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I controlli sugli Enti locali e il confronto europeo

Intervento tratto da "I controlli sugli Enti locali e il confronto europeo", atti dell’incontro internazionale di Roma, 11 maggio 1998 edito da Europea Editrice, 1999.

Non vorrei anticipare l’esito delle prossime relazioni ma sicuramente un dato verrà fuori: in tutti i paesi d’Europa (noi ne abbiamo scelti due con un’impostazione di carattere più strettamente federale, come la Spagna e la Germania, e due con un’impostazione più centralizzata, pur avendo un totale riconoscimento delle autonomie, come la Francia e l’Inghilterra) c’è un organismo di controllo che esercita il controllo esterno, appunto, sulle pubbliche. Fatta questa premessa, occorre, a mio avviso, svolgere un’osservazione molto rapida su quella tesi che adesso va molto di moda, sostenuta sopratutto da parte dei Sindaci delle aree metropolitane che sostanzialmente ritengono di eliminare i controlli: essi dicono, c’è la giurisdizione, ci basta, non c’è bisogno dei controlli che sono solo dei "laccioli inutili".

Partirei da due dati che sono molto importanti, il primo è il documento della Banca Mondiale dedicato alla corruzione pubblicato sul numero di marzo 98 di "Finance and development", in cui il nostro paese, per quanto riguarda l’espansione della corruzione viene posto al trentesimo posto su 47; l’altro dato che è abbastanza interessante e va collegato anch’esso al dato sulla corruzione, sono le famose relazioni dei procuratori generali quando in pompa magna, si apre l’anno giudiziario. Da queste relazioni viene fuori (ma mi riferisco a quella del 1997 del procuratore presso la Cassazione) che il 95% dei furti rimane impunito, l’83% di tutti quelli che sono i rapporti corruttivi rimangono impuniti, e quindi a questo punto sorge sicuramente un dubbio quando si chiede di eliminare tutti i controlli che non servono a niente.

A questo proposito vorrei anche richiamare un lavoro del dott. De Rose, che è un magistrato della Corte dei Conti, il quale ha analizzato il Libro Verde sugli appalti pubblici in Europa. Dal Libro Verde sugli appalti pubblici in Europa, tra l’altro predisposto dal commissario italiano prof. Monti, risulta che "bisogna assolutamente incrementare il controllo e le sanzioni appunto nei confronti degli appalti per garantire legittimità degli appalti pubblici europei".

Ora la linea, com’è noto, della Bicamerale, è del tutto opposta, cioè sostanzialmente ormai per quanto riguarda gli appalti pubblici, il controllo è riservato dal Difensore Civico su richiesta delle minoranze. E’ un controllo tra l’altro inutile perché la maggioranza può, visto che è articolato nelle forme del riesame, riapprovare l’atto e quindi di fatto, l’impostazione del Libro Verde sugli appalti pubblici è stata, dal nostro parlamento e dall’evoluzione che ha avuto tutto questo genere di rapporti, sostanzialmente disattesa.

A questo punto quale può essere un ruolo del Coreco alla luce della Bicamerale? La Bicamerale, allo stato attuale, fa una scelta di fondo che è in quella linea che abbiamo appena denunciato,cioè sostanzialmente si vuole dare alla Corte dei Conti il controllo sulla "gestione" degli Enti Pubblici, e il controllo di legittimità lo si affida alla giustizia amministrativa. Tutto questo può sicuramente avere un senso però fa a pugni con un elemento che è determinante nella risoluzione di tutta questa problematica, cioè l’elemento tempo. Sempre le famose relazioni dei procuratori portano delle cifre in termini di tempo spaventose.

Voi sapere che la giustizia amministrativa andrà a regime secondo le previsioni nel 2014, nel 2015 c’è chi parla del 2025: sono delle cifre che sono veramente spaventose e allora noi diciamo: "se si affida tutto alla giustizia si avrà una ipotesi concreta di giustizia delegata. Perché il cittadino non sarà mai tutelato, e allora ecco l’importanza di creare un organismo che possa collocarsi in un limbo pre-giudiziale e decidere in tempi brevi e faccia in un certo senso una scrematura di quelli che sono i problemi di legittimità nei confronti della giustizia amministrativa a tute la del cittadino, e questo organismo potrebbe essere, secondo me, il Comitato di controllo.

Quanto poi al discorso del controllo sulla gestione degli enti, anche qui il problema fondamentale è l’elemento tempo: cosa serva un controllo di gestione effettuato 5 o 10 anni dopo la chiusura dei conti? Non serve assolutamente a niente, vi vuole un organismo snello, e secondo me, il Comitato di Controllo ha tutte le caratteristiche e le possibilità per svolgere questa funzione e gestire una tale controllo in tempi rapidi.

L’altro punto è quello già previsto nella Bassanini, il controllo-assistenza, cioè la possibilità di poter fornire assistenza agli enti che tra l’altro rientra anche nel discorso del Libro Verde sugli appalti pubblici, perché il libro verde vuole un tipo di controllo non solo repressivo, anche un controllo che possa essere d’aiuto all’attività dell’amministrazione perché indubbiamente gli appalti sono situazioni delicate dal punto di vista amministrativo, quindi noi sostanzialmente su questi tre punti riteniamo sia possibile configurare un nuovo ruolo dei Coreco. Intervento tratto da "I controlli sugli Enti locali e il confronto europeo", atti dell’incontro internazionale di Roma, 11 maggio 1998 edito da Europea Editrice, 1999.

Non vorrei anticipare l’esito delle prossime relazioni ma sicuramente un dato verrà fuori: in tutti i paesi d’Europa (noi ne abbiamo scelti due con un’impostazione di carattere più strettamente federale, come la Spagna e la Germania, e due con un’impostazione più centralizzata, pur avendo un totale riconoscimento delle autonomie, come la Francia e l’Inghilterra) c’è un organismo di controllo che esercita il controllo esterno, appunto, sulle pubbliche. Fatta questa premessa, occorre, a mio avviso, svolgere un’osservazione molto rapida su quella tesi che adesso va molto di moda, sostenuta sopratutto da parte dei Sindaci delle aree metropolitane che sostanzialmente ritengono di eliminare i controlli: essi dicono, c’è la giurisdizione, ci basta, non c’è bisogno dei controlli che sono solo dei "laccioli inutili".

Partirei da due dati che sono molto importanti, il primo è il documento della Banca Mondiale dedicato alla corruzione pubblicato sul numero di marzo 98 di "Finance and development", in cui il nostro paese, per quanto riguarda l’espansione della corruzione viene posto al trentesimo posto su 47; l’altro dato che è abbastanza interessante e va collegato anch’esso al dato sulla corruzione, sono le famose relazioni dei procuratori generali quando in pompa magna, si apre l’anno giudiziario. Da queste relazioni viene fuori (ma mi riferisco a quella del 1997 del procuratore presso la Cassazione) che il 95% dei furti rimane impunito, l’83% di tutti quelli che sono i rapporti corruttivi rimangono impuniti, e quindi a questo punto sorge sicuramente un dubbio quando si chiede di eliminare tutti i controlli che non servono a niente.

A questo proposito vorrei anche richiamare un lavoro del dott. De Rose, che è un magistrato della Corte dei Conti, il quale ha analizzato il Libro Verde sugli appalti pubblici in Europa. Dal Libro Verde sugli appalti pubblici in Europa, tra l’altro predisposto dal commissario italiano prof. Monti, risulta che "bisogna assolutamente incrementare il controllo e le sanzioni appunto nei confronti degli appalti per garantire legittimità degli appalti pubblici europei".

Ora la linea, com’è noto, della Bicamerale, è del tutto opposta, cioè sostanzialmente ormai per quanto riguarda gli appalti pubblici, il controllo è riservato dal Difensore Civico su richiesta delle minoranze. E’ un controllo tra l’altro inutile perché la maggioranza può, visto che è articolato nelle forme del riesame, riapprovare l’atto e quindi di fatto, l’impostazione del Libro Verde sugli appalti pubblici è stata, dal nostro parlamento e dall’evoluzione che ha avuto tutto questo genere di rapporti, sostanzialmente disattesa.

A questo punto quale può essere un ruolo del Coreco alla luce della Bicamerale? La Bicamerale, allo stato attuale, fa una scelta di fondo che è in quella linea che abbiamo appena denunciato,cioè sostanzialmente si vuole dare alla Corte dei Conti il controllo sulla "gestione" degli Enti Pubblici, e il controllo di legittimità lo si affida alla giustizia amministrativa. Tutto questo può sicuramente avere un senso però fa a pugni con un elemento che è determinante nella risoluzione di tutta questa problematica, cioè l’elemento tempo. Sempre le famose relazioni dei procuratori portano delle cifre in termini di tempo spaventose.

Voi sapere che la giustizia amministrativa andrà a regime secondo le previsioni nel 2014, nel 2015 c’è chi parla del 2025: sono delle cifre che sono veramente spaventose e allora noi diciamo: "se si affida tutto alla giustizia si avrà una ipotesi concreta di giustizia delegata. Perché il cittadino non sarà mai tutelato, e allora ecco l’importanza di creare un organismo che possa collocarsi in un limbo pre-giudiziale e decidere in tempi brevi e faccia in un certo senso una scrematura di quelli che sono i problemi di legittimità nei confronti della giustizia amministrativa a tute la del cittadino, e questo organismo potrebbe essere, secondo me, il Comitato di controllo.

Quanto poi al discorso del controllo sulla gestione degli enti, anche qui il problema fondamentale è l’elemento tempo: cosa serva un controllo di gestione effettuato 5 o 10 anni dopo la chiusura dei conti? Non serve assolutamente a niente, vi vuole un organismo snello, e secondo me, il Comitato di Controllo ha tutte le caratteristiche e le possibilità per svolgere questa funzione e gestire una tale controllo in tempi rapidi.

L’altro punto è quello già previsto nella Bassanini, il controllo-assistenza, cioè la possibilità di poter fornire assistenza agli enti che tra l’altro rientra anche nel discorso del Libro Verde sugli appalti pubblici, perché il libro verde vuole un tipo di controllo non solo repressivo, anche un controllo che possa essere d’aiuto all’attività dell’amministrazione perché indubbiamente gli appalti sono situazioni delicate dal punto di vista amministrativo, quindi noi sostanzialmente su questi tre punti riteniamo sia possibile configurare un nuovo ruolo dei Coreco.