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Luca Ventre: il George Floyd italiano

Le analogie con il caso americano di George Floyd
George Floyd
George Floyd

Luca Ventre è il George Foyd italiano?

Il primo gennaio 2021, a Montevideo in Uruguay, Luca Ventre, cittadino italiano e residente all'estero da 8 anni, ha perso la vita in circostanze drammatiche simili a quanto accaduto a George Floyd.

Luca Ventre, avrebbe inspiegabilmente scavalcato il muro di recinzione dell'ambasciata italiana, dopo aver suonato senza ricevere risposta.

Dalle successive ricostruzioni è emerso che Luca Ventre è stato fermato da un vigilante — raggiunto subito dopo da un poliziotto uruguayano — presente in quel momento all'interno dello spazio dell'ambasciata italiana e, come raccontato dai video delle telecamere di sorveglianza dell'ambasciata, immobilizzato per 31 minuti, 16 dei quali trascorsi con un braccio sul collo, una tecnica chiamata «chiave di judo».

Le immagini sono particolarmente cruente e ricordano purtroppo le sequenze viste nel caso di George Floyd.

Dopo essere stato immobilizzato e aver perso i sensi, Luca Ventre veniva trascinato all'esterno dell'ambasciata e trasportato su un'auto di una unità della polizia uruguayana presso l'ospedale Clinicas di Montevideo, dove veniva accertata la sua morte.

Per le autorità locali, Luca Ventre era ancora vivo quando è stato trasportato in ospedale, ma il video di una telecamera che riprende l'ingresso dell'ospedale, mostra il trentacinquenne che non sembra affatto dare segnali di vita mentre viene trasportato da cinque agenti su una sedia a rotelle.

Nel corso delle indagini sarebbero emerse numerose contraddizioni in relazione alle cause e al luogo del decesso dell'uomo, soprattutto qualora sia accertato che l'evento morte si sia verificato all'interno della sede diplomatica e pertanto sottoposta a giurisdizione italiana.

L’esame autoptico eseguito in data 8 marzo 2021, presso il Policlinico Tor Vergata di Roma, ha fugato ogni dubbio e definitivamente accertato che il decesso di Luca Ventre è stato determinato da asfissia meccanica violenta, per la quale una eventuale precedente assunzione di cocaina non appare avere avuto alcun ruolo concausale.

Gli interrogativi sono molteplici e riguardano la presenza di personale armato del Paese ospitante all’interno dell’Ambasciata e il mancato intervento del personale della sede diplomatica per scongiurare la tragedia.

La morte di Luca Ventre deve essere oggetto di indagine da parte dell’autorità giudiziaria italiana, che dovrà verificare la presenza e l'utilizzo di personale armato, dipendente dal Ministro degli interni del Paese ospitante (Uruguay), all'interno della nostra ambasciata e l’uso sconsiderato e prolungato nel tempo della tecnica chiamata “chiave di judo” da parte del poliziotto uruguayano.

Sottolineiamo che la presenza di personale armato all’interno dell’ambasciata non sembra conforme ai principi della Convenzione di Vienna.