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Le parafilie

Abstract:

Il presente articolo vuole essere un modesto contributo alla presentazione, definizione e comprensione di uno dei fenomeni più scottanti dello scibile criminologico in particolare e dell’unverso scientifico in generale: le parafilie o perversioni sessuali.

Quelle che comunemente sono denominate perversioni sessuali (dal latino perversio = rovesciamento, inversione) e che si riferiscono ad una degenerazione degli istinti sessuali, con terminologia medica, psichiatrica ed, in special modo, criminologica, sono definite parafilie.

Con il termine parafilia si intende, in un’accezione scientifica ben precisa, ogni comportamento abnorme avente come caratteristica centrale la messa in atto di fantasie sessuali distorte rispetto agli schemi ed agli standards abituali da un punto di vista biologico e naturalistico.

Va rimarcato che i soggetti affetti da parafilia (soggetti parafilici) possono essere pervasi in modo sistematico da questi disturbi, i quali invadono la loro psiche fino a condizionare pesantemente la loro vita di relazione soprattutto di tipo sessuale oppure possono essere investiti soltanto occasionalmente da queste fantasie, riuscendo a condurre un’esistenza in condizioni apparentemente normali.

Molto spesso questi individui sono affetti in modo cumulativo da più parafilie.

Al riguardo del termine perversione è utile produrre una precisazione lessicale e semantica sull’esatto significato della parola, dal momento che non è affatto vera l’equazione perversione = anomalia sessuale.

Infatti, nel  contesto in questione è più corretto parlare di soggetti pervertiti, visto che l’individuo perverso può esserlo anche in correlazione ad altri istinti della vita e non in riferimento a quello sessuale (ad esempio perversione dell’istinto di nutrizione).

Tra l’altro è interessante riportare un’appropriata classificazione di quelle che vengono definite psicopatie sessuali, elaborata dallo studioso Krafft-Ebing:

a)     Paradossia = manifestazione di stimolo e desiderio sessuale al di fuori del contesto della normale attività libidica e fisiologica;

b)     Anestesia= assenza di stimolo sessuale;

c)     Iperestesia= stimolo sessuale abnorme;

d)    Parestesia= deviazione dello stimolo sessuale.

Al di là di questa interessante tassonomia, non pare da condividere l’assunto di base dello stesso autore, il quale  - con un’impostazione ideologico -dottrinaria dall’amaro sapore di fondamentalismo ed oltranzismo religioso di stampo medioevale - ritiene perversa ogni attività sessuale non finalizzata alla fisiologia biologica dell’individuo e cioè alla riproduzione.

Maggiormente interessante è la ripartizione di Krafft-Ebing che divide le perversioni (parafilie) in due grandi gruppi: il primo dove è perverso lo scopo dell’azione; il secondo dove ad essere perverso è l’oggetto e conseguentemente l’azione.

In modo molto più tecnico il DSM IV (Il Manuale internazionale dei disturbi mentali) codifica le parafilie come fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti sessualmente, con i seguenti connotati::

-         Riguardano soggetti inanimati;

-         Prevedono la sofferenza o l’umiliazione di se stessi o del partner;

-         Coinvolgono bambini o altre persone non consenzienti;

-         La durata è di almeno 6 mesi.

In linea generale, le più comuni forme di parafilia sono le seguenti:

 -         Feticismo: forma di perversione sessuale nella quale il soddisfacimento è legato ad una sorta di “culto” di parti del corpo, di capi di vestiario o in generale di indumenti dell’altro sesso (molto spesso anche soltanto ad un tipo di tessuto); questi oggetti divengono per il parafilico autentici feticci. La più diffusa forma di feticismo è quella legata ai piedi.

-         Travestitismo: disturbo per il quale il soggetto ama vestirsi con abiti del sesso opposto (di solito uomini vestiti da donna). E’ un tipico disturbo psico-sessuale.

-         Esibizionismo: forma di parafilia, per la quale chi ne è affetto ama ostentare le proprie parti intime soprattutto in presenza di bambini ed adolescenti (maggiormente di sesso femminile).

-         Voyeurismo: osservazione nascosta di contesti erotici al fine di ricavarne eccitazione e gratificazione sessuale.

-         Pedofilia: è la forma di perversione sessuale probabilmente più conosciuta, consistente nell’attrazione sessuale verso i bambini di entrambi i sessi.

-         Zoofilia: pesante compromissione dell’investimento libidico avente ad oggetto gli animali. Sovente è accompagnata da maltrattamenti inflitti agli stessi.

-         Masochismo: parafilia molto conosciuta e diffusa a causa della quale il piacere del soggetto è ottenuto soltanto con la sofferenza e l’umiliazione che egli ricerca e subisce, provocate dall’azione di terzi.

-         Sadismo sessuale: forma di perversione sessuale speculare alla precedente, in cui il piacere sessuale è ottenuto infierendo pesantemente sul partner sia psicologicamente che fisicamente. In casi estremi, questa pericolosissima forma di parafilia può giungere in alcuni individui alla commissione di omicidi (i cosiddetti “omicidi per libidine”).

-         Coprofilia: parafilia atipica per la quale chi ne è affetto provoca piacere dal contatto con le feci, soprattutto nei rapporti sessuali.

-         Coprolalia: perversione caratterizzata da un impulso irrefrenabile a pronunciare parole e frasi oscene a telefono. E’ tipica di alcuni molestatori telefonici.

-         Necrofilia:  forte, abnorme e patologica attrazione erotica nei confronti dei cadaveri che si riscontra in diversi assassini seriali.

-         Gerontofilia: attrazione erotica, quasi esclusivamente degli uomini, verso donne anziane.

Un discorso a sé stante merita l’omosessualità, la quale tradizionalmente veniva considerata anch’essa una forma di parafilia.

Successivamente, si è molto più opportunamente sceverata una forma di omosessualità egodistonica  - ritenuta disturbo psicosessuale - in quanto vissuta conflittualmente dal soggetto, da una forma di omosessualità egosintonica non più considerata come disturbo, dal momento che è vissuta dal soggetto in armonia con se stesso.

Riportando il discorso al generale, è quanto mai utile ricordare che l’elaborazione di un discorso sulle condotte sessuali devianti è molto complesso e va impostato su piani diversi.

Infatti, la devianza della condotta sessuale può essere definita tale secondo una prospettiva biologico-naturalistica, secondo una prospettiva sociologica e secondo una prospettiva giuridica.

Si tratta di visuali e piani di azione diversi che, occasionalmente, finiscono per incontrarsi ed intersecarsi.

Secondo la prima prospettiva, molti comportamenti possono apparire appropriati, mentre, al contrario, analizzati da un’angolazione sociologica finiscono per perdere tali connotati.

Ragion per cui, in un’accezione sociologica, si definiscono condotte sessualmente devianti quelle che - secondo la morale ed il costume di una data società in una determinata epoca storica - sono viste come tali.

Alle prime due dimensioni - naturalistica e sociologica -  come detto, se ne aggiunge un’altra di tipo giuridico.

Conseguentemente, si parla di delitti o reati o crimini sessuali in senso lato, per intendere dei comportamenti e delle azioni indotte da spinta sessuale contrarie alla legge penale.

Per essere precisi e sgombrare il campo da pericolose confusioni che possono ingenerarsi, le parafilie sono qualificate secondo una prospettiva medica e non morale.

Quello che è maggiormente interessante da un punto di vista criminologico e che nella quasi totalità dei casi i soggetti parafilici non vivono questa condizione come una malattia, motivo per il quale, dal punto di vista del diritto penale, chi commette un reato del genere viene considerato capace dal punto di vista della responsabilità penale.

Ecco quindi che si può tranquillamente affermare che gli individui parafilici, portatori, pertanto, di perversioni sessuali, non sono quasi mai affetti da malattie mentali.

Tuttavia, in alcuni limitati casi, la parafilia può rappresentare l’epifenomeno di una realtà connotata da patologie psichiche come nel caso degli alcoolisti inveterati, dove la loro condizione li porta ad un controllo ridotto e scemato sui propri istinti - soprattutto della sfera sessuale - motivo per il quale possono essere maggiormente esposti al rischio di alcuni comportamenti parafilici, il più comune dei quali è l’esibizionismo.

E’ il caso di concludere con una precisazione, che non è mai eccessivo o superfluo effettuare, e che spesso è negletta o quasi misconosciuta anche in ambienti qualificati (medici e/o forensi): gli istinti sessuali devianti e deviati che producono le parafilie non sono più intensi ed irresistibili di quelli normali.

Abstract:

Il presente articolo vuole essere un modesto contributo alla presentazione, definizione e comprensione di uno dei fenomeni più scottanti dello scibile criminologico in particolare e dell’unverso scientifico in generale: le parafilie o perversioni sessuali.

Quelle che comunemente sono denominate perversioni sessuali (dal latino perversio = rovesciamento, inversione) e che si riferiscono ad una degenerazione degli istinti sessuali, con terminologia medica, psichiatrica ed, in special modo, criminologica, sono definite parafilie.

Con il termine parafilia si intende, in un’accezione scientifica ben precisa, ogni comportamento abnorme avente come caratteristica centrale la messa in atto di fantasie sessuali distorte rispetto agli schemi ed agli standards abituali da un punto di vista biologico e naturalistico.

Va rimarcato che i soggetti affetti da parafilia (soggetti parafilici) possono essere pervasi in modo sistematico da questi disturbi, i quali invadono la loro psiche fino a condizionare pesantemente la loro vita di relazione soprattutto di tipo sessuale oppure possono essere investiti soltanto occasionalmente da queste fantasie, riuscendo a condurre un’esistenza in condizioni apparentemente normali.

Molto spesso questi individui sono affetti in modo cumulativo da più parafilie.

Al riguardo del termine perversione è utile produrre una precisazione lessicale e semantica sull’esatto significato della parola, dal momento che non è affatto vera l’equazione perversione = anomalia sessuale.

Infatti, nel  contesto in questione è più corretto parlare di soggetti pervertiti, visto che l’individuo perverso può esserlo anche in correlazione ad altri istinti della vita e non in riferimento a quello sessuale (ad esempio perversione dell’istinto di nutrizione).

Tra l’altro è interessante riportare un’appropriata classificazione di quelle che vengono definite psicopatie sessuali, elaborata dallo studioso Krafft-Ebing:

a)     Paradossia = manifestazione di stimolo e desiderio sessuale al di fuori del contesto della normale attività libidica e fisiologica;

b)     Anestesia= assenza di stimolo sessuale;

c)     Iperestesia= stimolo sessuale abnorme;

d)    Parestesia= deviazione dello stimolo sessuale.

Al di là di questa interessante tassonomia, non pare da condividere l’assunto di base dello stesso autore, il quale  - con un’impostazione ideologico -dottrinaria dall’amaro sapore di fondamentalismo ed oltranzismo religioso di stampo medioevale - ritiene perversa ogni attività sessuale non finalizzata alla fisiologia biologica dell’individuo e cioè alla riproduzione.

Maggiormente interessante è la ripartizione di Krafft-Ebing che divide le perversioni (parafilie) in due grandi gruppi: il primo dove è perverso lo scopo dell’azione; il secondo dove ad essere perverso è l’oggetto e conseguentemente l’azione.

In modo molto più tecnico il DSM IV (Il Manuale internazionale dei disturbi mentali) codifica le parafilie come fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti sessualmente, con i seguenti connotati::

-         Riguardano soggetti inanimati;

-         Prevedono la sofferenza o l’umiliazione di se stessi o del partner;

-         Coinvolgono bambini o altre persone non consenzienti;

-         La durata è di almeno 6 mesi.

In linea generale, le più comuni forme di parafilia sono le seguenti:

 -         Feticismo: forma di perversione sessuale nella quale il soddisfacimento è legato ad una sorta di “culto” di parti del corpo, di capi di vestiario o in generale di indumenti dell’altro sesso (molto spesso anche soltanto ad un tipo di tessuto); questi oggetti divengono per il parafilico autentici feticci. La più diffusa forma di feticismo è quella legata ai piedi.

-         Travestitismo: disturbo per il quale il soggetto ama vestirsi con abiti del sesso opposto (di solito uomini vestiti da donna). E’ un tipico disturbo psico-sessuale.

-         Esibizionismo: forma di parafilia, per la quale chi ne è affetto ama ostentare le proprie parti intime soprattutto in presenza di bambini ed adolescenti (maggiormente di sesso femminile).

-         Voyeurismo: osservazione nascosta di contesti erotici al fine di ricavarne eccitazione e gratificazione sessuale.

-         Pedofilia: è la forma di perversione sessuale probabilmente più conosciuta, consistente nell’attrazione sessuale verso i bambini di entrambi i sessi.

-         Zoofilia: pesante compromissione dell’investimento libidico avente ad oggetto gli animali. Sovente è accompagnata da maltrattamenti inflitti agli stessi.

-         Masochismo: parafilia molto conosciuta e diffusa a causa della quale il piacere del soggetto è ottenuto soltanto con la sofferenza e l’umiliazione che egli ricerca e subisce, provocate dall’azione di terzi.

-         Sadismo sessuale: forma di perversione sessuale speculare alla precedente, in cui il piacere sessuale è ottenuto infierendo pesantemente sul partner sia psicologicamente che fisicamente. In casi estremi, questa pericolosissima forma di parafilia può giungere in alcuni individui alla commissione di omicidi (i cosiddetti “omicidi per libidine”).

-         Coprofilia: parafilia atipica per la quale chi ne è affetto provoca piacere dal contatto con le feci, soprattutto nei rapporti sessuali.

-         Coprolalia: perversione caratterizzata da un impulso irrefrenabile a pronunciare parole e frasi oscene a telefono. E’ tipica di alcuni molestatori telefonici.

-         Necrofilia:  forte, abnorme e patologica attrazione erotica nei confronti dei cadaveri che si riscontra in diversi assassini seriali.

-         Gerontofilia: attrazione erotica, quasi esclusivamente degli uomini, verso donne anziane.

Un discorso a sé stante merita l’omosessualità, la quale tradizionalmente veniva considerata anch’essa una forma di parafilia.

Successivamente, si è molto più opportunamente sceverata una forma di omosessualità egodistonica  - ritenuta disturbo psicosessuale - in quanto vissuta conflittualmente dal soggetto, da una forma di omosessualità egosintonica non più considerata come disturbo, dal momento che è vissuta dal soggetto in armonia con se stesso.

Riportando il discorso al generale, è quanto mai utile ricordare che l’elaborazione di un discorso sulle condotte sessuali devianti è molto complesso e va impostato su piani diversi.

Infatti, la devianza della condotta sessuale può essere definita tale secondo una prospettiva biologico-naturalistica, secondo una prospettiva sociologica e secondo una prospettiva giuridica.

Si tratta di visuali e piani di azione diversi che, occasionalmente, finiscono per incontrarsi ed intersecarsi.

Secondo la prima prospettiva, molti comportamenti possono apparire appropriati, mentre, al contrario, analizzati da un’angolazione sociologica finiscono per perdere tali connotati.

Ragion per cui, in un’accezione sociologica, si definiscono condotte sessualmente devianti quelle che - secondo la morale ed il costume di una data società in una determinata epoca storica - sono viste come tali.

Alle prime due dimensioni - naturalistica e sociologica -  come detto, se ne aggiunge un’altra di tipo giuridico.

Conseguentemente, si parla di delitti o reati o crimini sessuali in senso lato, per intendere dei comportamenti e delle azioni indotte da spinta sessuale contrarie alla legge penale.

Per essere precisi e sgombrare il campo da pericolose confusioni che possono ingenerarsi, le parafilie sono qualificate secondo una prospettiva medica e non morale.

Quello che è maggiormente interessante da un punto di vista criminologico e che nella quasi totalità dei casi i soggetti parafilici non vivono questa condizione come una malattia, motivo per il quale, dal punto di vista del diritto penale, chi commette un reato del genere viene considerato capace dal punto di vista della responsabilità penale.

Ecco quindi che si può tranquillamente affermare che gli individui parafilici, portatori, pertanto, di perversioni sessuali, non sono quasi mai affetti da malattie mentali.

Tuttavia, in alcuni limitati casi, la parafilia può rappresentare l’epifenomeno di una realtà connotata da patologie psichiche come nel caso degli alcoolisti inveterati, dove la loro condizione li porta ad un controllo ridotto e scemato sui propri istinti - soprattutto della sfera sessuale - motivo per il quale possono essere maggiormente esposti al rischio di alcuni comportamenti parafilici, il più comune dei quali è l’esibizionismo.

E’ il caso di concludere con una precisazione, che non è mai eccessivo o superfluo effettuare, e che spesso è negletta o quasi misconosciuta anche in ambienti qualificati (medici e/o forensi): gli istinti sessuali devianti e deviati che producono le parafilie non sono più intensi ed irresistibili di quelli normali.