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Arresti domiciliari con sorveglianza elettronica – Elektronisch überwachter Hausarrest (eüH)

Arresti domiciliari con sorveglianza elettronica – Elektronisch überwachter Hausarrest (eüH)
Arresti domiciliari con sorveglianza elettronica – Elektronisch überwachter Hausarrest (eüH)

I. Introduzione

II. L’elektronisch überwachter Hausarrest quale modo particolare di esecuzione della custodia cautelare in carcere

III. Presupposti per la concessione dell’eüH

IV. L’eüH, gli adempimenti del giudice, del PM e della Justizvollzugsanstalt

V. “Connotati” dell’eüH

VI. Beschwerde diretta alla Corte d’appello e Grundrechtsbeschwerde dinanzi all’OGH

VII. Le diverse discipline della sorveglianza a distanza nell’ordinamento italiano e in quello austriaco – Conseguenze delle violazioni

 

I. Introduzione

Con decorrenza 1.9.2010 è stata introdotta in Austria la possibilità che la prosecuzione della custodia cautelare in carcere avvenga presso la residenza/il domicilio del Beschuldigten - cioè di chi è concretamente sospettato di aver commesso un fatto costituente reato - con “elektronisch überwachtem Hausarrest” (eüH), attuato mediante la c.d. Fußfessel, vale dire con un dispositivo molto simile al braccialetto elettronico.

Questa verfahrenssichernde Freiheitsbeschränkung viene anche indicata come Electronic Monitoring oppure come elektronische Aufenthaltsüberwachung (sorveglianza elettronica del soggiorno). Il funzionamento della sorveglianza elettronica dell’Hausarrest è assicurato attraverso una centrale istituita nella capitale, che registra e trasmette i dati relativi alla presenza dell’indagato (risp. dell’imputato, dopo  che è avvenuta l’Einbringung der Anklage) nella propria residenza/nel proprio domicilio e quelli dell’assenza. Al fine di evitare equivoci, occorre precisare che in Austria per eüH s’intende sia ciò che in Italia s’indica con l’espressione “arresti domiciliari”, sia la “detenzione domiciliare” (in fase di esecuzione della pena).

Sono considerati inventori dell’Electronic Monitoring i fratelli Gable (USA), che hanno chiamato la loro invenzione “Behavior Transmitter – Reinforce” (BT-R) e quest’apparecchio pesava ca. mezzo chilo. Dopo il 1964 ci furono parecchie modifiche per rendere il BH-R più preciso e meno ingombrante.

La prima sorveglianza elettronica è avvenuta nel 1983. Fu disposta dal giudice Jack Love nel New Messico “a carico” di un condannato alla pena di 30 giorni di detenzione. Il numero dei produttori di apparlecchi tipo BT-R aumentava – nel corso degli anni Ottanta – a una cinquantina e in vari Stati, anche europei, si discuteva, se questo sistema potesse essere impiegato al fine di sostituire, in certi casi, la custodia cautelare in carcere con la sorveglianza mediante un congegno tipo BT-R e rendere possibile, almeno in parte, pure l’espiazione della pena – inflitta con sentenza definitiva – non in carcere, ma presso la residenza/il domicilio del condannato.

La Vermeidung der Untersuchungshaft per effetto dei suddetti congegni elettronici, si prospettava particolarmente indicato per indagate che dovevano accudire figli in tenera età nonché per persone che erano state condannate, con sentenza passata in giudicato, e che, per effetto della detenzione in carcere, non erano più in grado di mantenere non soltanto se stesso, ma neppure la propria famiglia. È da osservare che da tempo la sorveglianza elettronica avviene prevalentemente mediante il sistema GPS. L’eüH costituisce inoltre un valido mezzo per evitare il sovraffollamento delle carceri e viene, di regola, concesso, se pericolo di fuga o di reiterazione sono ritenuti gering.

II. L’eüH quale modo particolare di esecuzione della custodia cautelare in carcere

In Austria l’elektronisch überwachte Hausarrest (eüH) è considerato (cfr. OGH = Corte Suprema – RS 0126401) un modo particolare di esecuzione della custodia cautelare in carcere (eine besondere Vollzugsform der Untersuchungshaft), per cui il relativo periodo di tempo è computato come verbüßte Haftzeit, qualora per il reato, per il quale è stata disposta questa „forma“ di custodia cautelare, venga inflitta pena detentiva (cfr. § 38, 1° c., n. 1, StGB (CP); in altre parole, avviene l’Anrechnung der Vorhaft.

L’eüH è la continuazione – con altra “modalità” - della custodia cautelare. L’arrestato, pertanto, deve “passare” necessariamente per il carcere (Justizvollzugsanstalt) in quanto l’eüH non può essere disposto direttamente col provvedimento, con il quale si ordina la custodia cautelare dell’indagato. Ciò risulta, con evidenza, dalla stessa formulazione del comma 1 del § 173 a StPO (“kann…. fortgesetzt werden”). Si parla in proposito anche di elektronischer Aufsicht, mentre nello StVG (Strafvollzugsgesetz), l’intestazione, che precede i §§ 156 b e c – è “elektronisch überwachter Hausarrest”, che può essere attuato soltanto dopo che è stata disposta ed eseguita la custodia cautelate in carcere (l’U-Haft). L’eüH, secondo l’OGH, non è, ne’ un gelinderes Mittel (una misura meno grave), ne’ un’alternativa alla custodia cautelare in carcere; è stata definita una “spezielle Form des Vollzuges der U-Haft”. L’ammissibilità della prosecuzione della custodia cautelare in carcere “mediante” eüH, va esaminata nell’ambito di un Haftprüfungsverfahren (che è simile al procedimento previsto dagli artt. 390 e segg.CPP italiano) e avviene su richiesta dell’indagato o anche del PM.

 

III. Presupposti per la concessione dell’eüH

1. Per l’eüH trovano applicazione, salva diversa disposizione, le norme dettate in materia di custodia cautelare in carcere (p. es. per quanto concerne la durata massima della custodia, il computo del periodo di tempo, trascorso in elektronisch überwachtem Hausarrest, nella pena complessiva da espiare). L’eüH è disposto con ordinanza (Beschluss) a seguito di una Haftverhandlung, qualora sussistano i presupposti di cui ai commi 1 e 2 del § 173 a StPO.

2. Occorre, dunque, un’istanza (Antrag) – del PM o dell’indagato – auf Fortsetzung der U-Haft als eüH, per cui il giudice non può procedere d’ufficio. Prima della decisione sulla richiesta di continuare la custodia cautelare in carcere con eüH, il giudice ha facoltà di disporre vorläufige Bewährungshilfe e di incaricare il Bewährungshelfer (che è una specie di assistente sociale) a riferire, al più tardi, in sede di udienza, sulle condizioni di vita dell’indagato, se questi, nonostante l’imposizione dell’eüH, può continuare a svolgere la propria attività lavorativa o l’addestramento professionale, senza che ciò contrasti con le esigenze inerenti alla custodia. L’indagato deve promettere solennemente, mediante Gelöbnis, che si atterrà agli obblighi che gli sono imposti con l’eüH. L’Haftverhandlung deve aver luogo “ohne Verzug” (senza dilazione), se l’indagato ha chiesto la propria liberazione.

L’indagato – in istato di custodia cautelare – può far richiesta di eüH già in occasione del c.d. Pflichtverhör che segue all’inizio della custodia cautelare in carcere, oppure ha facoltà di fare la relativa richiesta successivamente al predetto interrogatorio. Nel primo caso, se il giudice convalida la misura cautelare, deve, al più presto, fissare (altra) udienza per decidere sulla richiesta di eüH.

3. L’indagato deve avere la propria residenza effettiva o almeno il proprio domicilio, nel territorio dello Stato. È vietato ogni allontanamento da questi luoghi, fatta eccezione per il raggiungimento del proprio posto di lavoro, per l’acquisto dei necessari generi alimentari e per visite mediche.

4. Il giudice deve avere la ragionevole convinzione che misure meno gravi (meno incisive sullo status libertatis dell’indagato) non siano atte a soddisfare le esigenze cautelari.

5. Occorre il consenso dell’indagato affinche’ possa essere disposto e attuato l’eüH.

 

IV. L’eüH, gli adempimenti del giudice, del PM e della Justizvollzugsanstalt

L’eüH, una volta disposto, può essere oggetto di riesame su richiesta dell’indagato, ma ciò non può avvenire (più) d’ufficio. Devono però essere rispettate le Haftfristen, i termini di durata massima della custodia cautelare attuata con l’eüH, la cui scadenza va indicata nel provvedimento con il quale esso è disposto. Il Beschluss (ordinanza), con il quale è disposta la revoca della misura cautelare de quo (prima della scadenza del termine di durata massima) può essere emanato (per iscritto), senza che debba essere preceduto da udienza a tal fine fissata, fatta eccezione per il caso in cui l’istanza di liberazione è stata inoltrata dall’indagato e il PM si è opposto alla stessa. Se il giudice accoglie la richiesta intesa a ottenere l’eüH, il PM è tenuto a informare la PG e gli organi di polizia del luogo, nel quale l’eüH è attuato. Il provvedimento deve essere comunicato dal PM pure alla Justizvollzugsanstalt (Casa circondariale) che provvede all’installazione delle apparecchiature elettroniche necessarie per la sorveglianza a distanza dell’indagato e, una volta avvenuta l’installazione, procede a trasferire l’indagato dal carcere al luogo di custodia.

L’indagato, la cui custodia cautelare è eseguita mediante l’eüH, se questa misura non è stata revocata prima del passaggio in giudicato di una sentenza di condanna a pena detentiva non condizionalmente sospesa e se sussistono i presupposti di cui al § 156 b StVG, può chiedere, entro il termine che gli viene comunicato per l’inizio dell’espiazione della pena, di poter espiare la pena in eüH.

Il giudice è tenuto a revocare l’eüH e a disporre che la custodia cautelare avvenga (nuovamente) in carcere, cioè presso la Justizvollzugsanstalt, qualora l’indagato revochi il proprio consenso dato all’eüH o non rispetti gli impegni assunti oppure sopravvengano fatti, dai quali risulta che l’eüH non è idoneo a soddisfare le esigenze cautelari. In questi casi, il giudice dispone che la PG proceda a trasferire l’indagato in carcere.

Riportiamo ora alcune sentenze dell’OGH (Corte Suprema austr.) a integrazione di quanto esposto sopra.

 

V. “Connotati” dell’eüH

Nel senso che l’elektronisch überwachte Hausarrest (eüH) – previsto dal § 173 a StPO e, come emerge anche dai lavori preparatori (in sede parlamentare nonché dallo stesso testo del comma 1 del citato paragrafo) – è ”eine besondere Form des Vollzuges der Untersuchungshaft” (una modalità particolare[1] dell’esecuzione della custodia cautelare in carcere), per la quale devono sussistere, al pari di quanto richiesto per l’esecuzione della pena nella Justizvollzugsanstalt, tutti i presupposti di cui al § 173 StPO, vale a dire, per la custodia cautelare in carcere, si veda OGH 150s 165/10v. Nella citata sentenza, la Corte Suprema ha precisato anche che l’eüH non è un’alternativa alla custodia cautelare in carcere; non è uno dei gelinderen Mittel (misure meno gravi) pervisti dal comma 5 del § 173 StPO (come p. es. i Gelöbnisse di cui ai nn. 1, 2 e 3 del citato comma, le Weisungen previste dai nn. 4 e 5, il ritiro – provvisorio - di documenti e di autorizzazioni (n. 6), il versamento di una cauzione (n.8).

Nella sentenza dell’OGH 150s 165/10v  i Supremi Giudici hanno anche criticato – almeno indirettamente – la “collocazione” (die Einordnung) della disposizione contemplata nel comma 1 del § 173 a StPO nel Capo III anziché nel Capo IV del IX Hauptstück.

La sentenza 140s 9/12y dell’OGH ha ribadito che l’eüH è una “Modalität” della custodia cautelare in carcere e non “ein diese (la custodia cautelare in carcere) substituierendes, gelinderes Mittel”, per cui, come hanno osservato i giudici dell’OGH, la predetta modalità ”ist vom Schutzbereich des Art. 5 MRK (CEDU) nicht umfasst” (non rientra nel “perimetro” di tutela dell’art. 5 CEDU).

Che l’eüH non costituisca un’alternativa alla custodia cautelare in carcere, risulta altresì dall’Erkenntnis 130s 59/15y; di conseguenza, ha ritenuto la S.C. austr., il rigetto dell’istanza intesa ad ottenere la prosecuzione della custodia cautelare in carcere nella “forma” dell’eüH, non può essere impugnato mediante Grundrechtsbeschwerde (cfr. OGH 150s 165/10v, SSt 2010/70 e RS0126401), dato che  si tratta di semplice “Bedingung des Vollzuges der U-Haft”. Discorso diverso va fatto – come vedremo – per l’obbligo di motivazione, da parte della Corte d’appello (OLG), in caso di Beschwerde contro provvedimenti privativi della libertà e confermativi di quello del Landesgericht (Tribunale). Sostanzialmente conformi: OGH 120s 106/17f, 120s 102/17t, 130s 143/10v, 120s 103/15m.

Con sentenza 130s 145/10p, l’OGH ha precisato che l’eüH non è una misura diretta a sostituire la custodia cautelare in carcere; anzi, è proprio l’inapplicabilità gelinderer Mittel a costituire presupposto per l’eüH.

 

VI. Beschwerde diretta alla Corte d’appello e Grundrechtsbeschwerde dinanzi all’OGH

Contro un provvedimento di Verlängerung der U-Haft, l’indagato può proporre Beschwerde (reclamo) alla Corte d’appello, dolendosi per l’insussistenza degli Haftgründe, dei presupposti per l’applicabilità di questa misura cautelare (dringender Tatverdacht (gravi indizi), Flucht- u. Begehungsgefahr (pericolo di fuga e di reiterazione) nonche’ per violazione del besonderen Beschleunigungsgebot in Haftsachen (vale a dire, se il Landesgericht, senza validi motivi, non decide con particolare “speditezza”, qualora l’indagato non sia a piede libero.

La Corte d’appello, se non accoglie questa doglianza, dispone, con proprio Beschluss (ordinanza), la prosecuzione della custodia cautelare in carcere (l’U-Haft). In tale sede, l’OLG è tenuto (cfr. 140s 9/12y) non soltanto a (ri)valutare il provvedimento del Landesgericht, ma il Fortsetzungsbeschluss dell’OLG deve sostituire la decisione del Landesgericht, deve essere adottata “eine neue, reformatorische Entscheidung” (§ 174, Abs. 3, Z 4, StPO). In altre parole, la Corte d’appello deve specificare da quali fatti/circostanze/concreti desume, essa stessa, il dringenden Tatverdacht o/e il pericolo di fuga o/e il pericolo di reiterazione (ved.RS 0116421 e 0120817).

Altrimenti, vale dire se l’OLG non indica a sua volta le entscheidenden Tatsachen, sulle quali è basata la propria decisione, vi è una Grundrechtsverletzung (violazione del diritto fondamentale alla libertà personale). Il diritto fondamentale alla libertà personale (ved. art. 5 CEDU e il Bundesverfassungesgesetz (legge costituzionale) dd. 29.11. 1988) viene, in particolare, leso, se l’imposizione o la prosecuzione della custodia cautelare in carcere, è sproporzionata (“steht außer Verhältnis”) rispetto allo scopo perseguito con la misura oppure se i presupposti per la custodia cautelare in carcere (come p. es. il Tatverdacht o gli altri Haftgründe) sono stati valutati erroneamente; parimenti, se, in occasione di un arresto o di un’Anhaltung, l’applicazione di norme di legge è avvenuta erroneamente.

È da rilevare che la Beschwerde de quo è proponibile pure, se un provvedimento privativo o limitativo della  libertà si è protratto oltre la durata massima, qualora il reclamante deduca che la decisione del relativo provvedimento (di liberazione) sia stata adottata troppo tardi. Nei procedimenti, con i quali si fanno valere Grundrechtsbeschwerden, trovano applicazione, salva diversa disposizione di legge, le norme dettate per i procedimenti dinanzi all’OGH e per i procedimenti penali in genere. La Begründungspflicht für Haftbeschlüsse (l’obbligo di motivazione di provvedimenti cautelari) non si differenzia, sotto quest’ aspetto, da quella di una sentenza di condanna (OGH 140s 11/09p e 130s 81/07x).

“Carenze” possono condurre, se vi è Verletzung des Grundrechtes auf persönliche Freiheit, anche all’annullamento del provvedimento dell’OLG (ved. § 7, c. 1, del Grundrechtsbeschwerdegesetz (GRBG)).

Se l’OGH accoglie la Grundrechtsbeschwerde, l’autorià’ giudiziaria, il cui provvedimento è stato annullato, deve, senza dilazione alcuna, conformarsi alla statuizione dell’OGH “mit den zu Gebote stehenden Mitteln”. La semplice proposizione della Grundrechtsbeschwerde, non ha effetto sospensivo (§ 5 GRBG).

VII. La diversità delle discipline della sorveglianza a distanza nei due predetti ordinamenti - Conseguenze delle violazioni

Vediamo ora le diversità più rilevanti tra la disciplina degli arresti domiciliari con sorveglianza elettronica, previste dalla StPO nonché dallo StVG austriaco e dal CPP italiano.

Mentre nell’ordinamento processual-penale austriaco l’eüH non è considerato ein gelinderes Mittel, in quello italiano invece sì. Se le esigenze cautelari si sono attenuate (art. 299, 2° c., CPP), il giudice sostituisce la custodia cautelare in carcere con una misura meno afflittiva o con modalità meno gravose (ivi compresi gli arresti domiciliari con sorveglianza a distanza), più proporzionate. In questo caso lo “status libertatis” dell’indagato va adeguato alle esigenze cautelari. È da rilevare che nella sentenza delle SS. UU. della Cassazione n. 20.769/16, la Suprema Corte distingue tra arresti domiciliari con il braccialetto elettronico e gli arresti domiciliari “tradizionali”.

L’articolo 299, comma 2, del CPP del 1988 prevede quindi l’obbligo del giudice di sostituire la misura con un’altra meno grave ovvero con modalita’ meno gravose. Il § 173 a della StPO austr. contiene invece una c.d. Kannbestimmung (“kann die U-Haft als Hausarrest fortgesetzt werden“). Ai fini della prosecuzione della custodia cautelare in carcere als Hausarrest, occorre necessariamente un’istanza da parte del PM o dell’indagato (“Auf Antrag…”). L’articolo 299, comma 2, CPP del 1988 configura invece un obbligo del giudice di sostituire la misura con un’altra meno grave.

Va menzionato pure che nella sentenza della Cassazione n. 20.769/16, la Suprema Corte ha statuito che – fatta eccezione per le ipotesi di presunzione assoluta di adeguatezza – il giudice deve sempre motivare sull’inidoneità della misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il carattere potenzialmente sostitutivo degli arresti domiciliari con particolari modalità di controllo (vale a dire, con controllo a distanza), risulta in modo evidente anche dall’articolo 275 bis, comma 1, CPP del 1988. Come il CPP austr. (§ 173 a ), anche il CPP italiano (art. 275) richiede il consenso dell’indagato all’installazione dei dispositivi tecnici necessari per il controllo a distanza degli arresti domiciliari; mentre però il consenso, secondo il disposto dell’articolo9 275 bis CPP, può essere dato con dichiarazione espressa all’ufficiale o agente di PG incaricato dell’esecuzione dell’ordinanza che ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere, l’ordinamento austriaco prevede che questo consenso possa essere prestato soltanto in un momento successivo (dopo che ha già avuto inizio l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere).

Vediamo infine che cosa succede, se la persona sottoposta agli arresti domiciliari con sorveglianza mediante mezzi elettronici, non si attiene agli obblighi assunti in sede di concessione di questa misura cautelare. Ai sensi del comma 4 del § 173 a StPO, il giudice è obbligato alla revoca dell’eüH, se l’indagato non osserva gli obblighi assunti in sede di concessione dell’eüH (“Das Gericht hat…..zu widerrufen”). Il § 276 CPP – che prevede i provvedimenti da adottare in caso di trasgressione a prescrizioni inerenti a una misura cautelare, usa invece la locuzione può disporre la sostituzione” (comma 1), concedendo al giudice una discrezionalita’ piuttosto ampia. L’obbligo di revoca è imposto al giudice soltanto nel caso previsto dal comma 1 ter dell’articolo 276 CPP, purché “il fatto non sia di lieve entità”.

[1] Si veda in proposito pure la sentenza delle SS.UU. della Corte di Cassazione italiana n. 20.768/2016, secondo la quale gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico non costituiscono una nuova e autonoma  misura cautelare, ma un nuovo strumento di controllo applicabile, nei casi previsti dal legislatore, alle misure cautelari esistenti; conf. Cass. n. 555/2015. Di un modo di esecuzione ordinaria della cautela domiciliare, si parla nelle sentenze n. 1084/2015, n. 6505/2015, n. 7421/2014 e n. 40.680/2012 della Cassazione.