BELVISUS, (DE) IACOBUS: Aurea practica criminalis

BELVISUS (DE) IACOBUS

Aurea practica criminalis ... ex recognitione Arnoldi Baert I.V. doctoris. Cum indice copiosissimo atque utilissimo.

Coloniae, apud Maternum Cholinum, 1580.

Cm. 16,5, pp. (24) 667 (61).

Nota manoscritta al frontespizio: ex libris Petri Molinaei [Pierre du Moulin (1568-1658), teologo riformatore].

Ottima legatura coeva (verosimilmente tedesca) in piena perg. molle con titoli ms. al dorso e piccole unghie. Ben conservato.

Iacopo da Belviso (1270-1335) fu consigliere a Napoli di Carlo II d’Angiò e giudice della Gran Corte. Influenzato dalla dottrina ultramontana fu autore di un’autorevolissima produzione scientifica; a questo proposito menzioniamo il commento ai Libri Feudorum e quello alle Autentiche. L’importanza della sua dottrina si può desumere anche dall’attenta lettura di giuristi come Bartolo, Baldo e Giason del Maino che ne fanno un punto di riferimento costante per le proprie teorizzazioni. Della sua formazione sappiamo invece che studiò a Bologna con Francesco d’Accursio e Dino del Mugello. La Practica criminalis, edita per la prima volta a Lione nel 1511, ottenne subito grande successo editoriale. Nonostante la storiografia contemporanea abbia fortemente messo in dubbio l’attribuzione della paternità, quest’importante opera rimane una delle fonti criminalistiche più ricercate e ambite nel mercato antiquario.

Cfr. Kvk. (S125)

[Volume segnalato sul sito www.libriantichionline.com]

BELVISUS (DE) IACOBUS

Aurea practica criminalis ... ex recognitione Arnoldi Baert I.V. doctoris. Cum indice copiosissimo atque utilissimo.

Coloniae, apud Maternum Cholinum, 1580.

Cm. 16,5, pp. (24) 667 (61).

Nota manoscritta al frontespizio: ex libris Petri Molinaei [Pierre du Moulin (1568-1658), teologo riformatore].

Ottima legatura coeva (verosimilmente tedesca) in piena perg. molle con titoli ms. al dorso e piccole unghie. Ben conservato.

Iacopo da Belviso (1270-1335) fu consigliere a Napoli di Carlo II d’Angiò e giudice della Gran Corte. Influenzato dalla dottrina ultramontana fu autore di un’autorevolissima produzione scientifica; a questo proposito menzioniamo il commento ai Libri Feudorum e quello alle Autentiche. L’importanza della sua dottrina si può desumere anche dall’attenta lettura di giuristi come Bartolo, Baldo e Giason del Maino che ne fanno un punto di riferimento costante per le proprie teorizzazioni. Della sua formazione sappiamo invece che studiò a Bologna con Francesco d’Accursio e Dino del Mugello. La Practica criminalis, edita per la prima volta a Lione nel 1511, ottenne subito grande successo editoriale. Nonostante la storiografia contemporanea abbia fortemente messo in dubbio l’attribuzione della paternità, quest’importante opera rimane una delle fonti criminalistiche più ricercate e ambite nel mercato antiquario.

Cfr. Kvk. (S125)

[Volume segnalato sul sito www.libriantichionline.com]