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Furto della borsetta mentre si scaricano i bagagli dalla macchina: non c’è destrezza

destrezza
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Indice:

1. Introduzione

2. Il caso in esame: il presunto furto con destrezza

3. La decisione della Suprema Corte sul furto con destrezza

 

1. Introduzione

La Corte di Cassazione, con sentenza 30 ottobre 2019 n. 44332, ha stabilito che, in relazione al reato di furto, al fine di ritenere sussistente l’aggravante della destrezza di cui all’articolo 625, comma 1, n. 4, del Codice Penale, è necessario accertare la realizzazione da parte dell’agente di una condotta tale da attenuare o eludere la sorveglianza del detentore sul bene, non potendosi ritenere integrata l’aggravante in esame per aver agito approfittandosi di una situazione – non provocata dell’autore – di momentanea disattenzione o mancata vigilanza della persona offesa sulla cosa.

 

2. Il caso in esame: il presunto furto con destrezza

Nel caso di specie, i giudici di merito avevano accertato la penale responsabilità di un soggetto per il reato di furto aggravato dalla destrezza, di cui agli articoli 624, 625, comma 1, n. 4, del Codice Penale, per essersi impossessato di una borsetta che la persona offesa aveva lasciato all’interno della propria autovettura, mentre quest’ultima era intenta all’azione di scarico dei bagagli.

Avverso la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna, di conferma della pronuncia di primo grado, l’imputato, a mezzo del proprio difensore, proponeva ricorso per cassazione, lamentando violazione di legge, con riferimento all’applicazione della disposizione di cui all’art. 625, comma 1, n. 4, del Codice Penale, e contraddittorietà della motivazione, per aver ritenuto sussistente l’aggravante della destrezza, nonostante fosse stato accertato che l’azione delittuosa aveva potuto compiersi per disattenzione della vittima e mancata vigilanza della stessa sul bene sottratto.

 

3. La decisione della Suprema Corte sul furto con destrezza

Al fine di dare soluzione al quesito giuridico proposto nel ricorso, la Corte ha richiamato il principio di diritto enunciato nella pronuncia a Sezioni Unite intervenuta sul tema (sentenza 12 luglio 2017, n. 34090), secondo cui “in tema di furto, la circostanza aggravante della destrezza sussiste qualora l’agente abbia posto in essere, prima o durante l’impossessamento del bene mobile altrui, una condotta caratterizzata da particolari abilità, astuzia o avvedutezza ed idonea a sorprendere, attenuare o eludere la sorveglianza del detentore sulla res, non essendo invece sufficiente che egli si limiti ad approfittare di situazioni, non provocate, di disattenzione o di momentaneo allontanamento del detentore medesimo”.

In particolare, ha osservato la Corte, per ritenere sussistente l’aggravante della destrezza nel furto è necessario che la sorveglianza del detentore sul bene sia stata attenuata o elusa da un’azione dell’agente. Diversamente, non sussiste l’aggravante in esame in caso di mero approfittamento di una favorevole situazione di disattenzione della vittima, non provocata dall’agente stesso.

I giudici di legittimità hanno rilevato come dalla ricostruzione del fatto, così come accertato nei precedenti due gradi di giudizio, l’imputato avesse posto in essere la condotta furtiva approfittando di un momento di disattenzione della vittima, la quale, occupata a scaricare i bagagli dall’autovettura, aveva momentaneamente abbandonato la borsetta all’interno dell’auto.

Ritenendo non integrata l’aggravante de quo, la Cassazione ha rilevato l’assenza di una condizione di procedibilità dell’azione penale, non essendo stata sporta querela da parte della persona offesa.

Pertanto, rilevata la condizione di improcedibilità, la Corte di Cassazione ha disposto l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.