Antitrust: audizione sul mondo del calcio
Queste le conclusioni del Presidente: "Il sistema delle regole attualmente in vigore, al di là dello scandalo che si è manifestato, si dimostra inadeguato rispetto alla necessità di garantire competizione libera e corretta nel mercato e nei campi sportivi. Necessitano di revisione, nel rispetto dell’autonomia dello sport e del suo sistema regolatorio, le norme che disciplinano l’attività dei procuratori, l’indipendenza degli arbitri, la connessione tra Lega e governance della FIGC, la capacità di produrre ricchezza delle società calcistiche, i controlli sulla contabilità. Necessita di revisione il sistema della mutualità. Poiché l’ordinamento sportivo gode di autonomia nei termini su descritti, è di tutta evidenza che il processo di riforma dovrà trovare spinta propulsiva all’interno della FIGC cui spetta di interpretare i valori di questo sport. E in questo senso i più recenti contatti lasciano ben sperare".
In particolare, in relazione ai diritti televisivi, il Presidente "... da un punto di vista della concorrenza, con riferimento all’assetto in genere dei mercati televisivi e delle comunicazioni non appare opportuna alcuna regolazione fissa delle modalità di vendita dei diritti televisivi. L’esperienza ha dimostrato, infatti, che l’evoluzione dei mercati è talmente veloce ed imprevedibile che simili interventi legislativi si traducono necessariamente in ingiustificate cristallizzazione delle dinamiche economiche che divengono subito obsolete e dunque distorsive del processo concorrenziale. E’ atteggiamento assai più consono a preservare l’efficienza dei mercati quello di lasciare all’autonomia dei titolari la scelta di come procedere alla vendita dei diritti, nelle varie situazioni di mercato che si presentano, salvi naturalmente i generali limiti derivanti dalle regole di concorrenza che quest’Autorità ha competenza a sorvegliare e di fatto sorveglia come dimostrano anche i recentissimi interventi in materia. Infatti, l’intervento dell’Autorità antitrust è, per sua natura, flessibile ed efficace, in quanto si svolge solo dopo una compiuta analisi delle reali situazioni di mercato. Per tale ragione, esso riesce a individuare e sanzionare, con una precisione sicuramente maggiore di quanto non sia possibile ad un generale intervento legislativo, quei comportamenti delle imprese, collettivi od unilaterali, che possano effettivamente determinare inefficienze nel mercato".
(Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: Audizione 11 ottobre 2006).
Queste le conclusioni del Presidente: "Il sistema delle regole attualmente in vigore, al di là dello scandalo che si è manifestato, si dimostra inadeguato rispetto alla necessità di garantire competizione libera e corretta nel mercato e nei campi sportivi. Necessitano di revisione, nel rispetto dell’autonomia dello sport e del suo sistema regolatorio, le norme che disciplinano l’attività dei procuratori, l’indipendenza degli arbitri, la connessione tra Lega e governance della FIGC, la capacità di produrre ricchezza delle società calcistiche, i controlli sulla contabilità. Necessita di revisione il sistema della mutualità. Poiché l’ordinamento sportivo gode di autonomia nei termini su descritti, è di tutta evidenza che il processo di riforma dovrà trovare spinta propulsiva all’interno della FIGC cui spetta di interpretare i valori di questo sport. E in questo senso i più recenti contatti lasciano ben sperare".
In particolare, in relazione ai diritti televisivi, il Presidente "... da un punto di vista della concorrenza, con riferimento all’assetto in genere dei mercati televisivi e delle comunicazioni non appare opportuna alcuna regolazione fissa delle modalità di vendita dei diritti televisivi. L’esperienza ha dimostrato, infatti, che l’evoluzione dei mercati è talmente veloce ed imprevedibile che simili interventi legislativi si traducono necessariamente in ingiustificate cristallizzazione delle dinamiche economiche che divengono subito obsolete e dunque distorsive del processo concorrenziale. E’ atteggiamento assai più consono a preservare l’efficienza dei mercati quello di lasciare all’autonomia dei titolari la scelta di come procedere alla vendita dei diritti, nelle varie situazioni di mercato che si presentano, salvi naturalmente i generali limiti derivanti dalle regole di concorrenza che quest’Autorità ha competenza a sorvegliare e di fatto sorveglia come dimostrano anche i recentissimi interventi in materia. Infatti, l’intervento dell’Autorità antitrust è, per sua natura, flessibile ed efficace, in quanto si svolge solo dopo una compiuta analisi delle reali situazioni di mercato. Per tale ragione, esso riesce a individuare e sanzionare, con una precisione sicuramente maggiore di quanto non sia possibile ad un generale intervento legislativo, quei comportamenti delle imprese, collettivi od unilaterali, che possano effettivamente determinare inefficienze nel mercato".
(Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: Audizione 11 ottobre 2006).