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Il presunto genocidio dei russofoni in Ucraina

Una verità storica o una bufala inventata dal regime?
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Il presunto genocidio dei russofoni in Ucraina

Come sappiamo, uno dei motivi che avrebbero spinto Putin ad invadere l’Ucraina sarebbe il presunto genocidio perpetrato, a partire dal 2014, alle popolazioni residenti in Ucraina russofone, sterminate, stuprate e torturate per otto anni.

Questo genocidio sarebbe alla base dell’intervento armato, nonostante non vi siano prove ufficiali sia mai avvenuto.

Lo stesso Vladimir Putin, nella sua dichiarazione di guerra all'Ucraina, ha dichiarato di voler “smilitarizzare e denazificare” l’Ucraina, inviando l’esercito per proteggere “le persone che sono state oggetto di bullismo e genocidio da parte del regime di Kiev per otto anni” e per “assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili” nelle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, appena riconosciute dal Cremlino. Il riferimento è alle formazioni politiche e paramilitari di estrema destra che si sono moltiplicate e rafforzate nel Paese ex-sovietico dalla sua indipendenza dall’Unione sovietica nel 1991

Difatti, come riferisce il sito Professione Reporter nell’articolo comparso il giorno 7 marzo scorso dal titolo “Ucraina, le dieci bufale russe: il genocidio, il nazismo, l’asilo bombardato nel Lugansk”, tra le falsità mai provate ci sarebbe proprio il genocidio ucraino ai danni sei russofoni.

“La Corte Penale Internazionale, l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa hanno tutte riferito di non avere mai trovato prove di un presunto genocidio nel Donbas, la regione dell’Ucraina orientale in parte occupata dai separatisti sostenuti dalla Russia dal 2014. Nel 2021, un rapporto dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha accusato le autorità delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk di aver compiuto vari abusi, tra cui gravi restrizioni alla libertà di movimento, l’imposizione della cittadinanza russa, il divieto per gli esperti di visitare detenuti e arresti arbitrari. Allo stesso tempo, le Nazioni Unite hanno denunciato tre casi di detenzione arbitraria e maltrattamenti perpetrati dall’Sbu (i servizi segreti ucraini) e 13 casi simili nelle repubbliche autoproclamate. Un rapporto del 2016 della Corte Penale Internazionale ha rilevato che gli atti di violenza presumibilmente commessi dalle autorità ucraine nel 2013 e nel 2014 potrebbero costituire un “attacco contro una popolazione civile”. Tuttavia, il rapporto ha anche affermato che “le informazioni disponibili non hanno fornito una base ragionevole per ritenere che l’attacco fosse sistematico o diffuso”.

Sulla base di quanto sopra, pare difficile, allo stato, parlare di genocidio. Certo, comportamenti ostili tra le parti sono innegabili e comprovati dai rapporti citati.


Presunto genocidio in Ucraina: le parole del generale russo catturato

Di falso genocidio ha parlato anche il tenente colonnello della guardia nazionale russa Astakhov Dmitry Mikhailovich, catturato insieme ad altri due soldati, il quale ha svelato un insieme di bugie a loro raccontate dai superiori rispetto all’Ucraina, che a detta loro era governata da un regime fascista e che nazionalisti e nazisti avevano preso il potere.

Il militare, in un video pubblicato qualche giorno fa, ha chiesto profondamente scusa all’Ucraina.

 "Mi vergogno che siamo venuti in questo paese", ha detto il tenente colonnello. “Non so perché lo stavamo facendo. Sapevamo molto poco. Abbiamo portato dolore in questa terra”.

Il militare ha aggiunto: "Ribellatevi al vostro comandante. Ma questo è un genocidio", ha dichiarato. “La Russia non può vincere in Ucraina, anche se arrivassimo fino alla fine. Possiamo invadere il territorio ma non possiamo invadere le persone”.

Per correttezza segnaliamo che il video è stato criticato fortemente, e le autorità ucraine condannate per aver ridicolizzato un prigioniero di guerra, in sfregio delle convenzioni in vigore.


Presunto genocidio in Ucraina: le origini

Ma da dove nasce lo scontro tra Ucraina e Russia?

Per rispondere a questa domanda, prendiamo in prestito le parole dell’articolo comparso su Gariwo.net, dal titolo “Holodomor”.

Holodomor è il nome con il quale si designa il genocidio per fame di oltre 6 milioni di persone, perpetrato dal regime sovietico, a danno della popolazione ucraina negli anni 1932 – 1933. Gli ucraini subirono una terribile punizione, perché accusati di contestare il sistema della proprietà collettiva. Tutte le risorse agricole furono requisite e la popolazione affamata. Un quarto della popolazione rurale, uomini, donne e bambini, fu così sterminata per fame. I cadaveri giacevano per strada senza che i parenti, anch'essi ormai in fin di vita, avessero la forza di seppellirli. La carestia determinò, insieme all'annientamento dei contadini, lo sterminio delle élites culturali, religiose e intellettuali ucraine, tutte categorie considerate "nemiche del socialismo”.

La "Grande Carestia" (Holodomor in ucraino significa "infliggere la morte mediante la fame"), organizzata intenzionalmente dal regime sovietico, colpì l'Ucraina negli anni 1932-1933. Secondo i dati dei ricercatori, le regioni più colpite dalla carestia sono state: l'attuale regione di Poltava, la regione di Sumy, la regione di Kharkiv, la regione di Cherkasy, la regione di Kyiv, la regione di Zhytomyr, con il 52,8% delle vittime. In realtà Holodomor si estese a tutto il Centro, Sud, Est e Nord dell’Uc.

Ucraina
La bandiera Ucraina

Secondo gli storici è indubbio che l'Holodomor sia stato un atto di genocidio, risultato delle decisioni politiche del regime totalitario di Stalin per schiacciare il popolo ucraino. Ultimamente l'Ucraina ha reso noti numerosi documenti tratti dagli archivi dell'ex KGB, i quali hanno rivelato gli obiettivi e i meccanismi operativi della politica che ha portato alla morte di milioni di ucraini. In diversi Paesi del mondo sono state svolte ricerche e sono stati pubblicati materiali di archivio in Gran Bretagna, Italia, Francia etc. Essi testimoniano che, nel caso dell'Ucraina e delle regioni limitrofe, la fame è stata provocata premeditatamente.

Per quanto concerne il discorso sulle formazioni neo naziste in Ucraina, la più terribile è da ricondursi al battaglione Azov. Questo corpo nacque nel maggio 2014 a Mariupol per opera di Andriy Biletsky, un militare noto con l’appellativo di “Führer bianco” e sostenitore della purezza razziale della nazione ucraina.

"Si trattava inizialmente di una milizia irregolare composta da ultras neonazisti che combattevano contro i ribelli ucraini filorussi, macchiandosi secondo diverse fonti (tra cui Amnesty international e l’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) di numerose atrocità anche contro la popolazione civile, tanto nel settore di Mariupol quanto negli oblast orientali, da Kharkiv a Lugansk". (fonte: Europatoday.it)

Adesso la Brigata Azov, formata  da 1.260 membri effettivi, è un reggimento di forze speciali e viene addestrato da istruttori Nato, ma ha mantenuto le insegne che ricalcano gli emblemi delle Ss naziste sopra al cosiddetto sole nero, un altro simbolo caro a Hitler. Ma ulteriori prove di atti di genocidio contro i russofoni non ci sono.

Insomma, l’unica prova di genocidio, allo stato, pare essere quello Russo perpetrato ai danni dell’Ucraina 90 anni fa.