Il mercato dell’ arte e i nuovi investitori in tempi di crisi
Il mercato dell’ arte e i nuovi investitori in tempi di crisi
Filodiritto ospita, nella rubrica Mondovisione a cura di Angelo Lucarella, l’intervento della network creator di arte moderna contemporanea ed esperta del settore Dott.ssa Priscilla Tirabassi.
“Per anni siamo stati abituati a pensare al mercato dell’arte come un qualcosa di inarrivabile, destinato solamente a una cerchia ristretta di persone, benestanti ed istruite. Ma il momento di incertezza sociale, politica ed economica, con una guerra che dilaga nel cuore dell’Europa, ha portato anche la classe media ad avvicinarsi al mercato dell’arte che, a differenza di altri (quali quello dell’oro, il mercato immobiliare o quello della compravendita di titoli) non conosce barriere e confini.
L’ arte rimane l’unico bene non suscettibile alle decisioni politico-economiche mondiali. Un investimento estremamente privato, a lungo termine, con un margine d’investimento versatile. L’unico in grado di resistere alla tempesta che è in atto, sia mantenendo la propria quotazione stabile nel tempo e consentendo in questo modo di garantire il capitale, sia beneficiando di una tassazione agevolata. Addirittura è da considerare che nel massimo di tre vendite l’anno gli investitori possono godere di un impatto fiscale tendente al parametro zero.
Le tendenze d’investimento consigliate rimangono sempre gli artisti conosciuti i quali, nel corso degli anni, possono registrare un incremento significativo della quotazione di mercato permettendo, di fatto, di realizzare un maggior profitto al momento della vendita.
Anche il settore della moda, da anni sta guardando con interesse al mondo dell’ arte: ne sono esempi i casi di Fondazione Prada a Milano e di Fondazione Louis Vuitton a Parigi che così stanno facendo maturare una identificazione-brand con uno status non solo sociale ma anche culturale.
Con la siccità che, in ordine di tempo, è solo l’ultima delle emergenze che la comunità internazionale è chiamata a fronteggiare, la pandemia e la guerra, le persone avvertono un bisogno pressante di potersi sentire al sicuro, almeno per quanto riguarda i propri investimenti. Non è certo questo il momento in cui rischiare in investimenti azzardati. Ecco perché la scelta più sicura e vincente risulta, senza dubbio, quella del mercato dell’arte.
Un mercato in cui, fino ad oggi, la maggior parte delle persone ha svolto un ruolo passivo, salvo alcune eccezioni legate al mondo “dell’arte digitale”.
La vera sfida per gli stakeholder sarà dunque quella di riuscire ad avvicinare clienti piccoli e medio-spendenti al mercato dell’arte tradizionale”.