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Il diritto delle piccole cose: nota a Cass. pen., Sez. VII, sentenza n. 23198/2021, udienza del 19 maggio 2021

The law of small things: note to Court of Cassation, seventh criminal division, sentence no. 23198/2021, hearing of May 19, 2021
H2O - Carmen Cortés Cañagueral
H2O - Carmen Cortés Cañagueral

Abstract

L’autore commenta criticamente una decisione della Corte di cassazione che ha dichiarato manifestamente infondato un ricorso solo perché fondato su una tesi minoritaria.

The author critically comments on a decision of the Court of Cassation which declared an appeal manifestly unfounded only because it is based on a minority thesis.

 

Sommario

1. Introduzione

2. Questione giuridica

3. Sentenza

4. Commento

5. Per finire

 

1. Introduction

2. Legal question

3. Judgment

4. Comment

5. Finally

 

1. Introduzione

Nel 1997 la scrittrice e attivista indiana Arundhati Roy pubblicò Il dio delle piccole cose[1].

Il libro diventò un caso editoriale, vendette un numero sbalorditivo di copie e fruttò all’autrice il premio letterario Booker Price, per il miglior testo in lingua inglese del 1997.

Tra le tante recensioni avute dall’opera, ci fu Arundhati Roy, il libro della vita di Antonio Stanca, reperibile a questo link.

Ne riporto un passaggio significativo: “le situazioni, le persone presentate tendono ad assumere il significato di segni, simboli di un destino ad esse preesistente e da esse indipendente, divengono gli attori di un dramma che le supera, si trasformano nelle “piccole cose” di un universo composto da “grandi, imperscrutabili e impenetrabili cose”. Gli eventi narrati risultano perennemente divisi tra una dimensione reale, concreta ed una ideale, astratta che li percorre, li sovrasta rimanendo loro invisibile, inattingibile, identificandosi con essi e, tuttavia, lasciando supporre che avrebbero potuto avere altro corso. È l’idea delle infinite possibilità che la vita ha per mostrarsi, degli immensi aspetti che può assumere una vicenda, delle incalcolabili soluzioni che può avere ed è anche la constatazione che tra tanto ben poco spetta all’uomo, solo quel che vive, che gli accade, solo quanto il caso gli procura. Una serie di casi esterni alla volontà umana è la vita per la Roy, una condizione sempre possibile di modifiche poiché segue le linee di un progetto ad essa lontano ed oscuro. “È vero, le cose possono cambiare in un giorno”.

Persone assimilate a piccole cose che si agitano in un universo imperscrutabile che le sovrasta e nel quale sono ugualmente possibili stagnazioni e cambiamenti.

L’idea di fondo del libro mi suggerisce un’assonanza con la ben diversa situazione di chi, chiamato a rispondere di un’accusa e provando a contrastarla, entra in un universo simile a quello immaginato dalla Roy.

Su questa premessa, parlerò di una sentenza emessa l’anno scorso da una sezione penale della Corte di cassazione.

Piccola la vicenda di cui si è occupata la Corte, piccola l’attenzione che le ha riservato, piccola la decisione che l’ha conclusa.

 

2. Questione giuridica

Una donna è stata ritenuta responsabile in primo grado del delitto di bancarotta fraudolenta documentale e condannata ad una pena detentiva e alle pene accessorie fallimentari per la durata di dieci anni.

La decisione è stata confermata integralmente dalla Corte di appello competente.

Il difensore dell’interessata ha fatto ricorso per cassazione deducendo violazione di legge e vizi di motivazione derivanti dalla determinazione in misura fissa della durata delle pene accessorie.

 

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[1] L’edizione italiana si deve a Guanda, nella collana Narratori della Fenice, con la traduzione di Chiara Gabutti.