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Sinergie professionali per un ecosistema digitale

Sinergie professionali per un ecosistema digitale
Sinergie professionali per un ecosistema digitale

In occasione dell’edizione 2015 del Dig.Eat è stata significativa la presenza - voluta dagli organizzatori - di una rappresentanza di una categoria professionale spesso a torto dimenticata in contesti analoghi. Arch.I.M. - Archivisti In Movimento, l’associazione per la tutela degli archivi e dei professionisti di archivio, si è unita pertanto molto volentieri ai partecipanti all’evento che ha visto riuniti insieme numerosi addetti ai lavori, per una riflessione - di natura progettuale - sul processo di digitalizzazione nel nostro Paese, a partire dall’analisi delle criticità emergenti di carattere tecnico-economico e socio-giuridico inerenti ai servizi e ai contenuti già in essere e a quelli di prossima realizzazione.

È parso opportuno il richiamo all’attenzione sulla necessità - prima ancora che dei pur fondamentali servizi digitali e piattaforme applicative per le imprese e le Pubbliche Amministrazioni - di una incisiva pianificazione, largamente condivisa, dei processi che stanno impegnando il mondo dell’impresa e il settore della P. A. nella riorganizzazione delle proprie strutture secondo le innovazioni insite nei linguaggi digitali. Si tratta - com’è noto - di un processo dall’enorme potenziale per le ricadute sulla crescita economica e sullo sviluppo del Paese, per alcuni versi ancora incompiuto ma che - come lo slogan della giornata opportunamente ricordava - “nonostante tutto avanza”.

A tale proposito Arch.I.M. e i professionisti di archivio che in essa si riconoscono hanno dichiarato la propria disponibilità a collaborare - apportando il contributo specifico delle competenze disciplinari e professionali nel campo della gestione documentale, a garanzia dell’impiego di metodologie e tecniche corrette dal punto di vista scientifico - insieme a tutti i soggetti, pubblici e privati, qui presenti e non - che intendono impegnarsi alla costruzione di un vero ecosistema digitale, nel quale le policy a sostegno dell’offerta digitale di servizi, piattaforme e contenuti siano indirizzate a conseguire la prioritaria finalità rappresentata dalle risposte più adeguate alle sfide che i processi di convergenza e integrazione propri della sfera digitale prevedono come elementi costitutivi della loro natura in costante evoluzione.

Per quanto attiene l’ambito della Pubblica Amministrazione, la sfida della digitalizzazione impone di passare da un approccio “citizen-centric” (dove il governo cerca di anticipare i bisogni) ad un approccio “citizen-driven” (dove cittadini e imprese formulano e determinano le loro esigenze, in collaborazione con i governi). Occorrerà insistere negli sforzi di implementazione di un modello effettivo di eGovernment, utilizzando le tecnologie per migliorare le responsabilità di governo, l’inclusione sociale e la partnership cittadino-amministrazione; creando un approccio “data-driven” nel settore pubblico; garantendo l’uso delle tecnologie digitali in tutti i settori e livelli di governo; valutando un approccio di gestione del rischio per affrontare i problemi di sicurezza e privacy digitali; sviluppando piani industriali chiari per sostenere il finanziamento e il successo dei progetti di tecnologie digitali, articolando i benefici economici e sociali per giustificare l’investimento pubblico; rafforzando le capacità istituzionali di gestire e attuare progetti legati alle nuove tecnologie; valutando le risorse esistenti per guidare il “public procurement”; rivedendo il contesto giuridico e normativo per facilitare l'implementazione delle opportunità offerte dal digitale. Da un punto di vista operativo la metodologia da adottare consiste nell’attuare una riprogettazione dei processi di gestione dei flussi documentali in entrata ed in uscita volti, da un lato a favorire l’invio da parte di tutti i soggetti terzi di documentazione esclusivamente digitale e l’inserimento nel flusso digitale della documentazione in entrata in forma cartacea; dall’altro a disegnare i processi legati alla documentazione in uscita tali da permettere la produzione e la circolazione all’interno dell’ente di formati esclusivamente digitali.

Infine, in merito al tema dell’endless paper - anch’esso presente nello slogan del Dig.Eat 2015 - una doverosa puntualizzazione: se gli obiettivi della dematerializzazione documentale sono due (da una parte l’adozione di criteri per evitare o ridurre in maniera significativa la creazione di nuovi documenti cartacei; dall’altra la progressiva eliminazione dei documenti cartacei, con la sostituzione mediante opportune registrazioni informatiche, eliminando la documentazione non soggetta a tutela per il suo interesse storico-culturale) è quanto mai auspicabile che tanto l’elaborazione delle strutture concettuali - con le relative ricadute normative e tecniche - quanto la realizzazione delle operazioni effettive dei processi, pur prevedendo l’opera degli attori a vario titolo coinvolti (in particolare in campo giuridico e informatico) non prescindano dall’intervento di figure professionali di natura archivistica, dotate di formazione e competenze specifiche, a tutela dei diritti della collettività oltre che per l’efficienza e l’efficacia dei processi medesimi. Su tutti questi temi è necessario un dialogo costruttivo con le istituzioni e con gli operatori del settore per conseguire, tutti insieme, nel rispetto delle singole specificità professionali, i risultati migliori rispetto a queste epocali trasformazioni.

[Tratto dall’evento DIG.Eat 2015 di ANORC]

In occasione dell’edizione 2015 del Dig.Eat è stata significativa la presenza - voluta dagli organizzatori - di una rappresentanza di una categoria professionale spesso a torto dimenticata in contesti analoghi. Arch.I.M. - Archivisti In Movimento, l’associazione per la tutela degli archivi e dei professionisti di archivio, si è unita pertanto molto volentieri ai partecipanti all’evento che ha visto riuniti insieme numerosi addetti ai lavori, per una riflessione - di natura progettuale - sul processo di digitalizzazione nel nostro Paese, a partire dall’analisi delle criticità emergenti di carattere tecnico-economico e socio-giuridico inerenti ai servizi e ai contenuti già in essere e a quelli di prossima realizzazione.

È parso opportuno il richiamo all’attenzione sulla necessità - prima ancora che dei pur fondamentali servizi digitali e piattaforme applicative per le imprese e le Pubbliche Amministrazioni - di una incisiva pianificazione, largamente condivisa, dei processi che stanno impegnando il mondo dell’impresa e il settore della P. A. nella riorganizzazione delle proprie strutture secondo le innovazioni insite nei linguaggi digitali. Si tratta - com’è noto - di un processo dall’enorme potenziale per le ricadute sulla crescita economica e sullo sviluppo del Paese, per alcuni versi ancora incompiuto ma che - come lo slogan della giornata opportunamente ricordava - “nonostante tutto avanza”.

A tale proposito Arch.I.M. e i professionisti di archivio che in essa si riconoscono hanno dichiarato la propria disponibilità a collaborare - apportando il contributo specifico delle competenze disciplinari e professionali nel campo della gestione documentale, a garanzia dell’impiego di metodologie e tecniche corrette dal punto di vista scientifico - insieme a tutti i soggetti, pubblici e privati, qui presenti e non - che intendono impegnarsi alla costruzione di un vero ecosistema digitale, nel quale le policy a sostegno dell’offerta digitale di servizi, piattaforme e contenuti siano indirizzate a conseguire la prioritaria finalità rappresentata dalle risposte più adeguate alle sfide che i processi di convergenza e integrazione propri della sfera digitale prevedono come elementi costitutivi della loro natura in costante evoluzione.

Per quanto attiene l’ambito della Pubblica Amministrazione, la sfida della digitalizzazione impone di passare da un approccio “citizen-centric” (dove il governo cerca di anticipare i bisogni) ad un approccio “citizen-driven” (dove cittadini e imprese formulano e determinano le loro esigenze, in collaborazione con i governi). Occorrerà insistere negli sforzi di implementazione di un modello effettivo di eGovernment, utilizzando le tecnologie per migliorare le responsabilità di governo, l’inclusione sociale e la partnership cittadino-amministrazione; creando un approccio “data-driven” nel settore pubblico; garantendo l’uso delle tecnologie digitali in tutti i settori e livelli di governo; valutando un approccio di gestione del rischio per affrontare i problemi di sicurezza e privacy digitali; sviluppando piani industriali chiari per sostenere il finanziamento e il successo dei progetti di tecnologie digitali, articolando i benefici economici e sociali per giustificare l’investimento pubblico; rafforzando le capacità istituzionali di gestire e attuare progetti legati alle nuove tecnologie; valutando le risorse esistenti per guidare il “public procurement”; rivedendo il contesto giuridico e normativo per facilitare l'implementazione delle opportunità offerte dal digitale. Da un punto di vista operativo la metodologia da adottare consiste nell’attuare una riprogettazione dei processi di gestione dei flussi documentali in entrata ed in uscita volti, da un lato a favorire l’invio da parte di tutti i soggetti terzi di documentazione esclusivamente digitale e l’inserimento nel flusso digitale della documentazione in entrata in forma cartacea; dall’altro a disegnare i processi legati alla documentazione in uscita tali da permettere la produzione e la circolazione all’interno dell’ente di formati esclusivamente digitali.

Infine, in merito al tema dell’endless paper - anch’esso presente nello slogan del Dig.Eat 2015 - una doverosa puntualizzazione: se gli obiettivi della dematerializzazione documentale sono due (da una parte l’adozione di criteri per evitare o ridurre in maniera significativa la creazione di nuovi documenti cartacei; dall’altra la progressiva eliminazione dei documenti cartacei, con la sostituzione mediante opportune registrazioni informatiche, eliminando la documentazione non soggetta a tutela per il suo interesse storico-culturale) è quanto mai auspicabile che tanto l’elaborazione delle strutture concettuali - con le relative ricadute normative e tecniche - quanto la realizzazione delle operazioni effettive dei processi, pur prevedendo l’opera degli attori a vario titolo coinvolti (in particolare in campo giuridico e informatico) non prescindano dall’intervento di figure professionali di natura archivistica, dotate di formazione e competenze specifiche, a tutela dei diritti della collettività oltre che per l’efficienza e l’efficacia dei processi medesimi. Su tutti questi temi è necessario un dialogo costruttivo con le istituzioni e con gli operatori del settore per conseguire, tutti insieme, nel rispetto delle singole specificità professionali, i risultati migliori rispetto a queste epocali trasformazioni.

[Tratto dall’evento DIG.Eat 2015 di ANORC]