Vaccinazione: obbligo per personale sanitario. Analisi, valutazioni e tutele

Vaccinazione
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Il Governo con l’art. 4 del DL n. 44 ha introdotto l’obbligo vaccinale “anti-Covid” per i sanitari. Si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge di conversione, già approvata dal Parlamento che ne ha confermato l’impianto. Nel frattempo sono già numerose le comunicazioni di invito che le ASL in tutta Italia hanno iniziato a inviare agli interessati riguardo la vaccinazione.

A questo punto ci si chiede: è intellettualmente, eticamente e giuridicamente legittimo dissentire da una simile misura?

Per chi scrive non solamente è possibile porre simili domande, ma addirittura doveroso.

 

Vaccinazione: quali prospettive?

Le questioni evidentemente sono di enorme portata e non possono certo esaurirsi sul piano del solo dibattito giuridico, date le evidenti e prioritarie implicazioni scientifiche, sanitarie e bioetiche. Ciò non toglie che il dato giuridico possa comunque fornire quei punti fermi dai quali partire o, se si preferisce, ripartire.

L’obbligo vaccinale (vaccinazione obbilgatoria), infatti, si risolve nell’espropriazione decisionale dei cittadini in merito a un trattamento medico loro imposto.

Lo Stato si fa sovrano del loro corpo.

Ma perché? E a quali condizioni?

 

Vaccinazione: il ruolo dello Stato

Domande dalla risposta scontata solamente se si cede alla facile tentazione di una lettura superficiale, frettolosa e non meditata della norma.

L’art. 4 del DL 44 dichiara che tale obiettivo di salute pubblica consiste nel “…fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza”.

Una buona petizione di principio, ma nulla più. Decisamente insufficiente per dare ragione di un obbligo di vaccinazione che incide profondamente su uno dei più importanti diritti fondamentali.

 

Vaccinazione e Covid-19

L’infezione da SARS-Cov-2, infatti, rappresenta per tutta la popolazione un rischio indistinto e generico, rispetto al quale una buona percentuale di coloro che lavorano nell’ambito sanitario è soggetta in modo del tutto equivalente a quello di ogni altra attività lavorativa non sanitaria.

Residuano quei sanitari effettivamente esposti a un rischio specifico o comunque aggravato, che però i documenti dell’OMS, richiamati dal Piano strategico vaccinale, circoscrivono in modo puntuale, associando il “rischio alto” a lavori ad alto potenziale di contatto (meno di un metro per almeno 10/15 minuti), e quello “molto alto” a compiti con rischio di esposizione a aerosol contenenti SARS-CoV-2. Anche così non si può non considerare come per oltre un anno gli sforzi di sanità pubblica si siano concentrati sull’adozione di procedure e dispositivi di minimizzazione del rischio, con un innalzamento finale degli standard di sicurezza ormai strutturali, rispetto ai quali la vaccinazione obbligatoria, per definizione normativa concepita come emergenziale, risulta non spiegata e quindi ingiustificata.

Si tratta di un’impostazione gravemente lacunosa, avendo trasformato in prescrizione generale e astratta un obbligo che, per apparire minimamente ragionevole, avrebbe dovuto quantomeno essere commisurato a una valutazione epidemiologica condotta in concreto e caso per caso da parte delle ASL locali, magari in collaborazione con il Medico competente aziendale.

 

Vaccinazione: il punto di vista giuridico epocale

Ma la questione della vaccinazione dal punto di vista giuridico assume in generale una portata addirittura epocale se si considera come il paradigma tecnocratico sotteso all’obbligo così introdotto risulta apertamente confliggente con quello personalistico proprio del costituzionalismo odierno, dato che di questo secondo a essere messo in discussione è il principio cardine dell’habeas corpus.

Quello a cui stiamo assistendo, insomma, è ben di più della previsione di un nuovo trattamento sanitario obbligatorio (vaccinazione), dato che esso, per modalità e contenuti, configura un intaccamento strutturale dei basilari valori di civiltà giuridica trasposti nella Carta Costituzionale e nelle grandi convenzioni internazionali e sovranazionali relative ai diritti fondamentali della persona.

Come se non bastasse, infine, staglia un ulteriore e gravissimo conflitto tra norma impositiva statuale e legge naturale, quest’ultima inviolabile conformante della coscienza della persona. Mi riferisco ad almeno tre delicatissime questioni coinvolte dai vaccini anti-covid oggi in commercio.

  1. I nuovi preparati, come si evince da relative schede tecniche e indicazioni degli enti regolatori, non sono tecnicamente comparabili ai “tradizionali” vaccini a base microorganica/antigenica, essendo sostanzialmente progettati su meccanismi di stimolazione genetica. Anche per questo si tratta di prodotti sottoposti a monitoraggio addizionale e soggetti ad autorizzazione condizionata.

Ciò suffraga l’opinione di color che parlano di una vera e propria “sperimentazione di massa”, per cui introdurre l’obbligatorietà prospettando all’esitante la drammatica opzione tra assunzione del rischio sperimentale o, in alternativa, sacrificio del lavoro, significa reificare i destinatari dell’imposizione, degradando il loro “essere umano” da soggetto a mero oggetto di sperimentazione.

  1. Nei processi di sviluppo e/o produzione di alcuni di tali preparati vengono impiegati tessuti o componenti animali.
  2. Nei processi di sviluppo e/o produzione dei preparati attualmente in uso vengono utilizzate linee cellulari ricavate da embrioni o feti umani oggetto di aborto procurato.

Tali criticità sono di tale e grave rilevanza che per diversi commentatori legittimano all’obiezione di coscienza rispetto alla vaccinazione, quale espressione di superiore e categorica istanza etica del tutto coerente con i principi incardinati nell'ordinamento e ormai pienamente consolidati (in primis, art. 2 Cost.).

 

Vaccinazione: un webinar e un corso per districarsi

Per capire come muoversi su questi temi (vaccinazione e obbligo per personale sanitario), un webinar organizzato da Filodiritto Academy e tenuto da dall’avvocato Riccardo Baro farà luce e risponderà a ogni dubbio.

Diretta il giorno 14 giugno, dalle 17.30 alle 18.30. Evento GRATUITO

Per iscriversi al webinar gratuito “Obbligo di vaccinazione per personale sanitario: analisi, valutazione e tutele” tenuto dall’avvocato Riccardo Baro potete cliccare qui