x

x

1 maggio 2021: scandalo

san Domenico
san Domenico

Mentre l’Italia tornava parzialmente a vivere sotto la costante minaccia della pedata paterna del medico di Stato e si consumava lo stanco rito laico di una festa vuota, retorica e paradossale, il 1 maggio 2021 a Bologna fu una giornata memorabile nella basilica del Santo Padre Domenico.

Con grande concorso – come si diceva una volta – di fedeli (mascherinizzati, sanificati, disinfettanti, igienizzati, distanziati ma non ancora plastificati), di 80 tra padri e frati dell’ordine dei predicatori, del coro e persino della purtroppo desueta tromba, squillante lacerto di quelle esperienze mistiche che dovettero essere le messe del ‘600, il cardinale futuro papa ordinò due diaconi e tre presbiteri.

Pietro, Giovanni e Michele, Paolo e Salvatore (il nostro Fra Salvatore!) si bruciarono i ponti alle spalle secondo la fulminante intuizione di quel gran genio di Chesterton: “intorno a noi si erge la città dei peccatucci, dove abbondano le vie di fuga e i rifugi; ma presto o tardi le fiamme alte come torri si leveranno dal porto per annunciare che il regno dei codardi è finito e che un uomo si sta bruciando i ponti alle spalle”.

Generali che impediscono la fuga non al proprio esercito ma a se stessi, gli ordinandi professarono la scelta di Dio e a Dio.  Il mondo della seconda possibilità, delle scelte temporanee, dei tentativi fino a quando non va, conobbe la scelta definitiva e scandalosa, senza capirne pienamente il senso.

E tutti i partecipanti ebbero il loro frammento di Paradiso.