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Story telling: la Proprietà Intellettuale è un racconto

Tramonto
Ph. Antonio Zama / Tramonto

Estratto da "100 eserci di proprietà intellettuale" di S. Sandri, Filodiritto Editore, 2017

 

Torno un momento sui banchi di scuola e faccio l’analisi logica.

La Proprietà Intellettuale - Sappiamo tutti cos’è, ma non sarebbe male ricordare ogni tanto che la Proprietà Industriale ne è figlia, nel senso che tutti i suoi titoli (marchi e segni distintivi, brevetti e know how, disegni e modelli denominazioni geografiche, opere d’autore, e altri ancora) sono accomunati dal fatto di rappresentare il prodotto di un processo creativo intellettuale dell’essere umano.

Il racconto - Un processo, appunto, che si svolge secondo il para- digma della narrazione, con i suoi protagonisti, interlocutori, opposi- tori, in cui c’è chi parla (l’impresa) e chi ascolta (il consumatore).

L’autore - È il titolare dei diritti e delle esclusive di sfruttamento (l’impresa), il parlante e proponente che individua e cerca di sedurre i suoi interlocutori privilegiati (il pubblico di riferimento) al quale rac- conta e comunica i suoi messaggi per averne il ritorno negli atti d’acquisto dei propri prodotti.

Giorno per giorno - Il discorso si svolge e si sviluppa nel tempo, perché la Proprietà Intellettuale, in quanto processo, è naturalmente diacronica il ché spiega perché la concessione di un diritto di esclusiva è sempre legato ad un orizzonte temporale (nasce, vive e muore).

Cerca - Da parte dell’autore, la ricerca (della forma e del modello più appropriato per la comunicazione dei propri messaggi, del pubblico di interesse e dello stato dell’arte), e dalla parte del suo lettore (la ricerca e il riconoscimento dell’identità significante della forma percepita) denota intrinsecamente tutti gli istituti della Proprietà Intellettuale.

Parole nuove - È essenziale che il diritto della Proprietà Intellettuale interpreti in continuum il senso del cambiamento del reale con cui ci confrontiamo ogni giorno, superando lo scarto (oggi drammatico) del fisiologico ritardo con cui il diritto vive l’adattamento e, come in ogni processo comunicativo, le parole possono cambiare di senso e vanno cambiate perché la narrazione del racconto possa utilmente proseguire.

L’attenzione - In un modo o in altro l’autore sa che, senza l’attenzione del suo lettore, fallisce. L’impresa, dunque, non può prescindere nel perseguire i suoi obbiettivi, dalla percezione con cui il consumatore identifica, riconosce e percepisce i suoi messaggi mediati dai vari tools che la P.I. offre. E nella percezione il ruolo dell’attenzione nel filtrare le informazioni essenziali destinate ad alimentare il ricordo della forma costituisce il primo passaggio nel processo mnemonico che determina il comportamento del consumatore che interessa (dal primo atto d’acquisto, alla sua ripetizione nel tempo, all’induzione della confondibilità, alla prevenzione del suo inganno).

Il lettore - alla fine, come il lettore giudica se un testo è buono o cattivo, è il terminale del rapporto narrativo tra l’impresa e il suo pubblico quello che detterà le regole del gioco, se il messaggio raggiunge il suo scopo, se i limiti della tutela giuridica dei vari titoli sono rispettati, se l’ambito della protezione legalmente definito corrisponde o meno alle sue aspettative.

Legge e dice la sua - Sotto quest’ultimo aspetto, il ricettore del racconto (il consumatore) non è più, se mai lo è stato, un soggetto passivo e inerte dell’interlocuzione, facile preda della manipolazione del marketing, ma il protagonista inter-reattivo nel racconto della Proprietà Intellettuale, sempre pronto a modificarne i termini del dialogo o, addirittura, a rimetterla in discussione (come nel Copyright).

Al di là della metafora, il rapporto impresa-consumatore, interesse privato-pubblico, certezza-volatilità del diritto, qualità-quantità, è sottoposto ai giorni nostri ad una fortissima pressione dall’evoluzione travolgente dei valori fondamentali della società contemporanea che sembra lasciare poco spazio al rispetto del principio dell’autorità e dell’operatività del paradigma dell’esclusività.

Forse bisogna cominciare a riflettere su dei nuovi modelli della Pro- prietà Intellettuale basati sul principio della condivisione e comparte- cipazione. Il metodo e l’approccio sottesi alla mia immagine possono fornire, in tale prospettiva, uno spunto di riflessione positiva.

Perché quell’appassionante racconto della Proprietà Intellettuale non venga interrotto dal drammatico distacco dalla realtà.

Telling-story, come ricorda alessandro BaRICCO nella sua lectio magistralis mantovana.