Garante Privacy: richiesta a google di modifiche al sistema di ricerca
La richiesta del Garante è stata originata nel caso di specie dal caso di una cittadina italiana che, utilizzando il motore di ricerca, riscontrava la prevalente presenza di informazioni su un procedimento penale avviato nei propri confronti per reati per i quali era stata assolta. "Malgrado alcuni siti web avessero aggiornato o rimosso le informazioni, le notizie sulla sua responsabilità penale prevalevano nei risultati delle ricerche in Internet. L’interessata aveva quindi chiesto a Google Italia di intervenire sulle numerose copie cache e sui diversi abstract formati da Google, che continuavano a dare un’immagine falsata della realtà rispetto a quella corretta presente nei siti web da dove il motore avevano "pescato" le notizie. Google Italia aveva rappresentato l’impossibilità di intervenire autonomamente sui server sui quali può operare solo la casa madre negli Usa".
In sostanza il Garante ha chiesto a Google America, per la quale nel caso esaminato non sono applicabili le norme europee, di impegnarsi comunque in una fattiva collaborazione affinché gli utenti italiani vengano tutelati e venga consentito loro un più facile aggiornamento delle informazioni presenti nel motore di ricerca. Per quanto il sistema adottato da Google già permetta ad un sito di eliminare collegamenti obsoleti e indirizzi web non più esistenti, esso non risulta ancora sufficientemente adeguato a garantire alle persone il cosiddetto "diritto all’oblio". Il responsabile privacy di Google Europa ha già espresso la sua disponibilità ad un incontro presso il Garante che si svolgerà nei primi giorni di maggio.
(Garante per la protezione dei dati personali, Comunicato stampa 13 aprile 2006: Internet: motori di ricerca, il Garante chiede a Google america più tutele per gli utenti).
La richiesta del Garante è stata originata nel caso di specie dal caso di una cittadina italiana che, utilizzando il motore di ricerca, riscontrava la prevalente presenza di informazioni su un procedimento penale avviato nei propri confronti per reati per i quali era stata assolta. "Malgrado alcuni siti web avessero aggiornato o rimosso le informazioni, le notizie sulla sua responsabilità penale prevalevano nei risultati delle ricerche in Internet. L’interessata aveva quindi chiesto a Google Italia di intervenire sulle numerose copie cache e sui diversi abstract formati da Google, che continuavano a dare un’immagine falsata della realtà rispetto a quella corretta presente nei siti web da dove il motore avevano "pescato" le notizie. Google Italia aveva rappresentato l’impossibilità di intervenire autonomamente sui server sui quali può operare solo la casa madre negli Usa".
In sostanza il Garante ha chiesto a Google America, per la quale nel caso esaminato non sono applicabili le norme europee, di impegnarsi comunque in una fattiva collaborazione affinché gli utenti italiani vengano tutelati e venga consentito loro un più facile aggiornamento delle informazioni presenti nel motore di ricerca. Per quanto il sistema adottato da Google già permetta ad un sito di eliminare collegamenti obsoleti e indirizzi web non più esistenti, esso non risulta ancora sufficientemente adeguato a garantire alle persone il cosiddetto "diritto all’oblio". Il responsabile privacy di Google Europa ha già espresso la sua disponibilità ad un incontro presso il Garante che si svolgerà nei primi giorni di maggio.
(Garante per la protezione dei dati personali, Comunicato stampa 13 aprile 2006: Internet: motori di ricerca, il Garante chiede a Google america più tutele per gli utenti).