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Antiriciclaggio, un'eccellenza italiana dal 1982

Lecce
Ph. Antonio Capodieci / Lecce

Abstract:

Dal 2007 il d.lgs. 231, oggi il corpus delle nostre norme di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo, è senz’altro il più completo nel panorama delle legislazioni europee sulla materia.

 

Indice:

1. La prevenzione del riciclaggio

2. Adeguata verifica

 

1. La prevenzione del riciclaggio

Di recente la stampa ha riportato la notizia che l'Italia sarebbe “maglia nera” nell’antiriciclaggio. L’Italia è stato il primo Paese in Europa a recepire le direttive per la prevenzione del riciclaggio e, poi, del finanziamento del terrorismo. Nel 1991, il decreto legge 143 dava attuazione alla Direttiva 91/308 prima della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE. Nella c.d. “Rognoni-La Torre”, del 1982, c’era già la punibilità del reato di riciclaggio e la previsione di indagini patrimoniali contro le mafie, sviluppate poi con lungimiranza da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nel 1990 il GAFI, ente intergovernativo nato nel 1989 in ambito Onu, emanava Raccomandazioni, oggi 40, rivisitate nel 2020 da ultimo l’Italia le aveva già in gran parte recepite con il suddetto intervento legislativo.

La creazione, in seno alla Banca d’Italia, dell’Uic, dedicata ai controlli valutari e antiriciclaggio, ci consegnava indagini antimafia fatte anche sotto la spinta della crescente partecipazione di intermediari finanziari e altri soggetti obbligati ad osservare le norme di prevenzione. Dal 2007 il d.lgs. 231, oggi il corpus delle nostre norme di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo, è senz’altro il più completo nel panorama delle legislazioni europee sulla materia.

 

2. Adeguata verifica

Una commissione di esperti, oltre al recepimento della direttiva Ue del 2005, apprestò una sorta di Testo unico dell’antiriciclaggio, pionieristico nel suo genere. Il perno della normativa di settore è la c.d. “adeguata verifica”: la richiesta alla clientela delle banche e degli altri soggetti, di dati senza i quali non è possibile instaurare rapporti e accettare transazioni oltre una certa soglia da soggetti che non possano essere compiutamente identificati. Questa “schedatura”, a fini amministrativi ma, poi, utilizzata per finalità di indagine contro il riciclaggio, ha prodotto la creazione di banche dati potentissime presso la rete degli intermediari.

Secondo il Direttore dell’Uif, Claudio Clemente, nel corso del 2020 ci sono state oltre 130.000 segnalazioni e altrettante ne sono state lavorate da Gdf e Dia. con una efficacia senza precedenti o paragoni nel contrasto alla criminalità organizzata e terrorismo.