Principio di tassatività nella RFT

I. Introduzione e cenni storici - II. Ordinamento della RFT - III. Principio della lex certa - IV. L’estensione della garanzia di cui all’articolo 103, comma 2, Grundgesetz - V. I paragrafi 1 e 2 StGB - VI. Voraussehbarkeit und Berechenbarkeit des Strafrechtes - VII. Bestimmtheitsgebot und formaler Verbrechensbegriff - VIII. Tatbestandsvoraussetzungen - IX. Normenbestimmtheit - X. Bestimmtheitsgebot e reati colposi - XI. Sanktionsbestimmtheit - XII. Integrazione della fattispecie con rinvio ad un atto amministrativo - XIII. Bestimmtheitsgebot e diritto amministrativo
I. Introduzione - cenni storici
Il principio nullum crimen sine lege, nulla poene sine lege, non trae origine dal diritto romano, come qualcuno potrebbe ritenere; anzi il diritto romano ammetteva l’applicazione analogica della legge penale. Consentiva di punire “ad exemplum legis”. Tra i precedenti storici di questo principio - compiutamente formulato da P.J.A. Feuerbach nel suo “Lehrbuch des gemeinen, gültigen peinlichen Rechts” - si annoverano, la Magna Charta Libertatum di Re Giovanni (1215), il Josephinisches Strafgesetzbuch del 1787 e la Dichiarazione francese dei diritti dell’uomo e dei cittadini del 1789. Costituiva, questo principio, una indubbia conquista contro lo strapotere dello Stato di polizia (qual’era specialmente nel periodo dell’assolutismo). Significativa è l’abolizione del principio “nullum crimen sine lege, nulla poena sine lege”, nel codice penale sovietico (1922) ed in quello tedesco per effetto della legge 28.6.1935 (cioè in due Stati dittatoriali), con le conseguenze che si sono viste. Al giorno d’oggi, costituisce, in molti Stati, un “verfassungsrechtlich und menschenrechtilch geschütztes Justizgrundrecht”. Qualche attenuazione di questo principio è riscontrabile negli Stati del c.d. Common-Law.
II. Ordinamento della RFT
Nell’ordinamento penale della RFT sono individuabili quattro principi che costituiscono la “Garantiefunktion des Strafgesezes”: a) quello della lex scripta (dal quale consegue il “Verbot der Strafbegründung bzw. –verschärfung durch (ungeschriebenes) Gewohnheitsrecht”, b) quello della lex certa (con divieto “unbestimmter Strafgesetze”), c) quello della lex scripta (divieto di analogia “zu Ungusten des Angeklagten”), d) quello della lex praevia (divieto di retroattività). Questi quattro principi sono stati definiti quale “Magna Charta des Verbrechens” (v. Liszt) e “Schutzprinzipien zu Gunsten des Täters”. In particolare, il principio della lex praevia, tende a realizzare il concetto di giustizia come uguaglianza e libertà. Solo gli atti compiuti da uomini liberi, possono essere valutati con il criterio del “giusto” e dell’ “ingiusto”. L’uguaglianza ha bisogno della libertà per diventare concreta, si integra con la libertà. Libertà ed uguaglianza non sono due principi scindibili; formano, entrambi, nel loro insieme, gli elementi costitutivi della giustizia. È stato detto che la libertà guarda alla giustizia dal punto di vista dell’individuo, mentre l’uguaglianza vi guarda dal punto di vista della comunità.
Parte della dottrina sostiene la tesi secondo la quale il Bestimmtheitsgebot non sarebbe altro che un “Unterprinzip des Rechtsstaatsprinzips” di cui all’articolo 20 GG (Costituzione federale). Una tesi del genere non sembra avere valido fondamento, stante quanto dispone l’articolo 103, comma 2, GG (“……wenn die Strafbarkeit gesetzlich bestimmt war”), norma, che, in ogni caso, è specifica rispetto al Rechtsstaatsprinzip e tenuto anche conto della collocazione sistematica dell’articolo 103 GG, contenuto nella Parte IX della Costituzione federale e che è intitolata: “Die Rechtsprechung”.
La riserva di legge contenuta nel § 103, comma 2, del Grundgesetz, fa sì che spetta soltanto al legislatore statuire “ob und in welchem Umfang ein bestimmtes Rechtsgut mit den Mitteln des Strafrechtes verteidigt werden muss” e che “den Strafrichtern ist es verwehrt, die Entscheidungen der Legislative zu korrigieren” (BVerfGE - Beschluss v. 7.12. 2011 - 2 BvR 2500/09). La giurisdizione, nei sistemi giuridici dell’Europa continentale, è da escludere dal novero delle fonti del diritto in quanto il giudice non crea il diritto e non ha altro compito che non sia quello di riconoscerlo, di dichiararlo, di farlo rispettare, vale a dire, di applicarlo.
III. Principio della lex certa
Per quanto concerne in particolare il principio della lex certa, inteso ad assicurare la “Rechtsklarheit”, la “Erkennbarkeit und Widerspruchsfreiheit” della norma penale, l’articolo 103, comma 2, del Grundgesetz (GG), prevede che un fatto è punibile unicamente se la punibilità era stata prevista per legge prima che fosse commesso il fatto (“Eine Tat kann nur bestraft werden, wenn die Strafbarkeit gesetzlich bestimmt war, bevor die Tat begangen wurde”). In tal modo i principi nullum crimen sine poena e nulla poena sine lege, vengono sottratti alla “Diposition des einfachen Gesetzgebers”; la loro violazione legittima la proposizione di “Verfassungsbeschwerde” ai sensi dell’articolo 93, comma 1, n. 4, GG.
La giurisdizione non può essere degradata a strumento comodo per le inclinazioni despotiche dei governanti (di tutti i colori). Gli uomini hanno sempre rivendicato la libertà come garanzia delle loro libertà (libertà personale, di opinione, religiosa ecc.). La libertà esterna - che è coercibile - a differenza di quella interna - e che, secondo le odierne concezioni, non è violabile, ne’ usurpabile da parte dello Stato in quanto si tratta di un diritto “anteriore” (preesistente) allo Stato, va pure annoverata tra i diritti inalienabili della persona. Secondo il Radbruch, il diritto va posto accanto allo Stato, anzi al di sopra dello Stato.
La norma costituzionale di cui all’articolo 103, comma 2, GG, è stata trasfusa, tale quale, nel § 1 dello StGB (CP), intitolato: “Keine Strafe ohne Gesetz” (Nessuna pena senza una legge). Il § 2, comma 1, StGB, intitolato: “Zeitliche Geltung”, dispone: ”Die Strafe und ihre Nebenfolgen bestimmen sich nach dem Gesetz, das zur Zeit der Tat gilt”.
L’antica distinzione tra “gubernaculum” e “iurisdictio” si è consolidata nella tradizione anglosassone e produce il risultato di rafforzare, insieme, i poteri del governo, ma anche i diritti dei cittadini (C.H. McIlwain). Fa sì che il diritto non è qualcosa, di cui il potere (esecutivo) può disporre a piacimento. È stato detto che nei piani più bassi, la forza è al servizio del diritto, mentre in quelli alti, il diritto è al servizio della forza…..La legittimità del potere è il presupposto della legalità della norma e la giustizia della norma emanata, è il presupposto della legittimità del potere. Il problema del potere e quello della norma, sono due facce della stessa medaglia. L’ obbedienza alla norma, è la migliore prova della sua legittimità. Già J. Locke aveva ritenuto che soltanto un governo limitato dai diritti dei cittadini – oltre che fondato sul loro consenso – è da considerarsi legittimo; un governo sub lege (rule of law), a cui non è sottratto nessun livello della gerarchia del potere. In proposito vengono alla mente le parole di B. Pascal, secondo il quale, il diritto è l’espressione dei più forti, non dei più giusti. Tanto meglio, se poi i più forti, sono anche i più giusti….In una vera democrazia deve valere il principio: “Lex facit regem” e non: “Rex facit legem”.
Ciò vale in particolare nell’epoca attuale, nella quale lo Stato ci appare sempre più amministrativo e sempre meno rappresentativo; nella quale lo Stato pare avere il compito non di far vincere il giusto, ma di dare l’aureola “del giusto”…. a chi vince. Va anche ricordato che J. S. Mill ha affermato che la “verità vive soltanto laddove può essere negata”. Nessuno è in grado di sapere inequivocabilmente ciò che “è bene per lui e per tutti gli altri” (R.Dahrendorf).
Il comma 2 dell’articolo 103 GG viene anche considerato quale “Konkretisierung des Rechtsstaatsgebotes für die staatliche Strafgewalt in Gesetzgebung, Rechtsprechung und Verwaltung”; inoltre, come “spezielles Willkürverbot für die Strafgerichtsbarkeit”. Contiene uno “striktes Bestimmtheitsgebot” per il legislatore, al quale corrisponde, per la giurisdizione, il divieto di “strafbegründender Analogie” (BVerfGE 126, 170 (194)). Questa norma, al pari delle altre “Justizgewährleistungen” di cui all’articolo 101 GG, costituisce un “grundrechtsgleiches Recht” spettante a tutti (“gilt für jedermann”) e quindi può essere invocato anche da persone giuridiche, se ed in quanto soggette a sanzioni penali. La locuzione “gesetzlich bestimmt”, utilizzata nel § 103, comma 2, GG, è da intendere nel senso di “formelles Parlamentsgesetz”. “In grundrechtlichen Fragen” sussiste “Gesetzesvorbehalt und Parlamentsvorbehalt für Eingriffsakte”. È pertanto esclusa qualsiasi “gewohnheitsrechtliche Begründung der Strafbarkeit”.
Il disposto dell’articolo 103, comma 2, Grundgesetz “ist einer Abwägung nicht zugänglich” (BVerfGE 109, 133 (171)) e, considerata la “Eingriffsintensität der Staatsgewalt” in materia penale, gli “interventi“ devono essere “voraussehbar, berechenbar und messbar”; deve essere esclusa qualsiasi “Willkür”, va garantita “Rechtssicherheit durch Bestimmtheit, Klarheit und Verlässlichkeit der Rechtsordnung”. Come ha statuito la Corte costituzionale federale (113, 273 (308)), l’articolo 103, comma 2., GG, “ist eine spezielle, rechtsstaatliche Garantie des Vertrauens in die Verlässlichkeit der Rechtsordnung, die eine klare Orientierung zu geben hat, was strafbar und was straflos ist”. Certezza ed ordine sono valori intrinseci (ed essenziali) del diritto accanto all’uguaglianza. Questi valori devono essere affermati con particolare vigore nei confronti dei c.d. intellettuali, soliti a stare “di qua e di là”, pronti a “balzare in sella” a qualsiasi “cavallo”, non importa di che colore, purché di non perdere il potere (e, soprattutto, di potersi arricchire, in un modo o nell’altro…). L’articolo 103, comma 2, GG è fondato sul principio che la pena presuppone la colpevolezza, si basa sul “materiellen Schuldprinzip”.
IV. L’estensione delle garanzie di cui all’articolo 103, comma 2, Grundgesetz
Le garanzie di cui al comma 2 dell’articolo 103 GG trovano applicazione tutte le volte in cui vengono comminate pene (“Strafen”).
Per “Strafe” si intende la “Auferlegung eines Rechtsnachteiles wegen einer schuldhaft begangenen, rechtswidrigen Tat”; costituisce “eine missbilligende, hoheitliche Reaktion auf schuldhaftes Verhalten”(BVerfGE 26, 186 (203) e 33, 125 (164)). Vi sono inclusi anche provvedimenti, “die wie Strafe wirken”, le c.d. strafähnlichen Maßnahmen, basate su uno “Schuldvorwurf” e nelle quali è prevalente il carattere retributivo della sanzione.
La Corte costituzionale federale non considera “Strafen” le misure di sicurezza previste dallo StGB, stante la natura preventiva delle stesse nonché le c.d. prozessualen Sanktionen, quali sono p. es. “Zwangs- und Ordnungsmittel” (vi rientra p. es. l’“Ordnungsgeld” di cui al § 890 ZPO (CPC)). Neppure sono “Strafen” i “verwaltungsgerichtlichen Zwangsmittel mit Beugecharakter”.
La Garantiefunktion del comma 2 dell’articolo 103 GG non produce i suoi effetti in materia di “Strafverfahrensrecht” (procedura penale), anche per quanto concerne le c.d. verfahrensmäßigen Verfolgungsvoraussetzungen (prescrizione, querela) e la “Strafvollstreckung” (esecuzione).
V. I paragrafi 1 e 2 dello StGB
I paragrafi 1 e 2, StGB sanciscono la c.d. Gesetzlichkeitserfordernis, sia con riferimento alla “Strafbarkeit” (nullum crimen sine lege), sia per quanto concerne la sanzione (nulla poena sine lege). Il “Tatbestand (im weiteren Sinne)” è stato definito quale “Inbegriff aller Voraussetzungen der Strafbarkeit”. Incombe al legislatore, determinare, nell’ambito di tutte le “wertwidrigen Handlungsmöglichkeiten”, quelle che - per effetto della loro “Sozialschädlichkeit und sozialethischen Verwerflichkeit” - devono essere punite (si parla in proposito di “Auslesefunktion des Tatbestandes”). La “Tatbestandsbildung gibt jedem Bürger die Möglichkeit der Selbstorientierung” con un’esatta “descrizione” di ciò che è lecito e di quello che lecito non è (“genaue Beschreibung des missbilligenden Verhaltens mittels Formulierung eines fest umrissenen Delikttyps)”. È questo il “tatbestandlich vertyptes Unrecht”.
“Tatbestandsausweitende Interpretationen einer gesetzlichen Sanktionsnorm” sono inammissibili. “In Fällen, die vom Wortlaut einer Strafnorm nicht mehr gedeckt sind”, il giudice deve pronunziare sentenza di assoluzione. “Der Wortlaut ist die äußerste Grenze zulässiger, richterlicher Interpretation”; non spetta ad organi giurisdizionali “die gesetzgeberische Aufgabe zu übernehmen”, di fungere da “supplente” del potere legislativo. Come ampiamente dimostrato da esperienze del passato, la “Übernahme solcher Funktionen durche die Gerichtsbarkeit” ha condotto, non infrequentemente, a risultati tutt’altro che apprezzabili, anzi, ha “aperto la strada” a favoritismi, clientelismi e corruzione. Corruzione che continuerà fino a quando ai corrotti sarà consentito a scegliersi i loro protettori. Risultati pressoché identici, si hanno tutte le volte in cui un organo del potere esecutivo si arroga funzioni che spetterebbero all’autorità giudiziaria. Ciò avviene, ogni tanto, negli uffici di periferia, sui quali, delle volte, non viene esercitato un adeguato controllo da parte di chi dovrebbe provvedervi.
A proposito della c.d. verfassungskonformen Interpretation, alla stessa può ricorrersi, qualora una norma offra, in base alle comuni regole di interpretazione, una o più “soluzioni” conformi al GG, mentre altre interpretazioni condurrebbero ad un “verfassungswidrigen Ergebnis”.
VI. Voraussehbarkeit und Berechenbarkeit des Strafrechtes
Il Gesetzlichkeitsprinzip implica la “Bindung der judikativen (und der exekutiven) Gewalt an die Gesetze” e dalla stessa consegue non soltanto “Vorhersehbarkeit und Berechenbarkeit des Strafrechtes”, ma anche “Schutz individueller Freiheit vor richterlicher Willkür” (BVerfGE 64, 393). È stato detto che “Strafe als Beschränkung der Freiheit des Bürgers muss durch Parlamentsgesetz legitimiert sein” e che deve essere il legislatore stesso ad adottare la normativa, specialmente per quanto riguarda i c.d. Grundrechtseingriffe, la portata ed intensità degli stessi. Il Bestimmtheitsgebot produce peraltro i suoi effetti non soltanto con riferimento a norme di carattere penale, ma ha altresì la funzione di assicurare la “Berechenbarkeit” e la “Gleichmäßigkeit des Handelns” del potere esecutivo. Costituisce pure un “metro” da adottare ai fini di una “wirksamen Rechtskontrolle des Verhaltens der Exekutive” (BVerfGE 120, 378 (407)) ,un valido ed efficace rimedio contro la perenne tendenza del potere di sconfinare…Lo Stato deve garantire al cittadino una sfera c.d. di non impedimento, nella quale l’individuo è protetto dall’azione del potere, di tutelare, da un lato, il singolo dall’oppressione del potere, dall’altro lato, di consentire al cittadino di partecipare alla formazione della “volontà del potere”. Ordine, uguaglianza e libertà, sono i valori in cui si realizza la giustizia; vanno collocati, ognuno, in una sfera distinta e sono destinati a soddisfare esigenze distinte: 1) vitali, 2) economiche e 3) morali. Importante è anche che la ragione umana non venga usata più per nascondere la verità che per rivelarla (come ha ritenuto il Pareto). Il Bestimmtheitsgebot produce i suoi effetti non soltanto con riferimento ai rapporti Stato-cittadino, ma pure per quanto concerne i rapporti tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario.
In uno Sato veramente democratico va salvaguardata l’esigenza perenne del “controllo del potere attraverso il potere”. La dialettica tra i poteri dello Stato costituisce il principale rimedio contro gli abusi di/del potere, fa sì che un potere non possa trasformarsi in arbitrio. Ai fini della verifica dell’osservanza o meno del Bestimmtheitsgebot da parte del legislatore, la Corte costituzionale federale ha statuito che vanno esaminanti “Anlass, Zweck und Grenzen des Eingriffs, die hinreichend bereichsspezifisch, präzise und normenklar festgelegt werden müssen”. I criteri fondamentali per valutare “die Normenbestimmtheit, sind die betroffenen Rechtspositionen, das Ausmaß der Beeinträchtigungen, deren Reversibilität und die Zahl der Betroffenen”. La Bestimmtheit deve essere tanto maggiore, quanto più profondamente una norma incide sui diritti (specie di libertà) del cittadino.
La riserva di legge in favore del legislatore non impedisce che questi possa delegare, in determinati casi, al potere esecutivo, l’emanazione di norme di carattere penale, a condizione che sia il legislatore stesso a determinare i presupposti di punibilità nonché specie ed entità della pena. Comunque una “Rechtsverodnungsnorm” non può prevedere una pena detentiva.
VII. Bestimmtheitsgebot e “formaler Verbrechensbegriff”
Va rilevato che “Bestimmtheitsgebot und Gesetzlichkeitsgebot” devono essere osservati non soltanto in relazione alle c.d. Kriminalstrafen, ma anche per quanto concerne le “Ordnungswidrigkeiten” (ved. § 3 OWiG); in modo attenuato anche in materia di “Disziplinarstrafen”. Il c.d. formale Verbrechensbegriff garantisce al cittadino una “sanktionsfreie Sphäre der Verwirklichung seiner Freiheitsgrundrechte” (è, questa, la “freiheitsgewährleistende Komponente des Bestimmungsgebotes” che riserva al legislatore la competenza di statuire ciò che non è lecito.). Costituisce una tutela contro “willkürlicher Ausübung (und Ausdehnung) der staatlichen Strafgewalt“ e fa sì che ognuno possa prevedere “das strafrechtlich Verbotene seines Handelns”.
La legge penale adempie la propria funzione di essere “maßgebliche Grundlage der Strafbarkeit” unicamente qualora, sia il fatto che è vietato, che le conseguenze della violazione del precetto siano determinati “mit hinreichender Bestimmtheit“. Viene assicurata, oltre alla “gleichen Rechtsanwendung”, “der Schutz des Normadressaten“ (si parla in proposito anche di „Orientierungsgewissheit“ nonché di “Entscheidungszuständigkeit des Gestzgebers über die Strafbarkeit” (“Primat der Legislative”). È questa, la “kompetenzwahrende Komponente des Bestimmtheitsgebotes”.
VIII. Tatbestandsvoraussetzungen
Al legislatore è fatto obbligo di determinare le “Tatbestandsvoraussetzungen” con tale precisione che le stesse possano adempiere la funzione di costituire “eine zuverlässige und feste Grundlage für die Rechtsprechung” (ved. BGH (Corte suprema federale) 28, 73). Fattispecie indeterminate e prive di contenuto (“unbestimmte und inhaltsleere”) avrebbero per conseguenza che la “Ausformung der Strafrechtssätze würde von der Gesetzgebung in die Rechsprechung verlagert” e il principio di non retroattività “würde illusorisch gemacht, da Gerichte ihre Auslegung jederzeit ändern könnten”. La Corte costituzionale della Baviera ha dichiarato l’illegittimità costituzionale “mangels Bestimmtheit“ (per mancanza di determinatezza) di una norma, nella quale era stata adottata la dizione “wer gegen di öffentliche Ordnung versößt”.
I postulati del Bestimmtheitsgebot sono “inhaltliche Klarheit und inhaltliche Präzision” della norma penale e comunque tale da consentire a chi è soggetto alla stessa, “sich nach den Anforderungen zu richten”. Soltanto “hinreichend bestimmte Regelungen können Basis der gerichtlichen Kontrolle sein” (BVerfGE 108, 52 (74ff)). Inoltre va osservato che la “Gesetzesbindung” del potere giurisdizionale e di quello esecutivo, è effettiva soltanto “bei hinreichender Bestimmthheit”.
Parte della dottrina considera il Bestimmtheitsgrundsatz “ein überragend wichtiges Prinzip der rechtsstaatlichen Strafrechtspflege”, una norma programmatica fondamentale, alla quale va riconiosciuta “konstituierende Bedeutung für die Ausgestaltung eines rechtsstaatlichen Strafrechtes”.
Ultimamente però il Bestimmtheitsgebot, che è diretto anzitutto al legislatore e che è stato definito “Leitbild für den Gesetzgeber”, ha subito, specie per quanto riguarda il Nebenstrafrecht, un “ridimensionamento di fatto”, tanto da essere stato definito, da autorevole dottrina, “Trugbild” (Schünemann) e “rechsstaatliche Utopie” (Schmidhäuser).
IX. Normenbestimmtheit
La “Normenbestimmtheit” deve comunque garantire al cittadini il proprio “Freiheitsraum gegen unvorhergesehene Eingriffe des Staates”, deve assicurare che il cittadino sia in grado “seine Freiheit bis an die Grenze des strafbaren Bereiches ausüben zu können”, deve avere la possibilità “sein Verhalten auf die Rechtsfolgen einzurichten” (BVerfGE 14, 144). Questo limite è costituito dalla Strafbarkeit, limite, il quale può soltanto essere “fissato” da una legge “im materiell-rechtlichen Sinne” (“Gesetz oder Rechtsverordnung”), come ha statuito la Corte cost. feder. (VerfGE 14, 185, 251). “Subjekt, Gegenstand Form und Erfolg müssen durch Gesetz als strafbar beschrieben werden“. Inoltre è dal rilevare che previsioni di pene detentive devono sempre ed esclusivamente essere contenute in un “förmlichen Gesetz”. Il Bestimmtheitsgebot trova applicazione anche per i c.d. Rechtfertigungsgründe (BVerfGE 95, 96 132f e BGH Gr. Sen. 40, 167 e 41, 101 (105)).
Va però anche rilevato che le “Bestimmtheitsanforderungen, die an den Gesetzgeber gerichtet sind, dürfen nicht überspannt werden” in quanto “selbst bei rein deskriptiven Begriffen kommt man ohne eine Wertung nicht aus, da sie mehr oder weniger unscharf sind”. Per questo motivo la Corte costituzionale federale reputa (giurisprudenza costante) che “genuin normative Begriffsmerkmale und generalklauslartige Formeln” non contrastano, in linea di principio, con il Bestimmtheitsgebot, qualora non sia richiesto un elevato grado di “Wertausfüllungsbedürftigkeit”. Per quanto concerne le “Verweisungen”, i rinvii ad altra norma/altre norme, il Bestimmtheitsgebot e il Rechtsstaatsgebot esigono che il cittadino - “ohne Zuhilfenahme spezieller Kenntnisse” - possa comprendere il disposto normativo e il contenuto del medesimo con sufficiente certezza (“mit hinreichender Sicherheit”). Tuttavia nei casi “gewichtiger Grundrechtseingriffe”, il rinvio non deve avere per conseguenza un “erhebliches Fehlerrisiko” (BVerfGE 110, 33, (64)). Inammissibile, nell’ambito di misure che comportano limitazioni della libertà personale, sono le c.d. dynamischen Verweisungen. In linea di massima è consentito però il rinvio a norme straniere.
X. Bestimmtheitsgebot e reati colposi
Specialmente in materia di reati colposi, l’utilizzazione di “wertausfüllungsbedürftiger Begriffe” e il ricorso a “generalklauslartiger Formeln”, stante l’elevata variabilità dei comportamenti colposi, è indispensabile, ma a condizione che garantiscano che il cittadino sia messo in grado di prevedere i divieti e la reazione dello Stato in caso di violazione degli stessi (BVerfGE 45, 371f). Il “Bestrafungsrisiko muss für den Adressaten aufgrund des erkennbaren und verstehbaren Wortlautes des gesetzlichen Tatbestandes erkennbar sein und nicht erst durch Auslegung der Gerichte” (BVerfGE 92, 12). In ogni caso, in sede di interpretazione di una norma penale, deve essere decisivo “der ojektivierte Wille des Gesetzgebers, so wie er sich aus dem Wortlaut der Vorschrift und im Sinnzusammnehang ergibt”. “Limite invalicabile” (“unübersteigbare Grenze“) per l’interpretazione “ist der mögliche Wortsinn” (BVerfGE 20.3. 2002 – 2 BvR 794/95 e 105, 135, 152ff).
La sostituzione della Bestimmtheit con la “Bestimm barkeit” non deve avere per conseguenza che il rinvio ad “allgemeine Rechtsüberzeugung” o alla giurisprudenza vanifichi “das Erfordernis der lex certa”. Il legislatore è comunque tenuto a servirsi di espressioni e di concetti che sono “soweit wie möglich, bestimmt”. L’utilizzo “von wertausfüllungsbedürftigen Begriffen und Generalklausln” viola il Bestimmtheitsgebot tutte le volte in cui “der Gesetzgeber die ihm auferlegte Wertentscheidung an den Richter abschiebt, obwohl eine präzise, aber gleichermaßen funktionsfähige Regelalternative besteht“. Questo “Präzisierungs- und Konkretisierungsgebot” diventa piu’ stringente in relazione all’entita’ della prevista pena (BVerfGE 26,42; 75, 329).
XI. Sanktionsbestimmtheit
Il Bestimmtheitsgebot, come già sopra accennato, deve essere osservato anche per quanto concerne i Deliktfolgen“, vale a dire con riferimento a specie ed entità della pena prevista in caso di violazione del disposto normativo. Va però rilevato che in materia di “Sanktionsbestimmtheit”, sono da applicare criteri meno rigorosi (BVerfGE 105, 154f) rispetto alle “Tabestandsvoraussetzungen” in quanto occorre anche tenere conto del principio della “schuldangemessenen Strafe im Einzelfall”; il legislatore può limitarsi alla previsione di un c.d. Orientierungsrahmen per il giudice, determinando la “Sanktionsunter- und Obergrenze”. Ciò al fine di prevenire “richterliche Willkür”.
Il Bestimmtheitsgebot viene violato altresì se da un provvedimento della PA non risulta se il contravventore allo stesso sarà punito per un’“Ordnungswidrigkeit” o per un reato (BGH 28, 72). Pure la previsione di una pena pecuniaria non determinata nel massimo contrasta con il Bestimmtheitsgrundsatz.
Nel 1992 è stata introdotta nella RFT la c.d. Vermögensstrafe, poi dichiarata incostituzionale (BVerfGE 105, 156) in quanto contraria al Bestimmtheitsgebot.
Per quanto concerne il “Tagessatzsystem” (che consente l’inflizione di pene pecuniarie da 5 a 21.600.000 Euro e che sono graduate, principalmente, in relazione alle condizioni reddituali-patrimoniali dell’imputato), esso è stato ritenuto conforme alle norme del “Grundgesetz”, dato che la discrezionalita’ del giudice viene circoscritta per effetto delle disposizioni di cui ai §§ 40 e 54 StGB (CP).Va anche rilevato che, dato che le situazioni patrimoniali e reddituali di coloro che violano i precetti penali e/o quelli previsti dall’”Ordnungswidrigkeitengesetz”, possono essere assai diverse, soltanto “weitgefasste Geldstrafrahmen” possono avere funzione anche preventiva, non trascurabile accanto a quella retributiva.
Il Bestimmtheitsgrundsatz comporta altresì che debbano sussistere “hinreichend konkrete Kriterien”, di cui il giudice deve tenere conto in sede di determinazione della pena (sono, questi, i criteri contenuti nei §§ 46, comma 2 e 40, comma 2, StGB, da seguire in occasione dell’inflizione di pene pecuniarie).
L’articolo 103, comma 2, GG deve essere osservato, sia per quanto concerne le pene principali, che quelle accessorie; vale altresì per le “Nebenfolgen der Straftaten” (§§ 45 e segg. StGB). Non invece per le “vollstreckungsrechtlichen Regelungen” (§ 57 e 57a StGB), per le “Bewährungsauflagen und Weisungen” (§ 56a e segg. StGB) e per le misure di sicurezza. In questi casi deve però essere osservato il principio di cui all’articolo 20, comma 3 GG (“….sind an Gesetz und Recht gebunden”), il “Gebot der Rechtssicherheit”.
XII. Integrazione della fattispecie con rinvio ad un atto amministrativo
Il Bestimmtheitsgebot esplica i suoi effetti anche nel campo del diritto amministrativo nel senso che deve esserci una “gesetzliche Ermächtigung der Exekutive” a porre in essere atti amministrativi che devono essere sufficientemente determinati per quanto concerne “Inhalt, Zweck und Ausmaß”. In tal modo l’agire della PA diventa “messbar und, in gewissem Ausmaß, für den Staatsbürger voraussehbar und berechenbar” (BVerfGE 56, 1/12 e 108, 52/75). La Bestimmtheit dell’atto/provvedimento amministrativo è sancita dal § 3 del “Verwaltungsverfahrensgesetz”. “Unbestimmte, auslegungsbedürftige Rechtsbegriffe und Generalklausln” sono ammissibili; tuttavia il Bestimmtheitsgebot viene violato tutte le volte in cui l’azione della PA è da qualificare come “willkürliche Handhabung”. Il grado di Bestimmtheit aumenta con la “Intensität der Einwirkungen auf die Regeladressaten” nel senso che “je schwerwiegender die Auswirkungen einer Regelung sind, desto genauer müssen die Vorgaben des Gesetzgebers für die Exekutive sein. Inoltre la “Rechtslage muss für die Betroffenen erkennbar sein”. È stato detto che tutte le volte in cui “der Staat (PA e anche la Giustizia) dem Bürger gegenüber auftritt, muss eine hinreichende Formulierung vorhanden sein”. Così p. es. il “Bundesverfassungsgericht” ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di una legge del 1983, formulata in modo tale che “der auskunftspflichtige Bürger die Auswirkungen der gesetzlichen Bestimmung nicht mehr zu übersehen vermochte”.
Le norma in materia di imposte e tasse devono avere un grado di determinatezza e precisione tale da consentire al contribuente “die auf ihn entfallende Steuerlast vorauszuberechnen”. Per quanto concerne in particolare le tasse, dalla “Gebührenregelung” deve essere desumibile per quali servizi pubblici la Gebühr viene pretesa e riscossa.
XIII. Bestimmtheitsgebot e diritto amministrativo
Viene generalmente ritenuta l’ammissibilità che una fattispecie penale venga integrata mediante rinvio ad un atto amministrativo (è, questa, la c.d. Verwaltungsakzessorietät), anche se la dottrina, più volte, ha manifestato la decisa contrarietà ad una siffatta “prassi”, considerato che la “Gesetzlichkeit der Strafbarkeit” costituisce un “Gesetzesvorbehalt, der streng ausgelegt werden muss” e che, come gia’ detto sopra, “Strafbarkeit, Art und Ausmaß der Strafe” devono essere contenuti in una legge deliberata dal parlamento. E’ questo il c.d. Parlamentsvorbehalt, con il quale i Costituenti hanno voluto perseguire un duplice obiettivo: 1) “subjektiv rechtlichen Schutz des Normadressaten” e 2) assicurare che soltanto il legislatore (e non il potere esecutivo o quello giudiziario) possa statuire ciò che è punibile (BVerfGE 67, 207 (224)). Va osservato che secondo il “Bundesverfassungsgericht”, ai fini della concretizzazione di una fattispecie, è ammissibile anche un rinvio “auf europäisches Unionsrecht”.
I. Introduzione e cenni storici - II. Ordinamento della RFT - III. Principio della lex certa - IV. L’estensione della garanzia di cui all’articolo 103, comma 2, Grundgesetz - V. I paragrafi 1 e 2 StGB - VI. Voraussehbarkeit und Berechenbarkeit des Strafrechtes - VII. Bestimmtheitsgebot und formaler Verbrechensbegriff - VIII. Tatbestandsvoraussetzungen - IX. Normenbestimmtheit - X. Bestimmtheitsgebot e reati colposi - XI. Sanktionsbestimmtheit - XII. Integrazione della fattispecie con rinvio ad un atto amministrativo - XIII. Bestimmtheitsgebot e diritto amministrativo
I. Introduzione - cenni storici
Il principio nullum crimen sine lege, nulla poene sine lege, non trae origine dal diritto romano, come qualcuno potrebbe ritenere; anzi il diritto romano ammetteva l’applicazione analogica della legge penale. Consentiva di punire “ad exemplum legis”. Tra i precedenti storici di questo principio - compiutamente formulato da P.J.A. Feuerbach nel suo “Lehrbuch des gemeinen, gültigen peinlichen Rechts” - si annoverano, la Magna Charta Libertatum di Re Giovanni (1215), il Josephinisches Strafgesetzbuch del 1787 e la Dichiarazione francese dei diritti dell’uomo e dei cittadini del 1789. Costituiva, questo principio, una indubbia conquista contro lo strapotere dello Stato di polizia (qual’era specialmente nel periodo dell’assolutismo). Significativa è l’abolizione del principio “nullum crimen sine lege, nulla poena sine lege”, nel codice penale sovietico (1922) ed in quello tedesco per effetto della legge 28.6.1935 (cioè in due Stati dittatoriali), con le conseguenze che si sono viste. Al giorno d’oggi, costituisce, in molti Stati, un “verfassungsrechtlich und menschenrechtilch geschütztes Justizgrundrecht”. Qualche attenuazione di questo principio è riscontrabile negli Stati del c.d. Common-Law.
II. Ordinamento della RFT
Nell’ordinamento penale della RFT sono individuabili quattro principi che costituiscono la “Garantiefunktion des Strafgesezes”: a) quello della lex scripta (dal quale consegue il “Verbot der Strafbegründung bzw. –verschärfung durch (ungeschriebenes) Gewohnheitsrecht”, b) quello della lex certa (con divieto “unbestimmter Strafgesetze”), c) quello della lex scripta (divieto di analogia “zu Ungusten des Angeklagten”), d) quello della lex praevia (divieto di retroattività). Questi quattro principi sono stati definiti quale “Magna Charta des Verbrechens” (v. Liszt) e “Schutzprinzipien zu Gunsten des Täters”. In particolare, il principio della lex praevia, tende a realizzare il concetto di giustizia come uguaglianza e libertà. Solo gli atti compiuti da uomini liberi, possono essere valutati con il criterio del “giusto” e dell’ “ingiusto”. L’uguaglianza ha bisogno della libertà per diventare concreta, si integra con la libertà. Libertà ed uguaglianza non sono due principi scindibili; formano, entrambi, nel loro insieme, gli elementi costitutivi della giustizia. È stato detto che la libertà guarda alla giustizia dal punto di vista dell’individuo, mentre l’uguaglianza vi guarda dal punto di vista della comunità.
Parte della dottrina sostiene la tesi secondo la quale il Bestimmtheitsgebot non sarebbe altro che un “Unterprinzip des Rechtsstaatsprinzips” di cui all’articolo 20 GG (Costituzione federale). Una tesi del genere non sembra avere valido fondamento, stante quanto dispone l’articolo 103, comma 2, GG (“……wenn die Strafbarkeit gesetzlich bestimmt war”), norma, che, in ogni caso, è specifica rispetto al Rechtsstaatsprinzip e tenuto anche conto della collocazione sistematica dell’articolo 103 GG, contenuto nella Parte IX della Costituzione federale e che è intitolata: “Die Rechtsprechung”.
La riserva di legge contenuta nel § 103, comma 2, del Grundgesetz, fa sì che spetta soltanto al legislatore statuire “ob und in welchem Umfang ein bestimmtes Rechtsgut mit den Mitteln des Strafrechtes verteidigt werden muss” e che “den Strafrichtern ist es verwehrt, die Entscheidungen der Legislative zu korrigieren” (BVerfGE - Beschluss v. 7.12. 2011 - 2 BvR 2500/09). La giurisdizione, nei sistemi giuridici dell’Europa continentale, è da escludere dal novero delle fonti del diritto in quanto il giudice non crea il diritto e non ha altro compito che non sia quello di riconoscerlo, di dichiararlo, di farlo rispettare, vale a dire, di applicarlo.
III. Principio della lex certa
Per quanto concerne in particolare il principio della lex certa, inteso ad assicurare la “Rechtsklarheit”, la “Erkennbarkeit und Widerspruchsfreiheit” della norma penale, l’articolo 103, comma 2, del Grundgesetz (GG), prevede che un fatto è punibile unicamente se la punibilità era stata prevista per legge prima che fosse commesso il fatto (“Eine Tat kann nur bestraft werden, wenn die Strafbarkeit gesetzlich bestimmt war, bevor die Tat begangen wurde”). In tal modo i principi nullum crimen sine poena e nulla poena sine lege, vengono sottratti alla “Diposition des einfachen Gesetzgebers”; la loro violazione legittima la proposizione di “Verfassungsbeschwerde” ai sensi dell’articolo 93, comma 1, n. 4, GG.
La giurisdizione non può essere degradata a strumento comodo per le inclinazioni despotiche dei governanti (di tutti i colori). Gli uomini hanno sempre rivendicato la libertà come garanzia delle loro libertà (libertà personale, di opinione, religiosa ecc.). La libertà esterna - che è coercibile - a differenza di quella interna - e che, secondo le odierne concezioni, non è violabile, ne’ usurpabile da parte dello Stato in quanto si tratta di un diritto “anteriore” (preesistente) allo Stato, va pure annoverata tra i diritti inalienabili della persona. Secondo il Radbruch, il diritto va posto accanto allo Stato, anzi al di sopra dello Stato.
La norma costituzionale di cui all’articolo 103, comma 2, GG, è stata trasfusa, tale quale, nel § 1 dello StGB (CP), intitolato: “Keine Strafe ohne Gesetz” (Nessuna pena senza una legge). Il § 2, comma 1, StGB, intitolato: “Zeitliche Geltung”, dispone: ”Die Strafe und ihre Nebenfolgen bestimmen sich nach dem Gesetz, das zur Zeit der Tat gilt”.
L’antica distinzione tra “gubernaculum” e “iurisdictio” si è consolidata nella tradizione anglosassone e produce il risultato di rafforzare, insieme, i poteri del governo, ma anche i diritti dei cittadini (C.H. McIlwain). Fa sì che il diritto non è qualcosa, di cui il potere (esecutivo) può disporre a piacimento. È stato detto che nei piani più bassi, la forza è al servizio del diritto, mentre in quelli alti, il diritto è al servizio della forza…..La legittimità del potere è il presupposto della legalità della norma e la giustizia della norma emanata, è il presupposto della legittimità del potere. Il problema del potere e quello della norma, sono due facce della stessa medaglia. L’ obbedienza alla norma, è la migliore prova della sua legittimità. Già J. Locke aveva ritenuto che soltanto un governo limitato dai diritti dei cittadini – oltre che fondato sul loro consenso – è da considerarsi legittimo; un governo sub lege (rule of law), a cui non è sottratto nessun livello della gerarchia del potere. In proposito vengono alla mente le parole di B. Pascal, secondo il quale, il diritto è l’espressione dei più forti, non dei più giusti. Tanto meglio, se poi i più forti, sono anche i più giusti….In una vera democrazia deve valere il principio: “Lex facit regem” e non: “Rex facit legem”.
Ciò vale in particolare nell’epoca attuale, nella quale lo Stato ci appare sempre più amministrativo e sempre meno rappresentativo; nella quale lo Stato pare avere il compito non di far vincere il giusto, ma di dare l’aureola “del giusto”…. a chi vince. Va anche ricordato che J. S. Mill ha affermato che la “verità vive soltanto laddove può essere negata”. Nessuno è in grado di sapere inequivocabilmente ciò che “è bene per lui e per tutti gli altri” (R.Dahrendorf).
Il comma 2 dell’articolo 103 GG viene anche considerato quale “Konkretisierung des Rechtsstaatsgebotes für die staatliche Strafgewalt in Gesetzgebung, Rechtsprechung und Verwaltung”; inoltre, come “spezielles Willkürverbot für die Strafgerichtsbarkeit”. Contiene uno “striktes Bestimmtheitsgebot” per il legislatore, al quale corrisponde, per la giurisdizione, il divieto di “strafbegründender Analogie” (BVerfGE 126, 170 (194)). Questa norma, al pari delle altre “Justizgewährleistungen” di cui all’articolo 101 GG, costituisce un “grundrechtsgleiches Recht” spettante a tutti (“gilt für jedermann”) e quindi può essere invocato anche da persone giuridiche, se ed in quanto soggette a sanzioni penali. La locuzione “gesetzlich bestimmt”, utilizzata nel § 103, comma 2, GG, è da intendere nel senso di “formelles Parlamentsgesetz”. “In grundrechtlichen Fragen” sussiste “Gesetzesvorbehalt und Parlamentsvorbehalt für Eingriffsakte”. È pertanto esclusa qualsiasi “gewohnheitsrechtliche Begründung der Strafbarkeit”.
Il disposto dell’articolo 103, comma 2, Grundgesetz “ist einer Abwägung nicht zugänglich” (BVerfGE 109, 133 (171)) e, considerata la “Eingriffsintensität der Staatsgewalt” in materia penale, gli “interventi“ devono essere “voraussehbar, berechenbar und messbar”; deve essere esclusa qualsiasi “Willkür”, va garantita “Rechtssicherheit durch Bestimmtheit, Klarheit und Verlässlichkeit der Rechtsordnung”. Come ha statuito la Corte costituzionale federale (113, 273 (308)), l’articolo 103, comma 2., GG, “ist eine spezielle, rechtsstaatliche Garantie des Vertrauens in die Verlässlichkeit der Rechtsordnung, die eine klare Orientierung zu geben hat, was strafbar und was straflos ist”. Certezza ed ordine sono valori intrinseci (ed essenziali) del diritto accanto all’uguaglianza. Questi valori devono essere affermati con particolare vigore nei confronti dei c.d. intellettuali, soliti a stare “di qua e di là”, pronti a “balzare in sella” a qualsiasi “cavallo”, non importa di che colore, purché di non perdere il potere (e, soprattutto, di potersi arricchire, in un modo o nell’altro…). L’articolo 103, comma 2, GG è fondato sul principio che la pena presuppone la colpevolezza, si basa sul “materiellen Schuldprinzip”.
IV. L’estensione delle garanzie di cui all’articolo 103, comma 2, Grundgesetz
Le garanzie di cui al comma 2 dell’articolo 103 GG trovano applicazione tutte le volte in cui vengono comminate pene (“Strafen”).
Per “Strafe” si intende la “Auferlegung eines Rechtsnachteiles wegen einer schuldhaft begangenen, rechtswidrigen Tat”; costituisce “eine missbilligende, hoheitliche Reaktion auf schuldhaftes Verhalten”(BVerfGE 26, 186 (203) e 33, 125 (164)). Vi sono inclusi anche provvedimenti, “die wie Strafe wirken”, le c.d. strafähnlichen Maßnahmen, basate su uno “Schuldvorwurf” e nelle quali è prevalente il carattere retributivo della sanzione.
La Corte costituzionale federale non considera “Strafen” le misure di sicurezza previste dallo StGB, stante la natura preventiva delle stesse nonché le c.d. prozessualen Sanktionen, quali sono p. es. “Zwangs- und Ordnungsmittel” (vi rientra p. es. l’“Ordnungsgeld” di cui al § 890 ZPO (CPC)). Neppure sono “Strafen” i “verwaltungsgerichtlichen Zwangsmittel mit Beugecharakter”.
La Garantiefunktion del comma 2 dell’articolo 103 GG non produce i suoi effetti in materia di “Strafverfahrensrecht” (procedura penale), anche per quanto concerne le c.d. verfahrensmäßigen Verfolgungsvoraussetzungen (prescrizione, querela) e la “Strafvollstreckung” (esecuzione).
V. I paragrafi 1 e 2 dello StGB
I paragrafi 1 e 2, StGB sanciscono la c.d. Gesetzlichkeitserfordernis, sia con riferimento alla “Strafbarkeit” (nullum crimen sine lege), sia per quanto concerne la sanzione (nulla poena sine lege). Il “Tatbestand (im weiteren Sinne)” è stato definito quale “Inbegriff aller Voraussetzungen der Strafbarkeit”. Incombe al legislatore, determinare, nell’ambito di tutte le “wertwidrigen Handlungsmöglichkeiten”, quelle che - per effetto della loro “Sozialschädlichkeit und sozialethischen Verwerflichkeit” - devono essere punite (si parla in proposito di “Auslesefunktion des Tatbestandes”). La “Tatbestandsbildung gibt jedem Bürger die Möglichkeit der Selbstorientierung” con un’esatta “descrizione” di ciò che è lecito e di quello che lecito non è (“genaue Beschreibung des missbilligenden Verhaltens mittels Formulierung eines fest umrissenen Delikttyps)”. È questo il “tatbestandlich vertyptes Unrecht”.
“Tatbestandsausweitende Interpretationen einer gesetzlichen Sanktionsnorm” sono inammissibili. “In Fällen, die vom Wortlaut einer Strafnorm nicht mehr gedeckt sind”, il giudice deve pronunziare sentenza di assoluzione. “Der Wortlaut ist die äußerste Grenze zulässiger, richterlicher Interpretation”; non spetta ad organi giurisdizionali “die gesetzgeberische Aufgabe zu übernehmen”, di fungere da “supplente” del potere legislativo. Come ampiamente dimostrato da esperienze del passato, la “Übernahme solcher Funktionen durche die Gerichtsbarkeit” ha condotto, non infrequentemente, a risultati tutt’altro che apprezzabili, anzi, ha “aperto la strada” a favoritismi, clientelismi e corruzione. Corruzione che continuerà fino a quando ai corrotti sarà consentito a scegliersi i loro protettori. Risultati pressoché identici, si hanno tutte le volte in cui un organo del potere esecutivo si arroga funzioni che spetterebbero all’autorità giudiziaria. Ciò avviene, ogni tanto, negli uffici di periferia, sui quali, delle volte, non viene esercitato un adeguato controllo da parte di chi dovrebbe provvedervi.
A proposito della c.d. verfassungskonformen Interpretation, alla stessa può ricorrersi, qualora una norma offra, in base alle comuni regole di interpretazione, una o più “soluzioni” conformi al GG, mentre altre interpretazioni condurrebbero ad un “verfassungswidrigen Ergebnis”.
VI. Voraussehbarkeit und Berechenbarkeit des Strafrechtes
Il Gesetzlichkeitsprinzip implica la “Bindung der judikativen (und der exekutiven) Gewalt an die Gesetze” e dalla stessa consegue non soltanto “Vorhersehbarkeit und Berechenbarkeit des Strafrechtes”, ma anche “Schutz individueller Freiheit vor richterlicher Willkür” (BVerfGE 64, 393). È stato detto che “Strafe als Beschränkung der Freiheit des Bürgers muss durch Parlamentsgesetz legitimiert sein” e che deve essere il legislatore stesso ad adottare la normativa, specialmente per quanto riguarda i c.d. Grundrechtseingriffe, la portata ed intensità degli stessi. Il Bestimmtheitsgebot produce peraltro i suoi effetti non soltanto con riferimento a norme di carattere penale, ma ha altresì la funzione di assicurare la “Berechenbarkeit” e la “Gleichmäßigkeit des Handelns” del potere esecutivo. Costituisce pure un “metro” da adottare ai fini di una “wirksamen Rechtskontrolle des Verhaltens der Exekutive” (BVerfGE 120, 378 (407)) ,un valido ed efficace rimedio contro la perenne tendenza del potere di sconfinare…Lo Stato deve garantire al cittadino una sfera c.d. di non impedimento, nella quale l’individuo è protetto dall’azione del potere, di tutelare, da un lato, il singolo dall’oppressione del potere, dall’altro lato, di consentire al cittadino di partecipare alla formazione della “volontà del potere”. Ordine, uguaglianza e libertà, sono i valori in cui si realizza la giustizia; vanno collocati, ognuno, in una sfera distinta e sono destinati a soddisfare esigenze distinte: 1) vitali, 2) economiche e 3) morali. Importante è anche che la ragione umana non venga usata più per nascondere la verità che per rivelarla (come ha ritenuto il Pareto). Il Bestimmtheitsgebot produce i suoi effetti non soltanto con riferimento ai rapporti Stato-cittadino, ma pure per quanto concerne i rapporti tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario.
In uno Sato veramente democratico va salvaguardata l’esigenza perenne del “controllo del potere attraverso il potere”. La dialettica tra i poteri dello Stato costituisce il principale rimedio contro gli abusi di/del potere, fa sì che un potere non possa trasformarsi in arbitrio. Ai fini della verifica dell’osservanza o meno del Bestimmtheitsgebot da parte del legislatore, la Corte costituzionale federale ha statuito che vanno esaminanti “Anlass, Zweck und Grenzen des Eingriffs, die hinreichend bereichsspezifisch, präzise und normenklar festgelegt werden müssen”. I criteri fondamentali per valutare “die Normenbestimmtheit, sind die betroffenen Rechtspositionen, das Ausmaß der Beeinträchtigungen, deren Reversibilität und die Zahl der Betroffenen”. La Bestimmtheit deve essere tanto maggiore, quanto più profondamente una norma incide sui diritti (specie di libertà) del cittadino.
La riserva di legge in favore del legislatore non impedisce che questi possa delegare, in determinati casi, al potere esecutivo, l’emanazione di norme di carattere penale, a condizione che sia il legislatore stesso a determinare i presupposti di punibilità nonché specie ed entità della pena. Comunque una “Rechtsverodnungsnorm” non può prevedere una pena detentiva.
VII. Bestimmtheitsgebot e “formaler Verbrechensbegriff”
Va rilevato che “Bestimmtheitsgebot und Gesetzlichkeitsgebot” devono essere osservati non soltanto in relazione alle c.d. Kriminalstrafen, ma anche per quanto concerne le “Ordnungswidrigkeiten” (ved. § 3 OWiG); in modo attenuato anche in materia di “Disziplinarstrafen”. Il c.d. formale Verbrechensbegriff garantisce al cittadino una “sanktionsfreie Sphäre der Verwirklichung seiner Freiheitsgrundrechte” (è, questa, la “freiheitsgewährleistende Komponente des Bestimmungsgebotes” che riserva al legislatore la competenza di statuire ciò che non è lecito.). Costituisce una tutela contro “willkürlicher Ausübung (und Ausdehnung) der staatlichen Strafgewalt“ e fa sì che ognuno possa prevedere “das strafrechtlich Verbotene seines Handelns”.
La legge penale adempie la propria funzione di essere “maßgebliche Grundlage der Strafbarkeit” unicamente qualora, sia il fatto che è vietato, che le conseguenze della violazione del precetto siano determinati “mit hinreichender Bestimmtheit“. Viene assicurata, oltre alla “gleichen Rechtsanwendung”, “der Schutz des Normadressaten“ (si parla in proposito anche di „Orientierungsgewissheit“ nonché di “Entscheidungszuständigkeit des Gestzgebers über die Strafbarkeit” (“Primat der Legislative”). È questa, la “kompetenzwahrende Komponente des Bestimmtheitsgebotes”.
VIII. Tatbestandsvoraussetzungen
Al legislatore è fatto obbligo di determinare le “Tatbestandsvoraussetzungen” con tale precisione che le stesse possano adempiere la funzione di costituire “eine zuverlässige und feste Grundlage für die Rechtsprechung” (ved. BGH (Corte suprema federale) 28, 73). Fattispecie indeterminate e prive di contenuto (“unbestimmte und inhaltsleere”) avrebbero per conseguenza che la “Ausformung der Strafrechtssätze würde von der Gesetzgebung in die Rechsprechung verlagert” e il principio di non retroattività “würde illusorisch gemacht, da Gerichte ihre Auslegung jederzeit ändern könnten”. La Corte costituzionale della Baviera ha dichiarato l’illegittimità costituzionale “mangels Bestimmtheit“ (per mancanza di determinatezza) di una norma, nella quale era stata adottata la dizione “wer gegen di öffentliche Ordnung versößt”.
I postulati del Bestimmtheitsgebot sono “inhaltliche Klarheit und inhaltliche Präzision” della norma penale e comunque tale da consentire a chi è soggetto alla stessa, “sich nach den Anforderungen zu richten”. Soltanto “hinreichend bestimmte Regelungen können Basis der gerichtlichen Kontrolle sein” (BVerfGE 108, 52 (74ff)). Inoltre va osservato che la “Gesetzesbindung” del potere giurisdizionale e di quello esecutivo, è effettiva soltanto “bei hinreichender Bestimmthheit”.
Parte della dottrina considera il Bestimmtheitsgrundsatz “ein überragend wichtiges Prinzip der rechtsstaatlichen Strafrechtspflege”, una norma programmatica fondamentale, alla quale va riconiosciuta “konstituierende Bedeutung für die Ausgestaltung eines rechtsstaatlichen Strafrechtes”.
Ultimamente però il Bestimmtheitsgebot, che è diretto anzitutto al legislatore e che è stato definito “Leitbild für den Gesetzgeber”, ha subito, specie per quanto riguarda il Nebenstrafrecht, un “ridimensionamento di fatto”, tanto da essere stato definito, da autorevole dottrina, “Trugbild” (Schünemann) e “rechsstaatliche Utopie” (Schmidhäuser).
IX. Normenbestimmtheit
La “Normenbestimmtheit” deve comunque garantire al cittadini il proprio “Freiheitsraum gegen unvorhergesehene Eingriffe des Staates”, deve assicurare che il cittadino sia in grado “seine Freiheit bis an die Grenze des strafbaren Bereiches ausüben zu können”, deve avere la possibilità “sein Verhalten auf die Rechtsfolgen einzurichten” (BVerfGE 14, 144). Questo limite è costituito dalla Strafbarkeit, limite, il quale può soltanto essere “fissato” da una legge “im materiell-rechtlichen Sinne” (“Gesetz oder Rechtsverordnung”), come ha statuito la Corte cost. feder. (VerfGE 14, 185, 251). “Subjekt, Gegenstand Form und Erfolg müssen durch Gesetz als strafbar beschrieben werden“. Inoltre è dal rilevare che previsioni di pene detentive devono sempre ed esclusivamente essere contenute in un “förmlichen Gesetz”. Il Bestimmtheitsgebot trova applicazione anche per i c.d. Rechtfertigungsgründe (BVerfGE 95, 96 132f e BGH Gr. Sen. 40, 167 e 41, 101 (105)).
Va però anche rilevato che le “Bestimmtheitsanforderungen, die an den Gesetzgeber gerichtet sind, dürfen nicht überspannt werden” in quanto “selbst bei rein deskriptiven Begriffen kommt man ohne eine Wertung nicht aus, da sie mehr oder weniger unscharf sind”. Per questo motivo la Corte costituzionale federale reputa (giurisprudenza costante) che “genuin normative Begriffsmerkmale und generalklauslartige Formeln” non contrastano, in linea di principio, con il Bestimmtheitsgebot, qualora non sia richiesto un elevato grado di “Wertausfüllungsbedürftigkeit”. Per quanto concerne le “Verweisungen”, i rinvii ad altra norma/altre norme, il Bestimmtheitsgebot e il Rechtsstaatsgebot esigono che il cittadino - “ohne Zuhilfenahme spezieller Kenntnisse” - possa comprendere il disposto normativo e il contenuto del medesimo con sufficiente certezza (“mit hinreichender Sicherheit”). Tuttavia nei casi “gewichtiger Grundrechtseingriffe”, il rinvio non deve avere per conseguenza un “erhebliches Fehlerrisiko” (BVerfGE 110, 33, (64)). Inammissibile, nell’ambito di misure che comportano limitazioni della libertà personale, sono le c.d. dynamischen Verweisungen. In linea di massima è consentito però il rinvio a norme straniere.
X. Bestimmtheitsgebot e reati colposi
Specialmente in materia di reati colposi, l’utilizzazione di “wertausfüllungsbedürftiger Begriffe” e il ricorso a “generalklauslartiger Formeln”, stante l’elevata variabilità dei comportamenti colposi, è indispensabile, ma a condizione che garantiscano che il cittadino sia messo in grado di prevedere i divieti e la reazione dello Stato in caso di violazione degli stessi (BVerfGE 45, 371f). Il “Bestrafungsrisiko muss für den Adressaten aufgrund des erkennbaren und verstehbaren Wortlautes des gesetzlichen Tatbestandes erkennbar sein und nicht erst durch Auslegung der Gerichte” (BVerfGE 92, 12). In ogni caso, in sede di interpretazione di una norma penale, deve essere decisivo “der ojektivierte Wille des Gesetzgebers, so wie er sich aus dem Wortlaut der Vorschrift und im Sinnzusammnehang ergibt”. “Limite invalicabile” (“unübersteigbare Grenze“) per l’interpretazione “ist der mögliche Wortsinn” (BVerfGE 20.3. 2002 – 2 BvR 794/95 e 105, 135, 152ff).
La sostituzione della Bestimmtheit con la “Bestimm barkeit” non deve avere per conseguenza che il rinvio ad “allgemeine Rechtsüberzeugung” o alla giurisprudenza vanifichi “das Erfordernis der lex certa”. Il legislatore è comunque tenuto a servirsi di espressioni e di concetti che sono “soweit wie möglich, bestimmt”. L’utilizzo “von wertausfüllungsbedürftigen Begriffen und Generalklausln” viola il Bestimmtheitsgebot tutte le volte in cui “der Gesetzgeber die ihm auferlegte Wertentscheidung an den Richter abschiebt, obwohl eine präzise, aber gleichermaßen funktionsfähige Regelalternative besteht“. Questo “Präzisierungs- und Konkretisierungsgebot” diventa piu’ stringente in relazione all’entita’ della prevista pena (BVerfGE 26,42; 75, 329).
XI. Sanktionsbestimmtheit
Il Bestimmtheitsgebot, come già sopra accennato, deve essere osservato anche per quanto concerne i Deliktfolgen“, vale a dire con riferimento a specie ed entità della pena prevista in caso di violazione del disposto normativo. Va però rilevato che in materia di “Sanktionsbestimmtheit”, sono da applicare criteri meno rigorosi (BVerfGE 105, 154f) rispetto alle “Tabestandsvoraussetzungen” in quanto occorre anche tenere conto del principio della “schuldangemessenen Strafe im Einzelfall”; il legislatore può limitarsi alla previsione di un c.d. Orientierungsrahmen per il giudice, determinando la “Sanktionsunter- und Obergrenze”. Ciò al fine di prevenire “richterliche Willkür”.
Il Bestimmtheitsgebot viene violato altresì se da un provvedimento della PA non risulta se il contravventore allo stesso sarà punito per un’“Ordnungswidrigkeit” o per un reato (BGH 28, 72). Pure la previsione di una pena pecuniaria non determinata nel massimo contrasta con il Bestimmtheitsgrundsatz.
Nel 1992 è stata introdotta nella RFT la c.d. Vermögensstrafe, poi dichiarata incostituzionale (BVerfGE 105, 156) in quanto contraria al Bestimmtheitsgebot.
Per quanto concerne il “Tagessatzsystem” (che consente l’inflizione di pene pecuniarie da 5 a 21.600.000 Euro e che sono graduate, principalmente, in relazione alle condizioni reddituali-patrimoniali dell’imputato), esso è stato ritenuto conforme alle norme del “Grundgesetz”, dato che la discrezionalita’ del giudice viene circoscritta per effetto delle disposizioni di cui ai §§ 40 e 54 StGB (CP).Va anche rilevato che, dato che le situazioni patrimoniali e reddituali di coloro che violano i precetti penali e/o quelli previsti dall’”Ordnungswidrigkeitengesetz”, possono essere assai diverse, soltanto “weitgefasste Geldstrafrahmen” possono avere funzione anche preventiva, non trascurabile accanto a quella retributiva.
Il Bestimmtheitsgrundsatz comporta altresì che debbano sussistere “hinreichend konkrete Kriterien”, di cui il giudice deve tenere conto in sede di determinazione della pena (sono, questi, i criteri contenuti nei §§ 46, comma 2 e 40, comma 2, StGB, da seguire in occasione dell’inflizione di pene pecuniarie).
L’articolo 103, comma 2, GG deve essere osservato, sia per quanto concerne le pene principali, che quelle accessorie; vale altresì per le “Nebenfolgen der Straftaten” (§§ 45 e segg. StGB). Non invece per le “vollstreckungsrechtlichen Regelungen” (§ 57 e 57a StGB), per le “Bewährungsauflagen und Weisungen” (§ 56a e segg. StGB) e per le misure di sicurezza. In questi casi deve però essere osservato il principio di cui all’articolo 20, comma 3 GG (“….sind an Gesetz und Recht gebunden”), il “Gebot der Rechtssicherheit”.
XII. Integrazione della fattispecie con rinvio ad un atto amministrativo
Il Bestimmtheitsgebot esplica i suoi effetti anche nel campo del diritto amministrativo nel senso che deve esserci una “gesetzliche Ermächtigung der Exekutive” a porre in essere atti amministrativi che devono essere sufficientemente determinati per quanto concerne “Inhalt, Zweck und Ausmaß”. In tal modo l’agire della PA diventa “messbar und, in gewissem Ausmaß, für den Staatsbürger voraussehbar und berechenbar” (BVerfGE 56, 1/12 e 108, 52/75). La Bestimmtheit dell’atto/provvedimento amministrativo è sancita dal § 3 del “Verwaltungsverfahrensgesetz”. “Unbestimmte, auslegungsbedürftige Rechtsbegriffe und Generalklausln” sono ammissibili; tuttavia il Bestimmtheitsgebot viene violato tutte le volte in cui l’azione della PA è da qualificare come “willkürliche Handhabung”. Il grado di Bestimmtheit aumenta con la “Intensität der Einwirkungen auf die Regeladressaten” nel senso che “je schwerwiegender die Auswirkungen einer Regelung sind, desto genauer müssen die Vorgaben des Gesetzgebers für die Exekutive sein. Inoltre la “Rechtslage muss für die Betroffenen erkennbar sein”. È stato detto che tutte le volte in cui “der Staat (PA e anche la Giustizia) dem Bürger gegenüber auftritt, muss eine hinreichende Formulierung vorhanden sein”. Così p. es. il “Bundesverfassungsgericht” ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di una legge del 1983, formulata in modo tale che “der auskunftspflichtige Bürger die Auswirkungen der gesetzlichen Bestimmung nicht mehr zu übersehen vermochte”.
Le norma in materia di imposte e tasse devono avere un grado di determinatezza e precisione tale da consentire al contribuente “die auf ihn entfallende Steuerlast vorauszuberechnen”. Per quanto concerne in particolare le tasse, dalla “Gebührenregelung” deve essere desumibile per quali servizi pubblici la Gebühr viene pretesa e riscossa.
XIII. Bestimmtheitsgebot e diritto amministrativo
Viene generalmente ritenuta l’ammissibilità che una fattispecie penale venga integrata mediante rinvio ad un atto amministrativo (è, questa, la c.d. Verwaltungsakzessorietät), anche se la dottrina, più volte, ha manifestato la decisa contrarietà ad una siffatta “prassi”, considerato che la “Gesetzlichkeit der Strafbarkeit” costituisce un “Gesetzesvorbehalt, der streng ausgelegt werden muss” e che, come gia’ detto sopra, “Strafbarkeit, Art und Ausmaß der Strafe” devono essere contenuti in una legge deliberata dal parlamento. E’ questo il c.d. Parlamentsvorbehalt, con il quale i Costituenti hanno voluto perseguire un duplice obiettivo: 1) “subjektiv rechtlichen Schutz des Normadressaten” e 2) assicurare che soltanto il legislatore (e non il potere esecutivo o quello giudiziario) possa statuire ciò che è punibile (BVerfGE 67, 207 (224)). Va osservato che secondo il “Bundesverfassungsgericht”, ai fini della concretizzazione di una fattispecie, è ammissibile anche un rinvio “auf europäisches Unionsrecht”.