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Passione o follia? Una sentenza della Corte di assise di Brescia

femminicidio
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Si è letto in questi giorni che la Corte di Assise di Brescia ha assolto per vizio totale di mente un uomo che aveva ucciso la moglie dopo averla tramortita con un martello e poi accoltellata alla gola, poiché in preda ad un delirio di gelosia. È stato assolto, certo, ma è stato dichiarato anche socialmente pericoloso e pertanto collocato in una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali (REMS).

Francamente, il termine “assolto” nei confronti di una persona non imputabile che comunque ha ucciso un’altra persona fa venire i brividi, ma così vuole la legge anche per disquisizioni, diciamo, dottrinali su cui non voglio soffermarmi. Da tempo avevo suggerito in uno scritto di carattere scientifico che sarebbe meglio utilizzare la formula “non punibile per incapacità di intendere e di volere”.

È stata data una valutazione critica sui giornali che ha innescato una filiera consistita in proteste di donne in politica, organizzate in difesa delle donne, telegiornali, dibattiti televisivi, tanto che il Ministro ha chiesto di poter esaminare gli atti del processo. Del resto, si sa, una sentenza di condanna appare sempre più giusta di un’assoluzione. Si è parlato di ennesimo femminicidio e di ritorno all’omicidio d’onore di tipo passionale, che era una forma attenuata abrogata però nel 1981.

Tutto il bailame che ne è sorto ha costretto il Presidente della Corte di Assise a chiarire che non si trattava di motivo di gelosia, ma di delirio di gelosia, patologia diagnosticata sia dal consulente del pubblico ministero, sia da quello della difesa. Solo il consulente tecnico di parte civile chiedeva ulteriori investigazioni, non ammesse e non effettuate, e comunque i fratelli della vittima prima costituitesi parte civile hanno deciso di non partecipare al processo. Un conto è il movente della gelosia e altro è il delirio di gelosia.

Il DSM-5, la Bibbia degli psichiatri, riconosce due versioni cliniche della gelosia: una nevrotica, inserita tra i disturbi ossessivo-compulsivi non altrimenti specificati e caratterizzata da preoccupazioni intrusive non deliranti sul tema della fedeltà del partner; ed una psicotica, inserita all’interno dei disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici e caratterizzata da veri e propri deliri che vertono sul tema dell’abbandono e dell’infedeltà del partner.

Va ricordato che se ci fosse solamente il motivo della gelosia, questo non sarebbe idoneo ad assolvere l’imputato perché l’articolo 90 Codice Penale dice che gli stati emotivi e passionali non incidono sull’imputabilità. Certo, motivi di sospetto di tradimento non sono sempre campati per aria: dal 2013 al 2016 sono state fatte 8000 cause per accertamento della paternità e nel 2010 erano state 5700. Il 15% dei secondi figli è di un padre diverso da quello ufficiale e la percentuale arriva al 25% nel caso dei terzi figli.

La gelosia può essere, per semplificare, di due tipi: quel tipo di reazione emotiva che hai quando qualcuno verso cui hai un attaccamento emotivo ti trascura o vuole lasciarti in favore di un altro soggetto. La gelosia, ad esempio, della madre nei confronti del figlio maschio, del padre nei confronti della figlia femmina. Questo sentimento è presente in natura anche nel mondo animale, come sa chiunque abbia avuto vicino a sé un gatto o un cane. La reazione può essere più o meno forte, in taluni casi anche fisicamente violenta fino all’omicidio, nei confronti del partner e del nuovo soggetto con cui il partner emotivo si diriga sentimentalmente e sessualmente.

C’è poi una gelosia indiziaria, per cui come sempre quando si tratta di indizi, può essere che essi siano gravi, precisi e convergenti - e in quel caso la situazione è come quella precedente - ma potrebbe anche essere che questi indizi siano labili o addirittura presenti solo nella mente del geloso. Si tratta non solo di mancanza di indizi, ma di immaginarsi in situazioni che non hanno niente a che vedere con quello che è la preoccupazione della persona, sono avvenimenti del tutto inventati come per esempio ritenere falsamente che il partner convivente ti droghi tutte le sere perché tu dorma la notte e possa uscire per andare dal suo nuovo amante, e tracce di droga non ce ne sono.

Facciamo degli esempi ipotizzando che i fatti siano inequivocabili per delle videoregistrazioni o per testimonianze.

Un individuo aggredisce un altro individuo con un coltello durante un litigio. Lo ferisce anche, ma il ferito riesce a divincolarsi e mentre si dimenano durante la zuffa riesce ad accoltellare l’aggressore a morte. Se il morto è un uomo si parlerà di legittima difesa (articolo 52 Codice Penale), se invece chi muore è una donna, sarà un ennesimo femminicidio che darà inizio alla filiera?

Un altro esempio. Due individui riescono a salvarsi durante l’affondamento di una nave, c’è il mare in burrasca, aggrappandosi ad un pezzo di legno galleggiante che funge da zattera, che però può reggere solo una persona: uno potrebbe salvarsi, l’altro no. Un drone, inviato per poter studiare la situazione per eventuali salvataggi, riprende la situazione. Uno dei due individui getta l’altro nei flutti per salvarsi. Se erano di sesso diverso e l’individuo gettato in mare è un maschio è un caso classico di stato di necessità, che dunque resta impunito (articolo 54 Codice Penale); se il sopravvissuto è un uomo, è un ennesimo caso di femminicidio? E ricomincia la filiera?

Due individui hanno litigato e uno dei due se ne va sbattendo la porta, sale in macchina e parte. L’altro individuo – mentre una telecamera riprende la scena – esasperato dal litigio e nel tentativo di fermarlo, si butta sotto l’automobile in moto e muore. Dalla telecamera non si capisce se chi si è buttato sotto la macchina lo ha fatto per fermare l’altro o per suicidarsi attraverso di lui. Si comprende però che era per il conducente dell’automobile imprevisto e non controllabile. È un caso fortuito (articolo 45 Codice Penale), che lo preserva da qualsiasi punizione, se colui che muore è un uomo e alla guida c’è una donna? Ed è un ennesimo femminicidio con la solita filiera se sotto le ruote c’è rimasta una donna e alla guida c’è un uomo?

Sarò molto chiaro (come dicono talvolta i politici sottintendendo che quasi sempre non lo sono!) e preciso ponendomi delle domande (mi piace farlo perché sono sempre curioso di come risponderò!). Esisterà, dunque, un codice penale rosa? Forse. La dignità delle donne è tutelata da questa asimmetria nelle valutazioni? Forse. I magistrati, sulla base di questo clima, riusciranno a giudicare serenamente o dovranno prontamente giustificarsi, prima ancora di avere scritto la motivazione della sentenza, come ha dovuto fare il Presidente della Corte di Assise di Brescia? Forse.

È vero, le donne sono maltrattate, percosse, violentate, addirittura infibulate da maschi che hanno la mentalità di un troglodita che certamente va contrastata il più possibile. Ma è presentandole in queste diatribe, solo come bambole in balia di uomini violenti, che si preserva la loro dignità? O anche ricordando, talvolta, che le maggiori autorità politiche d’Europa in questo momento sono tre donne, Angela Merkel, Ursula Von Der Leyen, Christine Lagarde, che mettono in riga migliaia di uomini, non solo per la loro autorità ma anche per la loro autorevolezza?

Un’ultima domanda: la filiera sarebbe iniziata se il delirio di gelosia che conduce all’omicidio l’avesse avuto lei? Forse. Debbo dire che io ho difeso una donna che, anche lei, ha ucciso il proprio convivente a martellate, strangolandolo e accoltellandolo nella notte mentre dormiva, in quanto riteneva che questo abusasse dei propri bambini e addirittura dei propri cani, e per questo produceva delle registrazioni che assolutamente non provavano quanto diceva. È stata assolta e collocata in una REMS. Ai giornali tutto questo non è interessato: “se è matta, è matta”, avranno pensato. E se fosse stato un uomo? Sarebbe iniziata la filiera: giornale che critica, donne in politica che prendono posizioni, gruppi femminili a tutela delle donne, telegiornali, dibattiti televisivi, ministro che chiede gli atti… Sarebbe successo questo? Mah.