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Magistratura efficienza: Francia batte Italia 5-0

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Magistratura efficienza: Francia batte Italia 5-0

Abbiamo esaminato la situazione e i dati (numeri degli addetti, risorse finanziarie destinate al settore, produttività) della giustizia in Francia e li abbiamo confrontati con la situazione italiana, il quadro è sconfortante.

Le statistiche dimostrano che a parità di addetti nel sistema giustizia i cugini d’oltralpe sono più efficienti e meno pagati dei nostri togati.

I dati sulla magistratura sono tratti dalle pubblicazioni europee European Commission for the Efficiency of Justica (Cepej) Qualità della giustizia comprese le trasformazioni digitali della magistratura (www-coe-int.translate.goog)

E dall’EU Justice Scoreboard dell’Unione europea Quadro di valutazione UE della giustizia | Commissione europea (europa.eu)

In Italia vi sono 11,5 magistrati per ogni 100mila abitanti, mentre in Francia ve ne sono 10,9

Magistratura: il numero dei pubblici ministeri in Italia, per 100mila abitanti, è di 3,7; in Francia di 3.

Dunque, dal punto di vista degli addetti, tra Italia e Francia non vi sono grandi differenze. Una forte differenza si riscontra, invece, nei livelli retributivi: i magistrati italiani iniziano a lavorare con un livello retributivo quasi doppio di quello dei loro colleghi francesi e terminano con un livello da due a quattro volte superiore.

Il bilancio della magistratura e della giustizia italiana non ha subito diminuzioni nell’ultimo decennio, anzi è cresciuto più del doppio rispetto alla Francia.

Il costo della giustizia per abitante è pari a 100 euro in Italia, a 75 in Francia.

Come nel caso degli addetti, così anche per le risorse finanziarie non vi sono differenze di rilievo tra due Paesi come Italia e Francia.

Una forte anomalia si nota se si considerano domanda e offerta di giustizia, come scrive Sabino Cassese nel libro Il governo dei Giudici,: “Il numero di nuovi casi portati all’attenzione delle corti ogni anno era di 2600 ogni 100mila abitanti, nella media europea (dati al 2014). Nell’ultima parte del secondo decennio del secolo, le nuove iscrizioni sono andate vistosamente decrescendo. Ma il calo della litigiosità è un sintomo di sfiducia nella possibilità di ottenere giustizia in tempi ragionevoli. Tuttavia il sistema giudiziario italiano appare bloccato: il Presidente di Cassazione, nella relazione del 2021, ha notato che a metà 2020 i procedimenti pendenti civili e penali erano quasi 6 milioni. Se la si compara con la situazione in Francia, questa anomalia diventa ancora più vistosa: per 100mila abitanti i procedimenti civili pendenti sono in Italia 3789 in Francia meno di 1; quelli penali in Italia 2089 in Francia meno di 1”.

Insomma la capacità di smaltimento dell’arretrato e di far fronte ai nuovi ricorsi è molto minore in Italia rispetto alla Francia, segno di una scarsa produttività del sistema giudiziario italiano.

Un’ultima considerazione, la Commissione sull’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa ha valutato che per concludere un processo civile nei tre gradi sono necessari in Italia circa otto anni (mentre la media europea è inferiore a 2) e per un processo penale più di tre (mentre la media europea è di meno di un anno).

Così si alimenta la fuga dalla giustizia.

La medicina che ci si appresta a somministrare al malato giustizia sembra indirizzata non a migliorare la produttività ed efficienza dei giudici ma a limitare la richiesta di giustizia del cittadino.

Tutte le professioni e attività umane vengono giudicate dai risultati che raggiungono, ad eccezione di quella dei magistrati” G. D. Caiazza, in “Il Riformista” 1 dicembre 2020.