Riesame particolare della custodia cautelare in carcere da parte della Corte d’appello

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Custodia cautelare
Custodia cautelare

Riesame particolare della custodia cautelare in carcere da parte della Corte d’appello

 

Il § 122 StPO prevede, che nei casi di cui al § 121 StPO (che disciplina la prosecuzione della custodia cautelare in carcere), il giudice per le indagini preliminari, se non revoca l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, trasmette il fascicolo al PM, che, a sua volta, lo invia al PG; successivamente, gli atti vanno inviati, con urgenza, alla Corte d’appello per l’esame dell’”Haftprüfung”, se la misura è da mantenere oltre i 6 mesi, se il PM chiede di mantenerla e se non è stata emanata sentenza. Il superamento del predetto termine semestrale, è lecito soltanto, se le indagini sono di particolare difficoltà, oppure la loro durata è giustificata da altri gravi motivi e se non è stata ancora emanata sentenza.

Il “besondere Haftprüfungsverfahren” presuppone, che la custodia cautelare in carcere sia in atto e l’ordinanza non sospesa oppure l’esecuzione della medesima non sia stata possibile.

La Corte d’appello, nell’esaminare la sussistenza delle particolari difficoltà o degli altri gravi motivi di cui sopra, valuta soltanto i fatti indicati nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere e che sono stati addotti a motivo dell’ordinanza impositiva della misura.

Fino a quando non sono trascorsi 6 mesi dalla data di esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, la revoca dell’ordinanza, è disposta dal giudice per le indagini preliminari. La “besondere Haftprüfung”, da parte della Corte d’appello, è un’ulteriore garanzia per chi è stato privato  della libertà personale.

Il fascicolo deve essere trasmesso alla Corte d’appello con urgenza e il difensore dell’indagato e l’indagato stesso, devono essere informati anche sulle recenti risultanze delle indagini (BGHSt B. v. 10.5. 2017 – 1 StR 147/17). Soltanto in tal modo, la Corte d’appello è in grado, di compiere le proprie valutazioni.

Prima della decisione della Corte d’appello, deve essere sentito l’indagato e il suo difensore (§ 122, Abs. 2, StPO). La Corte d’appello è tenuta a svolgere un esame approfondito sulla sussistenza delle particolari difficoltà (delle indagini) e degli altri gravi motivi indicati nel § 121, Abs. 1, StPO; altresí, sui motivi, che legittimano la prosecuzione della custodia cautelare in carcere.

Al difensore dell’indagato, devono essere comunicate le osservazioni del PM e del PG; al difensore deve essere concesso termine per la replica.

In dottrina viene propugnata la tesi, secondo la quale, le osservazioni del PG  devono essere comunicate all’indagato e al di lui difensore soltanto se sono emersi fatti nuovi che potrebbero essere utilizzati “a sfavore” dell’indagato                       Questa tesi è, però, rimasta quasi completamente isolata.

Su richiesta del PM o del difensore dell’indagato, la decisione sulla prosecuzione della custodia cautelare in carcere, può essere decisa a seguito “mündlicher Verhandlung”. Su questa richiesta, il giudice decide discrezionalmente.

La Corte d’appello adotta la sua decisione, tenendo conto della sussistenza di tutti i presupposti sostanziali e formali.

La prosecuzione della custodia cautelare in carcere, può essere disposta dalla Corte d’appello, qualora tuttora sussistano i gravi indizi di colpevolezza, la misura della custodia cautelare in carcere sia proporzionata al fatto contestato e alla durata della sanzione, che si reputa, verrà inflitta. Inoltre, la Corte d’appello valuta, se l’ordinanza impositiva della custodia cautelare in carcere, sia adeguatamente motivata; alla Corte è però precluso, procedere all’integrazione dell’ordinanza, non compiutamente motivata (alla cosiddetta Nachbesserung); altresí, di restituire gli atti al giudice per le indagini preliminari.

Se sono trascorsi 6 mesi dalla data di esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere e non sussistono i presupposti di cui al § 121, Abs. 1, ultima parte, StPO, la Corte d’appello, revoca l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. È anche in facoltà della Corte, sospendere la predetta ordinanza (OLG Hamm StV 2000, 63).

La Corte d’appello decide con “Beschluss” (ordinanza) motivato e non può limitarsi a fare riferimento a provvedimenti pregressi o usare formule di stile.

La decisione sulla prosecuzione, sulla sospensione o sulla revoca, può essere adottata, anche prima della scadenza del termine semestrale di cui al § 121 StPO.

Contro l’ordinanza della Corte d’appello può essere proposta “Verfassungsbeschwerde”(ricorso alla Corte costituzionale federale).

A seguito della decisione della Corte d’appello, non è più proponibile “Haftbeschwerde”.

E se è stata emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere ai sensi del § 230, Abs. 2, StPO (imputato non comparso al dibattimento senza valida giustificazione)?

In questo caso, il § 122 StPO, non può trovare applicazione; altresí, se è stata emanata sentenza, che ha per effetto una “formelle Sperrwirkung” (preclusione di carattere formale).

Se la Corte d’appello ha disposto la prosecuzione della custodia cautelare in carcere, è tenuta a procedere a “Haftprüfung” (riesame) ai sensi del § 117, Abs. 1, StPO, con cadenza trimestrale, fino a quando non interverrà sentenza (di condanna o di assoluzione).

Se l’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti  di più indagati, la Corte d’appello, in sede “besonderer Haftprüfung”, può decidere sulla prosecuzione di questa misura con un unico provvedimentoanche se il termine semestrale, non è ancora scaduto per tutti gli indagati.

Qualora per il reato è competente – ai sensi del 120 GVG (Ordinamento giudiziario) – la Corte d’appello quale giudice di 1° grado (in materia di “Staatsschutzsachen”), per l’”Haftprüfung”, è competente il BGH (Suprema Corte Federale).

Il § 122 a, StPO prevede, che la durata massima della custodia cautelare in carcere non può eccedere un anno qualora:

  1. la misura privativa della libertà personale sia stata  disposta ravvisandosi il solo pericolo di reiterazione quale unico “Haftgrund”
  2. le indagini preliminari siano di particolare difficoltà o particolarmente complesse oppure sussista altro grave motivo ostativo all’emanazione (tempestiva) di sentenza.

Il § 122 a, StPO è l’unica norma della StPO, che statuisce concretamente la durata massima della custodia cautelare in carcere, vale a dire, fissa un’“absolute Obergrenze”.

Comunque, anche prima dello scadere del termine annuale, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere può essere revocata (per esempio, se viene a mancare la “Verhältnismäßigkeit”). In ogni caso, scaduto l’anno, l’ordinanza perde efficacia (e, a tal fine, non è necessario compiere valutazione alcuna). Una sospensione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, scaduto l’anno, è inammissibile.

La Corte d’appello, di solito, dopo la seconda “Haftprüfung”, fissa il termine per la cessazione della custodia cautelare in carcere.