AZPILCUETA, MARTINO: De usuris
Azpilcueta Martino Doctore Navarro
Manuale Confessariorum et Poenitentium, complectens pene resolutiones omnium dubiorum, quae communiter in sacris Confessionibus occurrere solent. Cui nunc primum praeter Tractatum de USURIS, addita sunt Commentaria de Cambijs, de Simonia Mentali, de Furto notabili, de Necessitate defendendi proximum ab iniuria, & de Homicidio casuali. Cum Allegationibus in Margine Repositis.
Venetiis, 1612, Apud Ioannem Guerilium
Vol. in 4° antico (cm: 16 X 22) rilegato in mz-pergamena posteriore (volume rimontato un po’ stretto), 44 cc-nn. 776 pp. (frontespizio rinforzato al margine interno bianco, forellini al frotesp.).
Appartiene al filone di pensiero noto come Scuola di Salamanca e insieme ad altri gesuiti, domenicani e francescani, è considerato un precursore dell’economia classica. La sua analisi è rivolta allo studio dell’impatto economico dei metalli preziosi giunti dall’America. Si afferma come precursore della teoria quantitativa della moneta, notando la differenza tra potere d’acquisto della moneta nei vari paesi secondo la quantità di metallo prezioso che contiene. Martín Azpilicueta teorizza il concetto economico di preferenza temporale, ovvero, a parità di condizioni, il bene economico presente vale più di quello futuro, ponendosi così, nel preciso concetto dell’interesse sul prestito, come precursore della corrente di economisti nota come Scuola austriaca. Ha difeso con forza la legittimità di far pagare gli interessi sui prestiti, scontrandosi così con le teorie dominanti nella Chiesa cattolica. Canonista e moralista spagnolo di grande fama 1492 in Navarra e morto a Roma nel 1586. Studiò diritto canonico prima ad Alcalà e, poi a Tolosa in Francia dove si laureò nel 1514. Divenne professore di diritto canonico ed insegnò prima a Chaors, poi a Tolosa ove prese anche i voti. In seguito ai cambiamenti politici avvenuti in Spagna, potè tornare in patria e verso il 1524 prese ad insegnare nella Università di Salamanca. Nel 1533 fu inviato a Coimbra, in Portogallo, per organizzare e rendere funzionante la nuova Università, e vi restò ad insegnare fino al 1538, in questo periodo ebbe discepoli famosi quali Covarruvias. Ricercato come consultore anche dallo stesso Filippo II°, nel 1567 venne a Roma per difendere l’Arcivescovo Carranza accusato di eresia. A Roma si fermò dedicandosi alla stesura di opere giuridiche, teologiche e morali, fu Consigliere e Consultore della S. Penitenzieria, tenuto in gran conto ed onorato della amicizia dei papi Pio V° & Gregorio XIII°.
Azpilcueta Martino Doctore Navarro
Manuale Confessariorum et Poenitentium, complectens pene resolutiones omnium dubiorum, quae communiter in sacris Confessionibus occurrere solent. Cui nunc primum praeter Tractatum de USURIS, addita sunt Commentaria de Cambijs, de Simonia Mentali, de Furto notabili, de Necessitate defendendi proximum ab iniuria, & de Homicidio casuali. Cum Allegationibus in Margine Repositis.
Venetiis, 1612, Apud Ioannem Guerilium
Vol. in 4° antico (cm: 16 X 22) rilegato in mz-pergamena posteriore (volume rimontato un po’ stretto), 44 cc-nn. 776 pp. (frontespizio rinforzato al margine interno bianco, forellini al frotesp.).
Appartiene al filone di pensiero noto come Scuola di Salamanca e insieme ad altri gesuiti, domenicani e francescani, è considerato un precursore dell’economia classica. La sua analisi è rivolta allo studio dell’impatto economico dei metalli preziosi giunti dall’America. Si afferma come precursore della teoria quantitativa della moneta, notando la differenza tra potere d’acquisto della moneta nei vari paesi secondo la quantità di metallo prezioso che contiene. Martín Azpilicueta teorizza il concetto economico di preferenza temporale, ovvero, a parità di condizioni, il bene economico presente vale più di quello futuro, ponendosi così, nel preciso concetto dell’interesse sul prestito, come precursore della corrente di economisti nota come Scuola austriaca. Ha difeso con forza la legittimità di far pagare gli interessi sui prestiti, scontrandosi così con le teorie dominanti nella Chiesa cattolica. Canonista e moralista spagnolo di grande fama 1492 in Navarra e morto a Roma nel 1586. Studiò diritto canonico prima ad Alcalà e, poi a Tolosa in Francia dove si laureò nel 1514. Divenne professore di diritto canonico ed insegnò prima a Chaors, poi a Tolosa ove prese anche i voti. In seguito ai cambiamenti politici avvenuti in Spagna, potè tornare in patria e verso il 1524 prese ad insegnare nella Università di Salamanca. Nel 1533 fu inviato a Coimbra, in Portogallo, per organizzare e rendere funzionante la nuova Università, e vi restò ad insegnare fino al 1538, in questo periodo ebbe discepoli famosi quali Covarruvias. Ricercato come consultore anche dallo stesso Filippo II°, nel 1567 venne a Roma per difendere l’Arcivescovo Carranza accusato di eresia. A Roma si fermò dedicandosi alla stesura di opere giuridiche, teologiche e morali, fu Consigliere e Consultore della S. Penitenzieria, tenuto in gran conto ed onorato della amicizia dei papi Pio V° & Gregorio XIII°.