Usurpazione di funzioni pubbliche

RFT – Austria – Svizzera
funzioni pubbliche
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Usurpazione di funzioni pubbliche – RFT – Austria – Svizzera
 

RFT

Il reato di “Amtsanmaßung”, nella RFT, è previsto dal § 132 StGB (CP), inserito nel Capo 7.mo della Parte Speciale, che prevede “Straftaten gegen die öffentliche Ordnung” (Reati contro l’ordine pubblico). La citata norma, che contempla un reato di pericolo astratto, è rimasta pressoché inalterata dal 1871, fatta eccezione per l’entità della pena, che è stata aumentata per effetto di una legge del 1953.

Con il § 132 StGB s’intende tutelare l’autorità dello Stato e dei suoi organi, punire l’abuso della stessa (si veda in proposito BGHSt 40,8 (12)) e prevenire il compimento – da parte di chi non ne ha la potestà - di atti riservati alla PA nonchè rafforzare la fiducia della comunità nell’affidabilità e legittimità dell’agire delle autorità pubbliche; il predetto paragrafo, non è stato dettato ai fini della salvaguardia di interessi privati (BGHSt 3, 241 (245)).

Il § 132 StGB prevede due “Tatalternativen”. È punibile – a mente di questo paragrafo – “wer sich mit der Aussübung eines öffentlichen Amtes befasst” oppure compie un atto, che può essere esercitato unicamente da chi è investito di un potere pubblico.

A proposito di “öffentlichen Amt”, questo concetto comprende ogni attività al servizio dello Stato, di un “Land” o di un Comune, inerente all’esercizio “hoheitlicher Gewalt” (potere pubblico); inoltre, anche persone giuridiche pubbliche (“Körperschaften öffentlichen Rechts”), sempre della RFT.

Con riferimento alla prima “Tatbestandsalternative” e in relazione alla dizione “sich mit der Ausübung eines öffentlichen Amtes befasst”, questa “variante” presuppone, che il soggetto attivo del reato, si presenta come titolare di un “öffentlichen Amt”, compiendo un atto, che appare proprio di un pubblico ufficiale (BGHSt 40, 8 (11)).

Va però notato, che, ai fini dell’integrazione della fattispecie de qua, non si richiede, che l’ufficio, della cui “appartenenza” si “vanta” il soggetto attivo del reato, esista effettivamente.

In ogni caso, l’atto deve apparire (“den Anschein haben”) all’esterno quale manifestazione di un potere pubblico.

Per quanto concerne la seconda “Tatalternative”, la stessa presuppone il compimento di un atto d’ufficio, che puo’ essere posto in essere soltanto da un pubblico ufficiale; deve essere percepito quale esercizio di una pubblica funzione.

Deve esistere, in proposito, un’elevata “Verwechslungsgefahr”.

Nella seconda “Tatalternative”, l’apparenza sorge per effetto del compimento di un atto. L’esempio, che spesso viene fatto, è quello di posizionare abusivamente un segnale stradale.

La fattispecie de qua, non è invece integrata, se il comportamento del soggetto attivo del reato, è tale da escludere una “Verwechslung” (BGHSt 56, 196/202).

L’espressione ”wer unbefugt”, usata dal legislatore nella parte iniziale del § 132 StGB, è da interpretare nel senso della mancanza del potere di agire.

Puo’ un pubblico ufficiale “unbefugt handeln”?

La risposta è affermativa, se il .p. u. eccede nel compimento dell’atto, in modo tale, che appare quale atto proprio di un ufficio del tutto diverso (BGHSt 12, 85/86 e 3, 241/244).

In altre parole, occorre una palese trasgressione delle competenze. La trasgressione di norme interne concernenti la “Verteilung der Aufgabenbereiche”, non è invece punibile ai sensi del § 132 StGB. Cosí, per esempio, è stato sostenuto, che il notaio, che autentica una firma al di fuori “seines Bezirkes”, non commette il reato de quo (BGHSt 44, 186/189).

Per quanto concerne l’elemento soggettivo del reato, basta il dolo eventuale (“bedingter Vorsatz”).

Austria

Il codice penale austriaco prevede l’”Amtsanmaßung” al § 314 del Capo 23.mo della Parte Speciale.

Si distingue tra “Amtsanmaßung im engeren Sinne“, che è integrata dall’“Anmaßung der Ausübung eines öffentlichen Amtes“ (usurpazione dei poteri di un ufficio pubblico) e dalla e “Amtsanmaßung im weiteren Sinne“ (simulazione del compimento di un atto d’ufficio).

Commette il reato de quo:

  1. chiunque simula, di agire in qualità di pubblico ufficiale oppure
  2. compie un atto, senza avere i poteri inerenti a un ufficio pubblico.

Nel caso sub 1), il soggetto attivo del reato, deve affermare, di essere pubblico ufficiale; in quello sub 2), basta che susciti la convinzione di agire quale pubblico ufficiale.

In entrambi i casi, il soggetto attivo del reato compie, senza aver il relativo potere, un atto, che sarebbe potuto essere compiuto unicamente da chi è investito di un potere pubblico. In altre parole, viene simulato il compimento di un atto pubblico.

Irrilevante è, se il deceptus è incorso in errore circa l’esercizio di un potere pubblico o sul potere di compiere l’atto.

Chi esegue, travestito da poliziotto, il controllo di un automobilista, commette il reato previsto e punito dal § 314 StGB; non commette, invece, questo reato, chi afferma, falsamente, di essere dipendente di un ente pubblico e che quest’ente rimborserà all’hotel, le spese del proprio pernottamento, perchè non simula il compimento di un atto d’ufficio. La semplice affermazione, di essere pubblico ufficiale, non vale a integrare la fattispecie de qua.

Anche un pubblico ufficiale può commettere il reato previsto dal § 316 StGB, qualora simuli un atto d’ufficio, al cui compimento, non è- neppure astrattamente – competente. L’esempio, che viene fatto, è quello del “Finanzbeamten”, che procede alla perquisizione di una persona.

Se il pubblico ufficiale, scientemente, viola la propria competenza per materia, con l’intenzione di arrecare danno, è responsabile di “Amtsmissbrauch” (abuso d’ufficio – 302 StGB, non ancora abrogato in Austria).

L’elemento soggettivo del reato previsto dal 314 StGB, è integrato dal (“bedingten Vorsatz”) dolo eventuale.

L’OGH, la Corte Suprema (2 Os 148/98) ha statuito, che è escluso il solo tentativo di “Amtsanmaßung”, se il deceptus, sin dall’inizio, era convinto, che il soggetto attivo del reato, fosse un pubblico ufficiale (un poliziotto), indipendentemente dall’effettiva “Täuschung” (induzione in errore).

A integrare la fattispecie di cui al § 314 StGB, basta il compimento di un atto dell’apparenza di un’”Amtshandlung”.

Nel caso di una condanna per truffa (§ 146 StGB) e “Amtsanmaßung” (§ 314 StGB), la Procura Generale presso l’OGH (3 Os 167/97) aveva proposto “Nichtigkeitsbeschwerde zur Wahrung des Gesetzes”.

Il giudice di 1° grado aveva ravvisato entrambi i predetti reati a carico di una persona, che si era spacciata per un dipendente regionale e aveva riferito alla proprietaria dell’hotel, che l’ente pubblico avrebbe saldato il costo per il proprio pernottamento. Secondo L’OGH, il semplice “Auftreten als Beamter”, senza il compimento di un atto d’ufficio, non integra la fattispecie prevista e punita dal § 314 StGB. Pertanto, la condanna per il reato di cui al § 314 StGB, veniva annullata, con rimessione dinanzi al giudice di 1° grado per nuovo giudizio.

Puo’ rendersi responsabile della Stratftat prevista dal § 314 StGB anche un appartenente alla Polizei? Si veda in proposito la decisione della S.C. 4 Os 19/90.

Un agente della “Gendarmerie” aveva fermato un giovane a bordo di un motociclo, puntandogli contro la pistola di ordinanza, esibendo il tesserino di servizio e precisando, che, esso agente, doveva procedere a identificazione del conducente del veicolo. L’intimazione di fermarsi (era notte fonda), era stata data, oltre che con la mano, con una torcia (“Stabtaschenlampe”) molto simile a quella in dotazione a organi di polizia e l’agente aveva precisato all’intimato, che faceva parte di una “Zivilstreife”.

L’agente non era stato comandato in servizio, nè sussisteva alcun motivo per intervenire, ma la persona a bordo del motociclo riteneva, che si trattasse di un agente. Il controllo aveva avuto una non breve durata.

Sulla base del comportamento complessivo dell’”agente”, la persona fermata poteva essere convinta di trovarsi di fronte ad un agente di polizia, che prestava servizio con un’autovettura “civile”, ma, anche se cosi’ non fosse stato, vi sarebbe, ugualmente, stata “Amtsanmaßung der Ausübung  eines Amtes”; cosí ha deciso la S.C.: 4 Os 19/90 in quanto il diritto “auf Vornahme sicherheitsbehörderlicher Amtshandlungen”, puo’ avvenire soltanto in forza di una norma di legge o da parte di un organo deputato alla “Vollziehung der Gesetze”.

Svizzera

Anche l’ordinamento svizzero conosce il reato di “Amtsanmaßung”, previsto dall’art. 287 StGB (CP).

Quest’articolo è intitolato: “Usurpazione di potere politico o di comando militare e recita: “Chiunque usurpa un potere politico ovvero persiste nell’esercitarlo indebitamente, è punito con la reclusione da sei anni a quindici anni  **

Alla stessa pena soggiace chiunque, indebitamente, assume un alto comando militare.

Nel 2002, il Tribunale federale ha emanato una sentenza, nella quale la Suprema Corte ha esaminato in particolare l’elemento oggettivo e quello soggettivo del reato de quo.

Il titolare di un garage, da tempo, era solito “riservare”, nella “zona blu”, spazi per il parcheggio dei propri clienti. Una persona, abitante poco distante, disapprovava questo modo di agire e, rinvenuto un blocco contenente prestampati usati per la comminazione di sanzioni amministrative in materia di traffico veicolare, aveva compilato uno di questi stampati, fissandolo sotto il tergicristallo dell’autovettura del “garagista”. In tal modo, il ricorrente dinanzi al “Bundesgericht”, intendeva, a suo dire, causare “Angst vor einer polizeilichen Busse” (incutere paura di una sanzione amministrativa).

In primo grado, l’imputato veniva condannato – per il reato di “Amtsanmaßung” e per un altro reato; pena sospesa.

Proposto appello dinanzi all’”Obergericht”, il giudice del gravame aveva confermato la statuizione del giudice a quo, limitatamente al reato di “Amtsanmaßung”.

Il condannato proponeva “Nichtigkeitsbeschwerde”, chiedendo l’annullamento della sentenza di condanna.

Il “Bundesgericht”, preliminarmente, aveva osservato, che il giudice di merito a quo, aveva ritenuto la sussistenza del reato de quo, anche nel caso, in cui una persona si arroghi soltanto una delle “Befugnisse” inerenti a un ufficio pubblico.

Il ricorrente, ha osservato il BGE, ha agito, simulando una “Funktion”, che non gli competeva e, in tal modo, aveva una “Weisung erteilt”. In calce al “Beanstandungsrapport” (“verbale”), vi era stata apposta una firma apocrifa. Il ricorrente aveva una “behördliche Intervention vorgetäuscht”, per cui sussisteva l’elemento oggettivo del reato previsto dall’art. 287 StGB.

Era ravvisabile pure l’elemento soggettivo consistente nella “rechtswidrigen Absicht”. L’imputato intendeva conseguire un “Vorteil”, un vantaggio, sia pure costituito da una “persönlichen Genugtuung”.

Il ricorrente dinanzi al Tribunale federale, contestava la sussistenza, sia dell’elemento oggettivo, che di quello soggettivo.

Sosteneva, che lo stampato da esso usato, serviva soltanto per rilevare “technische Mängel” (difetti tecnici) di veicoli e non violazioni in materia di divieto di sosta. Non è ravvisabile nemmeno un tentativo. Il riferimento a un divieto noto a tutti, non poteva configurare un’”Amtsanmaßung”. L’esercizio di un potere pubblico (“behördliche Macht”) presuppone conseguenze. Nello stampato compilato da esso ricorrente, non vi era accenno alcuno a possibili conseguenze, per cui, anche per questo motivo, il reato, per il quale vi è stato condanna, non è integrato.

Per quanto concerne l’elemento soggettivo del reato di “Amtsanmaßung”, è richiesta la sussistenza di una ”rechtswidrigen Absicht”.

Inserendo lo stampato sotto il tergicristallo dell’autovettura, il ricorrente intendeva dare soltanto un “gutgemeinten Ratschlag” e non “Individualrechte verletzen”. Il titolare del garage sapeva, sin dall’inizio, chi aveva compilato il “verbale” e l’imputato non si era procurato un vantaggio personale.

Ha osservato il Tribunale federale, che è pacifico, che il ricorrente ha agito dolosamente; non provata, deve, pero’, ritenersi la “rechtwidrige Absicht”.

A proposito dell’interpretazione dell espressione, “rechtswidrige Absicht”, il BGE ha richiamato una sua precedente decisione secondo la quale, il reato di cui all’art. 287 StGB, è integrato, se il soggetto attivo del reato è intenzionato, ”ein rechtswidriges Handlungsziel zu verfolgen”, un obiettivo illegittimo, con mezzi, che violano diritti individuali altrui. Il BGE ha parlato di “unnötiger Beeiträchtigung fremder Individualrechte”.

L’azione posta in essere dal ricorrente, secondo il BGE, “ist nicht widerrechtlich in einem strikten Sinne”, in quanto non vi è stato “Eingriff in die Rechtssphäre” di altra persona

Con il menzionato “Beanstandungsrapport”, il ricorrente ha fatto riferimento, esclusivamente, a una norma generalmente nota e soltanto implicitamente, alla sanzione, che la violazione potrebbe comportare. Non vi è stato comunque, “Eingriff in die Rechte eines anderen”.

Infine, il BGE ha rilevato, che il “Tatbestandsmerkmal der rechtswidrigen Absicht”, deve essere interpretato in senso stretto.

Ciò premesso, il ricorso (“die Beschwerde”) era accolto.

                                                           

** nota   La “Strafdrohung” contenuta nel C P della Svizzera (reclusione da 6 a 15 anni!), è di molto superiore, rispetto a quella dei codici penali della RFT (pena detentiva fino a due anni o multa) e austriaco (detenzione fino a sei mesi o pena pecuniaria fino a 360 Tagessätze).