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Dove finiranno le armi donate all’Ucraina: i timori e le certezze dell’Interpol

Dove finiranno le armi donate all’Ucraina
Dove finiranno le armi donate all’Ucraina

L’allarme lanciato l’11 marzo da Analisi Difesa circa il rischio che molte armi fornite dalle nazioni UE/NATO all’Ucraina possano finire nelle mani della malavita organizzata di Kiev, trafficanti senza scrupoli, milizie e gruppi terroristici ha trovato recentemente spazio anche su alcune testate statunitensi quali il Washington Post, come il nostro web-magazine ha segnalato il 17 maggio, e nei giorni scorsi autorevoli conferme dal vertice dell’Interpol.

Molte delle armi inviate in Ucraina finiranno per arrivare in mano ai criminali in Europa e altrove. È l’allarme lanciato dal segretario generale dell’Interpol, Juergen Stock (nella foto sotto) che ha sollecitato i Paesi a iniziare a esaminare i database sul monitoraggio degli armamenti, spiegando ai giornalisti che “l’elevata disponibilità di armi durante l’attuale conflitto comporterà la proliferazione di armi illecite nella fase successiva al conflitto”.

I gruppi criminali organizzati saranno potenziati dalla disponibilità di armi, ha avvertito. “I criminali sono già ora, qui mentre parliamo, concentrati su questo”, il suo monito.

“Questo accadrà, non ho dubbi… I criminali sono già ora, qui mentre parliamo, concentrati su questo”, ha detto Stark all’Associazione della stampa anglo-americana a Parigi.

“Anche le armi usate dai militari, le armi pesanti, saranno disponibili sul mercato criminale” – ha avvertito Stock –“i  criminali di cui sto parlando operano a livello globale, quindi queste armi verranno scambiate tra i continenti”.

Valutazioni e allarmi circa i rischi legati alle forniture di armi che purtroppo non sembrano trovare molta attenzione presso i vertici politici e istituzionali occidentali che cedono migliaia di sistemi d’arma sofisticati a una nazione in guerra senza nessun controllo sulla loro destinazione, che potrebbe collassare da un momento all’altro, ha il tasso di corruzione più elevato d’Europa e una malavita organizzata ben ramificata nei santuari del jihadismo in Caucaso e Medio Oriente.

Non è un caso che in alcuni ambienti stia trapelando l’interesse per missili anticarro e antiaerei arrivati in Ucraina da parte di organizzazione mediorientali pronte a pagare cifre rilevanti in contanti.

Stock ha aggiunto che il conflitto in Ucraina ha anche provocato un picco di “furti di fertilizzanti su larga scala e un aumento dei prodotti chimici per l’agricoltura contraffatti, poiché questi prodotti sono diventati sempre più preziosi”.

“L’aumento dei prezzi del carburante ha anche portato a un aumento dei furti di carburante in Europa e in altre regioni”, ha concluso.