DAMHOUDER, JODOCUS: Praxis rerum criminalium iconibus materiae, pulchrius quam unquam hactenus recognita
Seconda editione latina, riccamente illustrata (69 belle incisioni su legno a mezza pagina di Gérard de Jode – 13 in più rispetto all’edizione originale del 1556) di uno dei più noti manuali di diritto penale del rinascimento; grazie ad essa Damhouder, magistrato e funzionario, sotto Carlo V, dell’amministrazione finanziaria dei Paesi Bassi Spagnoli raggiunse una posizione di primo piano nella storia della criminalistica europea, probabilmente anche oltre i suoi meriti.
Com’è infatti noto, l’opera è di mano di Philipp Wielant presidente del Consiglio di Fiandra e giudice del Gran Consiglio di Mechelen/Malines, che lasciò manoscritte una Practycke criminele e una Practycke civile che, con annotazioni e aggiunte, vennero pubblicate, appunto dal Damhouder, nell’originale versione fiamminga e nelle traduzioni latina e francese, a partire dal 1554 e dal 1558; grazie alla fama raggiunta Damhouder viene poi chiamato a collaborare con Viglius van Aytta alla redazione delle Criminele Ordonnantien per i Paesi Bassi spagnoli del 1570.
Bibliografia: Brunet II, 479; Adams D15; Bibliotheca Belgica, t. II, p. 22; Funck, Le livre belge à gravures, p. 301. E.I. STRUBBE, Joos de Damhouder als criminalist, in Tijdschrift voor Rechtsgeschiedenis XXXVIII, 1970, 1-65; VAN CAENEGEM, Introduzione storica al diritto privato, 67-68. FIORELLI, La tortura giudiziaria nel diritto comune.
Raro (nessuna copia nelle biblioteche italiane) ed importante.
[www.lexantiqua.it]
Seconda editione latina, riccamente illustrata (69 belle incisioni su legno a mezza pagina di Gérard de Jode – 13 in più rispetto all’edizione originale del 1556) di uno dei più noti manuali di diritto penale del rinascimento; grazie ad essa Damhouder, magistrato e funzionario, sotto Carlo V, dell’amministrazione finanziaria dei Paesi Bassi Spagnoli raggiunse una posizione di primo piano nella storia della criminalistica europea, probabilmente anche oltre i suoi meriti.
Com’è infatti noto, l’opera è di mano di Philipp Wielant presidente del Consiglio di Fiandra e giudice del Gran Consiglio di Mechelen/Malines, che lasciò manoscritte una Practycke criminele e una Practycke civile che, con annotazioni e aggiunte, vennero pubblicate, appunto dal Damhouder, nell’originale versione fiamminga e nelle traduzioni latina e francese, a partire dal 1554 e dal 1558; grazie alla fama raggiunta Damhouder viene poi chiamato a collaborare con Viglius van Aytta alla redazione delle Criminele Ordonnantien per i Paesi Bassi spagnoli del 1570.
Bibliografia: Brunet II, 479; Adams D15; Bibliotheca Belgica, t. II, p. 22; Funck, Le livre belge à gravures, p. 301. E.I. STRUBBE, Joos de Damhouder als criminalist, in Tijdschrift voor Rechtsgeschiedenis XXXVIII, 1970, 1-65; VAN CAENEGEM, Introduzione storica al diritto privato, 67-68. FIORELLI, La tortura giudiziaria nel diritto comune.
Raro (nessuna copia nelle biblioteche italiane) ed importante.
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