambientali, sinora adottate, perlopiù su base volontaria, si sono appalesate inadeguate.

D´altra parte, non può essere sottaciuto, che i consumi di petrolio e di gas – e persino di carbone - non sono calati, ma, anzi, cresciuti e – prevedibilmente – saranno destinati ad aumentare ancora nei prossimi anni.

Altro motivo di aumento dei livelli di CO 2 nell´atmosfera, è da ricercare nei vasti incendi boschivi, che comportano una riduzione dell´assorbimento di CO 2. Non vanno poi dimenticate le sempre crescenti emissioni umane.

Nel 2022, le emissione di anidride carbonica sono state pari a 417,9 ppm; nel 2021, pari a 415,7 ppm. (Nel 1750: 280 ppm).

IV

Passando nuovamente alle esigenze di ripristino degli habitat naturali terrestri, priorità tra le priorità, riveste la “Wiederherstellung” dello stato originario delle acque fluenti, degli ecosistemi e delle aree umide (di notevole importanza per lo storaggio di CO 2).

Migliaia di “comuni cittadini”, hanno fatto proposte per arginare i danni agli ecosistemi. Dalla relazione conclusiva della “Conferenza sul futuro dell´Europa” è emerso, che s´impone pure l´estensione delle aree protette per la salvaguardia degli insetti. Altresí, l´esigenza di adottare misure cogenti per gli Stati comunitari, con imposizione di termini, per l´adempimento degli obblighi convenuti e favorire la coscienza della popolazione sull´importanza della conservazione dei sistemi ecologici, specie tra i giovani (sin dall´inizio della scuola d´obbligo).

Soltanto così possono essere conseguiti gli obiettivi in materia di biodiversità e di attenuazione delle conseguenze del cambiamento climatico, che l´UE si è proposta entro il 2030 e, rispettivamente, entro il 2050.

Tra il 2011 e il 2020 – con misure su base volontaria - i danni alla biodiversità, hanno continuato a prodursi e non è stata possibile ottenere inversione di tendenza.

V

Il ripristino degli ecosistemi costituisce anche un obbligo assunto dall´UE in sede internazionale (si veda: Accordo di Parigi e l´UNCCD).

È previsto l´obbligo degli Stati comunitari, di ripristinare, entro il 2030, parte degli ecosistemi. A tal fine, gli Stati aderenti all´UE, devono elaborare piani di ripristino nazionali, il cui stato di attuazione, poi, sarà monitorato da organi sovranazionali.

Soltanto con misure di carattere obbligatorio, è possibile un recupero, a lungo termine (e duraturo), della biodiversità e della resilenza degli ecosistemi, in tutte le zone terrestri degli Stati membri. Ripristinando gli ecosistemi distrutti o danneggiati, è possibile conseguire l´obbligo della neutralità in materia di degrado del suolo.

Fino al 2030, gli Stati membri, nell´attuazione delle misure di ripristino, dovranno anche dare priorità ai siti Natura 2000.

È ovvio, che ciò non possa avvenire da un giorno all´altro. L´UE si è però prefissa, mete ben precise, anche sotto il profilo temporale.

Il “recupero” degli ecosistemi, rovinati o danneggiati, ha effetti importanti pure sul cambiamento climatico ed è atto a conservare la biodiversità. In tal modo, l´Unione intende adempiere impegni assunti in sede internazionale (Kumming Montreal, per esempio), come sopra già accennato.

È stato detto, che da ogni Euro investito nelle attività di ripristino della natura, si ricavano 8 Euro valutati in benefici.

VI

I corsi d´acqua – anche in un passato recente – sono stati, non soltanto cementificati, e deviati dai loro letti ”naturali", ma, non di rado, trasformati in discariche. Non sono lontani i tempi, in cui le acque uscite dalla rete fognaria comunale, sono finite “semplicemente” nei fiumi e nei torrenti. Ricordo, personalmente, episodi risalenti agli anni Novanta (del secolo scorso!).

Nè miglior sorte, è toccata alle aree umide (e a quelle paludose), dove è stato scaricato ciò che “non serviva più” e, spesso, sono state anche utilizzate a fini agricoli o di silvicoltura.

La cementificazione dei torrenti (e dei fiumi) ha impedito, che gli alvei fluviali potessero espandersi naturalmente. I cambiamenti climatici hanno causato, negli ultimi anni, periodi di siccità(anche prolungati), provocando un aumento, pure, della temperatura delle acque di torrenti e fiumi.

Per esempio, in Austria, dagli anni ´80, la temperatura delle acque superficiali, ha subito un aumento medio di circa 1,5 gradi centigradi in estate e di 0,7 gradi in inverno.

Queste indicazioni possono sembrare, a qualcuno, trascurabili; non lo sono, pero´, sotto il profilo dello status ecologico (e limnologico) delle acque fluenti. (e stagnanti).

VII

L´impossibilità di espandersi dei fiumi e dei torrenti in caso di prolungate piogge, ha favorito inondazioni di città e campagne, come abbiamo potuto notare, anche di recente, non soltanto in Austria.

La rinaturalizzazione di torrenti e fiumi, si tradurrebbe in un vantaggio per l´ecologia e contribuirebbe ad aumentare le difese contro esondazioni e inondazioni.

Le misure finora adottate in Austria in materia di rinaturalizzazione, hanno avuto il pieno sostegno della popolazione residente.

VII

In Austria, vi sarebbero circa 1000 km di acque fluenti, che potrebbero essere rinaturalizzate, senza elevate spese. Problemi sorgerebbero da parte della burocrazia, ma non si appalesano insuperabili. È stato osservato, che le misure concretantesi in “Rückbauten”, produrrebbero i primi – tangibili - effetti favorevoli, entro 2-3 anni dalla loro esecuzione.

Per la rinaturalizzazione di fiumi e torrenti, occorre anzitutto, eliminare le “Uferbefestigungen”, che fanno sí, che il fiume è costretto in una specie di letto di Procruste; altresì le “Querbauten”, che, nel passato, si era ritenuto di dover “impiantare”, per far sí, che il fiume scorresse nella direzione desiderata e non in quella seguita per centinaia di anni, quando il fiume era un “frei fließendes Gewässer”. Gli Stati membri dell´UE, si sono obbligati a ripristinare – entro il 2030 – ben 25.000 km di acque fluenti.

Un´altra misura auspicabile sarebbe, di collegare nuovamente certe aree umide (“Feuchtgebiete”) e paludose, con fiumi e torrenti: ciò avrebbe effetti favorevoli anche per la fauna ittica (che deve poter “migrare”).

In Europa, l´81% delle aree protette, si trovano in cattivo stato di conservazione (sembra incredibile, ma è vero).

VIII

Nel passato, è stata, principalmente, l´agricoltura, a contribuire al peggioramento e alla distruzione delle aree umide e paludose, trasformate in prati o che hanno avuto altre destinazioni.

Chi avrebbe avuto la possibilità, o, meglio, il dovere, di opporsi, ha chiuso, non soltanto, entrambi gli occhi ed è rimasto muto (ci sono stati pure di quelli, che, sui giornali locali, hanno lodato queste rovine, per stupidità o per “calcolo”), sperando, di diventare, presto o poi, politici di professione, vale dire, persone che vivono di politica (e non per la politica) e di poter contare sull´agire di chi è disposto o, meglio, costretto, a obbedire a coloro, che pretendono di essere investiti del “potere legittimo” (e si comportano nel modo corrispondente, cioè sultanescamente). Così possono anche “sistemare” il loro seguito nelle cariche (Max Weber). Questo vale, ovviamente, per le persone non provviste di un particolare senso di onore e di integrità.

Ben il 50% circa delle aree paludose, benchè protette, ha subíto un radicale cambiamento di destinazione, anche per effetto degli sbancamenti eseguiti per ricavare torba.

Questi cambiamenti, hanno avuto effetti tutt´altro che favorevoli per varie specie di insetti e anfibi, come è stato costatato negli ultimi anni.

Il 47% dei corsi d´acqua in Austria, potrebbe essere rinaturalizzato. Questo risulta dal “Nationalen Gewässerbewirtschaftungsplan” e dalla “Hochwasserrisikozonierung” (individuazione delle zone a rischio di inondazione).

In adempimento a impegni assunti in sede comunitaria, l´Austria, entro il 2026, deve presentare un piano per la rinaturalizzazione, con indicazione, anche, dei (pochi) corsi d´acqua, che, ancora, si trovano in uno stato accostabile a quello naturale.

In occasione dell´effettuazione delle opere di rinaturalizzazione dei corsi d´acqua, possono essere estirpate – in prossimità di fiumi e torrenti, - piante considerate “neofite".

Un altro motivo, che milita in favore della rinaturalizzazione delle acque correnti, è la prevenzione di inondazioni ed esondazioni, allargando i letti fluviali.

IX

Chi pagherà le opere necessarie per la rinaturalizzazione? Il… contribuente…..ovviamente; lo stesso “Steuerzahler”, che aveva finanziato, decenni orsono, la rovina di torrenti e fiumi, con la cementificazione e con altro….

Anche in Austria, c’é stato, chi era disposto “alles abzunicken” (prestare il consenso a qualsiasi proposta), nella speranza, di avere, in cambio, qualche nomina (se non per sè stesso, almeno per un parente (magari anche di seconda o di terza generazione)). Questi soggetti, non di rado, sono però falliti miseramente a causa della mancanza di trasparenza…..

Chi sa…, se tra una ventina o una trentina di anni, “re melior perpensa”, si tornerà nuovamente indietro…. A pagare, sarà, ancora una volta, il contribuente, con buona pace per i “Betonierer”, ai quali, da qualche parte, già adesso, si prospetta un luminoso avvenire, non soltanto professionale, ma, soprattutto, extraprofessionale. Sembra, delle volte, che: ”Mundus vult decipi, ergo decipatur!” Questa “massima”, si dice, la conosce molto bene un determinato ambiente. Non aggiungo altro; ho giàdetto troppo per certi “Spatzenhirne”.

Ma una cosa, la devo ancora aggiungere. Secondo notizie di stampa, sarebbero stati stanziati, recentemente, o destinati a essere stanziati, milioni di Euro, per l´acquisto di “Flächen” (aree), al fine di allargare (o meglio, riallargare), letti di fiumi e torrenti, proprio nei luoghi, in cui, nel passato, si era ritenuto, di dover procedere a “Flusseinengungen”, per ricavare qualche praticello in più. ”Panta rei”…..Eraclito.