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Beugehaft - Ordinamenti processual-penali della RFT e dell’Austria

Beugehaft - Ordinamenti processual-penali della RFT e dell’Austria
Beugehaft - Ordinamenti processual-penali della RFT e dell’Austria

Sommario:

RFT:

I. Introduzione

II. La Beugehaft quale Maßregel

III. Presupposti di ammissibilità - Poteri discrezionali del giudice

IV. Durata

V. Reclamo

 

Austria:  

1. Beugemittel quale sanzione del rifiuto di adempiere un obbligo di legge

2. Presupposti e limiti di ammissibilità

3. L’importanza del principio di proporzionalità

4. La mancata inflizione di un Beugemittel non implica violazione del diritto alla difesa dell’imputato

5. La proponibilità di Grundrechtsbeschwerde contro la comminazione di un Beugemittel di carattere detentivo

 

RFT

I. Beugehaft, accanto all’Ordnungshaft (che può essere inflitta nella misura minima di 5 Euro e in quella massima di 10.000 Euro) e all’Ordnungshaft (della durata da uno a 42 giorni), è uno dei provvedimenti che possono essere adottati nei confronti un teste (Zeuge), qualora rifiuti – senza legittimo motivo – di deporre.

L’Ordnungshaft si distingue dalla Beugehaft in quanto la prima può essere inflitta soltanto se l’Ordnungsgeld non può essere incassato.

Al fine di prevenire - facili - equivoci e malintesi, si precisa che secondo l’ordinamento processual-penale della RFT, assume la qualità di teste (Zeuge) già chi è chiamato a rendere dichiarazioni dinanzi al PM, oltre che davanti all’Ermittlungsrichter e – ovviamente – in dibattimento. La stessa cosa vale anche per l’ordinamento austriaco, il cui codice di rito (§ 248, 1°c., StPO) rinvia, a proposito dell’esame testimoniale effettuato in dibattimento, a quanto disposto in merito per la fase delle Ermittlungen (indagini preliminari).

II. La Beugehaft costituisce una Maßregel che non può essere inflitta nei confronti di chi possa far valere einen gesetzlichen Grund (un legittimo motivo), qual è la facoltà di astenersi dal deporre di cui ai §§ 52 e segg. StPO (CPP), nonché qualora sussistano Vereidigungsverbote (divieti di richiedere il giuramento) previsti dal § 60 StPO oppure Vernehmungsverbote.

Si ha Verweigerung des Zeugnisses ohne gesetzlichen Grund, se il teste rifiuta – indebitamente - di rendere, anche soltanto in parte, la propria deposizione (BGH St 9, 362, 363f); non cosí, se il teste invece depone, rendendo però dichiarazioni inveritiere o reticenti (BGH 9, 362, 363).  Con il § 70 StPO il legislatore non ha, infatti, inteso assicurare l’Erzwingung einer wahrheitsgemäßen Aussage (deposizione veritiera), ma persegue lo scopo di sanzionare la mancata – ingiustificata – comparizione del teste dinanzi al PM, all’Ermittlungsrichter o in sede dibattimentale, per rendere dichiarazioni in qualità di teste.

Non viola il § 70 StPO, chi è chiamato come teste e si rifiuta di rendere dichiarazioni sulle proprie generalità’, dato che “Angaben zur Person sind nicht erzwingbar”; così almeno ha ritenuto la Corte d’appello di Hamburg.

Se però il teste dichiara di non saper nulla sulle domande a esso rivolte e se la sua “non conoscenza” appare palesemente inverosimile, questo suo atteggiamento è equiparabile a un’Aussageverweigerung e quindi il § 70 StPO è applicabile (BGH St 9, 362, 364) nei confronti di un teste del genere.

III. Il ricorso alla Beugehaft è ammissibile non soltanto allo scopo di ottenere la deposizione testimoniale, ma anche la prestazione del giuramento (Eidesleistung), nei pochi casi in cui, ancora, la si richiede. I motivi del rifiuto addotti dal teste “riluttante” sono irrilevanti (BGH 3 StR 614/54). L`Anordnung, o meno, della Beugehaft, rientra nel potere discrezionale dell’autorità giudiziaria, ma nell’esercizio di questo potere  discrezionale (Ermessen), occorre tenere conto di due principi fondamentali: 1) dell’Aufklärungspflicht (obbligo di accertamento dei fatti) e 2) del Verhältnismäßigkeitsprinzip (principio di proporzionalità). Per questo è stato detto che si tratta di un “zweckgebundenes Ermessen”. Se il rifiuto di deporre proviene da un giornalista, è necessario tenere altresí conto del diritto fondamentale alla libertà di stampa e d’informazione (BVerfGE – Corte cost. feder. – 15, 223, 225).

La Beugehaft, quindi, è lecita, se questa Maßnahme “steht zur Bedeutung der Sache und deren Ausgang nicht außer Verhältnis”, valutate le circostanze del caso concreto. In altre parole, il ricorso alla Beugehaft deve appalesarsi „unerlässlich” o comunque necessario a fini probatori. Si puo’ prescindere dalla Beugehaft, se il teste rifiuta di rispondere a una domanda non di rilievo per il Verfahrensausgang (esito del procedimento).

Qualora vi sia fondato timore che il teste, rendendo la Zeugschaft, si esponga a pericolo per la propria vita, il § 70 StGB può non trovare applicazione; ciò in virtù del c.d. Fürsorgeprinzip.

La Beugehaft può essere disposta congiuntamente all’inflizione dell’Ordnungsgeld (comminato, quest’ultimo, nei confronti del teste che rifiuta di deporre oppure di prestare giuramento). Tuttavia l’Ordnungshaft (alla quale si ricorre, se non è possibile incassare l’Ordnungsgeld) non deve necessariamente precedere l’esecuzione della Beugehaft.

IV. Nel provvedimento, con il quale viene ordinata la Beugehaft, non deve – in ogni caso – essere indicata la durata della stessa, anche se, in genere, non si prescinde dall’indicazione della durata di questa Maßnahme. Qualora, nei confronti dello stesso teste, sia stata inflitta l’Ersatzhaft e anche la Beugehaft, ai fini del calcolo della durata massima di quest’ultima, non si tiene conto dell’Ersatzhaftdauer.

La persona che viene sottoposta a Beugehaft è soggetta a controllo durante le visite che le vengono fatte in istato di detenzione; soggetta a controllo ne è pure la corrispondenza. Competente a effettuare questi controlli è il dirigente dell’JVA (Justizvollzugsanstalt – Casa di reclusione) e non il PM o il giudice.

La durata massima della Beugehaft è di sei mesi, ma essa va revocata prima dello scadere di questo termine (o del termine inferiore, per il quale è stata disposta): 1) se il teste adempie l’obbligo di deporre, 2) se, successivamente all’inflizione della Beugehaft, risulta che questa misura è stata ordinata senza che ne sussistessero i presupposti di legge, 3) se emerge che il “teste” è coimputato dello stesso reato, per il quale si procede, 4) se la deposizione è diventata irrilevante (BGH St 168/76) e 5) se la durata della Beugehaft si appalesa eccessiva rispetto alla gravità del reato, per il quale si procede.

La Beugehaft deve altresí avere termine, se a) il procedimento si è concluso o, comunque, b) in ogni caso, dopo la pronunzia della sentenza di 1° grado, c) se vi è stata Verfahrenseinstellung a mente dei §§ 170, 2° c., 205, 206 a o b, StPO, d) se la richiesta auf Eröffnung des Hauptverfahrens è stata rigettata.

Il giudice delle indagini preliminari dispone i Beugemittel su richiesta del PM, che è ”Herr des Verfahrens” e che può rinunciare alla richiesta in qualsiasi momento.

La Beugehaft, a differenza dell’Ordnungsgeld e dell’Ordnungshaft, può essere disposta più volte, cioè può essere reiterata, fatto però salvo il limite di durata “invalicabile” di complessivi sei mesi. Ai fini del calcolo del limite massimo (semestrale), è indifferente, se il teste (che assume tale qualità già nel corso delle indagini preliminari) si sia rifiutato di rendere testimonianza dinanzi al PM  (1*), al giudice delle indagini preliminari o in sede dibattimentale.

Nota (1*) Nell’ordinamento processual-penale della RFT (come del resto anche in quello austriaco, giova ripeterlo (ripetita iuvant)), anche chi è chiamato a rendere dichiarazioni dinanzi al PM nell’ambito di un procedimento penale – purché non sia indagato – assume la qualità di teste (Zeuge). La stessa cosa vale per chi è destinatario di una Vorladung, affinché compaia dinanzi al giudice delle indagini preliminari (Ermittlungsrichter). Appare opportuno ribadirlo in quanto – pare – che alcuni “supersaggi” non lo sappiano!

Competente a disporre la Beugehaft, è il giudice che decide con ordinanza, previa audizione del teste “riottoso”, che deve anche essere informato sulle conseguenze del rifiuto (BGH St. 28, 240, 259).

V. Contro questo provvedimento, anche se emanato dall’Ermittlungsrichter des BGH (Corte Suprema Feder.), è proponibile reclamo, dato che la Beugehaft è equiparabile, per quanto concerne i suoi effetti, all’Untersuchungshaft (custodia cautelare in carcere); in questo senso ved. BGH St. 36, 195).

Tuttavia, se l’Ermittlungsrichter des BGH o di una Corte d’appello, rigetta la richiesta di Beugehaft, inoltrata dal PM, contro tale diniego non è proponibile Beschwerde (reclamo) in quanto l’elenco di cui la § 304, 5° c., StPO, non comprende (anche) la Beugehaft (BGH St. 43, 262).

Come già detto sopra, disporre la Beugehaft, rientra nei poteri discrezionali dell’autorità giudiziaria. Di conseguenza, l’indagato/imputato non può proporre impugnazione, motivando la stessa col fatto che la predetta autorità non si sia avvalsa della facoltà di ordinare la Beugehaft nei confronti di un teste “riluttante” (BGH GA 1968, 305, 307). Quest’“omissione” può essere, eventualmente, dedotta in sede di Revision mediante la c. d. Aufklärungsrüge. Può quindi essere “censurato” soltanto che il giudice, non disponendo la Beugehaft, non ha adempiuto l’Aufklärungspflicht di cui al § 244, 2° c., StPO (cfr. BGH 5 StR 116/56 e 1 StR 61/73). Infatti, anche in caso d’ingiustificata Aussageverweigerung, il giudice deve usare tutti i mezzi a sua disposizione per accertare la verità.

Competente per l’esecuzione della Beugehaft è il giudice (BGH 36, 155), al quale incombe l’obbligo di valutare la sussistenza di eventuali Vollstreckungshindernisse che possono essere intervenuti medio tempore. Ciò costituisce una deroga al principio generale di cui al § 161 a 2° c., StPO.

Beugehaft può essere inflitta anche a deputati del Bundestag (2**), ma per l’esecuzione della stessa è necessario il consenso (Zustimmung) di questa Camera del Parlamento della RFT.

Nota 2** Nel corso d’indagini per il finanziamento “poco trasparente” di partiti, la comminazione della Beugehaft era stata “ventilata” anche nei confronti di un esponente politico di spicco della RFT, che si era rifiutato di fare il nome del generoso “Parteispender”.

 

Austria

1. Beugemittel sono previsti anche dalla StPO austriaca (§ 93, 2° c.), qualora una persona si rifiuti di compiere un atto in ordine al quale sussiste una gesetzliche Verpflichtung (un obbligo previsto dalla legge). Se un teste rifiuta di deporre, cioè viene meno alla propria Aussagepflicht ai sensi del § 154, 2° c., StPO e sempre che non abbia la facoltà di astenersi dalla deposizione o sia esso stesso indagato, nei suoi confronti può essere irrogata una pena pecuniaria fino a 10.000 Euro oppure – in wichtigen Fällen – la detenzione, l’Ordnungshaft, della durata non superiore a 42 giorni. Competente a decidere sull’an e sul quantum della sanzione (§ 105, 1° c., StPO) è il giudice (su richiesta del PM) ai sensi del § 101, 1° c., StPO).

Vediamo ora alcune importanti sentenze dell’OGH (Corte Suprema), emanate in materia di Beugemittel (previsti dal § 93, 4° c., StPO) nei confronti di testi che – senza giustificato motivo – rifiutano di rendere dichiarazioni dinanzi all’AG.

2. Per quanto concerne lo scopo dei Beugemittel e i presupposti per la loro applicazione, essi sono stati indicati, in modo chiaro e compiuto, nella decisione dell’OGH dd. 1.12.2014 - RS 0129836. In questa sentenza la Suprema Corte ha chiarito che con Beugemittel (previsti dal § 93 StPO) si persegue unicamente il fine di costringere una persona a un “künftigen, pflichtgemäßen Verhalten”, a un comportamento futuro, al quale la persona è obbligata. Pertanto, ha proseguito l’OGH, i Beugemittel non sono “Strafen im eigentlichen Sinne” (delle vere e proprie pene).

Il ricorso a Beugemittel – a prescindere dal fatto che devono essere revocati una volta superato il limite di durata massima (42 gg.) – non è più lecito, se  “l’obbligato” ha adempiuto quanto era tenuto o se, per altri motivi, sono venuti a mancare i presupposti per l’imposizione degli stessi.

Non è, pertanto, ravvisabile un’unberechtigte Aussageverweigerung (rifiuto ingiustificato di rendere la deposizione testimoniale), se le dichiarazioni, alla cui effettuazione il teste dovrebbe essere costretto (soll erzwungen werden), non sono più necessarie alla luce di altre prove assunte oppure se il procedimento è terminato per effetto di Einstellung des Verfahrens (archiviazione). In casi del genere, il provvedimento impositivo del Beugemittel, anche se già disposto, non deve più essere eseguito e, se è in esecuzione, va immediatamente revocato.

Inoltre è da osservare che se, nel corso di un dibattimento, è stato disposto un Beugemittel, lo stesso, una volta conclusa l’istruzione dibattimentale e avvenuta la pronunzia della sentenza di primo grado (anche se non ancora diventata irrevocabile), non può essere eseguito in quanto la deposizione testimoniale non può più essere resa “mit Wirksamkeit für das Verfahren erster Instanz”, essendo venuto meno “der legitime Zweck einer Aussageerzwingung”.

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3. Dalla sentenza dd. 25.1.2012 – 150s 164/11v – dell’OGH emerge, l’importanza che la Suprema Corte attribuisce, anche in materia di Beugemittel, al Verhältnismäßigkeitsprinzip (principio di proporzionalita’).

Una minorenne, sentita, in sede di “kontradiktorischer Vernehmung im Ermittlungsverfahren” (incidente probatorio), aveva ivi dichiarato di non voler esprimersi in ordine agli abusi sessuali di cui era rimasta vittima e per i quali si procedeva nei confronti dell’autore degli stessi. Al dibattimento – nonostante questa teste fosse stata avvertita dal giudice circa i suoi obblighi di rendere la deposizione, di riferire la verità (§ 161 StPO) e che non le competeva il diritto di astenersi dal deporre – si era  rifiutata di dire alcunché circa i suoi rapporti con l’imputato. Non aveva risposto neppure alle domande a essa rivolte dal difensore dell’imputato.

Proponeva Verfahrensrüge il difensore dell’imputato. Si doleva per il fatto che lo Schöffengericht non aveva inflitto alla teste alcun Beugemittel (e ne aveva neppure “minacciato” l’inflizione) allo scopo di indurre la teste a deporre nel corso del dibattimento. In tal modo, alla difesa era stato impedito di esercitare uno dei diritti a essa spettanti, sancito, peraltro, anche dall’art. 6, 3° c., lett. d) della CEDU.

L’OGH, a parte la tardiva deduzione della nullità, si è espresso nel senso che anche in materia di Zwangsmaßnahmen (tra la quali rientra pure la Beugehaft), deve tenersi conto del Verhältnismäßigkeitsgrundsatz (previsto dal § 5 StPO). L’adozione di un Beugemittel nei confronti di una minorenne è stata ritenuta unverhältnismäßig, tenuto anche conto dei besonderen Umstände der betroffenen Person.

Osservava poi, l’OGH, che l’imputato, rappresentato dal difensore, nel corso del dibattimento, avrebbe potuto chiedere che il giudice facesse ricorso a Beugemittel, cosa che il patrono dell’imputato non aveva fatto.

 

4. Con sentenza dd. 12.10.2017 – 120s 59/17 v, la Corte Suprema ha ribadito che il mancato ricorso a Beugemittel non integra violazione dei diritti della difesa.

Nel caso de quo, il teste dell’accusa, in dibattimento, si era rifiutato di fare ulteriori dichiarazioni, ma aveva confermato, più volte, quanto dichiarato in precedenza. Aveva ritenuto, il giudice del dibattimento, che la Verhängung eines Beugemittels nei confronti del teste, non sarebbe stato “zielführend” (e si era richiamato, in proposito, al § 5, 2° c., StPO)

Il ricorso a Beugemittel comportanti Eingriffe in die Grundrechte (qual è quello alla libertà personale), nel caso de quo, sarebbe stato tutt’altro che zielführend in quanto il teste era detenuto in espiazione di pena (per un altro reato) e doveva ancora scontare 18 mesi di reclusione. Pertanto comminare, nei suoi confronti, una misura di carattere detentivo, sarebbe stato privo di effetti, cosí come, senza effetto, sarebbe stata la comminazione di una sanzione pecuniaria (Ordnungsgeld), stante l’Einkommens- und Vermögenslosigkeit del teste (privo di redditi e di beni patrimoniali). Osservava, infine, l’OGH, che in sede dibattimentale era stata data lettura, sia pure in forma riassuntiva, degli atti contenuti nella Strafakte e che, ai fini dell’ammissibilità della lettura delle dichiarazioni del teste, non era decisivo se, a seguito di un indebito rifiuto della deposizione testimoniale, si fosse fatto ricorso o meno a un Beugemittel o ne fosse stata “minacciata” la Verhängung. Pertanto anche la censura di Unvollständigkeit era priva di fondatezza.

A proposito del ricorso a Zwangsmittel (mezzi di coercizione), è da osservare che quelli contemplati dal § 93 StPO non sono gli unici previsti dall’ordinamento austriaco. Anche il § 335 EO (Exekutionsordnung) prevede la comminazione di pene pecuniarie e quella detentiva fino a un anno. Ai fini della loro imposizione e della determinazione del quantum delle stesse, al giudice compete un Ermessen (discrezionalità), ma si tratta di ein zweckgebundenes Ermessen, che è correlato alla specie e alla gravità della violazione (cfr. OGH Ob 181/82 e Ob 92/8).

5. Di particolare interesse è la sentenza dd. 24.5.2016 – 110s 51/164, con la quale l’OGH ha statuito che il ricorso alla Verhängung einer “Freiheitsstrafe” als Beugemittel, senza che ne sussistessero i presupposti, costituisce violazione del diritto fondamentale alla libertà personale e che il periodo di tempo trascorso indebitamente in Beugehaft (4 settimane, nel caso de quo) deve essere calcolato ai fini di espiazione della pena (ai sensi del § 400 StPO).

La teste, che nel corso dell’Ermittlungsverfahren aveva reso dichiarazioni a carico di un imputato nel senso di avere, insieme con lo stesso, favorito l’ingresso clandestino di extracomunitari nel territorio dello Stato, in sede dibattimentale aveva revocato queste dichiarazioni e si era rifiutata di fare qualsiasi altra dichiarazione. Era stata informata che il diritto di astenersi dal deporre le competeva soltanto, se e nella misura, in cui quanto da lei dichiarato, avesse avuto effetti sfavorevoli per essa stessa.

Il giudice del dibattimento, ritenendo ingiustificato il rifiuto della teste di rendere dichiarazioni e ravvista la sussistenza di un “wichtigen Fall” ai sensi del § 93, 4° c., StPO, in quanto si procedeva contro una persona imputata di un reato, per il quale era prevista la pena massima di 10 anni di reclusione, infliggeva alla teste la Beugehaft della durata di 4 settimane.

Proponeva tempestiva Grundrechtsbeschwerde il difensore della teste, deducendo che alla sua cliente spettava il Recht auf Aussageverweigerung ai sensi del § 157, 1° c., n. 1, StPO. Questa norma – che ha un evidente Schutzzweck – prevede il diritto all’Aussageverweigerung, se vi è pericolo che il teste, rendendo ulteriori dichiarazioni, si esponga a Selbstbelastung (nemo se detegere tenetur). Il Verbot des Zwanges zur Selbstbelastung  è previsto, oltre che dal § 7, 2° c., StPO, anche dall’art. 90, 2° c., B-VG (Bundesverfassungegesetz = Legge costituzionale federale) e dall’art. 6, 2° c., CEDU, ratificata pure dall’Austria. Secondo la Corte cost., l’art. 90, 2° c., B-VG contiene il “verfassungsrechtliche Verbot zur Selbstbezichtigung“. Questo divieto non può essere “aggirato” (umgangen) per effetto dell’impiego di Zwangsmittel, minacce o inganno.

Di conseguenza l’OGH, ravvisata, per effetto dell’inflizione della Beugehaft (della durata di ben 40 giorni), la violazione del diritto fondamentale alla libertà personale della predetta teste, annullava il provvedimento impugnato e disponeva che il periodo di tempo trascorso – indebitamente – in Beugehaft, venisse calcolato ai fini dell’espiazione della pena (§ 38, 1° c., e 400 StPO) che era stata comminata per un altro reato e nel corso dell’espiazione della stessa era stata chiamata a deporre nel procedimento a carico dell’imputato di favoreggiamento dell’ingresso clandestino di extracomunitari. In ordine alle spese, l’OGH si richiamava all’art. 8 GBRG (Grundrechtsbeschwerdegesetz) che prevede, in caso di accoglimento della Grundrechtsbeschwerde, che le spese del procedimento debbano essere poste a carico dello Stato.