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Referendum contro la corruzione

Ritratti di Architetture
Ph. Elena Franco / Ritratti di Architetture

Abstract

Corruzione, clientelismi e favoritismi di ogni risma e genere, devono aver raggiunto un livello elevato – per non dire intollerabile – se insigni personalità si uniscono, per sollecitare il potere politico, a porre fine alle predette “Entartungen”, ormai percepite, quasi quotidianamente, dai cittadini.

 

Indice:

1. La corruzione quale minaccia per la democrazia e gli attacchi alla magistratura

2. Proposte per un “risanamento” della vita pubblica

3. No a modifiche delle competenze della “WKSt” e a interferenze del potere politico

4. Ancora sulla “Berichtspflicht” –  Riforma di vari organismi di controllo e della legge sulla libertà di informazione

5. Critiche, che vengono mosse al progettato referendum e l’esigenza di “mutare corso” da parte della politica

 

1. La corruzione quale minaccia per la democrazia e gli attacchi alla magistratura

La corruzione mina la democrazia e lo Stato di diritto.

Questo è stato detto dai (12) promotori dell’“Antikorruptionsbegehren” (referendum contro la corruzione). Tra essi figurano, oltre a noti professori universitari, anche un ex presidente della Corte Suprema (“OGH”), un ex dirigente della “Wirtschafts – und Korruptionsstaatsanwaltschaft – WKSt” e un ex presidente della Corte dei conti federale. Si tratta di personalità ormai di età tale, da non poter, di certo, essere sospettate (“verdächtigt”) di aver maturato la decisione di agire, allo scopo di ottenere un’agognata nomina, come non di rado avviene.

Sono state indotte ad agire, queste personalità, dalla corruzione dilagante e da veri e propri attacchi contro lo Stato di diritto e contro l’indipendenza della giustizia (notevolmente aumentati negli ultimi tempi). Ritengono, che non si possa tacere ulteriormente e che sia necessario “agire prima che sia troppo tardi”, che soltanto uno Stato di diritto sia in grado di garantire libertà e sicurezza; che unicamente una giustizia indipendente e organi di controllo indipendenti, possano assicurare il permanere del “Rechtsstaat”. “Parteipolitisch motivierte Einflussnahmen” devono essere “unterbunden”. Il principio della divisione dei poteri va rispettato. Attualmente, il potere esecutivo ha l’“Überhand” (è largamente preponderante) e il parlamento non rappresenterebbe più i cittadini, ma i partiti. Sono i partiti, che censurano aspramente l’attività degli organi giudiziari, in particolare, dei PM, senza però precisare, in che cosa sussisterebbero gli “errori”, che si addebitano alla “Justiz”.

Pare, che certi signori siano della “festen Überzeugung” (fermamente convinti), che nessun magistrato debba azzardarsi a dubitare della parola di... galantuomini e che un dito addosso a essi nessuno lo debba mettere (chi tocca certi fili, muore); o, perlomeno, che devono tornare subito illuminati d’innocenza, come un arcangelo Gabriele. Comunque, mal che vada, interviene quell’”astrazione”, in cui le leggi vanno assottigliandosi attraverso i gradi di giudizio, fino a che i fatti sono destinati a….scomparire.

Da statistiche risulta, che la corruzione, in Austria, è superiore alla media riscontrata nell’UE.

È stato messo in evidenza anche, che la “Berichtspflicht” (l’obbligo di informare il ministero circa le decisioni che s’intendono adottare), è aumentata considerevolmente, anche per la “WKSt”. Ciò- naturalmente – sottrae tempo prezioso, che altrimenti potrebbe essere dedicato al lavoro, per il quale, la predetta Procura è stata istituita e che è di competenza della stessa. Identico discorso vale per le Procure della Repubblica, anch’esse tenute alla “Berichtspflicht”, sia pure in modo meno accentuato.

Il “modello” austriaco, che, di fatto, consente al ministero della Giustizia di influire su quasi tutti i procedimenti penali, è antiquato e va, perlomeno, rivisto, anche alla luce della normativa per la Procura europea, di cui si prevede l’”operatività” entro breve termine.

I “settori”, nei quali – secondo i proponenti dell’“Antikorruptionsbegehren” – urgono riforme, sono 5.

Pressioni sulla giustizia, sui media, clientelismo, familismo, finanziamento di partiti politici “extra legem”, scandali bancari **, costano ai cittadini, ogni anno, centinaia di milioni di Euro. La corruzione danneggia pure l’economia e la coesione sociale. Reputano i proponenti dell’“Antikorruptionsbegehren”, che i cittadini abbiano diritto, acchè la classe politica e i pubblici ufficiali, tutti, adempiano i loro doveri, con scrupolo e “integrità”. Il loro agire deve orientarsi al “Gemeinwohl” (bene comune) e a criteri propri dell’etica; non soltanto ai fini di evitare di incorrere in sanzioni penali.

Politici e funzionari pubblici devono tenere un comportamento, che possa essere di esempio per i cittadini. La PA deve essere caratterizzata da trasparenza e i cittadini vanno trattati indipendentemente dalla loro condizione economica o sociale, dalla loro tessera (o non tessera) di partito, dalle “offerte” che fanno al partito o ai partiti.

Lo Stato, oltre a garantire una giustizia indipendente, deve assicurare, che gli organi di controllo possano svolgere la loro funzione senza essere soggetti a pressioni e con i mezzi finanziari necessari. A proposito di controlli, I. Kant ha scritto, che devono essere create istituzioni in grado di tenere a bada “selbst ein Volk von Teufeln” (un popolo, nientemeno, di diavoli).

Infine viene chiesto, che i media possano svolgere le loro funzioni di informazione, liberi da condizionamenti da parte dei politici. Deve essere posto riparo al “Postenschacher”, e all’”Inseratenkorruption”, per effetto della quale, la PA sceglie, per le inserzioni, media, che non osano “contraddire” la linea del partito (o dei partiti) al potere.

 

2. Proposte per un “risanamento” della vita pubblica

Con riferimento all’“integrità” della classe politica, è stato osservato, che non può essere moralmente detestabile, ciò che è politicamente opportuno. L’inosservanza di decisioni degli organi giurisdizionali (passate in giudicato), deve avere come conseguenza la perdita del mandato. Per quanto concerne le commissioni parlamentari di inchiesta, per le stesse dovrebbero valere le norme sull’incompatibilità e sul conflitto di interessi. È da notare, che un ex presidente della Repubblica d’Austria, già molti anni fa, ha parlato di “paludi” da risanare.

Violazioni dolose della legge sul finanziamento dei partiti, anche da parte di chi “concede” questi “finanziamenti”, devono essere sanzionate penalmente. Alla Corte dei conti deve essere consentita, non soltanto “volle Prüfungskompetenz”, ma la stessa deve poter procedere direttamente a verifiche e accertamenti. Quanto accertato da questa Corte, deve essere reso pubblico.

 

3. No a modifiche delle competenze della “WKSt” e a interferenze del potere politico

I procedimenti per il conferimento dell’esecuzione di opere pubbliche, devono essere caratterizzati da trasparenza.

La giustizia – indipendente – deve essere in grado di adempire le proprie funzioni, libera da ogni interferenza e da condizionamenti da parte del potere politico e della PA. Soltanto giudici indipendenti (della giurisdizione ordinaria, ma anche di quella amministrativa), possono assicurare l’effettiva uguaglianza di tutti dinanzi alla legge. Va salvaguardata, in particolare, l’indipendenza della “WKSt”. Se la stessa procede contro esponenti della politica, non può, di certo, essere affidato il controllo di questa Procura al potere esecutivo. Ultimamente essa è stata oggetto di ripetuti “Angriffe” anche da parte di “Spitzenpolitiker”, che hanno avanzato “progetti” di riforma, non proprio ispirati a….Non sono mancati neppure tentativi di discreditare la “WKSt”.

Ma non c’é da illudersi. Un’esperienza – pluridecennale – dimostra, che i corrotti hanno fatto, fanno e faranno di tutto, affinchè i successori siano altrettanto corrotti. C’è, si potrebbe dire, una specie di numerus clausus (per l’”accesso”). Ciò, al fine di garantire la “continuità” del sistema; sistema di assai difficile sradicazione (o eradicazione, per usare un termine proprio della medicina, ma senz’altro appropriato). La corruzione, peraltro, ha braccia forti e lunghe, anzi lunghissime e insospettabili, come ben sappiamo.

Per porre fine a questi tentativi di egemonizzare la giustizia, sono necessarie modifiche della Costituzione federale.

Questi tentativi avvengono proprio in un periodo di tempo, in cui alzano (nuovamente) la cresta coloro, che propugnano – neppure tanto velatamente – la tesi, secondo la quale “Das Recht muss der Politik folgen und nicht die Politik muss dem Recht folgen”, come postulano i principi dello Stato di diritto e della divisione dei poteri. È necessario, che il controllo dell’attività della “WKSt”, resti affidato all’autorità giudiziaria ordinaria. Anche ogni tentativo, di privare la “WKSt” di parte delle attuali competenze, va stroncato sul nascere. Sarebbe davvero paradossale, indebolire la WKSt proprio nel momento in cui la corruzione, anche in Austria, aumenta notevolmente.

Allo scopo di consentire a questa Procura l’adempimento – in piena indipendenza – dei propri doveri e delle proprie funzioni, è necessario istituire un corpo di polizia, di cui essa può disporre e il cui organico non deve, di certo, essere sottodimensionato. Ciò, per prevenire il pericolo “politischer Intervention”.

Altro problema da risolvere con urgenza, è l’attuale dipendenza – di fatto - delle Procure della Repubblica, dal ministero della Giustizia. Deve essere istituita una “Bundesstaatsanwaltschaft” (Procura federale (forse sul modello della “Bundesanwaltschaft” della RFT).

La nomina di giudici e PM deve avvenire secondo criteri di trasparenza e senza continue interferenze da parte del potere politico.

Anche altri organi di indagine e di controllo, come L’Ufficio federale per la prevenzione e la repressione della corruzione (BAK), la Corte dei conti, la “Finanzmarktaufsicht” (FMA), devono essere sottratti – con modifiche di norme costituzionali – all’”influenza” del potere politico o devono comunque essere rafforzati i loro poteri di controllo e, se necessario, di intervento.

Deve essere impedito, che venga introdotta – nelle leggi che disciplinano il funzionamento dell’”OGH” e della Corte costituzionale – la cosiddetta dissenting opinion, perché, in tal modo, verrebbe favorita una “Verpolitisierung” (politicizzazione) di questi organi di importanza fondamentale per uno Stato di diritto.

L’Austria deve emanare norme per assicurare che le indagini, anche da parte di organi di polizia, possano essere condotte senza interferenze e intromissioni, come, peraltro, previsto: 1) dagli artt. 6  e 36 dell’UNAC, 2) dall’art. 20 della Convenzione contro la corruzione del Consiglio d’Europa, 3) dalle raccomandazioni GRECO ed EPAC/EACON nonché 4) dalla Declaration di Jakarta delle Nazioni Unite.

È necessario introdurre, presso l’”OGH” (Corte Suprema), un cosiddetto Vorabentscheidungsverfahren, per far sí, che questioni di diritto, di fondamentale importanza, vengano decise (forse analogamente a quanto previsto nella RFT per le HHRS) in anticipo.

Non possono rivestire funzioni direttive presso uffici giudiziari, coloro che, negli ultimi 5 anni, hanno ricoperto cariche nel governo federale, in quello di un Land o nel parlamento europeo.

 

4. Ancora sulla “Berichtspflicht” –  Riforma di vari organismi di controllo e della legge sulla libertà di informazione

La cosiddetta “Berichtspflicht” (dei PM, che devono informare i loro superiori (Ministero della Giustizia, Procura generale) concernente certe decisioni, che intendono adottare, deve essere abolita per quanto concerne “Einzelstrafsachen” (singoli procedimenti penali).

Gli ultimi scandali bancari hanno reso evidente che “reformbedürftig” (bisognosa di riforma) è pure la disciplina relativa alla “Finanzmarktaufsicht” (FMA); in particolare, a quest’organo di controllo, va conferita la facoltà di eseguire controlli e accertamenti, anche se non vi è sospetto concreto di una violazione già avvenuta. Alle indagini deve partecipare un “Wirtschaftsprüfer” indipendente.

Gli incarichi direttivi riguardanti la “WKSt”, la “FMA”, la Procura generale presso la Corte Suprema, le Procure della Repubblica, possono essere conferiti per la durata massima di 12 anni; con esclusione di ogni possibilità di rinnovo.

Deve essere introdotta una nuova disciplina in materia di sequestro e di confisca, con istituzione di un’apposita agenzia avente il compito di affiancare la Procura della Repubblica nell’individuazione, nell’accertamento e nell’amministrazione “krimineller Vermögen”.

Va notato, che, recentemente, il GRECO (Group of States against Corruption) è pervenuto a una conclusione poco piacevole per l’Austria in materia di lotta alla corruzione, ritenuta, da quest’organo sovranazionale, “globaly unsatisfactory”.

Inoltre, la corruttibilità di candidati e il “Mandatskauf” (la “compravendita” di mandati) e delitti affini, devono essere puniti con più severità. I tentativi di vietare perquisizioni e sequestri presso uffici pubblici, non devono avere un seguito. Mi vengono in mente le parole di F. Hebbel, che aveva detto: ”È possibile evitare, che si formino paludi. Non è invece possibile, prevenire, che "nelle paludi ci “sguazzino” coccodrilli, dai quali dobbiamo difenderci”.

Condanne per reati di corruzione e “Verurteilungen wegen anderer Amtsdelikte” (condanne di pubblici ufficiali per reati contro la pubblica amministrazione), devono avere per conseguenza il divieto di ricoprire – in futuro – cariche pubbliche.

Allo scopo di consentire un controllo pubblico sull’attività di “lobbying”, si appalesano necessarie modifiche al cosiddetto “Lobbying-Gesetz”, poco trasparente nell’attuale formulazione.

Infine deve essere riformato l’“Informationsfreiheitsgesetz” (Legge sulla libertà di informazione), per garantire il diritto effettivo dei cittadini alla libera informazione.

Bisogna prevenire la cosiddetta Inseratenkorruption (che consiste nell’affidare la pubblicazione di inserzioni pubblicitarie (soltanto o in grande prevalenza) a media distintisi nel sottacere (tutto) quanto non “va a genio”, a un certo partito politico o a certi partiti politici. In tal modo, è possibile creare una specie di dipendenza dei media dal potere politico e, indirettamente, a esercitare pressione sugli stessi. La mancanza di libertà dei media, è “Gift für die Demokratie und den Rechtsstaat” (è veleno per la democrazia e lo Stato di diritto).

I servizi di informazione resi dalla radiotelevisione pubblica, vanno ampliati, tenendo debitamente conto delle nuove tecnologie. Chi gestisce l’informazione pubblica, deve rendere conto – pubblicamente e dettagliatamente – non soltanto delle entrate, ma anche dei modi di utilizzazione di tutte le risorse.

La nomina dei dirigenti deve avvenire secondo criteri oggettivi e rispettando standards internazionali. L’organo di sorveglianza della radiotelevisione pubblica, deve essere “entpolitisiert” (spoliticizzato); dovrebbe – almeno una volta l’anno – riferire, nel corso di una seduta pubblica, in parlamento.

 

5. Critiche, che vengono mosse al progettato referendum e l’esigenza di “mutare corso” da parte della politica

C’è chi sostiene, che questo “Volksbegehren” sarebbe “inutile”. Leggi esistenti e la morale, vieterebbero, già adesso, tutto ciò, che i proponenti del referendum chiedono.

Va comunque osservato, che questo “Volksbegehren” è un chiaro indice del “Missfallen”, con il quale viene registrato il modo, in cui certi partiti, “amministrano” la cosa pubblica.

E` da rilevare pure, che il referendum, anche se possono essere raccolte 500.00 firme entro settembre e anche se otterrà la prescritta maggioranza, ha soltanto l’effetto di rendere obbligatoria una “Beratung” sulle richieste (riassunte in 5 punti) da parte del “Nationalrat”.

Le reazioni - a seguito della presentazione del “Volksbegehren” de quo - da parte dei partiti rappresentati in parlamento, sono state quasi tutte positive. C’è, pertanto, da chiedersi, quale “necessità”, di fare ricorso allo strumento del referendum, ci sia, se tutti - o quasi tutti - (i politici) sono d’accordo sugli obiettivi di questo “Begehren”. Una buona dose di ipocrisia – forse – non manca, da parte di certi personaggi.

Sta di fatto, comunque, che, anche in Austria, succede, che la politica “regiert am Volk vorbei”.

Mi vengono in mente le parole di Thomas Hobbes: “Gli uomini sono sempre spinti da un “perpetual and restless desire of power after power” e di Montesquieu sono le parole: “Ogni uomo, che possiede il potere, viene indotto ad abusarne”.

È da augurarsi, che i “regnanti” colgano l’occasione – anche indipendentemente dall’esito del referendum – di porre fine a “Postenschacher”, a “Freunderlwirtschaft” e all’”Amtspatronage”, vale a dire, a clientelismi, favoreggiamenti e pesanti interventi in occasione di nomine in tutti i settori pubblici. Pare, che questi signori, tuttora, non si rendano conto – o almeno cosí si comportano - che “Demokratie steht auf dem Spiel” (è in gioco nientemeno che la democrazia, di cui tanto hanno parlato e parlano).

 

**  A proposito di scandali bancari, viene in mente un’originale “giustificazione” addotta da un “furbastro”, membro del consiglio di amministrazione e che, allorquando si erano “volatilizzati” milioni, aveva detto, di non essersi accorto di nulla, in quanto avrebbe dovuto zweimal hinschauen (dare due occhiate) per….accorgersi del “buco”.