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Coltivare i talenti del domani investendo nell’educazione

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Coltivare i talenti del domani investendo nell’educazione
 

In occasione della 6ª Giornata Internazionale dell’Educazione, dello scorso 24 Gennaio, vorrei condividere con voi cari lettori, l’importanza della formazione, dell’orientamento per supportare potenziali talenti e costruire un ponte verso un futuro orientato alla cultura della conoscenza come arma contro la povertà intellettuale.  

Dare valore alla formazione, all’istruzione è, infatti, una tematica cruciale per affrontare le sfide non solo odierne ma di domani. Gli interventi instaurati negli ultimi anni ci indirizzano verso una maggior consapevolezza che supportare l’educazione, ad ampio spettro, sin dai tempi scolastici fa sì che tutto ciò si ripercuota in benefici a livello sociale. La scuola ha il compito fondamentale di educare i giovani significa non solo istruirli e formarli, ma anche valorizzare i loro talenti. Un valido aiuto nel passaggio formativo ed implementativo è fornito concretamente dalla transizione scuola-lavoro, favorendo la crescita dei giovani e delle persone per formare la nuova generazione di professionisti. I giovani sono il futuro di una società che corre veloce in termini di approccio digitale, e pertanto, devono esser seguiti sin dai primi percorsi d’istruzione attraverso percorsi educativi che coltivino la conoscenza e la consapevolezza, senso civico, ovvero tutto ciò che si traduce in educazione.

L’UNESCO dedica la Giornata Internazionale dell’Educazione di quest’anno al ruolo determinante che l’istruzione e gli insegnanti svolgono nel contrastare l’incitamento all’odio, fenomeno cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni, aiutato anche dalla diffusione dei social media, danneggiando il tessuto delle nostre società. L’istruzione, sostiene l’UNESCO, offre molteplici opportunità per fronteggiare le cause profonde dell’incitamento all’odio e per sensibilizzare gli studenti di tutte le età sulle sue forme e conseguenze online e offline, nella vita reale. Ciò comporta che gli studenti siano dotati delle competenze necessarie per riconoscere e contrastare l’odio e l’ingiustizia, siano preparati a rispettare il valore della diversità, dei diritti umani ed indirizzati a riconoscere la differenza tra incitamento all’odio e libertà di espressione.

Gli studenti italiani sono oltre 7 milioni. Nel mondo 250 milioni di giovani non vanno a scuola e 763 milioni di adulti sono analfabeti. Il diritto all'educazione è sancito dall'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani. La dichiarazione sancisce il diritto a un'istruzione elementare gratuita e obbligatoria.

La Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, adottata nel 1989, si spinge oltre e stabilisce che i paesi dovrebbero rendere l'istruzione superiore accessibile a tutti. Con adozione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nel settembre 2015, la comunità internazionale ha riconosciuto che l'educazione è essenziale per il raggiungimento di tutti i 17 obiettivi.

L'obiettivo di sviluppo sostenibile, in particolare, mira a garantire un'educazione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti entro il 2030. L'istruzione offre ai bambini una via d’uscita dalla povertà e un percorso per un futuro promettente. 

Tuttavia, circa 265 milioni di bambini e adolescenti in tutto il mondo non hanno l'opportunità di iniziare o completare un percorso scolastico; 617 milioni di bambini e adolescenti non sanno leggere né hanno le basi fondamentali della matematica; meno del 40% delle ragazze nell'Africa sub-sahariana completa la scuola secondaria inferiore e circa quattro milioni di bambini e giovani rifugiati non vanno a scuola. Il loro diritto all'istruzione è stato violato.

Il 23 gennaio 2024 scorso, in occasione della Giornata Mondiale dell’Educazione UNICEF Italia presenta un report che ci esorta a riflettere: oltre 600 milioni di bambini in tutto il mondo non riescono a raggiungere i livelli minimi di competenza in lettura e matematica, anche se due terzi di loro frequentano una scuola. Per i bambini che non vanno a scuola, le competenze fondamentali in lettura e matematica sono ancora più lontane ed utopiche. L’istruzione inoltre è fondamentale per i bambini e per i giovani che subiscono situazioni sociali delicate o vivono in contesti di emergenza, poiché contribuisce a restituire loro un senso di normalità aiutando nel processo di superamento dei traumi.  Per quanto riguarda il nostro territorio nello specifico, pongo l’attenzione sulla dispersione scolastica e guardo con grande preoccupazione a quei giovani che oggigiorno hanno lasciato il percorso scolastico e non sono impegnati nel mondo del lavoro.

Una priorità, quella del ritorno all’istruzione intesa come educamento di una società civile, che necessita di tutte le nostre più puntuali attenzioni.

Concludo lasciandovi con una riflessione del visionario N. Mandela.
 

‘’ L’EDUCAZIONE È L’ARMA PIU’ POTENTE CHE SI POSSA UTILIZZARE PER CAMBIARE IL MONDO ‘’