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La “Roadmap for Reopening” dell’Irlanda post Covid-19

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Indice:

1. L’Irlanda nell’emergenza sanitaria

2. Roadmap for Reopening

3. Le misure in supporto dei lavoratori

4. I finanziamenti alle imprese

5. Conclusioni

 

1. L’Irlanda nell’emergenza sanitaria

L’Irlanda riparte con una Roadmap for Reopening a fronte dell’emergenza Covid-19, che prevede 5 fasi di riapertura (la prima a maggio, l’ultima ad agosto) e che non lascia nulla al caso o all’interpretazione.

Nel Paese ci sono al momento 22.996 casi di Covid-19 accertati su una popolazione di 4,7 milioni di abitanti, con un numero di decessi davvero molto contenuto, 1.458 in tutto – forse dovuto anche al fatto che l’Irlanda ha la popolazione più giovane d’Europa, dove l’età media è 36 anni.

Questo certo non è un merito, ma una situazione di fatto preesistente alla pandemia.

Il merito però c’è, e va riconosciuto al governo irlandese, che ancora una volta ha parlato alla popolazione in modo chiaro e semplice, facendo scelte strategiche, efficaci e lungimiranti per la tutela dei cittadini e la ripresa dell’economia.

 

2. Roadmap for Reopening

La Roadmap è stata ufficialmente comunicata dal governo irlandese il 3 maggio scorso.

È chiaramente espresso nel documento che le misure messe in campo assicureranno timely, targeted and temporary support – quindi un supporto tempestivo, ad hoc e di durata determinata, a favore di lavoratori e imprese.

Le tappe della riapertura riguardano “society and business” quindi praticamente tutto, dalla vita sociale alle attività imprenditoriali, con previsione di possibili aggiornamenti ogni 3 settimane.

La Fase 1 va dal 18 maggio all’8 giugno e prevede che ci si possa incontrare in gruppi di massimo 4 persone che non abbiano vincoli di parentela, mantenendo il distanziamento sociale. Le scuole sono aperte, solo per i docenti e il personale, per consentire l’erogazione delle lezioni online dalle strutture scolastiche.

Sono consentiti anche i servizi di assistenza a casa per disabili, malati gravi, anziani inclusi i casi accertati di Covid-19, ovviamente in questo caso con l’adozione delle misure di protezione adeguate per il personale medico e gli operatori sanitari.

È consentito il ritorno al lavoro per tutti gli outdoor workers – giardinieri, agricoltori, operai in cantiere. Per il lavoro in ufficio invece si chiede di mantenere il remote working quando e dove possibile.

Riaprono tutte le attività retail in spazi aperti, come ad esempio i mercati. Molti negozi mantengono l’apertura già consentita loro durante la fase precedente, come nel caso di negozi di articoli per la casa, ferramenta, assistenza e vendita prodotti di telefonia e informatica, prodotti per uffici, ottici, carrozzieri e altri, fermo restando il rispetto delle norme di distanziamento sociale e igiene attraverso l’utilizzo di gel disinfettante e guanti.

Sono consentiti gli sport all’aperto e le gite presso attrazioni turistiche o in luoghi aperti (boschi, colline, spiagge) dove possa essere mantenuto il distanziamento sociale.

Nel corso delle Fasi 2 (dall’8 al 29 giugno) e 3 (dal 29 giugno al 20 luglio) riapriranno le attività sportive al chiuso (palestre, piscine) e, nella Fase 4 (dal 20 luglio al 10 agosto) apriranno di nuovo ristoranti, caffè (al momento è attivo il servizio da asporto), pub, teatri, giochi sportivi negli stadi, dove l’afflusso degli spettatori sarà limitato in modo da rispettare le norme di distanziamento sociale.

È evidente che i numeri della pandemia in Irlanda, soprattutto rispetto ai decessi, non sono quelli italiani, però è altrettanto evidente il messaggio che il governo irlandese ha voluto dare alla popolazione con una Roadmap che traccia linee precise per gli step di ripresa della vita sociale e del lavoro.

L’effetto di questo messaggio è che nessuno è confuso su cosa può o non può fare, e ciascun cittadino sa con buon margine di certezza quale sarà la propria vita personale e lavorativa nei prossimi mesi.

 

3. Le misure in supporto dei lavoratori

Ecco una sintesi delle misure messe in campo dal governo irlandese per sostenere lavoratori, liberi professionisti, persone fisiche in generale:

  • Temporary Wage Subsidy Scheme: prevede che a far data dal 26 marzo 2020 per 12 settimane, l’impresa richiedente riceverà un contributo di € 410 a settimana per ciascun lavoratore che non sarà sospeso o impiegato con un orario di lavoro ridotto. Questa misura è cumulabile con altre indennità o pensioni già percepite dal lavoratore e serve a fare in modo che le imprese mantengano l’impiego ai propri dipendenti.

L’azienda anticipa il contributo al lavoratore e ottiene il rimborso dei 410 euro settimanalmente con accredito diretto, senza passare da enti previdenziali/assistenziali.

  • Pandemic Unemployment Payment: prevede un contributo di € 310 a settimana fino all’8 giugno per coloro che hanno perso il lavoro in data 13 marzo o nei giorni immediatamente precedenti, o che sono stati sospesi dall’attività lavorativa a causa dell’emergenza sanitaria. A questi soggetti sono equiparati anche i lavoratori autonomi (self-employed).
  •  Illness benefit: coloro che si sono ammalati di Covid-19 e hanno meno di 66 anni, riceveranno un contributo di € 350 a settimana per un periodo massimo di 2 anni.

 

4. I finanziamenti alle imprese

Le misure messe in campo per le imprese vogliono aiutare principalmente le SME (Small Medium Enterprises) nel fare fronte ai problemi di liquidità.

I finanziamenti stanziati sono di 650 milioni di Euro complessivi.

I finanziamenti saranno veicolati alle SME attraverso la Strategic Banking Corporation of Ireland (SBCI) e concessi senza garanzia (unsecured) fino a € 500.000,00, con tasso di interesse massimo al 4-4.5%. Nei primi mesi potranno essere ripagati solo gli interessi e non il capitale.

Inoltre le SME potranno beneficiare di un contributo a fondo perduto (grant) di € 2.500,00 col quale finanziare una società di consulenza che sviluppi un piano di business per garantire continuità all’impresa (Business Continuity Voucher).

Per le c.d. microenterprises (fino a 10 dipendenti) i prestiti fino a € 50.000,00 avranno le stesse agevolazioni sopra menzionate.

Per le piccole imprese che operano nel settore retail è previsto anche un Trading Online Voucher Scheme, che consiste in contributi a fondo perduto di 2.500,00 ciascuno (è possibile ottenerne diversi, in sequenza) per realizzare rapidamente un sito che consenta di spostare le vendite online, viste le difficoltà di riapertura dei piccoli negozi a causa all’emergenza sanitaria. Lo stanziamento globale di questi fondi è di circa 5.6 milioni di Euro.

Inoltre il governo irlandese ha istituito il Sustaining Enterprise Fund a favore  di aziende manifatturiere e di servizi con più di 10 dipendenti, che operano nel mercato internazionale. Qualora le azioni di finanziamento attraverso SBCI siano già state esperite, questo fondo prevede in sostanza degli aiuti di Stato, concessi nel rispetto della normativa dell’UE, fino a un massimo di € 800.000,00 per ciascuna impresa.

 

5. Conclusioni

Per quanto i numeri di una piccola isola come l’Irlanda possano sembrarci modesti, la visione del governo è lungimirante e di ampia portata.

I cittadini hanno accesso a tutte le informazioni, veicolate in modo semplice e diretto attraverso i siti del governo e di citizen information.

Le imprese che anticipano ai lavoratori importi finanziati dallo Stato, ottengono il rimborso diretto nel giro di pochi giorni, senza il tramite di organi previdenziali e assistenziali.

L’accesso ai propri diritti non è filtrato da un’inutile e costosa burocrazia e questo non accade per via del numero contenuto di abitanti, ma per mentalità, e per un rapporto di fiducia e trasparenza tra il governo e la popolazione.