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Vaccino Covid: vaccinare i furbetti non è reato, con buona pace di tutti i giustizialisti

In un’epoca nella quale, con la nomina di Marta Cartabia al Ministro della Giustizia, si sta finalmente iniziando a vedere una debole luce in fondo al tunnel del giustizialismo penale che ha intriso le più recenti riforme del diritto penale, l’Italia si dimostra ancora panpenalistica.

Non c’è reato per i medici che hanno vaccinato i c.d. furbetti.

In Italia la vaccinazione prosegue a rilento ma la prima cosa che è stata fatta è creare un logo accattivante per la campagna vaccinale e costruire alcuni magnifici hub nei quali somministrare i vaccini.

L’Italia guarda alla forma e non alla sostanza.

Si sente un gran parlare di Procure che indagano sui furbetti del vaccino ma, leggendo l’Ordinanza 6/2021 del Commissario Straordinario per l’Emergenza Covid-19, Generale Figliuolo, non si può fare a meno di notare la disposizione finale: “Le persone, che hanno già ricevuto una prima somministrazione, potranno completare il ciclo vaccinale con il medesimo vaccino”.

La disposizione non può che riferirsi proprio ai c.d. furbetti di cui tanto si discute, innanzitutto perché si riferisce indistintamente a tutti utilizzando il termine “persone” e, in secondo luogo, se si riferisse a tutti i vaccinati appartenenti alle categorie prioritarie si risolverebbe in una inutile ovvia constatazione.

Alla disposizione in parola fa seguito una conseguenza di estremo rilievo: autorizza quello che, secondo alcuni, prima era proibito. Scrimina.

Scrimina certamente tutti i reati che potrebbero avere ad oggetto la sottrazione/distrazione del bene “vaccino”, non anche eventuali ipotesi di falso che non sono qui in discussione.

Peraltro, occorre far rilevare che per esserci un reato occorre un comando ben preciso e circostanziato, la priorità è una raccomandazione, una calorosa raccomandazione, ma pur sempre una raccomandazione.

Un conto è dire vacciniamo prioritariamente chi ha ottant’anni e un conto è dire è fatto divieto di vaccinare tutti quelli che non hanno ottant’anni.

Un conto è l’etica, un altro è il reato.

Non c’è reato.