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Ungheria, flat tax al 9% / Anche l’Italia può farla se taglia gli sprechi

La tassa piatta del 9% fa sì che ogni giorno in Ungheria nasca un’impresa a capitale italiano
Ungheria, flat tax al 9% / Anche l’Italia può farla se taglia gli sprechi
Ungheria, flat tax al 9% / Anche l’Italia può farla se taglia gli sprechi

di Marco Biscella

 

Mentre in Italia Salvini torna a parlare dell’ipotesi di allargare la flat tax alle famiglie entro il 2021, in Ungheria la tassa piatta è realtà: 9% per le società dal 2017 e 15% per le persone fisiche dal 2011. Risultato? Ogni giorno il Paese di Viktor Orbán attira una società a capitale italiano. Come riportato qualche giorno fa dal Sole 24 Ore, oggi in Ungheria si contano più di 2.800 aziende italiane, per un totale di 26mila dipendenti e un fatturato complessivo superiore ai 3,4 miliardi di euro. La maggior parte sono piccole o piccolissime aziende, dislocate perlopiù nell’area intorno a Budapest, ma non mancano quelle distribuite nelle zone di confine. E’ mai possibile che un Paese come l’Ungheria possa "permettersi" un’aliquota così bassa? "Pure per noi sarebbe possibile – risponde Nicola Rossi, economista e presidente dell’Istituto Bruno Leoni -: se non avessimo il debito pubblico che abbiamo e se fossimo capaci di spendere di meno su altre voci, ce lo potremmo permettere".

Non ci vede nulla di particolarmente strano?
No. Se, però, la domanda è: "com’è possibile che all’interno dell’Unione Europea esistano aliquote così diverse?", la mia risposta è che l’omogeneità è giusta per le basi imponibili, ma poi penso che sia un bene avere Paesi diversi che decidono aliquote diverse.

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