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Classis Ravenna Museo della città e del territorio: dallo zucchero al mosaico

Museo Classis Ravenna
Museo Classis Ravenna

Il 1 dicembre 2018 a Classe (Ravenna), poche centinaia di metri dalla Basilica di Sant’Apollinare, nella sede dell’ex zuccherificio opportunamente recuperato e restaurato, si è inaugurato un nuovo Museo che si chiama Classis Ravenna Museo della città e del territorio.

La Fondazione Ravennantica ha reso possibile e coordinato questo progetto grazie a importanti finanziamenti da parte del Comune di Ravenna, del Ministero Beni Culturali, della Regione e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

La progettazione dell’allestimento è firmata dall’arch. Andrea Mandara che ha operato con la supervisione di un Comitato scientifico coordinato dal prof. Andrea Carandini.

L’area espositiva si sviluppa su 2600 mq. con intorno un’oasi verde di 15.000 mq.

Va sottolineato l’impegno, fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale, di recuperare un edificio dismesso e in degrado come l’ex-zuccherificio non per farne un centro commerciale o una discoteca, come spesso accade, ma per farne un Museo. Oltre al fatto che l’Università di Bologna-Campus di Ravenna è impegnata da decenni nel settore dell’archeologia con scavi e ricerche che hanno molto modificato il quadro delle conoscenze e hanno incrementato in modo consistente la documentazione archeologica per cui i tempi erano maturi per mettere a disposizione di cittadini e turisti questi nuovi materiali.

Classis-Ravenna nasce come Museo della città e del territorio e come tale sviluppa un lungo racconto storico, fatto attraverso i materiali archeologici.

La struttura portante è quella che abbiamo chiamato “la linea del tempo” dove materiali archeologici, opportunamente selezionati, raccontano per sommi capi le più importanti fasi storiche della città:

- dall’età preromana caratterizzata da una compresenza di Etruschi e Umbri e da un precoce interesse per il mare;

- all’età romana con le decisione di Augusto di metter qui la sede della fotta imperiale che doveva controllare tutto il Mediterraneo occidentale;

-all’età di Ravenna “capitale” quando Onorio decide di portare qui la capitale dell’impero romano d’occidente dando ulteriore spinta al suo ruolo politico e commerciale;

-all’età gota con l’importante regno di Teodorico che mise in atto uno straordinario processo di integrazione politica e culturale;

-all’età bizantina di cui tutti conosciamo bene l’importanza;

-all’età medievale.

Alla “linea del tempo” si affiancano alcuni approfondimenti tematici, il più importante dei quali è quello dedicato alla navigazione e al mare che ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella lunga storia della città.

E infine è presente una sezione dedicata allo zuccherificio che tanta parte ha avuto nella storia economica e sociale di quest’area e della città.

Il “racconto” si avvale di materiali archeologici particolarmente significativi (oltre 600 pezzi) per ciascuna delle più importanti fasi storiche della città e del suo territorio. E come tale il Classis Ravenna non solo non vuole contrapporsi o fare concorrenza alle strutture museali esistenti, ma al contrario vuole essere un Museo che, con espliciti rimandi, suggerisce ai suoi visitatori, di andare a vedere gli altri Musei per approfondire la conoscenza su singole fasi storiche o su specifici materiali.

 

Kylix attica
Kylix attica (coppa per il vino) a figure nere, ceramica, epoca preromana. Prodotto della ceramografia greca.

L'allestimento, fortemente innovativo, fa largo ricorso alle tecnologie informatiche, ma anche di plastici tradizionali attraverso i quali il visitatore potrà avere una visione molto efficace ed immediata di alcuni importanti monumenti di Ravenna.

Con il nuovo Museo, che si affianca alla vicinissima Basilica di Sant’Apollinare e all’area archeologica dell’Antico Porto (inaugurato qualche anno fa) si realizza un altro tassello di quel Parco archeologico di Classe che è l’ambizioso obiettivo della Fondazione Ravennantica. E soprattutto si pongono le basi per ulteriori progetti di recupero e valorizzazione che già sono allo studio.

Il Museo non è un semplice contenitore di materiali, ma è un luogo di ricerca e di formazione. Nei suoi ampi laboratori che abbiamo in animo di aprire anche al pubblico si svolgono attività di ricerca e di formazione e soprattutto di restauro (in particolare del Mosaico, ma non solo di quello) collegati al corso di laurea sul restauro, quinquennale e professionalizzante, che fa capo all’Università.

Il Museo nasce infine nell’ambito di un accordo tra Comune di Ravenna e Ministero dei Beni Culturali per la gestione di tutti i principali monumenti e musei della città con un processo da più parti invocato, ma ancora poco praticato, di fare “rete” nelle proposte culturali con una presentazione dei monumenti che non sia più vincolata dalla loro posizione amministrativa o ”proprietaria”. Al cittadino non interessa sapere se un momento è dello Stato, del Comune o della Curia. Al cittadino interessa capirne il valore storico e culturale anche mettendo insieme cose che fino ad ora sono rimaste separate.

Nell’ambito di questo impegno sul piano culturale, doveroso e sacrosanto in un paese civile, non vanno trascurate le ricadute economiche.

particolari
Tesoro di Classe, argento, con tracce di doratura, inizio del VII secolo d. C.

Lo dimostrano tante analisi dedicate a questo aspetto e lo dimostra uno studio specifico che abbiamo commissionato a un Ente specializzato (CLES) che ha analizzato proprio il Museo e le sue potenzialità da questo punto di vista. Il nuovo Museo oltre a richiamare nuovi turisti avrà come conseguenza immediata anche quello di fare in modo che i turisti che verranno per gli altri monumenti si fermeranno a Ravenna una mezza giornata in più per visitarlo. Con benefici evidenti per tutto il tessuto economico della città e del suo territorio.