x

x

La copertina del disco di Roger Waters e il linguaggio degli “omissis”

La copertina del disco di Roger Waters e il linguaggio degli “omissis”
La copertina del disco di Roger Waters e il linguaggio degli “omissis”

Il diritto d’autore tutela solo il modo in cui un’idea viene espressa, vale a dire la forma esterna, cioè quell’elemento immediatamente percepibile ed esteriorizzato attraverso una delle modalità esemplificativamente elencate negli articoli 1 e 2 della Legge n. 633 del 1941. Il diritto d’autore, quindi, non tutela le idee in quanto tali o le informazioni, le conoscenze di dominio pubblico, appartenenti al sapere collettivo rispetto alle quali non può essere rivendicata alcuna privativa industrialistica o autorale; il diritto d’autore protegge la manifestazione concreta della creatività.

Il concetto giuridico di “creatività” non coincide con quelli di creazione, originalità e novità assoluta, ma si riferisce alla personale ed individuale espressione di un’oggettività appartenente alle categorie elencate, in via esemplificativa, nella Legge n. 633 del 1941, articolo 1, di modo che, affinché un’opera dell’ingegno riceva protezione a norma di detta legge, è sufficiente la sussistenza di un "atto creativo", seppur minimo, suscettibile di estrinsecazione nel mondo esteriore. Da ciò discende che la creatività non può essere esclusa soltanto perché l’opera consista in idee e nozioni semplici, comprese nel patrimonio intellettuale di persone aventi esperienza nella materia.

Sono questi i principi indiscussi in materia autorale che ritroviamo evocati anche nell’ordinanza resa dal Tribunale di Milano il 25 luglio scorso sul noto caso dell’artista Emilio Isgrò contro la Major Sony Music S.p.A. (distributrice in Italia dell’album di Roger Waters), provvedimento, reclamabile entro il termine di quindici giorni, che ha definito un giudizio cautelare, laddove nonostante la sommarietà del procedimento è comunque richiesta la prova delle ragioni per cui viene invocata una pronuncia d’urgenza (periculum in mora) oltre alla probabile sussistenza del diritto vantato (fumus boni iuris). La specialità del procedimento non va sottovalutata, sia per la composizione dell’organo giudicante (monocratico anziché collegiale) sia per l’istruttoria, ridotta rispetto ad giudizio ordinario, in cui le allegazioni agli atti difensivi principali acquistano fondamentale rilevanza.

Il tema di indagine affrontato dalla Sezione Specializzata in materia di Impresa del Tribunale di Milano è sicuramente complesso, anche semplicemente rispetto all’individuazione dell’oggetto della tutela che il Tribunale, attribuendo preminente rilievo all’elemento grafico della cancellatura, assoggetta a quelle indicate nel punto 4 dell’articolo 2 Legge n. 633 del 1941 (“le opere della scultura, della pittura, dell’arte del disegno, della incisione e delle arti figurative similari, compresa la scenografia”), ma avrebbero potuto essere ricomprese tra le opere letterarie.

Secondo il Giudice di Milano la protezione autorale ricade sulle “linee nere, tracciate in modo irregolare, che lasciano trasparire alcuni segni grafici sottostanti e mettono in evidenza le residue parole risparmiate dalle cancellature mediante linee nere”, è questo, quindi, per il Tribunale l’oggetto a cui è riconosciuta protezione autorale, un unicum che non riguarda l’atto del cancellare ma l’espressione individuale e artistica di Emilio Isgrò che abbraccia una serie di riproduzioni del medesimo. Una creatività peraltro qualificata, per effetto dei numerosi riconoscimenti da parte dei critici dell’arte di cui il Tribunale, mutuando l’orientamento oramai consolidato in tema di industrial design, non può che prendere atto e dare adeguata rilevanza.

La circostanza che ci sia un “precedente”, il “Poeme Optique” dell’artista Man Ray (uno dei padri del Dadaismo), poesia contraddistinta da versi cancellati, non ha alcuna capacità di annacquare l’atto creativo e la novità delle realizzazioni di Emilio Isgrò, trattandosi di una elaborazione creativa a cui il nostro ordinamento riconosce autonoma tutela. Non sono difatti elaborazioni ma a loro volta creazioni originarie quelle che traggono semplicemente ispirazione da un’altra opera o che comunque riprendono dall’opera precedente elementi non espressivi (in questo caso gli omissis), oltretutto, nel caso di specie, dal raffronto delle due creazioni emerge una netta discrepanza: la regolarità e la continuità delle cancellature del poeta Ray senza possibilità che possa trasparire alcun segno grafico e l’irregolarità delle cancellature dell’artista Isgrò in cui vengono lasciate in evidenza altre parole collocate tra le linee nere delle cancellature. Elaborazione, quella che eventualmente avrebbe operato Isgrò, in grado di sviluppare l’idea della cancellatura (che in quanto tale non è protetta) con una diversa forma esterna (ed interna) rispetto a quanto in precedenza era stato creato dall’artista Ray.

La valutazione comparativa tra le opere di Isgrò e la copertina dell’album musicale di Roger Waters consente per il Giudice del Tribunale di Milano di ravvisare una coincidenza espressiva: la forma (esterna) dell’opera è dunque la stessa. Nell’uno e nell’altro caso le cancellature lasciano trasparire una parte dei segni grafici che si è inteso eliminare, lasciando nel contempo visibili alcune parole risparmiate dalle cancellature. La coincidenza rispetto alla forma dell’opera di Isgrò sarebbe pertanto completa.

Non si tratterebbe in questo caso di un’eventuale ispirazione e quindi elaborazione creativa che, in quanto tale, sarebbe nuova, perché la sequenza dei segni scelti, pur variando la disposizione e la tecnica utilizzata per ottenere il risultato visivo, è la medesima scelta da Isgrò.

Ritenere, a mio avviso, che la cancellatura sia lo sfondo/il supporto materiale in grado di far emergere i titoli delle canzoni come se fossero delle etichette in cui sono impresse le parole che compongono ciascun titolo, è sicuramente una lettura suggestiva ma l’impressione generata (anche per un pubblico esperto), raffrontando entrambe le opere non cambia e, comunque, potrebbe trattarsi di un’elaborazione dell’opera principale che avrebbe reso necessaria l’autorizzazione da parte del suo autore.

Quello che potrebbe essere stato trascurato è se effettivamente l’unico precedente nell’arte della cancellatura sia l’opera di Man Ray: ritrovare nuove e anteriori espressioni artistiche (come il “Canto notturno del pesce” del poeta tedesco Morgenstern a cui il poeta Ray aveva dichiarato di essersi ispirato) potrebbe consentire di declinare la cancellatura anziché in opera dell’intelletto in una forma di linguaggio/segmento della comunicazione (non necessariamente verbale), una sorta di distruzione e ricostruzione della lingua scritta che, in quanto tale, sarebbe incapace di essere soggetto a privativa autorale, trattandosi di sapere collettivo e, come tale, destinato a non essere appropriabile e, a poter essere utilizzato anche per finalità commerciali da parte del suo utilizzatore

Seguendo questa interpretazione, sarebbe la stessa forma esterna dell’opera a non poter essere compiutamente individuata o meglio a presentare una serie di variabili che se organizzate in modo autonomo potrebbero dare origine ad opere distinte (come il rapporto tra le singole note e la musica).

Inevitabilmente si introdurrebbe una variabile che potrebbe portare a conclusioni differenti e soprattutto indipendenti dalla commercializzazione dell’album di Roger Waters.