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Sospetto iniziale in caso di avvenuta commissione di un reato

Anfangsverdacht (CPP della RFT)
Sospetto iniziale in caso di avvenuta commissione di un reato
Sospetto iniziale in caso di avvenuta commissione di un reato

Nell’ordinamento processual-penale della RFT è di fondamentale importanza la distinzione tra Anfangsverdacht, hinreichender Tatverdacht e dringender Tatverdacht.

Di Anfangsverdacht (trad. letter.: sospetto iniziale) può parlarsi in caso di sufficienti elementi di fatto tali da legittimare di ritenere l’avvenuta commissione di un reato, per il quale sussistono le condizioni di procedibilità. Hinreichender Tatverdacht sussiste se, sulla base di una valutazione provvisoria dei fatti, vi è probabilità di una futura condanna. Il Tatverdacht è dringend, se, in base alle indagini espletate, è molto probabile che l’indagato abbia commesso un determinato reato o abbia concorso nella perpetrazione del medesimo.

Va rilevato che anche ai fini dell’applicazione di alcune grundrechtsbechränkenden Zwangsmaßnahmen (provvedimenti di coazione che influiscono su diritti fondamentali), la StPO richiede il dringenden Tatverdacht (per esempio per l’applicazione della custodia cautelare in carcere) il quale è presupposto altresì per l’adozione di Sicherungsmaßnahmen (previste per esempio dai §§111a e 111b StPO). La dottrina parla anche di Stärke des Tatverdachtes o di Tatverdachtsskala e pone la Tatverdachtsstärke in relazione al “Gewicht des Grundrechtseingriffes” che è di particolare importanza in sede di Verhältnismäßigkeitsprüfung.

Mentre il dringender Tatverdacht è richiesto ai fini dell’applicazione della custodia cautelare in carcere e l’hinreichender Tatverdacht è necessario affinché possa essere disposto il dibattimento, l’Anfangsverdacht - la forma meno grave del “sospetto” - costituisce, ai sensi del § 152, comma 2, StPO, il presupposto necessario, anzi indispensabile, per avviare indagini preliminari (Einleitung eines Ermittlungsverfahrens).

Il comma 2 del § 152 StPO costituisce applicazione del Legalitätsprinzip (principio di legalità) che viene desunto dalla Rechtsstaatsgarantie (garanzia dello Stato di diritto), sancita dall’articolo 20 GG - Costituzione Federale (“Die Rechtsprechung ist an Gesetz und Recht gebunden”) e definita dal BVerfG (Corte Suprema Federale) uno dei più elementari principi della Costituzione federale. Il Legalitätsgrundsatz comporta  che il PM debba, in linea di massima, procedere contro chiunque, se è ravvisabile un reato; implica il “Verfolgungszwang gegenüber jeden Verdächtigen”, in attua-zione del principio di parità di trattamento di cui all’articolo 3, comma 1, GG e della “strafrechtlichen Gerechtigkeit durch die Einheitlichkeit der Rechtsanwendung” (ved. BGHSt 15, 159).  Ad avviso del legislatore della RFT soltanto la “konsequente Durchführung” del principio di legalita’ assicura un’effettiva parità di trattamento, una “allgemein strafrechtliche Gerechtigkeit”. È stato detto che “das Strafverfahren wird im Ganzen vom Legalitätsprinzip beherrscht” (il procedimento penale viene “dominato” interamente dal principio di legalità).

L’osservanza del Legalitätsgrundsatz - che va posto in correlazione con l’Anklagemonopol der Staatsanwaltschaft - viene assicurato attraverso il Klagerezwingungsverfahren di cui ai §§ 172 e segg. StPO e, opportunamente, anche da norme penali (§ 258 e § 258 a StPO : Strafvereitelung  e Strafvereitelung im Amt).

Il comma 2 del §152 StPO non statuisce soltanto i presupposti per l’inizio delle indagini preliminari, ma contiene altresì la cosiddetta Erforschungspflicht a carico del PM (e, indirettamente, anche a carico per la PG in quanto il PM è tenuto “die Polizei zu strafverfolgender Tätigkeit anzuhalten und insoweit zu überwachen”); vi è la “Verpflichtung zum effektiven Einschreiten” (l’obbligo di attivarsi effettivamente), salve le eccezioni previste da  apposite norme di legge che costituiscono una Durchbrechung del principio di legalità (si vedano per esempio i §§ 153-154e StGB, 45 JGG (Jugendgerichtsgesetz), la Kronzeugenregelung (che contiene una normativa assimilabile a quella sul cosiddetto pentitismo), il § 31a  BtMG).

L’obbligo di attivarsi da parte del PM non può essere “neutralizzato” per effetto del cosiddetto Übermaßverbot - allo scopo di preservare l’indiziato da un “unverhältnismäßig schweren Nachteil”, come ha statuito il BGH, il quale ammette però la facoltà di posticipare l’Einschreiten qualora esso sia giustificato “aus kriminaltechnischen Gründen” (per esempio per scoprire i complici).

La Ermittlungs- und Strafverfolgungspflicht del PM - che deriva dallo staatlichen Strafverfolgungsprivileg (detto anche Anklagemonopol) - ha lo scopo di prevenire “dass der Bürger” seine Sache “selbst in die Hand nimmt”, vale a dire che il cittadino si faccia giustizia da se’. La Verfolgungspflicht produce indubbiamente anche effetti sul piano della prevenzione generale e su quello del Rechtsgüterschutz.

L’Einschreiten del PM di cui al § 152, comma 2, StPO, si concreta nell’Einleitung des Ermittlungsverfahrens (avvio delle indagini preliminari) e nel compimento di tutte le attività dirette alla “umfassenden Aufklärung des Sachverhaltes” (accertamento completo dei fatti). Va però rilevato che il mancato Einschreiten del PM, come pure il mancato compimento delle attività di indagini, non possono essere “gerichtlich erzwungen” (“sind nicht gerichtlich angreifbar”), anche se in tal caso è ammissibile la Dienst- oder die Fachaufsichtsbeschwerde. Erzwingbar è però l’Abschluss des Ermittlungsverfahrens (la chiusura delle indagini preliminari). Alla cosiddetta Untätigkeitsbeschwerde si può ricorrere unicamente “ bei grob pflichtwidriger Untätigkeit del giudice successivamente alla Anklageerhebung.

Già sopra abbiamo accennato al fatto che l’obbligo del PM, “einzuschreiten”, è subor-dinato all’esistenza di sufficienti elementi fattuali tali da legittimare di ritenere che un reato sia stato commesso, che “nach kriminalistischer Erfahrung” sussista probabilmente un reato (anche se ne è, ancora, ignoto l’autore). È questo l’Anfangsverdacht, “dessen Schwelle sehr niedrig angesetz ist”, per cui bastano anche indizi tutt’altro che gravi; in nessun caso però supposizioni o congetture che sarebbero contrarie alla Tatsachenbasis richiesta dal § 152, comma 2, StPO (“ tatsächliche Anhalts-punkte”). È tuttavia da rilevare che la probabilità dell’avvenuta commissione di un reato, va valutata con rigore decrescente in relazione all’importanza del bene giuridico messo in pericolo o leso dal reato di cui si sospetta l’avvenuta commissione (in questo senso ved. BVerfG - Corte Costituzionale federale: 100, 313, 329).

La configurabilità dell’Anfangsverdacht è da escludere, se sulla base della notizia portata alla conoscenza del PM risulta - quasi ictu oculi - che si tratta di un “unhaltbaren oder absolut unlogischen Sachverhalt”; se emerge un tanto, siamo in presenza di un mero “Schlüssigkeits-verdacht” ed in tal caso è naturalmente inammissibile anche la Fortführung (prosecuzione) des Ermittlungsverfahrens. Qualora il PM procedesse o non disponesse l’Abbrechung delle indagini preliminari, contravvrebbe al cosiddetto Willkürverbot.

Nella valutazione circa l’esistenza o meno di un Anfangsverdacht, al PM è riconosciuto, secondo il BGH (ved. BGHSt 38, 214, 228), un certo Beurteilungsspielraum (dato che la norma di cui al § 152 StPO contiene “einen unbestimmten Rechtsbegriff” (“zureichende Anhalspunkte”)), ma non un Ermessensspielraum (discrezionalita’). Questo Beurteilungsspielraum, secondo la dottrina prevalente, “ist gerichtlich überprüfbar”, è soggetto a riesame da parte del giudice (ex § 172 e segg. StPO), se il PM nega l’esistenza dell’Anfangsverdacht. In tal caso si ha il cosiddetto Ermittlungs-erzwingungsverfahren che può concludersi con l’invito al PM di procedere alle necessarie indagini preliminari.

La Erforschungspflicht e il Verfolgungszwang obbligano il PM, sussistendo i presupposti di cui al comma 2 del § 152 StPO, ad una valutazione - del fatto di cui ha avuto conoscenza per motivi di servizio - non soltanto dal punto di vista giuridico (cosiddetto rechtliche Prüfung, o, meglio, rechtliche Schlüssigkeitsprüfung), ma anche da quello fattuale (cosiddetto tatsächliche Prüfung) per accertare la sussumibilità, o meno, sotto una fattispecie di reato (“ob der Sachverhalt unter ein Strafgesetz fällt”). Qualora non vi sia “eindeutige Tatsachengrundlage”, il PM deve disporre ulteriori accerta-menti. Sopra abbiamo parlato della Verfolgungspflicht che grava sul PM, alla quale fa riscontro, dall’altra parte, la “Befugnis zur Beschaffung aller, für eine sachgerechte Beurteilung verfügbarer Erkenntnisse”,  la “Ausschöpfung aller verfügbarer Erkenntnisquellen” (in sostanza, il potere-dovere di “procurarsi” tutti gli elementi, atti e necessari, per una valutazione adeguata, se quelli (già) acquisiti non sono sufficienti a tal fine; altrimenti verrebbe anche disatteso l’obbligo che al PM deriva dal principio di legalità. Si parla in proposito di Vorermittlungen o Vorerhebungen (oppure di “Ver-halten, das der Strafverfolgung vorgelagert ist”), le quali - a differenza delle cosiddette Vorfeld-ermittlungen - sono lecite nei casi di “besonders schwachen Anfangsverdacht”, specie qualora le indagini abbiano per oggetto reati in materia di criminalità organizzata. Va però rilevato che la persona, nei cui confronti vengono condotte Vorermittlungen, non assume ancora, in tale fase, la qualità di Beschuldigter, per cui nei confronti della stessa non sono (ancora) consentite ne’ Zwangs- ne’ Eingriffsmaßnahmen.

Le (vietate) Vorfeldermittlungen sono indagini “ohne jeglichen verdachtsbegründenden Anlass”, dirette contro una persona o contro un gruppo di persone; questo divieto sussiste anche nel caso in cui questo tipo di Ermittlungen viene condotto al fine di neutralizzare il pericolo della commissione di reati, cioè per scopi di prevenzione. Le Voremittlungen (sulla cui liceità ed ammissibilità vi è ampia con-cordanza in dottrina ed in giurisprudenza), hanno lo scopo di chiarire se i fatti portati a conoscenza del PM possano, o meno, integrare un reato, per il quale sussistono tutte le condizioni e tutti i presupposti affinché il PM debba procedere. Il PM, se da un lato è obbligato, in base al principio di legalità, a procedere, nei confronti di chiunque, per tutti i reati qualora vi siano “zureichende, tatsächliche Anhaltspunkte bezüglich einer Straftat”, dall’altro lato, al fine di consentirgli di adempiere a questo dovere, gli deve essere consentito di verificare, attraverso le Vorerhebungen, se sussistono i presupposti per agire (ved. BGHSt 38, 214, 247). Nello “stadio” delle Vorerhebungen non sono consentite Eingriffsmaßnahmen (mancando ancora un Tatverdacht). La dottrina, a proposito delle Vor f e l d ermittlungen, parla anche di “Sammlung nützlicher Informationen ohne den Verdacht einer Straftat”, da parte di organi di polizia, che non agiscono nella loro qualità di polizia giudiziaria.

Le Vorermittlungen devono essere distinte dalle Initiativermittlungen degli organi di polizia che non sono disciplinate dalla StPO. La polizia - che in questo caso non agisce per incarico o comunque secondo le direttive del PM - può indagare anche sulla base di mere Vermutungen al fine di ricercare elementi contenenti tatsächliche Anhaltspunkte per riferirle poi al PM, il quale procederà secondo quanto riportato sopra. Le Vorermittlungen terminano, o con l’avvio di un Ermittlungsverfahren, o con l’archiviazione.

È stato fatto notare che le c.d. Vorermittlungen non di rado vanno a vantaggio (anche) del sospettato che evita la “stigmatizzazione” derivante dall’avvio di un Ermittlungsverfahren. Il PM ha facoltà di procedere alla “raccolta” di elementi di sospetto/indiziari, anche se il Täterkreis non è stato ancora definito. Le Vorehebungen vengono iscritte nel registro AR; se vi e’ Ermittlungsver-fahren vero e proprio, l’iscrizione avviene sub Js o BJs.

In sede di Prüfung (verifica) des Anfangssverdachtes, il PM ha facoltà di procedere all’acquisizione di “personenbezogene Daten” se vi è un’apposita norma di legge che lo consente. Tuttavia l’acquisizione di dati da parte del PM non può avvenire sulla base del disposto del § 161 StPO in quanto questa norma fa riferimento all’Ermittlungsverfahren e neppure sulla base del § 152 StPO, dato che a ciò osterebbero “verfassungsrechtliche Bedenken” (ved. BVerfG 65, 1). Ammissibili sono invece richieste del PM, nell’ambito delle Vorerhebungen, dirette ad organi della PA, se queste Behörden sono autorizzate alla trasmissione dei dati.

La Erforschungspflicht del PM si riferisce soltanto a reati (e non anche ad Ordnungswidrig-keiten o ad illeciti disciplinari); essa è esclusa qualora sussista un’esimente, manchi una condizione di procedibilita’, vi sia Strafklageverbrauch o siano scaduti i termini di prescrizione. Se si è in presenza di un’improcedibilità che può essere rimossa (per esempio se il sospettato/ indagato è un deputato del Bundestag che gode dell’immunità parlamentare (e della quale è prevista, in dete-rminati casi, la Aufhebung), il PM, in ossequio al Legalitätsprinzip, è tenuto a rimuoverlo, trattandosi di un cosiddetto behebbaren Verfahrenshindernis (e sussistendo anche un interesse pubblico), a differenza, per esempio, della prescrizione, che costituisce un unbehebbares Verfahrens-hindernis.

Se è configurabile un reato per la cui procedibilità è richiesta la querela, il PM procede, preliminarmente, a “sondare”, se la p.l. è intenzionata, o meno, a proporre querela. Dopo la Straf-antragsstellung procede alle Vorehebungen, se reputa “dass eine Anklageerhebung in Betracht kommt”.

Sopra abbiamo accennato al fatto che l’Ermittlungs p f l i c h t  da parte del PM inizia nel momento in cui PM viene a conoscenza di “verdachtsbegründende Tatsachen”. Altrimenti vi è una mera facoltà di intervenire, facoltà che però diventa un obbligo soltanto “bei schwerwiegenden Delikten (delitti gravi) und bei Berührung der Belange der  Öffentlichkeit”, come si è espresso il BGHSt 12, 277 (280f).

Nell’ordinamento processual-penale della RFT è di fondamentale importanza la distinzione tra Anfangsverdacht, hinreichender Tatverdacht e dringender Tatverdacht.

Di Anfangsverdacht (trad. letter.: sospetto iniziale) può parlarsi in caso di sufficienti elementi di fatto tali da legittimare di ritenere l’avvenuta commissione di un reato, per il quale sussistono le condizioni di procedibilità. Hinreichender Tatverdacht sussiste se, sulla base di una valutazione provvisoria dei fatti, vi è probabilità di una futura condanna. Il Tatverdacht è dringend, se, in base alle indagini espletate, è molto probabile che l’indagato abbia commesso un determinato reato o abbia concorso nella perpetrazione del medesimo.

Va rilevato che anche ai fini dell’applicazione di alcune grundrechtsbechränkenden Zwangsmaßnahmen (provvedimenti di coazione che influiscono su diritti fondamentali), la StPO richiede il dringenden Tatverdacht (per esempio per l’applicazione della custodia cautelare in carcere) il quale è presupposto altresì per l’adozione di Sicherungsmaßnahmen (previste per esempio dai §§111a e 111b StPO). La dottrina parla anche di Stärke des Tatverdachtes o di Tatverdachtsskala e pone la Tatverdachtsstärke in relazione al “Gewicht des Grundrechtseingriffes” che è di particolare importanza in sede di Verhältnismäßigkeitsprüfung.

Mentre il dringender Tatverdacht è richiesto ai fini dell’applicazione della custodia cautelare in carcere e l’hinreichender Tatverdacht è necessario affinché possa essere disposto il dibattimento, l’Anfangsverdacht - la forma meno grave del “sospetto” - costituisce, ai sensi del § 152, comma 2, StPO, il presupposto necessario, anzi indispensabile, per avviare indagini preliminari (Einleitung eines Ermittlungsverfahrens).

Il comma 2 del § 152 StPO costituisce applicazione del Legalitätsprinzip (principio di legalità) che viene desunto dalla Rechtsstaatsgarantie (garanzia dello Stato di diritto), sancita dall’articolo 20 GG - Costituzione Federale (“Die Rechtsprechung ist an Gesetz und Recht gebunden”) e definita dal BVerfG (Corte Suprema Federale) uno dei più elementari principi della Costituzione federale. Il Legalitätsgrundsatz comporta  che il PM debba, in linea di massima, procedere contro chiunque, se è ravvisabile un reato; implica il “Verfolgungszwang gegenüber jeden Verdächtigen”, in attua-zione del principio di parità di trattamento di cui all’articolo 3, comma 1, GG e della “strafrechtlichen Gerechtigkeit durch die Einheitlichkeit der Rechtsanwendung” (ved. BGHSt 15, 159).  Ad avviso del legislatore della RFT soltanto la “konsequente Durchführung” del principio di legalita’ assicura un’effettiva parità di trattamento, una “allgemein strafrechtliche Gerechtigkeit”. È stato detto che “das Strafverfahren wird im Ganzen vom Legalitätsprinzip beherrscht” (il procedimento penale viene “dominato” interamente dal principio di legalità).

L’osservanza del Legalitätsgrundsatz - che va posto in correlazione con l’Anklagemonopol der Staatsanwaltschaft - viene assicurato attraverso il Klagerezwingungsverfahren di cui ai §§ 172 e segg. StPO e, opportunamente, anche da norme penali (§ 258 e § 258 a StPO : Strafvereitelung  e Strafvereitelung im Amt).

Il comma 2 del §152 StPO non statuisce soltanto i presupposti per l’inizio delle indagini preliminari, ma contiene altresì la cosiddetta Erforschungspflicht a carico del PM (e, indirettamente, anche a carico per la PG in quanto il PM è tenuto “die Polizei zu strafverfolgender Tätigkeit anzuhalten und insoweit zu überwachen”); vi è la “Verpflichtung zum effektiven Einschreiten” (l’obbligo di attivarsi effettivamente), salve le eccezioni previste da  apposite norme di legge che costituiscono una Durchbrechung del principio di legalità (si vedano per esempio i §§ 153-154e StGB, 45 JGG (Jugendgerichtsgesetz), la Kronzeugenregelung (che contiene una normativa assimilabile a quella sul cosiddetto pentitismo), il § 31a  BtMG).

L’obbligo di attivarsi da parte del PM non può essere “neutralizzato” per effetto del cosiddetto Übermaßverbot - allo scopo di preservare l’indiziato da un “unverhältnismäßig schweren Nachteil”, come ha statuito il BGH, il quale ammette però la facoltà di posticipare l’Einschreiten qualora esso sia giustificato “aus kriminaltechnischen Gründen” (per esempio per scoprire i complici).

La Ermittlungs- und Strafverfolgungspflicht del PM - che deriva dallo staatlichen Strafverfolgungsprivileg (detto anche Anklagemonopol) - ha lo scopo di prevenire “dass der Bürger” seine Sache “selbst in die Hand nimmt”, vale a dire che il cittadino si faccia giustizia da se’. La Verfolgungspflicht produce indubbiamente anche effetti sul piano della prevenzione generale e su quello del Rechtsgüterschutz.

L’Einschreiten del PM di cui al § 152, comma 2, StPO, si concreta nell’Einleitung des Ermittlungsverfahrens (avvio delle indagini preliminari) e nel compimento di tutte le attività dirette alla “umfassenden Aufklärung des Sachverhaltes” (accertamento completo dei fatti). Va però rilevato che il mancato Einschreiten del PM, come pure il mancato compimento delle attività di indagini, non possono essere “gerichtlich erzwungen” (“sind nicht gerichtlich angreifbar”), anche se in tal caso è ammissibile la Dienst- oder die Fachaufsichtsbeschwerde. Erzwingbar è però l’Abschluss des Ermittlungsverfahrens (la chiusura delle indagini preliminari). Alla cosiddetta Untätigkeitsbeschwerde si può ricorrere unicamente “ bei grob pflichtwidriger Untätigkeit del giudice successivamente alla Anklageerhebung.

Già sopra abbiamo accennato al fatto che l’obbligo del PM, “einzuschreiten”, è subor-dinato all’esistenza di sufficienti elementi fattuali tali da legittimare di ritenere che un reato sia stato commesso, che “nach kriminalistischer Erfahrung” sussista probabilmente un reato (anche se ne è, ancora, ignoto l’autore). È questo l’Anfangsverdacht, “dessen Schwelle sehr niedrig angesetz ist”, per cui bastano anche indizi tutt’altro che gravi; in nessun caso però supposizioni o congetture che sarebbero contrarie alla Tatsachenbasis richiesta dal § 152, comma 2, StPO (“ tatsächliche Anhalts-punkte”). È tuttavia da rilevare che la probabilità dell’avvenuta commissione di un reato, va valutata con rigore decrescente in relazione all’importanza del bene giuridico messo in pericolo o leso dal reato di cui si sospetta l’avvenuta commissione (in questo senso ved. BVerfG - Corte Costituzionale federale: 100, 313, 329).

La configurabilità dell’Anfangsverdacht è da escludere, se sulla base della notizia portata alla conoscenza del PM risulta - quasi ictu oculi - che si tratta di un “unhaltbaren oder absolut unlogischen Sachverhalt”; se emerge un tanto, siamo in presenza di un mero “Schlüssigkeits-verdacht” ed in tal caso è naturalmente inammissibile anche la Fortführung (prosecuzione) des Ermittlungsverfahrens. Qualora il PM procedesse o non disponesse l’Abbrechung delle indagini preliminari, contravvrebbe al cosiddetto Willkürverbot.

Nella valutazione circa l’esistenza o meno di un Anfangsverdacht, al PM è riconosciuto, secondo il BGH (ved. BGHSt 38, 214, 228), un certo Beurteilungsspielraum (dato che la norma di cui al § 152 StPO contiene “einen unbestimmten Rechtsbegriff” (“zureichende Anhalspunkte”)), ma non un Ermessensspielraum (discrezionalita’). Questo Beurteilungsspielraum, secondo la dottrina prevalente, “ist gerichtlich überprüfbar”, è soggetto a riesame da parte del giudice (ex § 172 e segg. StPO), se il PM nega l’esistenza dell’Anfangsverdacht. In tal caso si ha il cosiddetto Ermittlungs-erzwingungsverfahren che può concludersi con l’invito al PM di procedere alle necessarie indagini preliminari.

La Erforschungspflicht e il Verfolgungszwang obbligano il PM, sussistendo i presupposti di cui al comma 2 del § 152 StPO, ad una valutazione - del fatto di cui ha avuto conoscenza per motivi di servizio - non soltanto dal punto di vista giuridico (cosiddetto rechtliche Prüfung, o, meglio, rechtliche Schlüssigkeitsprüfung), ma anche da quello fattuale (cosiddetto tatsächliche Prüfung) per accertare la sussumibilità, o meno, sotto una fattispecie di reato (“ob der Sachverhalt unter ein Strafgesetz fällt”). Qualora non vi sia “eindeutige Tatsachengrundlage”, il PM deve disporre ulteriori accerta-menti. Sopra abbiamo parlato della Verfolgungspflicht che grava sul PM, alla quale fa riscontro, dall’altra parte, la “Befugnis zur Beschaffung aller, für eine sachgerechte Beurteilung verfügbarer Erkenntnisse”,  la “Ausschöpfung aller verfügbarer Erkenntnisquellen” (in sostanza, il potere-dovere di “procurarsi” tutti gli elementi, atti e necessari, per una valutazione adeguata, se quelli (già) acquisiti non sono sufficienti a tal fine; altrimenti verrebbe anche disatteso l’obbligo che al PM deriva dal principio di legalità. Si parla in proposito di Vorermittlungen o Vorerhebungen (oppure di “Ver-halten, das der Strafverfolgung vorgelagert ist”), le quali - a differenza delle cosiddette Vorfeld-ermittlungen - sono lecite nei casi di “besonders schwachen Anfangsverdacht”, specie qualora le indagini abbiano per oggetto reati in materia di criminalità organizzata. Va però rilevato che la persona, nei cui confronti vengono condotte Vorermittlungen, non assume ancora, in tale fase, la qualità di Beschuldigter, per cui nei confronti della stessa non sono (ancora) consentite ne’ Zwangs- ne’ Eingriffsmaßnahmen.

Le (vietate) Vorfeldermittlungen sono indagini “ohne jeglichen verdachtsbegründenden Anlass”, dirette contro una persona o contro un gruppo di persone; questo divieto sussiste anche nel caso in cui questo tipo di Ermittlungen viene condotto al fine di neutralizzare il pericolo della commissione di reati, cioè per scopi di prevenzione. Le Voremittlungen (sulla cui liceità ed ammissibilità vi è ampia con-cordanza in dottrina ed in giurisprudenza), hanno lo scopo di chiarire se i fatti portati a conoscenza del PM possano, o meno, integrare un reato, per il quale sussistono tutte le condizioni e tutti i presupposti affinché il PM debba procedere. Il PM, se da un lato è obbligato, in base al principio di legalità, a procedere, nei confronti di chiunque, per tutti i reati qualora vi siano “zureichende, tatsächliche Anhaltspunkte bezüglich einer Straftat”, dall’altro lato, al fine di consentirgli di adempiere a questo dovere, gli deve essere consentito di verificare, attraverso le Vorerhebungen, se sussistono i presupposti per agire (ved. BGHSt 38, 214, 247). Nello “stadio” delle Vorerhebungen non sono consentite Eingriffsmaßnahmen (mancando ancora un Tatverdacht). La dottrina, a proposito delle Vor f e l d ermittlungen, parla anche di “Sammlung nützlicher Informationen ohne den Verdacht einer Straftat”, da parte di organi di polizia, che non agiscono nella loro qualità di polizia giudiziaria.

Le Vorermittlungen devono essere distinte dalle Initiativermittlungen degli organi di polizia che non sono disciplinate dalla StPO. La polizia - che in questo caso non agisce per incarico o comunque secondo le direttive del PM - può indagare anche sulla base di mere Vermutungen al fine di ricercare elementi contenenti tatsächliche Anhaltspunkte per riferirle poi al PM, il quale procederà secondo quanto riportato sopra. Le Vorermittlungen terminano, o con l’avvio di un Ermittlungsverfahren, o con l’archiviazione.

È stato fatto notare che le c.d. Vorermittlungen non di rado vanno a vantaggio (anche) del sospettato che evita la “stigmatizzazione” derivante dall’avvio di un Ermittlungsverfahren. Il PM ha facoltà di procedere alla “raccolta” di elementi di sospetto/indiziari, anche se il Täterkreis non è stato ancora definito. Le Vorehebungen vengono iscritte nel registro AR; se vi e’ Ermittlungsver-fahren vero e proprio, l’iscrizione avviene sub Js o BJs.

In sede di Prüfung (verifica) des Anfangssverdachtes, il PM ha facoltà di procedere all’acquisizione di “personenbezogene Daten” se vi è un’apposita norma di legge che lo consente. Tuttavia l’acquisizione di dati da parte del PM non può avvenire sulla base del disposto del § 161 StPO in quanto questa norma fa riferimento all’Ermittlungsverfahren e neppure sulla base del § 152 StPO, dato che a ciò osterebbero “verfassungsrechtliche Bedenken” (ved. BVerfG 65, 1). Ammissibili sono invece richieste del PM, nell’ambito delle Vorerhebungen, dirette ad organi della PA, se queste Behörden sono autorizzate alla trasmissione dei dati.

La Erforschungspflicht del PM si riferisce soltanto a reati (e non anche ad Ordnungswidrig-keiten o ad illeciti disciplinari); essa è esclusa qualora sussista un’esimente, manchi una condizione di procedibilita’, vi sia Strafklageverbrauch o siano scaduti i termini di prescrizione. Se si è in presenza di un’improcedibilità che può essere rimossa (per esempio se il sospettato/ indagato è un deputato del Bundestag che gode dell’immunità parlamentare (e della quale è prevista, in dete-rminati casi, la Aufhebung), il PM, in ossequio al Legalitätsprinzip, è tenuto a rimuoverlo, trattandosi di un cosiddetto behebbaren Verfahrenshindernis (e sussistendo anche un interesse pubblico), a differenza, per esempio, della prescrizione, che costituisce un unbehebbares Verfahrens-hindernis.

Se è configurabile un reato per la cui procedibilità è richiesta la querela, il PM procede, preliminarmente, a “sondare”, se la p.l. è intenzionata, o meno, a proporre querela. Dopo la Straf-antragsstellung procede alle Vorehebungen, se reputa “dass eine Anklageerhebung in Betracht kommt”.

Sopra abbiamo accennato al fatto che l’Ermittlungs p f l i c h t  da parte del PM inizia nel momento in cui PM viene a conoscenza di “verdachtsbegründende Tatsachen”. Altrimenti vi è una mera facoltà di intervenire, facoltà che però diventa un obbligo soltanto “bei schwerwiegenden Delikten (delitti gravi) und bei Berührung der Belange der  Öffentlichkeit”, come si è espresso il BGHSt 12, 277 (280f).